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Roma, 20 set. (askanews) - Per l'Italia "la questione del lavoro deve rimanere centrale" perchè "il calo delle persone in età lavorativa influisce direttamente sulla crescita dell'economia". È il monito lanciato dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, secondo cui il lavoro "è una questione che non è importante solo sul piano strettamente economico, ma è cruciale per l'integrazione sociale, per la convivenza civile, per la stessa identità personale".
"Per l'Italia - ha spiegato Visco alla 'Lezione Giorgio Fuà 2019' all'università di Ancona - in assenza di un aumento della produttività del lavoro e supponendo che i tassi di partecipazione al mercato del lavoro rimangano costanti per età e per genere, la diminuzione della popolazione attiva prevista da Eurostat comporterebbe, a parità di tasso di disoccupazione, una perdita in termini di espansione del Pil pro-capite di circa 0,5 punti percentuali all'anno nei prossimi 30 anni".
Come al solito si preoccupano tutti degli effetti ma non si esternano le cause...
"Per l'Italia - ha spiegato Visco alla 'Lezione Giorgio Fuà 2019' all'università di Ancona - in assenza di un aumento della produttività del lavoro e supponendo che i tassi di partecipazione al mercato del lavoro rimangano costanti per età e per genere, la diminuzione della popolazione attiva prevista da Eurostat comporterebbe, a parità di tasso di disoccupazione, una perdita in termini di espansione del Pil pro-capite di circa 0,5 punti percentuali all'anno nei prossimi 30 anni".
Come al solito si preoccupano tutti degli effetti ma non si esternano le cause...