è come dici. Fatto 100 il prezzo di emissione di un certificato che va direttamente in quotazione ( che salta quindi la fase di distribuzione), abbiamo un fair value calcolabile in circa 98 euro. La differenza sta nel guadagno che si garantisce l'emittente all'atto della strutturazione. Nei 98 euro ci stanno il costo per la composizione della struttura opzionale, dei costi di copertura e costi di "assicurazione". Il guadagno è da intendersi come vera e propria redditività per la banca che emette e non può essere assimilabile a ciò che avviene normalmente per l'emissione di un'obbligazione. Da qui si capisce come all'emittente non interessi se un certificato rompe o meno la barriera: tuttalpiù può interessare al trader ( market maker) che potrebbe decidere di smontare qualche copertura prima del tempo, ma è una questione che può non coinvolgere l'emittente.
Teniamo poi conto che le opzioni per cui noi calcoliamo il fair value vengono scambiate OTC e quindi che quei 98 possono essere passibili di scostamento in basso.
Infine se il certificato fa fase di collocamento, quei 98 diventano mediamente 94/95 su un certificato che ha 4 anni di durata circa e la differenza è il costo di distribuzione che remunera le reti.