Le sanzioni conomiche contro la Russia volute da Obama (1 Viewer)

tontolina

Forumer storico
L’Inghilterra Chiede di Far Scoppiare la Terza Guerra Mondiale: Russia Fuori da Swift

Partiamo con la notizia.
da Bloomberg
The U.K. will press European Union leaders to consider blocking Russian access to the SWIFT banking transaction system under an expansion of sanctions over the conflict in Ukraine, a British government official said.
The Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, known as SWIFT, is one of Russia’s main connections to the international financial system. Prime Minister David Cameron’s government plans to put the topic on the agenda for a meeting of EU leaders in Brussels Aug. 30, according to the official, who asked not to be named because the discussions are private….
Questa è una cosa seria, maledettamente seria.
E le conseguenze sarebbero imprevedibili.
Per ora la Russia ha poche alternative a Swift per i collegamenti finanziari internazionali. E un blocco dell’accesso metterrebbe in seria difficoltà Mosca. Che dovrebbe rispondere con qualcosa di altrettanto grosso e pericoloso.
Come ovvio Swift, ora ha il 100% di probabilità di essere affiancato da altri circuiti non “occidentali”, ma per intanto la minaccia per Putin non è da sottovalutare.
Il punto è capire se l’Europa (ex anglosassoni) si suiciderà.
E’ ora di terminare questa follia. La Russia deve rimanere un solido alleato e partner commerciale affidabile per l’Europa ( piaccia o no agli anglosassoni).
Putin: “Pensare a stato nell’Ucraina dell’Est” L’Ue in pressing: fra 7 giorni nuove sanzioni


Il presidente russo propone dei negoziati: «Gli interessi legittimi delle persone che vivono in quell’area vanno protetti». Merkel: «Cambiamento o dovremo far scattare delle nuove misure». I separatisti di Donetsk: «Anche soldati russi tra i volontari in Ucraina». Accordo con Kiev per lo scambio di prigionieri

La Stampa - Putin: ?Pensare a stato nell?Ucraina dell?Est? L?Ue in pressing: fra 7 giorni nuove sanzioni






ho appena letto indiscrezioni secondo cui la contromossa Russa sarebbe di non importare più automobili NATO e temo che questa volta il suicidio economica sarebbe completoe Obama potrebbe festeggiare
 

tontolina

Forumer storico
l'Europa paga il petrolio russo in rubli
29 agosto 2014
da Cina e Russia abbandonano ufficialmente il petrodollaro - Ticinolive

Cina e Russia abbandonano ufficialmente il petrodollaro


Dopo che il presidente russo Vladimir Putin aveva annunciato, il 14 agosto, che la Russia non intende più vendere il suo gas in dollari, sono passati pochi giorni per giungere all’accordo che il governo di Mosca ha siglato con le autorità cinesi al riguardo.
Secondo il quotidiano RIA Novosti, che cita la rivista Kommersant, il governo russo ha già mandato due navi verso l’Europa con a bordo 80 000 tonnellate di petrolio proveniente da Novoportovskoye, un campo di estrazione nell’Artico. Queste due consegne saranno pagate in rubli e non in dollari.
Il petrolio che la Russia consegnerà alla Cina verrà pagato in yuan, la moneta cinese.
Secondo Kommersant, si tratta di una misura di protezione attuata da Mosca a seguito delle sanzioni degli Stati Uniti nei confronti della Russia.
Sinora dunque l’unico risultato tangibile di queste sanzioni è il disfacimento dell’egemonia del dollaro nelle transazioni internazionali (egemonia mai contestata dal 1945) e del suo ruolo di moneta di riserva a livello globale.
La Cina e la Russia eseguiranno d’ora in poi i loro scambi commerciali nelle rispettive monete nazionali. Uno sviluppo che ridefinisce completamente l’ordine politico ed economico internazionale, anche perchè gli importatori europei di gas e di petrolio russo saranno obbligati a pagare Mosca in rubli.
Con l’appoggio della Cina, la Russia intende chiaramente mettere fine al mezzo di dominio della potenza americana, distruggendolo alla base. Questa dichiarazione di guerra è sicuramente più pericolosa di qualunque azione militare.

(Fonte : breizatao.com)
 

tontolina

Forumer storico
dopo l'embargo di frutta e verdura ora è il turno di un nuovo embargo
da Embargo di Putin alla moda italiana, ora tremano anche le imprese della Romagna - Rimini - il Resto del Carlino - Notizie di Bologna e dell?Emilia Romagna, di Ancona e delle Marche
Embargo di Putin alla moda italiana, ora tremano anche le imprese della Romagna

Rimini, 31 agosto 2014 - SCATTA a sorpresa l’embargo a moda e tessile. La Russia spaventa anche Rimini e la Romagna. Dove il settore fashion è tra quelli portanti dell’economia, insieme al turismo.

Da domani entra in vigore una risoluzione per lo stop all’importazione di calzature, capi d’abbigliamento e pelletteria da Usa e Unione Europea, firmata l’11 agosto dal premier Medvedev.

Solo 4 giorni prima Mosca aveva stoppato l’import agroalimentare: formaggi, salumi e prodotti ortofrutticoli. «Per il nostro distretto moda — commenta Maurizio Temeroli, direttore Camera di Commercio — quello russo è diventato il principale mercato. Un embargo esteso sarebbe rovinoso».

Per ora la risoluzione del governo di Mosca parla solo di forniture di abbigliamento e tessile legate allo Stato e agli enti russi: un impatto limitato. Ma se la spirale di ritorsioni legate alla crisi e al conflitto in Ucraina continuasse è palese il rischio di un embargo a 360 gradi.
«Per ora il nuovo embargo su calzature e abbigliamento – dice da Mosca Gimmi Baldinini, titolare dell’impero delle scarpe di lusso, con 130 negozi in Russia – è limitato. Se si allargasse, sarebbe un disastro. La Russia è il mio cliente più importante.

Sento parlare qui a Mosca anche di un possibile blocco aereo di voli americani ed europei.

Speriamo non lo attuino».
«Sin dal manifestarsi della crisi – attacca Massimo Ferretti, presidente di Aeffe Group - abbiamo avviato uno stretto monitoraggio dell’area con aggiornamenti frequenti da parte dei nostri partners commerciali. Per il momento la situazione è sotto controllo anche se suscettibile di evoluzioni».
«Ovviamente auspichiamo quanto prima – conclude - una soluzione positiva del conflitto, sperando che prevalgano le ragioni del buon senso».
«Il blocco all’import del settore moda sarebbe una tragedia per noi e per l’Italia – avverte Paolo Gerani, amministratore delegato del Gruppo Gilmar -, è un mercato fondamentale, specie in un momento di stagnazione del mercato europeo. Un embargo esteso sarebbe la fine».

di Mario Gradara
 

big_boom

Forumer storico
mentre in italia c'e' il governo golpista supportato dai comunisti/sinistrati italiani (10/15 milioni)

la lega: asse padano-putiniano
Carroccio condivide molti punti: la lotta all'immigrazione selvaggia, la difesa dell'identità, della famiglia tradizionale, il principio di autodeterminazione dei popoli. Anche sull'Ucraina, perché «la gente deve poter scegliere, in Veneto, in Scozia come in Ucraina. Se c'è una parte di Ucraina che liberamente ha fatto la sua scelta, gli organismi internazionali non dovrebbero interferire»

Salvini tra Pechino e Mosca: è la "Lega Est" - IlGiornale.it
 

tontolina

Forumer storico
DI EXPORT ITALIANO – GIÀ BRUCIATI 200 MILIONI SULL’AGROALIMENTARE – E I RUSSI DISERTANO LE FIERE

Per adesso si stanno salvando i comparti del vino e dell’arredamento. Mario Resca (Confimprese): “Il braccio di ferro con Mosca scelto dall’Ue è la strada peggiore”. Al salone di Milano della pelletteria e accessori di moda presenze russe in calo del 14%...


1. “IMPRESE ITALIANE IN ALLARME. A RISCHIO UN MILIARDO DI EXPORT”
Antonio Risolo per “Il Giornale

putin al supermercato
«L' Europa sta battendo una via dura e pericolosa. Mentre gli Stati Uniti si limitano alle schermaglie finanziarie, noi, che siamo già in una situazione fallimentare, ci facciamo bloccare le merci. Con il risultato che la Russia trova facilmente altri Paesi pronti a servirla. Stiamo davvero scegliendo la strada peggiore. Inoltre l'Europa dovrebbe sapere perfettamente che la controparte ha una visione e una gestione dirigistica del potere. E non da ora».

Così Mario Resca, presidente di Confimprese e consigliere d'amministrazione di Eni. Non usa mezzi termini. E aggiunge: «Si avvicina l'inverno, e quindi anche la tegola delle tegole, vale a dire l'approvvigionamento energetico. Se consideriamo le difficoltà in cui versa tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Libia in poi, dobbiamo preoccuparci seriamente».

putin al supermercato
Intanto Coldiretti fa anche i conti: 200 milioni di danni «diretti» nell'agroalimentare (su un export totale di 1,07 miliardi). Quelli «indiretti» potrebbero essere devastanti: perdita di immagine e di mercato, aggravata dalla diffusione sul mercato russo di imitazioni che nulla hanno a che fare con il made in Italy. Con un rischio ulteriore: il dirottamento sempre più probabile in Italia di prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri Paesi che non trovano più sbocchi a Mosca e dintorni.

«Siamo di fronte a un'escalation preoccupante dello scontro, una guerra commerciale che conferma la strategicità del cibo, soprattutto nei periodi di recessione economica - dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti - La Russia colpisce l'agroalimentare perché è comunque un elemento di crescita per l'Unione europea in un momento di stagnazione».
vladimir putin 4

Duro il commento di Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere: «Europa masochista - è l'accusa esplicita a Bruxelles - Occorrono attenzione e prudenza. Bisogna riflettere sulle strategie, altrimenti richiamo di distruggere il grande lavoro che le imprese italiane hanno fatto per conquistare quel mercato. L'export italiano in Russia ammonta a 10,4 miliardi di euro, difficile in questo momento capire le perdite reali. Ma se l'agroalimentare ha già bruciato 200 milioni... Le nostre imprese hanno lavorato una vita per avere numeri e credibilità. Vogliamo forse spianare la strada a chi è pronto a soffiarci importanti fette di mercato che nessuno ci potrà mai restituire? Credo che in un momento di forte contrazione del mercato interno, l'export sia l'ultima piaggia per la sopravvivenza di questo Paese».
MICAM

Le «buone» notizie, per ora, riguardano i comparti vinicolo, tessile-abbigliamento e arredo. Per Ercole Botto, ad del gruppo Reda, infatti, l'embargo di Putin sul tessile riguarda solo le forniture statali. Mosca vuole agevolare così la produzione interna: «Talvolta si tratta di una guerra di propaganda per creare allarmismo - dice Botto - In ogni caso è una situazione confusa che non giova al business. E il calo delle vendite lo dimostra ampiamente».

Ma è davvero questa l'Europa che abbiamo sognato?, si chiede Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, il quale, tuttavia, precisa subito: «Stiamo perdendo quote in Russia, ma nessun embargo, per ora. Siamo alla vigilia dei Saloni WorldWide a Mosca. Noi ci saremo perché ci crediamo, crisi o non crisi, venti di guerra o - come spero - venti di pace. Purtroppo, però, ho l'obbligo di ricordare che l'Europa ha già distrutto - di fatto con le bombe - il mercato libico dove non si vende più neppure una porta o una sedia. Basta, laggiù il mercato è morto per sempre. Ora cerchiamo di non giocare alla roulette russa. Potremmo farci molto male».
MICAM

Progetti congelati in Ucraina, infine, per il gruppo Natuzzi. Per il direttore retail, Diego Babbo, «l'effetto dell'embargo imposto da Putin, per il momento ci impone una maggiore cautela. Aspettiamo gli eventi e teniamo i nuovi progetti, cioè l'apertura di nuovi punti vendita, nel cassetto. Uno scenario così instabile non incoraggia certo gli investitori locali. Di certo c'è una storia - che non riguarda solo la nostra azienda - da difendere. Non possiamo giocarci quarant'anni di lavoro in questo modo». Ma a Bruxelles lo sanno?


2. “PRIMI EFFETTI: I RUSSI DISERTANO LE FIERE DI MILANO”
Da “Il Giornale

MICAM
La crisi ucraina inizia a far sentire i suoi effetti concreti anche sull'Italia, tanto che i primi segnali si stanno già avvertendo a Milano, motore economico del paese. Basta un dato per rendersi conto della portata della controffensiva economica lanciata dal presidente Putin, in risposta alle sanzioni europee: -14% di presenze (tradotto buyer russi) al Micam, il Salone internazionale della pelletteria e accessori di moda, in corso nella capitale della moda.

Dopo l'allarme lanciato dalle aziende lombarde, in particolare del settore alimentare - l'export lombardo dei prodotti ortofrutticoli e caseari in Russia vale 123 milioni di euro (dati 2013 della Camera di commercio di Milano) - ieri è toccato al settore della pelletteria. Il 7 agosto Mosca ha bloccato l'importazione da tutta l'Ue di carne di manzo e di maiale, pollo, pesce, frutti di mare, latte, latticini, frutta e verdura, cui si è aggiunto ieri il divieto per il comparto tessile, anche se al momento è limitato agli acquisti effettuati direttamente dal governo federale russo. E l'export lombardo nel settore dell'abbigliamento vale 446 milioni di euro (2013).
MICAM

Due giorni fa dunque il grido di dolore si è levato da un'altra eccellenza mondiale del Made in Italy, il Mipel il salone della pelletteria e il Micam, il salone della calzatura, che hanno aperto i battenti domenica nei padiglioni di Rho Pero. La prima giornata si è conclusa con un calo di presenze del 14%: un risultato dovuto «alla mancanza dei russi», fanno sapere gli organizzatori che «a causa della delicata situazione internazionale e della svalutazione del rublo», hanno disertato l'appuntamento. Così se nei primi quattro mesi dell'anno l'export del settore pelletteria è cresciuto del 5% in valore e dell'1,8% in volume superando i 2,1 miliardi di euro, registrano segnale negativo solo le esportazioni verso la Federazione russa e il Giappone.
ucraina donetsk

I dati diffusi dall'Aimpes, Associazione italiana manufatturieri pelli e succedanei, segnalano la frenata registrata nei due mercati strategici per la pelletteria italiana. In particolare l'export nella Federazione Russa ha registrato una flessione del 7,3% del valore delle transazioni e del 7,6% del volume. «Quest'anno rischiamo di chiudere con un segno meno - ha sottolineato Cleto Sacripanti, presidente di The Micam e di Assocalzature - perché il mercato italiano e quello russo pesano tantissimo e negativamente sul settore».
UCRAINA SCONTRI A ODESSA
 

EUGE

Senior Utente
gli USA vogliono che l'Europa compri lo shale gas da loro

quindi la Russia DEVE vendere il suo gas alla Cina

attenzione, che il gas americano arriverà con le navi gasiere, e arriverà sulle sponde atlantiche d'Europa, quindi non dovremo discutere più di rigasificatori, ma pagare un prezzo molto più alto e un "dazio" ai paesi atlantici

noi Europei, koglioni, ci diamo la zappa ... nei denti appoggiando le sanzioni

noi Italiani ci becchiamo in pieno le controsanzioni russe e ci giochiamo uno dei pochi mercati rimastici

CHE BELLO !!! DAIIII !! FACCIAMOCI DEL MALE !!!!!!!!

che poi Renzupido rimedia a tutto con 80 euro :clap:
 

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