1° FAZIO.........STORY !!!!!!!!!!!!

SINIBALDO

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Da questo numero inizio una "cronistoria" che esamina, ponendo in risalto, l'intreccio tra finanza, economia, politica e Bankitalia !!!!!!!!!!!!! SINIBALDO
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Lo chiamavano «Bazolino»

di A. Pergolini
7/6/2001


Dopo aver comprato 18 banche in due anni, il capo della Popolare di Lodi ora punta ancora più in alto.

Con la benedizione di Fazio.


Il «Bazolino della Bassa», così è soprannominato Gianpiero Fiorani, amministratore delegato della Banca popolare di Lodi presieduta da Giovanni Benevento, ha messo a punto un piano.

Destinato a fare molto rumore nel mondo bancario.

E se tutte le mosse che ha intenzione di compiere prima dell'estate avranno successo, quantomeno bisognerà trovargli un nuovo soprannome: senza diminutivi.

Fiorani ha appena 41 anni e solo da due è al timone della Bpl.

Ma in appena 24 mesi ha concluso l'acquisizione di 18 banche e 13 società finanziarie con un investimento complessivo di circa 6.400 miliardi.

Risultato: la Bpl è schizzata dal 24° al 10° posto nella classifica delle banche italiane, con attività per oltre 66 mila miliardi.

E dopo avere portato la sua banca fra «le top ten», Fiorani guarda ancora più in alto, al salotto esclusivo delle «top six», quelle che hanno attività superiori ai 100 mila miliardi.

La prima mossa sarà quella di sfilare alla Intesa-Bci, il numero uno del sistema creditizio guidato da Giovanni Bazoli, la Caboto sim, una delle società più importanti nel campo dell'intermediazione dei titoli.

Comprandola?

No, perché Bazoli non la venderebbe mai.

E allora?

Semplice: svuotandola.

Almeno 35 manager della Caboto, in pratica tutta la prima fila, avrebbero già detto sì al cambio di casacca.

A questo punto, ecco la seconda mossa, ancora più clamorosa:

la costituzione di una società di intermediazione nuova di zecca insieme con la Bsch di Emilio Botin, il colosso spagnolo che è appena uscito dal patto di sindacato che controlla il San Paolo di Torino.

Forte di questa alleanza internazionale, avallata dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, che è un sostenitore delle alleanze fra

banche italiane e straniere nelle società di prodotto ma non nella «governance» degli istituti di credito, Fiorani penserebbe poi (secondo voci di borsa) a un terzo colpo:

l'aggregazione con una banca di medie dimensioni che consentirebbe al gruppo di superare la fatidica soglia dei mille sportelli.

L'operazione dovrebbe avvenire in parte offrendo azioni della Bfe, la holding che controlla il gruppo Lodi, e in parte in contanti.

Per trovare i soldi da mettere sul piatto sono pronte altre tre mosse.

La prima è l'aumento di capitale in corso, che si concluderà il 19 giugno e porterà in cassa 450 miliardi.

Poi verrà effettuato uno «spin-off» immobiliare per un valore di 1.200-1.300 miliardi:

in pratica, gli immobili del gruppo verranno conferiti a una società apposita, la Bipielle real estate, che successivamente sarà quotata in borsa.

Terza mossa:

un nuovo aumento di capitale, riservato, di 250 miliardi.

Ma riservato a chi?

Per una cinquantina di miliardi alle fondazioni bancarie che già sono azioniste della holding Bfe.

E per circa 200 a un gruppo di vecchi e nuovi azionisti di rango: fra i quali ci dovrebbero essere la Hopa di Emilio Gnutti

(di cui Fiorani è già socio nella Banca valori, istituto appena costituito e specializzato nel private banking), il numero uno della Telecom, Roberto Colaninno, e la Fininvest di cui è vicepresidente Marina Berlusconi.

Con la Fininvest è in corso anche un'altra trattativa, ormai alle battute conclusive:

quella per l'acquisto della Edilnord (per la quale, però, è in corsa anche la società immobiliare Aedes).

In realtà a Fiorani i mattoni della Edilnord interessano poco e finirebbero nella Bipielle real estate.

Quel che gli fa gola è la rete di 130 uffici vendita che la Edilnord possiede in tutta Italia.

Una formidabile rete commerciale che Fiorani vorrebbe riconvertire in una catena di punti vendita di prodotti finanziari.

La mossa successiva?

Fondere la Edilnord, svuotata delle attività immobiliari, con la Bipielle. net, la banca telematica del gruppo, e poi quotare la società entro l'autunno.

A questo punto ci sarebbe la ciliegina finale:

la quotazione della holding, che per dimensioni, attività, alleanze interne e internazionali si collocherebbe automaticamente fra i big del sistema creditizio.

E allora in borsa, dove i progetti della Lodi sono seguiti con grande attenzione, nessuno si sognerà più di chiamare Fiorani «Bazolino». Meglio «Bazolone».


(CONTINUA)
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