"10 gradi"

cicoriabagnata

Forumer storico
Ammetto che ero partito prevenuto nel leggere il libro di un amico di SuperBaffone :d:, noto pendaglio da forca della Isola: insomma, cosa ci si poteva aspettare dalla penna di un amico di un personaggio degenere del genere??

Invece "10 GRADI" di Stefano Chiorlin è stata una bella sorpresa e scoperta, tanto che debbo finire col ringraziare il Baffo per la segnalazione :mmmm::D

"10 Gradi" è un bel libro perché rientra tra quei libri che ognuno di noi almeno una volta ha pensato di scrivere; tante vite sono dettate da "bisogni-pulsioni" che creano personaggi letterari archetipi. Per questo motivo sarebbe riduttivo pensare "10 Gradi" come un romanzo sul nichilismo che abbiamo intorno, il vuoto di valori o la trita e ritrita descrizione dell'incomunicabilità da teatro dell'assurdo: il romanzo di Stefano Chiorlin ha, piuttosto, una vissuta ispirazione dostoevskijana, e non mi sorprenderebbe che essa fosse la prima opera dell'autore, quasi il tentativo di una sintesi esistenziale del vissuto fino al momento in cui inizia a scrivere.

La trama, per quanto detto, va riscontrata in modelli paradigmatici quali quello di Scirocco di Guccini, per citare un autore a noi vicino. Essa è la sostanza del nostro romanzo, sostenuta dalla descrizione delle vite dei personaggi, dove alcuni, come Anna, sono perfettamente ed intensamente compiuti, mentre per altri, come Roberto, in qualche momento sarebbero stati completati da una maggiore introspezione sui profondi motivi delle loro pulsioni.

Il linguaggio è asciutto ed efficace; il libro è molto scorrevole e questo significa che è scritto bene.

E' un libro che si legge facilmente ma che resta "dentro", fa riflettere, è il caso di dire, perché è uno specchio che ci rimanda ad una parte interpretata prima o poi da tutti noi, proprio come un'opera di Dostoevskij, ed in questa prospettiva non offre soluzioni o giudizi morali, piuttosto si chiude con un inno alla possibilità, alla speranza, contenuto nelle due ultime righe di grandissima potenza letteraria.
Splendido l'ultimo capitolo, effetto sorprendente come l'incipit de Il nome della Rosa.....ma non voglio, dicendo di più, rovinarvi la scoperta di questo libro, che consiglio vivamente a tutti gli isolani.
Resto curiosissimo di leggere la successiva opera di Stefano Chiorlin, e prego Superbaffone di segnalarne l'uscita.
Buon fine settimana a tutti.
 
Grazie. :) E speriamo che tutto questo contribuisca anche a riportare qui Superbaffone che manca da un po'. :(
 
Ammetto che ero partito prevenuto nel leggere il libro di un amico di SuperBaffone :d:, noto pendaglio da forca della Isola: insomma, cosa ci si poteva aspettare dalla penna di un amico di un personaggio degenere del genere??

Invece "10 GRADI" di Stefano Chiorlin è stata una bella sorpresa e scoperta, tanto che debbo finire col ringraziare il Baffo per la segnalazione :mmmm::D

"10 Gradi" è un bel libro perché rientra tra quei libri che ognuno di noi almeno una volta ha pensato di scrivere; tante vite sono dettate da "bisogni-pulsioni" che creano personaggi letterari archetipi. Per questo motivo sarebbe riduttivo pensare "10 Gradi" come un romanzo sul nichilismo che abbiamo intorno, il vuoto di valori o la trita e ritrita descrizione dell'incomunicabilità da teatro dell'assurdo: il romanzo di Stefano Chiorlin ha, piuttosto, una vissuta ispirazione dostoevskijana, e non mi sorprenderebbe che essa fosse la prima opera dell'autore, quasi il tentativo di una sintesi esistenziale del vissuto fino al momento in cui inizia a scrivere.

La trama, per quanto detto, va riscontrata in modelli paradigmatici quali quello di Scirocco di Guccini, per citare un autore a noi vicino. Essa è la sostanza del nostro romanzo, sostenuta dalla descrizione delle vite dei personaggi, dove alcuni, come Anna, sono perfettamente ed intensamente compiuti, mentre per altri, come Roberto, in qualche momento sarebbero stati completati da una maggiore introspezione sui profondi motivi delle loro pulsioni.

Il linguaggio è asciutto ed efficace; il libro è molto scorrevole e questo significa che è scritto bene.

E' un libro che si legge facilmente ma che resta "dentro", fa riflettere, è il caso di dire, perché è uno specchio che ci rimanda ad una parte interpretata prima o poi da tutti noi, proprio come un'opera di Dostoevskij, ed in questa prospettiva non offre soluzioni o giudizi morali, piuttosto si chiude con un inno alla possibilità, alla speranza, contenuto nelle due ultime righe di grandissima potenza letteraria.
Splendido l'ultimo capitolo, effetto sorprendente come l'incipit de Il nome della Rosa.....ma non voglio, dicendo di più, rovinarvi la scoperta di questo libro, che consiglio vivamente a tutti gli isolani.
Resto curiosissimo di leggere la successiva opera di Stefano Chiorlin, e prego Superbaffone di segnalarne l'uscita.
Buon fine settimana a tutti.

in via del tutto eccezionale infrango il mio esilio per ringraziare cicò, giro subito la tua recensione a Stefano :bow:
 
10 gradi

Ciao Cico, sono Stefano Chiorlin, L'autore di 10 Gradi. Desidero ringraziarti per la tua bellissima recensione e non solo per le parole che hai scritto, ma anche per aver colto, come forse nessuno fra le persone che l'hanno letto e con le quali ne ho discusso, alcuni particolari della narrazione e anche, soprattutto, al di fuori di essa.
Ti ringrazio anche perché, cosa che non mi capita spesso, spendendo 10 min. del tuo tempo, ti sei dimostrato riconoscente al mio amico Superbaffone e a me che ti ho fatto trascorrere in modo "lieto" qualche ora. Parole come le tue, in particolare se scritte da uno sconosciuto come sei per me, mi rendono davvero felice e mi sono di sostegno nei momenti in cui sento di voler scrivere, ma a causa dei vari impegni, le energie e l'ispirazione si fanno desiderare. Per questo motivo, anch'io ti sono riconoscente.
Stefano
 

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