SINIBALDO
Forumer attivo
Se le due operazioni, in cui Ricucci era coinvolto a pieno titolo, fossero andate in porto, sarebbe nato un nuovo asse creditizio.
Un asse benedetto politicamente da destra (Lodi-Antonveneta) e da sinistra (Unipol-Bnl).
Un asse che avrebbe rotto l'equilibrio del gotha bancario. Era forse su queste alleanze che Ricucci contava per lanciare l'affondo, ovvero l'opa, su via Solferino ? Chissà.
Quel che è certo è che quando la scalata parallela a Bnl e Antonveneta è naufragata grazie all'intervento della magistratura, anche l'avanzata di Ricucci verso via Solferino si è bloccata.
Rischiando di trasformarsi in una rotta rovinosa. Interdetto dagli incarichi societari, indagato a Roma e Milano per una sfilza di reati che vanno dall'aggiotaggio al falso in bilancio, dalle false fatturazioni al concorso in appropriazione indebita, con centinaia di milioni di plusvalenze sequestrati dalla magistratura, Ricucci pareva con l'acqua alla gola.
Ma proprio nel momento di massima difficoltà ha fatto una scelta che forse (forse) potrebbe salvarlo.
Ha deciso di affidare le sorti del suo gruppo, e quelle sue personali, a un gruppo di professionisti (penalisti, avvocati d'affari, finanzieri di lungo corso, revisori e manager) di altissimo profilo.
In tutto sono 28, e nessuno in passato ha mai avuto nulla a che fare con Ricucci e la sua Magiste, o con il circo dei «furbetti del quartierino». Certo la sua situazione oggi appare difficile. E, tuttavia, forse non disperata.
Esperti e consulenti che da mesi lavorano sui conti del gruppo stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del bilancio 2005 e del piano industriale 2006-2007. Secondo quanto risulta gli immobili nel portafoglio della Magiste sono iscritti a un valore di carico di 423 milioni.
Ma il loro valore di mercato, secondo diverse perizie, oscillerebbe fra 533 e 592 milioni. Sugli stessi immobili gravano mutui, ovvero debiti a lungo termine, per 312 milioni a fronte di un rendimento pari a circa 15 milioni annui.
Poi c'è la questione del pacco di azioni della Rcs in pegno alla Bpi che aveva finanziato il rastrellamento. Si tratta di titoli che hanno un valore medio di carico pari a 5,20 euro. Agli attuali prezzi il pacco varrebbe circa 600 milioni, ben al di sotto dei 692 milioni con cui la banca allora guidata da Gianpiero Fiorani aveva finanziato l'impresa.
La trattativa con i nuovi vertici della banca di Lodi, che ha i titoli in pegno e non vede l'ora di sbarazzarsene (a patto di non rimetterci le penne), è condotta dal finanziere Guido Roberto Vitale e dall'avvocato d'affari Vittorio Ripa di Meana. E vede coinvolta anche Mediobanca che è advisor nella ristrutturazione della banca messa in crisi da Fiorani.
Secondo fonti finanziarie, Vitale avrebbe individuato, dopo il rifiuto della famiglia Benetton, due potenziali compratori, graditi al patto di sindacato della Rcs. La transazione potrebbe avvenire a un valore di 4,80 euro per azione, ovvero sopra agli attuali corsi di borsa, ma anche nettamente al di sotto rispetto ai target price indicati da alcuni recenti report finanziari (uno dei quali della stessa Mediobanca).
Quanto alle modalità tecniche, l'operazione potrebbe essere condotta in vari modi, anche grazie all'emissione di un bond convertibile.
(CI RISIAMO GIA' STUDIANO COME........"FOTTERE" I SOLITI RISPARMIATORI--Sinibaldo)
E comunque la Bpi pone una condizione: quella di avere l'assoluta garanzia che la Magiste non imboccherà la strada della bancarotta che farebbe scattare azioni revocatorie.
A questo scopo sono stati nominati, di comune accordo fra Magiste e Bpi, due esperti che hanno verificato i conti del gruppo Ricucci. Dai loro conteggi, Magiste risulta avere un patrimonio netto positivo per circa 13 milioni, dopo avere effettuato accantonamenti a fondo rischi per 150 milioni.
Infine c'è il fardello, pesante, delle plusvalenze messe sotto sequestro dalla magistratura: si tratta di 61 milioni bloccati dai magistrati romani, e di altri 152 milioni immobilizzati dalla procura di Milano.
Che Ricucci riesca a rimetterci le mani è poco probabile. Come del resto che riesca a evitare di andare sotto processo. Ma la sua strategia, oggi, non è più quella dei proclami reboanti dell'estate.
Punta piuttosto a tenere un basso profilo, e l'obiettivo principale è esclusivamente quello di limitare (per quanto possibile) danni devastanti e ammaccature troppo dolorose.
Decisamente un'altra cosa rispetto alla scorsa estate, quando si paragonava con tranquillità e senza un filo d'ironia a Bill Gates. Ma quelli erano altri tempi.
Era il tempo dell'amore con Falchi, esploso (parole della neosposa) come «un fulmine a ciel sereno che ti scuote la vita e più ancora il cuore». Ed era il tempo del Corsera.(di A.Pergolini)
(FINE)
______________________________________________________________
SINIBALDO
Un asse benedetto politicamente da destra (Lodi-Antonveneta) e da sinistra (Unipol-Bnl).
Un asse che avrebbe rotto l'equilibrio del gotha bancario. Era forse su queste alleanze che Ricucci contava per lanciare l'affondo, ovvero l'opa, su via Solferino ? Chissà.
Quel che è certo è che quando la scalata parallela a Bnl e Antonveneta è naufragata grazie all'intervento della magistratura, anche l'avanzata di Ricucci verso via Solferino si è bloccata.
Rischiando di trasformarsi in una rotta rovinosa. Interdetto dagli incarichi societari, indagato a Roma e Milano per una sfilza di reati che vanno dall'aggiotaggio al falso in bilancio, dalle false fatturazioni al concorso in appropriazione indebita, con centinaia di milioni di plusvalenze sequestrati dalla magistratura, Ricucci pareva con l'acqua alla gola.
Ma proprio nel momento di massima difficoltà ha fatto una scelta che forse (forse) potrebbe salvarlo.
Ha deciso di affidare le sorti del suo gruppo, e quelle sue personali, a un gruppo di professionisti (penalisti, avvocati d'affari, finanzieri di lungo corso, revisori e manager) di altissimo profilo.
In tutto sono 28, e nessuno in passato ha mai avuto nulla a che fare con Ricucci e la sua Magiste, o con il circo dei «furbetti del quartierino». Certo la sua situazione oggi appare difficile. E, tuttavia, forse non disperata.
Esperti e consulenti che da mesi lavorano sui conti del gruppo stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del bilancio 2005 e del piano industriale 2006-2007. Secondo quanto risulta gli immobili nel portafoglio della Magiste sono iscritti a un valore di carico di 423 milioni.
Ma il loro valore di mercato, secondo diverse perizie, oscillerebbe fra 533 e 592 milioni. Sugli stessi immobili gravano mutui, ovvero debiti a lungo termine, per 312 milioni a fronte di un rendimento pari a circa 15 milioni annui.
Poi c'è la questione del pacco di azioni della Rcs in pegno alla Bpi che aveva finanziato il rastrellamento. Si tratta di titoli che hanno un valore medio di carico pari a 5,20 euro. Agli attuali prezzi il pacco varrebbe circa 600 milioni, ben al di sotto dei 692 milioni con cui la banca allora guidata da Gianpiero Fiorani aveva finanziato l'impresa.
La trattativa con i nuovi vertici della banca di Lodi, che ha i titoli in pegno e non vede l'ora di sbarazzarsene (a patto di non rimetterci le penne), è condotta dal finanziere Guido Roberto Vitale e dall'avvocato d'affari Vittorio Ripa di Meana. E vede coinvolta anche Mediobanca che è advisor nella ristrutturazione della banca messa in crisi da Fiorani.
Secondo fonti finanziarie, Vitale avrebbe individuato, dopo il rifiuto della famiglia Benetton, due potenziali compratori, graditi al patto di sindacato della Rcs. La transazione potrebbe avvenire a un valore di 4,80 euro per azione, ovvero sopra agli attuali corsi di borsa, ma anche nettamente al di sotto rispetto ai target price indicati da alcuni recenti report finanziari (uno dei quali della stessa Mediobanca).
Quanto alle modalità tecniche, l'operazione potrebbe essere condotta in vari modi, anche grazie all'emissione di un bond convertibile.
(CI RISIAMO GIA' STUDIANO COME........"FOTTERE" I SOLITI RISPARMIATORI--Sinibaldo)
E comunque la Bpi pone una condizione: quella di avere l'assoluta garanzia che la Magiste non imboccherà la strada della bancarotta che farebbe scattare azioni revocatorie.
A questo scopo sono stati nominati, di comune accordo fra Magiste e Bpi, due esperti che hanno verificato i conti del gruppo Ricucci. Dai loro conteggi, Magiste risulta avere un patrimonio netto positivo per circa 13 milioni, dopo avere effettuato accantonamenti a fondo rischi per 150 milioni.
Infine c'è il fardello, pesante, delle plusvalenze messe sotto sequestro dalla magistratura: si tratta di 61 milioni bloccati dai magistrati romani, e di altri 152 milioni immobilizzati dalla procura di Milano.
Che Ricucci riesca a rimetterci le mani è poco probabile. Come del resto che riesca a evitare di andare sotto processo. Ma la sua strategia, oggi, non è più quella dei proclami reboanti dell'estate.
Punta piuttosto a tenere un basso profilo, e l'obiettivo principale è esclusivamente quello di limitare (per quanto possibile) danni devastanti e ammaccature troppo dolorose.
Decisamente un'altra cosa rispetto alla scorsa estate, quando si paragonava con tranquillità e senza un filo d'ironia a Bill Gates. Ma quelli erano altri tempi.
Era il tempo dell'amore con Falchi, esploso (parole della neosposa) come «un fulmine a ciel sereno che ti scuote la vita e più ancora il cuore». Ed era il tempo del Corsera.(di A.Pergolini)
(FINE)
______________________________________________________________
SINIBALDO