SINIBALDO
Forumer attivo
1°PARTE: http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=14691
IL NUOVO "ORDINE" MONDIALE PROSEGUE NEL SUO SVILUPPO !!!!!!!!
_________________________________________________________
Sulla base del ragionamento fin qui sostenuto, si può senza dubbio asserire che, con l'atto terroristico e criminale dell'11 settembre 2001, non hanno nulla da spartire, né la causa arabo-palestinese, né le rivendicazioni dei diseredati della Terra,
né il fondamentalismo religioso di matrice islamica, né l'antiamericanismo ideologico, né altre ragioni.
Ma soltanto il folle e spietato cinismo degli affari, l'arroganza e la perversione di un sistema economico privo di moralità, l'avidità e la voracità di un capitalismo mondiale scevro di umanità e sprovvisto di un minimo di razionalità etica, mosso esclusivamente da una logica ferrea e feroce costituita dalle ragioni del profitto e del business finanziario.
Si pensi, ad esempio, alla guerra in Iraq e alle sue cause, siano esse ipotetiche, reali o dichiarate.
In quella tragica vicenda, la principale "colpa" di Saddam Hussein non è stata tanto quella di essere un dittatore feroce e sanguinario, come veniva sbandierato dalla propaganda bellicista anglo-americana
e come in effetti egli è stato, ma quella di aver "convertito in euro", all'incirca due anni e mezzo fa, ingenti riserve statali di petrodollari, un "reato" assolutamente grave ed imperdonabile per i padroni ( pochi ) e per i servi (tantissimi ) dell'Impero monetario del dollaro statunitense.
Il cui primato, quando viene meno la spinta motrice dell'economia e della politica, viene sorretto e rilanciato da una devastante forza militare!
Inoltre, non sono da sottovalutare le ragioni connesse al controllo e al possesso delle risorse petrolifere e di altre preziose materie prime di cui l'Iraq è uno dei principali paesi produttori.
L'enorme importanza che l'Iraq riveste per la sua centralità territoriale in un'area strategicamente essenziale come quella del Golfo Persico, tra il Medio Oriente e l'Asia centro-orientale.
Per molti anni il regime tirannico di Saddam ha costituito un fedele bastione dell'occidente a presidio di un'area che nel lontano 1979 fu destabilizzata dalla rivoluzione khomeinista, esercitando un ruolo funzionale agli obiettivi economico-politici nordamericani.
Infatti, non si può fingere di non sapere che Saddam è stato il principale alleato degli interessi statunitensi ed un ottimo socio in affari della Casa Bianca.
Visto che è più facile stringere patti scellerati e stipulare intese economico-politiche di un certo tipo, ossia poco pulite e poco lecite, con i regimi dittatoriali anziché con governi più democratici.
Purtroppo per Saddam Hussein, quell'amicizia e quel sodalizio sono definitivamente crollati allorquando il famigerato dittatore ha firmato un accordo per la fornitura di greggio iracheno.
Non dimentichiamolo, è il meno caro del mondo, se si pensa che un litro di benzina in Iraq costa appena 10 lire.................!!!!!!!!!!!!!!!!!
In questo accordo a favore della Francia, della Russia e della Cina, sono rimasti esclusi proprio gli U.S.A., i quali si sono prontamente vendicati, da "padroni del mondo" .................come essi si proclamano e come pretendono di essere considerati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Oggi, nessuna persona dotata di buon senso e di onestà intellettuale, può dunque negare l'ignominiosa evidenza di un mondo sempre più dominato da pochi operatori finanziari in grado di determinare, o quantomeno di condizionare, in maniera abietta e scellerata, le scelte politiche fondamentali per il destino dell'intera umanità.
Alla luce dei recenti atti terroristici (che purtroppo non hanno risparmiato i nostri connazionali) il periodo del dopoguerra in Iraq si sta rivelando molto più funesto e sanguinoso della fase propriamente bellica.
Un conflitto che tanti osservatori avevano giudicato una trionfale "guerra-lampo", ma ora reputano un'operazione disastrosa che rischia di evocare precedenti storici alquanto tragici e luttuosi (si pensi all'intervento militare in Vietnam).
Ciò accredita la causa di quanti si sono opposti e si oppongono alla dottrina strategica nordamericana della cosiddetta "guerra globale permanente", dal Papa all'intero movimento pacifista internazionale.
E' ormai facilmente intuibile che la principale ragione per cui l'amministrazione Bush si ostina a presidiare il territorio iracheno, a preservare in particolare i pozzi di petrolio,
è appunto la necessità strutturale, per le economie neocapitaliste, specialmente per le oil-company dell'Impero globale made in U.S.A., di controllare le risorse petrolifere e le altre preziose materie prime di cui è assai ricca l'area del Golfo Persico.
Se si pensa, ad esempio, che un litro di benzina in Iraq costa appena 10 lire, mentre in Italia costa oltre 2000 lire, quantomeno 200 volte in più, si desume il motivo che induce il governo nordamericano a stabilizzare le sue truppe in territorio iracheno.
In tal senso, se è vero che il popolo iracheno viene brutalmente espropriato delle ingenti ricchezze naturali della propria terra, è altresì vero che i popoli occidentali, esattamente le masse dei consumatori di benzina e degli altri derivati del petrolio, subiscono quotidianamente una gravissima frode, un'estorsione legalmente autorizzata, senza alcuna possibilità di tutela dei propri risparmi e dei propri diritti.
In altri termini, la politica del governo Bush è dettata dalla necessità di appropriarsi con facilità del greggio iracheno, che è il meno caro del mondo ed è anche il più abbondante visto che molti giacimenti petroliferi iracheni non sono stati ancora sfruttati, mentre quelli dell'Arabia Saudita, ad esempio, stanno progressivamente ed inevitabilmente esaurendosi.
Poiché gli Inglesi e gli Americani erano stati esclusi dal contratto di fornitura del greggio iracheno, quando era ancora in carica il regime genocida di Saddam che aveva deciso di privilegiare i Francesi, i Russi e i Cinesi (ecco spiegata la ragione dell'ostilità e della contrapposizione dei predetti Stati all'intervento armato in Iraq!).
Tale verità è ulteriormente avvalorata dal fatto che il regime di Saddam è stato per tanti anni il principale baluardo militare degli interessi delle economie capitalistiche occidentali, contro la pericolosa insidia islamico-integralista rappresentata dal regime iraniano dopo l'avvento, nel 1979, della rivoluzione khomeinista.
Da quel momento in poi l'occidente capitalistico più sviluppato, con a capo gli U.S.A., hanno prima propiziato l'ascesa politica di Saddam Hussein, quindi hanno incessantemente finanziato, armato e sostenuto il suo regime filo-occidentale e laico, ma dispotico e criminale, con il quale gli uomini d'affari occidentali hanno siglato i migliori contratti economici.
Come tutti sanno, dal 1991 il "sanguinario" Saddam è caduto in disgrazia, e la famiglia Bush -( prima il padre e poi il figlio) - hanno intrapreso una vera e propria caccia all'uomo contro il tiranno, ricordandosi
improvvisamente del "sacro" valore dei diritti umani e delle libertà democratiche che sono più "sacre" se sono in prossimità dei pozzi petroliferi.
Forse sarà utile ribadire che lo stesso Saddam, molto prima della sua caduta, aveva deciso di convertire in euro le ingenti riserve statali di petrodollari.
Tale scelta, per il governo yankee, ha costituito un reato di lesa maestà contro il primato del re dollaro, un crimine molto più esecrabile e riprovevole degli eccidi e delle stragi commesse contro Curdi e Sciiti.
La scellerata ed infausta decisione è costata a Saddam Hussein e al suo regime, il tracollo a cui tutto il mondo ha assistito.
Nondimeno, la fine di Saddam e del suo potere non sembra aver favorito la pace, né creato le condizioni più propizie per la conclusione delle ostilità militari in un Paese già troppo afflitto e martoriato.
Al contrario, è ormai evidente una grave ed insidiosa situazione di guerriglia e di terrore, il cui focolaio rischia di divampare e di estendersi oltre l'Iraq.
(fine)
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SINIBALDO
IL NUOVO "ORDINE" MONDIALE PROSEGUE NEL SUO SVILUPPO !!!!!!!!
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Sulla base del ragionamento fin qui sostenuto, si può senza dubbio asserire che, con l'atto terroristico e criminale dell'11 settembre 2001, non hanno nulla da spartire, né la causa arabo-palestinese, né le rivendicazioni dei diseredati della Terra,
né il fondamentalismo religioso di matrice islamica, né l'antiamericanismo ideologico, né altre ragioni.
Ma soltanto il folle e spietato cinismo degli affari, l'arroganza e la perversione di un sistema economico privo di moralità, l'avidità e la voracità di un capitalismo mondiale scevro di umanità e sprovvisto di un minimo di razionalità etica, mosso esclusivamente da una logica ferrea e feroce costituita dalle ragioni del profitto e del business finanziario.
Si pensi, ad esempio, alla guerra in Iraq e alle sue cause, siano esse ipotetiche, reali o dichiarate.
In quella tragica vicenda, la principale "colpa" di Saddam Hussein non è stata tanto quella di essere un dittatore feroce e sanguinario, come veniva sbandierato dalla propaganda bellicista anglo-americana
e come in effetti egli è stato, ma quella di aver "convertito in euro", all'incirca due anni e mezzo fa, ingenti riserve statali di petrodollari, un "reato" assolutamente grave ed imperdonabile per i padroni ( pochi ) e per i servi (tantissimi ) dell'Impero monetario del dollaro statunitense.
Il cui primato, quando viene meno la spinta motrice dell'economia e della politica, viene sorretto e rilanciato da una devastante forza militare!
Inoltre, non sono da sottovalutare le ragioni connesse al controllo e al possesso delle risorse petrolifere e di altre preziose materie prime di cui l'Iraq è uno dei principali paesi produttori.
L'enorme importanza che l'Iraq riveste per la sua centralità territoriale in un'area strategicamente essenziale come quella del Golfo Persico, tra il Medio Oriente e l'Asia centro-orientale.
Per molti anni il regime tirannico di Saddam ha costituito un fedele bastione dell'occidente a presidio di un'area che nel lontano 1979 fu destabilizzata dalla rivoluzione khomeinista, esercitando un ruolo funzionale agli obiettivi economico-politici nordamericani.
Infatti, non si può fingere di non sapere che Saddam è stato il principale alleato degli interessi statunitensi ed un ottimo socio in affari della Casa Bianca.
Visto che è più facile stringere patti scellerati e stipulare intese economico-politiche di un certo tipo, ossia poco pulite e poco lecite, con i regimi dittatoriali anziché con governi più democratici.
Purtroppo per Saddam Hussein, quell'amicizia e quel sodalizio sono definitivamente crollati allorquando il famigerato dittatore ha firmato un accordo per la fornitura di greggio iracheno.
Non dimentichiamolo, è il meno caro del mondo, se si pensa che un litro di benzina in Iraq costa appena 10 lire.................!!!!!!!!!!!!!!!!!
In questo accordo a favore della Francia, della Russia e della Cina, sono rimasti esclusi proprio gli U.S.A., i quali si sono prontamente vendicati, da "padroni del mondo" .................come essi si proclamano e come pretendono di essere considerati !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Oggi, nessuna persona dotata di buon senso e di onestà intellettuale, può dunque negare l'ignominiosa evidenza di un mondo sempre più dominato da pochi operatori finanziari in grado di determinare, o quantomeno di condizionare, in maniera abietta e scellerata, le scelte politiche fondamentali per il destino dell'intera umanità.
Alla luce dei recenti atti terroristici (che purtroppo non hanno risparmiato i nostri connazionali) il periodo del dopoguerra in Iraq si sta rivelando molto più funesto e sanguinoso della fase propriamente bellica.
Un conflitto che tanti osservatori avevano giudicato una trionfale "guerra-lampo", ma ora reputano un'operazione disastrosa che rischia di evocare precedenti storici alquanto tragici e luttuosi (si pensi all'intervento militare in Vietnam).
Ciò accredita la causa di quanti si sono opposti e si oppongono alla dottrina strategica nordamericana della cosiddetta "guerra globale permanente", dal Papa all'intero movimento pacifista internazionale.
E' ormai facilmente intuibile che la principale ragione per cui l'amministrazione Bush si ostina a presidiare il territorio iracheno, a preservare in particolare i pozzi di petrolio,
è appunto la necessità strutturale, per le economie neocapitaliste, specialmente per le oil-company dell'Impero globale made in U.S.A., di controllare le risorse petrolifere e le altre preziose materie prime di cui è assai ricca l'area del Golfo Persico.
Se si pensa, ad esempio, che un litro di benzina in Iraq costa appena 10 lire, mentre in Italia costa oltre 2000 lire, quantomeno 200 volte in più, si desume il motivo che induce il governo nordamericano a stabilizzare le sue truppe in territorio iracheno.
In tal senso, se è vero che il popolo iracheno viene brutalmente espropriato delle ingenti ricchezze naturali della propria terra, è altresì vero che i popoli occidentali, esattamente le masse dei consumatori di benzina e degli altri derivati del petrolio, subiscono quotidianamente una gravissima frode, un'estorsione legalmente autorizzata, senza alcuna possibilità di tutela dei propri risparmi e dei propri diritti.
In altri termini, la politica del governo Bush è dettata dalla necessità di appropriarsi con facilità del greggio iracheno, che è il meno caro del mondo ed è anche il più abbondante visto che molti giacimenti petroliferi iracheni non sono stati ancora sfruttati, mentre quelli dell'Arabia Saudita, ad esempio, stanno progressivamente ed inevitabilmente esaurendosi.
Poiché gli Inglesi e gli Americani erano stati esclusi dal contratto di fornitura del greggio iracheno, quando era ancora in carica il regime genocida di Saddam che aveva deciso di privilegiare i Francesi, i Russi e i Cinesi (ecco spiegata la ragione dell'ostilità e della contrapposizione dei predetti Stati all'intervento armato in Iraq!).
Tale verità è ulteriormente avvalorata dal fatto che il regime di Saddam è stato per tanti anni il principale baluardo militare degli interessi delle economie capitalistiche occidentali, contro la pericolosa insidia islamico-integralista rappresentata dal regime iraniano dopo l'avvento, nel 1979, della rivoluzione khomeinista.
Da quel momento in poi l'occidente capitalistico più sviluppato, con a capo gli U.S.A., hanno prima propiziato l'ascesa politica di Saddam Hussein, quindi hanno incessantemente finanziato, armato e sostenuto il suo regime filo-occidentale e laico, ma dispotico e criminale, con il quale gli uomini d'affari occidentali hanno siglato i migliori contratti economici.
Come tutti sanno, dal 1991 il "sanguinario" Saddam è caduto in disgrazia, e la famiglia Bush -( prima il padre e poi il figlio) - hanno intrapreso una vera e propria caccia all'uomo contro il tiranno, ricordandosi
improvvisamente del "sacro" valore dei diritti umani e delle libertà democratiche che sono più "sacre" se sono in prossimità dei pozzi petroliferi.
Forse sarà utile ribadire che lo stesso Saddam, molto prima della sua caduta, aveva deciso di convertire in euro le ingenti riserve statali di petrodollari.
Tale scelta, per il governo yankee, ha costituito un reato di lesa maestà contro il primato del re dollaro, un crimine molto più esecrabile e riprovevole degli eccidi e delle stragi commesse contro Curdi e Sciiti.
La scellerata ed infausta decisione è costata a Saddam Hussein e al suo regime, il tracollo a cui tutto il mondo ha assistito.
Nondimeno, la fine di Saddam e del suo potere non sembra aver favorito la pace, né creato le condizioni più propizie per la conclusione delle ostilità militari in un Paese già troppo afflitto e martoriato.
Al contrario, è ormai evidente una grave ed insidiosa situazione di guerriglia e di terrore, il cui focolaio rischia di divampare e di estendersi oltre l'Iraq.
(fine)
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