200 mld di Btp dei clienti stanno diventando conti deposito

tontolina

Forumer storico
Mediobanca: 200 mld di Btp dei clienti stanno diventando conti deposito
Questo permetterà di coprire solo il 25% della sete di liquidità delle banche che devono rifinanziare fino al 23% del debito. Ma da maggio il costo per tornare sul mercato è più che raddoppiato e l'emissione di bond sconta uno spread che sta mettendo in ginocchio diversi istituti

Mediobanca: 200 mld di Btp dei clienti stanno diventando conti deposito - MilanoFinanza.it

Le assicurazioni sulle banche italiane, i cosiddetti Cds, sono cresciuti di 2,5 volte rispetto al periodo gennaio-maggio 2018, prima che venisse pubblicato il nuovo contratto di governo. E questo rende il tema della liquidità bancaria in Italia piuttosto spinoso, perché rifinanziarsi sul mercato oggi costa oltre il doppio rispetto a sei mesi fa. E da qui al 2020 andrà in scadenza il 15% in media delle passività finanziarie delle banche, suddivise fra programma Tltro e bond senior e bond subordinati.

Mediobanca Securities ha scritto un documento sul tema, mettendo in evidenza la difficoltà del settore.

Il mercato valuta le banche in maniera diversificata.
I Cds più costosi (300 punti base) sono quelli legati al Banco Popolare,
mentre Ubi si posiziona fra 180 e 190 punti base, così come Unicredit e Intesa Sanpaolo .
Dalla seconda metà del 2018 al 2020 il 23% delle passività finanziarie di Ubi raggiungerà il termine, il 22% di Mps , il 22% di Carige , il 19% del Banco Popolare, il 18% di Bper , il 17% del CReval , il 14% di Intesa Sanpaolo , il 14% della Popolare di Sondrio , il 12% di Unicredit e solo l'8% del Credem.

Uno dei modi per rifinanziarsi senza grossi impatti in bilancio, scrive Piazzetta Cuccia, è muoversi sui titoli di Stato spostando i bond in scadenza dei clienti (asset under custody, titoli con maturità media di 7 anni, quindi acquistati durante la crisi del debito del 2011) dai depositi indiretti ai conti deposito, quindi liquidità per i correntisti e asset contabilizzati nel bilanci per le banche.
Gli analisti hanno calcolato che il comparto finanziario italiano ha, nel complesso, 551,3 miliardi di Btp in custodia, di cui 196,9 miliardi in scadenza da metà 2018 fino al 2020, ovvero il 35,7%, suddiviso fra
69,6 miliardi di Unicredit ,
62,9 miliardi di Intesa Sanpaolo ,
16,5 miliardi del Banco Bpm,
14,6 miliardi di Mps ,
10,7 miliardi di Ubi,
5,9 miliardi di Bper ,
8,3 miliardi della Popolare di Sondrio ,
1,1 miliardi del Creval ,
3,7 miliardi di Carige .
Ogni anno dovrebbero andare in scadenza 78,8 miliardi nel complesso, ovvero il 6% dei depositi totali indiretti che, se fossero spostati ai depositi a termine, potrebbero coprire il 25% del bisogno medio di liquidità delle banche [lasciando scoperto il debito pubblico].

Un'altra soluzione potrebbe essere emettere covered bond, obbligazioni con sottostante mutui immobiliari. E questa mossa, nel complesso, potrebbe apportare un altro 25% di liquidità. Però in proporzione diversa da banca a banca.
Gli analisti portano due esempi, quello del Credem, che attraverso solo i covered, potrebbe risolvere il tema della liquidità, mentre la Popolare di Sondrio non ne può emettere di nuovi perché ha già raggiunto il limite. Maggiore spazio di manovra hanno il Creval (60%), Unicredit (43%), Bper (37%), Intesa Sanpaolo (21%), mentre il Banco Popolare, Mps e Ubi si collocano fra il 15% e il 17%.

Ieri sul tema del rafforzamento patrimoniale è intervenuto il vicepresidente Bce Luis de Guindos, commentando il risultato degli stress test Eba diffusi venerdì sera. Secondo De Guindos, una dozzina di banche della zona euro, che hanno in portafoglio circa il 40% degli asset complessivi del settore, devono rafforzare la propria posizione patrimoniale. La lista dei nove istituti di credito in maggiore difficoltà comprende le italiane Banco Bpm e Ubi. Francoforte ha detto che avrebbe considerato il livello di 5,5% come soglia minima per il coefficiente Cet1 in caso di scenario avverso, dai commenti di de Guindos appare però evidente che la Bce guardi a un livello ben più elevato.

"La banche che hanno un coefficiente Cet1 core (fully loaded) inferiore a 9% in caso di scenario avverso mostrano una posizione patrimoniale più debole, seppure ancora soddisfacente", ha detto nel corso di un intervento a Bruxelles. "Queste dodici entità, equivalenti a circa 40% del totale degli asset del settore, dovrebbero rafforzare e consolidare la propria posizione patrimoniale in modo da fare fronte alle prossime sfide e verranno quindi monitorate con attenzione", ha aggiunto. L'esercizio degli stress test Eba ha messo in evidenza che in condizioni di scenario avverso il coefficiente Cet1 fully-loaded di Banco Bpm calerebbe a 6,67%, quello di Ubi a 7,46%.
 
Monti passa agli insulti: "Gli italiani sono evasori pettinati dal governo"

Mario Monti torna a far sentire la sua voce. Intervistato da Giovanni Floris a Di Martedì su la7,
Monti mette (ancora) nel mirino il governo

Monti passa agli insulti: "Gli italiani sono evasori pettinati dal governo"

Luca Romano - Mer, 07/11/2018 - 09:32
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Il Loden non usa giri di parole e spiega: "L’Italia rischia di ritornare in recessione e rischia che scompaiano i risparmi degli italiani. Le parole vagamente violente del governo hanno portato lo spread a 300 punti, contro i 119 della Spagna e i 30 della Francia. Quando i tassi salgono sul mercato, il valore delle obbligazioni cala e le banche, che hanno tanti titoli in pancia, soffrono", afferma Monti. A questo punto si lancia in una vera e propria profezia che riguarda molto da vicino le tasche degli italiani: "Sui conti correnti si può invece stare tranquilli, ma se lo stato facesse fatica a reperire soldi sul mercato, il governo potrebbe far ricorso ai risparmi degli italiani".

Ma il livore di Monti sul governo non si ferma qui.
L'ex premier di fatto parla anche della Lega e dello slogan che più di ogni altro accompagna le sue campagne elettorali:
"Prima gli italiani". Su questo l'ex premier ha qualche perplessità: "È uno slogan che fa la eco a Trump.
Ma allora dovremmo dire prima la Ue!
Comunque un governo serio farebbe educazione civica verso i propri cittadini poiché 'prima gli italiani' parla di superiorità, ma a pensarci bene noi non ci stupiamo della corruzione, non siamo contribuenti fedeli e abbiamo tanti altri difetti. Quindi anziché dire 'prima gli italiani' dovremmo eliminarne i difetti. Invece questo governo cosa fa? Pettina gli evasori, per questioni elettorali, con condoni a ripetizione".
Infine la stoccata finale è riservata a Salvini: "Il Ministro dell’Interno fa tutto lui, incluso il Ministro degli Esteri: chiude accordi da solo coi Visegrad; va da Putin e dice che si sente meglio in Russia che a Bruxelles; dice che se ne frega delle richieste della UE, ecc. Ma lui è agli Interni, non agli Esteri".
 
ad agosto unicredit non aveva conti deposito, ora mi hanno chiamato perche' ci sono
cmq calcolano male se pensano che dai btp il cliente si piazzi sui conti deposito
non sono in grado di garantire il tasso dei btp....e il rischio e' +- uguale...se salta il btp..saltano le banche...se salta 1 banca non e' detto che salti lo stato....quindi...
 
Ultima modifica:
ad agosto unicredit non aveva conti deposito, ora mi hanno chiamato perche' ci sono
cmq calcolano male se pensano che dai btp il cliente si piazzi sui conti deposito
non sono in grado di garantire il tasso dei btp....e il rischio e' +- uguale...se salta il btp..saltano le banche...se salta 1 banca non e' detto che salti lo stato....quindi...
io direi = se non peggiore

in caso di fallimento bancario c'è il bail in e i soldi nel conto deposito sono liquidità che la banca trattiene per sè
 
Bankitalia, la ricchezza degli italiani vale 10 mila miliardi. Cresce la finanza
Lo studio di Via Nazionale: azioni, bond e depositi salgono a 4400 miliardi. Il totale è 8,5 volte il reddito. Il 20% è composta da titoli di Stato

Bankitalia, la ricchezza degli italiani vale 10 mila miliardi. Cresce la finanza

MILANO - La ricchezza totale delle famiglie italiane nel 2017 è ammontata a poco meno di 10mila miliardi di euro con una crescita di quella finanziaria (azioni, bond e depositi per 4400 miliardi) rispetto a quella reale (soprattutto abitazioni e terreni, 6300 miliardi).
E' quanto emerge da uno studio di Banca d'Italia secondo cui la ricchezza reale è 5,5 volte il reddito disponibile e quella finanziaria è 3,8 volte.
La ricchezza totale netta, tenendo conto dei debiti, è 8,5 volte il reddito.
Il dato italiano è simile in Francia e Spagna mentre la finanza prevale in Stati Uniti e Germania

Depositi bancari e liquidità rappresentano la maggior componente della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane(al 31%) per le quali i titoli pubblici sono scesi a circa il 20% del totale, quota simile a quella delle azioni(24%).
La gran parte dei titoli pubblici è detenuta in maniera indiretta tramite fondi pensione e gestioni.
In termini assoluti i Bot e Btp detenuti direttamente (a 121 mld di euro) sono la metà di vent'anni fa, quando avevano raggiunto il picco di 363 miliardi, di pari passo con l'aumento del debito

Il paper, curato da Diego Caprara, Riccardo De Bonis e Luigi Infante del Servizio Analisi statistiche, Dipartimento di Economia e statistica rileva come "nel 1950 la ricchezza degli italiani era rappresentata in gran parte dalle attività reali, che erano oltre sei volte il reddito disponibile. In una economia ancora agricola, il valore delle attività finanziarie era addirittura inferiore a quello del reddito disponibile". Successivamente, con la finanziarizzazione dell'economia, "tipica di tutti i paesi avanzati le attività finanziarie sono cresciute quasi senza soluzione di continuità, al netto di piccoli episodi di crisi: si possono ricordare gli effetti negativi sui valori azionari derivanti dalla nazionalizzazione dell'energia elettrica e la fondazione dell'Enel nel 1962 e dalle difficoltà della Borsa nella seconda metà degli anni Settanta e nel 1987".

La ricchezza reale, rilevano gli estensori del paper, è sempre stata superiore alla ricchezza finanziaria, salvo che nella seconda parte degli anni Novanta del Novecento, contraddistinti dal boom di Borsa della "new economy". Dai primi anni Duemila i due aggregati hanno avuto andamenti diversi. Le attività finanziarie sono cresciute fino al 2006: la crisi finanziaria globale e quella dei debiti sovrani hanno interrotto la loro crescita e la ripresa dopo il 2011 non le ha ancora riportate ai valori pre-crisi del 2006. Al contrario il rapporto tra ricchezza reale e reddito disponibile è cresciuto fino al 2012, per poi diminuire per effetto della discesa dei prezzi delle case".

Nel confronto internazionale la ricchezza reale rimane più grande della ricchezza finanziaria non solo in Italia, ma anche in Spagna e in Francia. I due aggregati sono equivalenti nel Regno Unito. Al contrario negli Stati Uniti, nel Canada, in Giappone e in Germania la ricchezza reale delle famiglie è più piccola di quella finanziaria.
 

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