SINIBALDO
Forumer attivo
I GRANDI GRUPPI VOGLIONO MOSTRARE AGLI INVESTITORI DI AVERE
AI PROPRI VERTICI MANAGER AUTONOMI E SOPRA LE PARTI
____________________________________________________________
Sugli stessi binari si muove l’ Unipol, che è riuscita a stabilire anche un record, quello del board più affollato dell’intera Borsa italiana: addirittura 25 componenti.
Generali e Ras, giusto per fare un paragone con altri due grandi gruppi assicurativi, non vanno oltre i 19 amministratori.
L‘ Eni si ferma a otto, l’Enel a sette.
Un consiglio così ampio potrebbe spiegarsi con l’esigenza di dare adeguata
rappresentanza a un parterre di soci importanti.
Nel caso della Unipol, però, la quota di maggioranza è saldamente
nelle mani della Lega delle cooperative.
Tutto in famiglia, quindi.........o quasi.
Il plotone dei 25 Consiglieri Unipol ne comprende ben 23 definiti indipendenti: 12, però, risultano anche amministratori della finanziaria Finsoe, cioè il socio di maggioranza della compagnia delle coop.
Come dire: indipendenti e padroni allo stesso tempo!!!!!!!!!!!!!!!
Già che c'erano, i vertici di Unipol hanno fatto posto anche a soci ed amici,
un esempio rappresentativo è Emilio Gnutti e Fabrizi del Montepaschi.
Entrambi fanno parte del gruppo dei 23 indipendenti.
Un ruolo per loro difficile da interpretare, se si considera che il Monte dei Paschi e la finanziaria Hopa di Gnutti sono anche soci importanti, e quindi
soci d'affari, della stessa Unipol.
L'intreccio delle partecipazioni azionarie risulta molto complicato.
Semplificando al massimo va segnalato che Hopa controlla il 2,7% della
Unipol che a sua volta è azionista della holding di Gnutti con il 6,7%
del capitale.
Il triangolo si chiude a Siena.
Hopa è azionista del 2,4% del Monte dei Paschi, che a sua volta possiede il 9% della stessa Hopa e il 39% di Finsoe, a cui fa capo la Unipol.
Non per niente sia Gnutti che Sacchetti (amministratore delegato di
Unipol) siedono nel consiglio di amministrazione del Montepaschi.
Manco a dirlo, entrambi sfoggiano la qualifica di indipendenti, al pari di tutti gli altri consiglieri dell’istituto di credito toscano.
All' indipendente Gnutti è stato assegnato un posto nel comitato esecutivo, oltre alla carica di vicepresidente della banca Toscana.
I protagonisti di questa alleanza strategica a tre si scambiano incarichi e
poltrone con grande generosità.
Però, non è facile controllare tutti questi impegni, come dimostra il caso
di Fabrizi, che nel corso del 2003 ha partecipato ad una sola riunione su
otto del consiglio di amministrazione di Unipol.
Del resto al mercato di piazza Affari può capitare che due aziende si scambino tra loro non solo azioni, ma anche consiglieri indipendenti.
E un modo come un altro per rinsaldare un’alleanza, cementare
un rapporto d’affari.
D’altra parte questi rapporti incrociati non sembrano la migliore delle garanzie per gli investitori, anche se, sulla carta, il codice di autodisciplina
viene rispettato.
Prendiamo il caso di Campari e Fiat.
Oltre a Franzo Grande Stevens, anche il presidente del gruppo automobilistico Luca di Montezemolo partecipa al board dell' azienda
del bitter come indipendente.
A sua volta Garavoglia, il numero uno della Campari fa parte come indipendente nel consiglio Fiat.
A Bergamo invece sono Carlo Pesenti ed Emilio Zanetti a scambiarsi di poltrona.
II primo dirige l' Italcementi e siede come indipendente nel
consiglio della banca Bpu presieduta da Zanetti, che a sua volta può esibire la qualifica di amministratore indipendente della multinnzionaie del cemento.
Per il figlio di Giampiero Pesenti quello a Bergamo non è l’unico incarico in banca, visto che partecipa al board di Unicredit, anche in questo caso con la qualifica di indipendente.
Conflitto d’interessi tra i due incarichi in banche concorrenti ?
Il codice di autodisciplina adottato dalla ßorsa italiana non prende
in considerazione questo tipo di problemi.
E così la doppia nomina risulta perfettamente in regola.
Pesenti comunque si trova solo nelle posizioni di rincalzo nella speciale classifica dei collezionisti di incarichi.
Al primo posto, appaiati, troviamo l’ex rettore dell’Università Bocconi, Roberto Ruozi, e Alberto Clò, esperto di energia, già ministro
dell’lndiistria.
Entrambi si trovano ad amininistrare come indipendenti cinque società.
Clò siede nel consiglio di Eni, Autostrade, ltalcementi, De Longhi e
Asm Brescia.
Ruozi invece va per la maggiore nel gruppo di Silvio Berlusconi
(Mediaset e Mediolanum) ed è presente in Merloni, Gewiss ed ePlanet.
Sono fitte di impegni anche le agende di Marco Vitale e di Alessandro Pedersoli, con quattro incarichi ciascuno come amministratori
al di sopra delle parti.
Ma a ben guardare la vita più stressante dev’essere quella di una nuova categoria di consiglieri: gli indipendenti-dirigenti.
Ovvero i top manager che agli impegni di gestione nelle loro aziende affiancano l’incarico come consiglieri indipendenti in altre società.
Mario Greco, per esernpio, guida la Ras e allo stesso tempo siede
nei board di E.Biscom, Ifil e Merloni.
L‘elenco prosegue con Unicredito e Pirelli, dove pero Greco non ha ottenuto la qualifica di indipendente.
Molto richiesto anche Luca Cordero di Montezemolo.
Ha preso il timone della Fiat, ma contemporaneamente fa il consigliere indipendente alla Campari, alla Merloni e allaTod’s dell’amico Della Valle.
E per finire è anche presidente della Confindustria.
(FINE)
1° Parte: http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=14212
2° Parte: http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=14225
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SINIBALDO
AI PROPRI VERTICI MANAGER AUTONOMI E SOPRA LE PARTI
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Sugli stessi binari si muove l’ Unipol, che è riuscita a stabilire anche un record, quello del board più affollato dell’intera Borsa italiana: addirittura 25 componenti.
Generali e Ras, giusto per fare un paragone con altri due grandi gruppi assicurativi, non vanno oltre i 19 amministratori.
L‘ Eni si ferma a otto, l’Enel a sette.
Un consiglio così ampio potrebbe spiegarsi con l’esigenza di dare adeguata
rappresentanza a un parterre di soci importanti.
Nel caso della Unipol, però, la quota di maggioranza è saldamente
nelle mani della Lega delle cooperative.
Tutto in famiglia, quindi.........o quasi.
Il plotone dei 25 Consiglieri Unipol ne comprende ben 23 definiti indipendenti: 12, però, risultano anche amministratori della finanziaria Finsoe, cioè il socio di maggioranza della compagnia delle coop.
Come dire: indipendenti e padroni allo stesso tempo!!!!!!!!!!!!!!!
Già che c'erano, i vertici di Unipol hanno fatto posto anche a soci ed amici,
un esempio rappresentativo è Emilio Gnutti e Fabrizi del Montepaschi.
Entrambi fanno parte del gruppo dei 23 indipendenti.
Un ruolo per loro difficile da interpretare, se si considera che il Monte dei Paschi e la finanziaria Hopa di Gnutti sono anche soci importanti, e quindi
soci d'affari, della stessa Unipol.
L'intreccio delle partecipazioni azionarie risulta molto complicato.
Semplificando al massimo va segnalato che Hopa controlla il 2,7% della
Unipol che a sua volta è azionista della holding di Gnutti con il 6,7%
del capitale.
Il triangolo si chiude a Siena.
Hopa è azionista del 2,4% del Monte dei Paschi, che a sua volta possiede il 9% della stessa Hopa e il 39% di Finsoe, a cui fa capo la Unipol.
Non per niente sia Gnutti che Sacchetti (amministratore delegato di
Unipol) siedono nel consiglio di amministrazione del Montepaschi.
Manco a dirlo, entrambi sfoggiano la qualifica di indipendenti, al pari di tutti gli altri consiglieri dell’istituto di credito toscano.
All' indipendente Gnutti è stato assegnato un posto nel comitato esecutivo, oltre alla carica di vicepresidente della banca Toscana.
I protagonisti di questa alleanza strategica a tre si scambiano incarichi e
poltrone con grande generosità.
Però, non è facile controllare tutti questi impegni, come dimostra il caso
di Fabrizi, che nel corso del 2003 ha partecipato ad una sola riunione su
otto del consiglio di amministrazione di Unipol.
Del resto al mercato di piazza Affari può capitare che due aziende si scambino tra loro non solo azioni, ma anche consiglieri indipendenti.
E un modo come un altro per rinsaldare un’alleanza, cementare
un rapporto d’affari.
D’altra parte questi rapporti incrociati non sembrano la migliore delle garanzie per gli investitori, anche se, sulla carta, il codice di autodisciplina
viene rispettato.
Prendiamo il caso di Campari e Fiat.
Oltre a Franzo Grande Stevens, anche il presidente del gruppo automobilistico Luca di Montezemolo partecipa al board dell' azienda
del bitter come indipendente.
A sua volta Garavoglia, il numero uno della Campari fa parte come indipendente nel consiglio Fiat.
A Bergamo invece sono Carlo Pesenti ed Emilio Zanetti a scambiarsi di poltrona.
II primo dirige l' Italcementi e siede come indipendente nel
consiglio della banca Bpu presieduta da Zanetti, che a sua volta può esibire la qualifica di amministratore indipendente della multinnzionaie del cemento.
Per il figlio di Giampiero Pesenti quello a Bergamo non è l’unico incarico in banca, visto che partecipa al board di Unicredit, anche in questo caso con la qualifica di indipendente.
Conflitto d’interessi tra i due incarichi in banche concorrenti ?
Il codice di autodisciplina adottato dalla ßorsa italiana non prende
in considerazione questo tipo di problemi.
E così la doppia nomina risulta perfettamente in regola.
Pesenti comunque si trova solo nelle posizioni di rincalzo nella speciale classifica dei collezionisti di incarichi.
Al primo posto, appaiati, troviamo l’ex rettore dell’Università Bocconi, Roberto Ruozi, e Alberto Clò, esperto di energia, già ministro
dell’lndiistria.
Entrambi si trovano ad amininistrare come indipendenti cinque società.
Clò siede nel consiglio di Eni, Autostrade, ltalcementi, De Longhi e
Asm Brescia.
Ruozi invece va per la maggiore nel gruppo di Silvio Berlusconi
(Mediaset e Mediolanum) ed è presente in Merloni, Gewiss ed ePlanet.
Sono fitte di impegni anche le agende di Marco Vitale e di Alessandro Pedersoli, con quattro incarichi ciascuno come amministratori
al di sopra delle parti.
Ma a ben guardare la vita più stressante dev’essere quella di una nuova categoria di consiglieri: gli indipendenti-dirigenti.
Ovvero i top manager che agli impegni di gestione nelle loro aziende affiancano l’incarico come consiglieri indipendenti in altre società.
Mario Greco, per esernpio, guida la Ras e allo stesso tempo siede
nei board di E.Biscom, Ifil e Merloni.
L‘elenco prosegue con Unicredito e Pirelli, dove pero Greco non ha ottenuto la qualifica di indipendente.
Molto richiesto anche Luca Cordero di Montezemolo.
Ha preso il timone della Fiat, ma contemporaneamente fa il consigliere indipendente alla Campari, alla Merloni e allaTod’s dell’amico Della Valle.
E per finire è anche presidente della Confindustria.
(FINE)
1° Parte: http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=14212
2° Parte: http://www.investireoggi.it/forum/viewtopic.php?t=14225
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