4°Parte BILDERBERG.......!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

SINIBALDO

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4°Parte

L’ultimo stadio dell’organizzazione della rete segreta del mondialismo fu la creazione della Commissione Trilaterale, che riunisce la “crema” del Council on Foreign Relations e del Bilderberg Club.

E’ detta Trilaterale dal numero dei partecipanti fondamentali: USA, Europa e Giappone.

Il centro della Trilateral Commission è situato negli USA (345 East 46th Street, New York).

La sua fondazione ebbe luogo nel luglio 1973.

Ma la decisione venne approvata nel consiglio riservato del novembre 1972 dal presidente della Chase Manhattan Bank David Rockefeller (leader del Bilderberg Club ed ispiratore del Council on Foreign Relations), da Max Konigt (vice presidente del Comitato per l’integrazione dell’Europa ‘Jean Monnet’) e George Franklin, formalmente capo del CFR.

Il primo grandioso successo della Trilateral Commission fu quello di portare alla presidenza J. Carter, assoluto sconosciuto fino alla vigilia delle elezioni.

Eletto presidente, Carter collocò alle massime istanze del potere membri della Trilateral Commission: Walter Mondale, Cyrus Vance, Harold Brown, Zbigniew Brzeszinski, Michael Blumenthal, Richard Cooper, Anthony Solomon, Samuel Huntington (1)ecc.

In proposito la rivista americana Penthouse nel novembre 1977 scriveva: «Sarebbe scorretto affermare che la Trilateral Commission dirige il governo Carter.

La Trilateral Commission è anche il governo Carter».

Il senso dell’operato della Trilateral Commission, e ugualmente dell’intero mondialismo, può esprimersi con le parole di James Paul Barbourg, pronunciate di fronte al senato americano il 17 febbraio 1950: «Che lo vogliate o no, avremo un Governo Mondiale.

La sola questione sarà se ciò avverrà tramite il consenso o la violenza».

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(1) Samuel Huntington

L’antica dottrina del “divide et impera” riproposta da Huntington
prevede una crociata anglo-americana contro Cina e paesi islamici.


A Londra e a Washington, così come in altre capitali occidentali, i cultori della “geopolitica” sono in preda ad una ossessione di fondo: al centro del loro “pensiero strategico” c’è l’urgenza di mobilitare il “mondo occidentale” contro quelle nazioni che si stanno impegnando alla realizzazione del Ponte di Sviluppo Eurasiatico.

Si tratta delle nazioni che compongono quella regione che il fondatore della geopolitica inglese, sir Halford Mackinder, chiamò, tra fine ottocento e inizio novencento, “il cuore territoriale eurasiatico”.
Diceva che chi controlla questa regione controlla il mondo.

Oggi, alla fine degli anni Novanta, gli eredi della geopolitica di Mackinder ritengono che la Russia, che prima dominava la regione, sia di fatto “neutralizzata” dalle difficoltà gravissime che attraversa e che occorra quindi passare a contenere e combattere la Cina, l’Iran, l’India, la Turchia di Erbakan e gli altri paesi per stabilire il controllo delle élite geopolitiche su questa immensa regione in cui sono stanziati tre quarti della popolazione mondiale.

La teorizzazione più nota di questa ossessione è quella del professore di Harward Samuel Huntington, pubblicata nel 1993 come tesi dello “scontro delle civiltà” su Foreign Affairs, la rivista del Council on Foreign Relations.

Uno che si fa avanti a parlare di fantomatici “stati confuciano-islamici” normalmente dovrebbe essere preso per pazzo. Invece, siccome fa comodo, la sua teoria bislacca ha finito per suscitare un gran dibattito, tanto che intellettuali rispettabili del terzo mondo si sono sentiti in dovere di reagire all’ingiuria, di fronte alla calda accoglienza che i media hanno riservato a quei deliri, in particolare nel periodo successivo alla guerra di Bush e della Thatcher in Irak.

Dopo la pubblicazione della sua tesi su Foreign Affairs Huntington continua a visitare le capitali di innumerevoli paesi per propagandare le sue teorie. è diventato un segno dei tempi: non c’è conferenza su temi strategici in cui in una forma o nell’altra non si finisca per dover discutere di Huntington.

Visto il successo, l’autore ha deciso di allargarsi. Nel 1996 ha riproposto la sua tesi non più in un articolo ma in un libro intitolato «The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order», lo scontro delle civiltà e la ridefinizione dell’ordine mondiale (Simon and Schuster, New York, 1996).

Lo scopo è sempre quello: insistere che qualcuno è il tuo nemico giurato fino a quando non si riesce a venire alle mani. A parte il tedio dell’erudizione accademica, le quasi quattrocento pagine del libro riservano al lettore tutti gli stimoli di un vecchio disco incantato.

Dalla Harvard di Kissinger
al NSC di Brzezinski

Prima di analizzare il succo della teoria di Huntington è necessario inquadrare chi e come mette in giro cose del genere.

Lo “scontro delle civiltà”, prima di essere un articolo o un libro, è un progetto che si colloca ben al di sopra di Huntington. è un vero e proprio “piano di guerra” messo a punto da un raggruppamento di potere tra le due sponde dell’Atlantico che fa capo all’Inghilterra.

La sovraccoperta del libro mette in evidenza gli elogi di due esponenti di questo mondo: Henry Kissinger e Zbignew Brzezinski.
Il primo promuove gli schemi geopolitici sin dalla sua tesi di laurea ad Harvard, «A World Restored» in cui elogiava la diplomazia dell’“equilibrio delle forze” che fu instaurata al Congresso di Vienna del 1815 dal ministro degli Esteri britannico lord Castlereagh e dal Cancelliere austriaco principe di Metternich.

Dopo la laurea, negli anni Cinquanta, Kissinger si dedicò a costruire quella rete harvardiana nelle varie amministrazioni democratiche e repubblicane di cui oggi Huntington è una delle figure di primo piano.

Huntington è stato addestrato a ripetere quello che diceva Kissinger.
Un esempio è il suo articolo apparso sul numero di Survival di gennaio-febbraio 1991, quando Bush e la Thatcher scatenarono la guerra del Golfo.

Su quella rivista del britannico International Institute for Strategic Studies (IISS) Huntington scriveva che la politica americana nei confronti dell’Eurasia deve avere come premessa le teorie geopolitiche di Mackinder e adottare lo stesso approccio seguito da lord Castlereagh al Congresso di Vienna del 1815.

Brzezinski, invece, quando nel 1976 divenne Consigliere di Sicurezza Nazionale sotto Jimmy Carter, sviluppò una sua teoria geopolitica chiamata “l’Arco di Crisi”. Calcolava che tutta l’ampia regione lungo il fianco meridionale dell’Unione Sovietica sarebbe stata percorsa da instabilità sempre più destabilizzanti (a causa del “fondamentalismo islamico” oppure di conflitti tribali e razziali), e che questo doveva essere geopoliticamente sfruttato come un’arma contro l’impero sovietico.

Nel National Security Council diretto da Brzezinski l’incarico di direttore della pianificazione della sicurezza era affidato ad Huntington. Brzezinski e Huntington erano giunti nell’amministrazione Carter passando per la Commissione Trilaterale, un’organizzazione fondata e finanziata da David Rockefeller nel 1974.

Nel 1975 Huntington aveva realizzato per la Trilaterale lo studio «The Crisis of Democracy» in cui sosteneva che il matenimento delle democrazie rappresentative e delle istituzioni che hanno una base popolare non è più affatto facile e garantito in un’epoca in cui l’imposizione di misure di austerità “richiede” regimi post-democratici e non-democratici.

La teoria dell’Arco di Crisi di Brzezinski proveniva in realtà dall’opera di Bernard Lewis, professore di Princeton, nel New Jersey, che si è specializzato presso l’Arab Bureau inglese di Oxford, uno dei vivai più esclusivi della geopolitica inglese.

Anche Huntington ammette di essere in debito con Lewis, quando riconosce che il termine “scontro di civiltà” lo ha ripreso da un articolo pubblicato dal professore di Princeton sul numero del settembre 1990 di Atlantic Monthly.

In quell’articolo Lewis spiegava come la “rabbia musulmana” stava portando “niente meno che ad uno scontro di civiltà – reazione forse irrazionale, ma certamente storica, di un antico rivale contro l’eredità giudeo-cristiana”.

Alle fondamenta
di “Project democracy”

Nell’autunno del 1996 Brzezinski ha preso parte alla costituzione del nuovo Central Asia Institute presso la School of Advanced International Studies della John Hopkins University.

I soldi per il nuovo istituto provenivano dalla Smith Richardson Foundation, nella cui direzione figura Brzezinski, e la stessa fondazione ha finanziato Huntington per la realizzazione del suo libro, come ammette egli stesso nell’introduzione.

Altri soldi Huntington li ha ottenuti dalla Fondazione John M. Olin nella quale egli dirige l’istituto di studi strategici ad Harward. La sua teoria sullo “scontro delle civiltà”, dice, è scaturita da un progetto intitolato “Gli interessi nazionali americani rispetto ai cambiamenti riguardanti la sicurezza” che realizzò presso l’Olin Institute for Strategic Studies all’inizio degli anni Novanta, “che fu possibile grazie alla Fondazone Smith Richardson”.

Le due fondazioni in questione sono le principali finanziatrici di progetti per la promozione del neo-liberismo economico e al tempo stesso dello “scontro geopolitico” con i paesi in via di sviluppo.

Negli anni Ottanta furono le principali finanziatrici “private” del programma “Project Democracy”, coordinato dall’allora vice presidente George Bush, con il quale quest’ultimo costituì la sua rete privata e semi privata di trafficanti di armi e di droga – una parte di questa rete rimase allora coinvolta nello scandalo Iran-Contras.

Lo Smith Richardson ha tra l’altro finanziato, nel 1989, uno squallido libro diffamatorio contro Lyndon LaRouche scritto da Dennis King, rudere della sinistra maoista sessantottina.

Per completare il quadro si tenga presente che Brzezinski è stato uno dei primi promotori della carriera di Madeleine Albright, attuale segretario di Stato USA, prima alla Columbia University poi, nel 1978, portandola con sé, insieme ad Huntington, nel Consiglio di Sicurezza Nazionale di Carter per affidarle l’incarico di collegamento con il Congresso USA.

Sebbene quest’eredità non definisca necessariamente ogni passo della Albright, resta il fatto che quando ha voluto a tutti i costi le sanzioni contro il Sudan, si è rivelata un’entusiasta promotrice della “crociata” della baronessa inglese Caroline Cox, vice presidente della Camera dei Lord, contro il Sudan.

Come Solidarietà ha documentato nel numero dello scorso aprile, la Cox si distingue per lo zelo con cui propaganda, anche alla Camera dei Lord, la tesi di Huntington.
La sua organizzazione, Christian Solidarity International ha distribuito tra il 1993 ed il 1994 centinaia di copie dell’articolo di Huntington facendone praticamente il vessillo della propria crociata contro il Sudan, l’Egitto, l’Iran, l’India e altre nazioni.

(CONTINUA)

SINIBALDO
 
SINIBALDO ha scritto:
Il motore di ricerca GOOGLE........ ha pubblicato tutte le tre parti
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Non vorrei spegnere i tuoi entusiasmi ma se è per quello InvestireOggi è da almeno un anno "fonte" selezionata di Google per le news :)
 

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