giuseppe.d'orta
Forumer storico
La notizia più importante di questi ultimi 15 giorni è senza dubbio quella della prima vittoria ottenuta dagli avvocati che collaborano con l’Aduc, nelle prime cause avviate nei primi mesi del 2004: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=114023
La sentenza è molto importante perché il giudice ha dichiarato nullo il contratto in quanto tale, a prescindere dalle modalità di collocamento,
Si tratta di una vittoria molto importante perché a questa battaglia abbiamo dedicato molte delle nostre energie negli ultimi anni.
Mentre scrivo mi viene in mente la prima volta che lessi un contratto “4You”.
Ottobre 2002. Da poco avevo lanciato l’idea di dedicare una parte del sito dell’Aduc alla tutela del risparmio. Un nostro lettore ci sottopose questo contratto. Iniziai a leggerlo e non riuscivo a credere che fosse veramente stato proposto dalla Banca Toscana. Il testo del contratto (o meglio della proposta di adesione) riportava il logo della Banca Toscana (lo stemma, per l’esattezza) solo in prima pagina. Per il resto aveva la veste grafica di un normale contratto aziendale, non quella – tipica – dei contratti bancari. Il contenuto mi sembrava così assurdo che iniziai a pensare che fosse uno scherzo molto ben architettato da qualche mio amico che lavora nel campo della finanza.
La prima reazione fu di fare quello che faccio sempre quando mi trovo davanti ad un prodotto che non conosco: avvio una ricerca su internet.
Mi resi conto che non solo il prodotto esisteva, ma lo stesso veniva venduto praticamente da tutte le banche del gruppo MPS.
Mi venne in mente di contattare un amico dipendente del gruppo MPS che stimo per essere una persona compente anche se costretto a vendere (come tutti nel settore) prodotti che non condivide.
“Marco, ma davvero vendete questa roba?”
“Alessandro, è meglio che andiamo a prendere un caffé che ti racconto un po’ di storia su questo prodotto”
Fu così che il mio amico Marco mi racconto’ l’ascesa ai vertici di MPS dei “Leccesi” e tutto quello che questo ha comportato all’interno del gruppo, compreso la “storia” del “4You”.
Per la professione che svolgo, sono abituato a vedere prodotti finanziari capestro, ma il 4You li batteva decisamente tutti perché il prodotto, in quanto tale, oltre a comportare una perdita certa (derivante dalla differenza fra il tasso di finanziamento ed il tasso di rendimento dell’obbligazione) era anche progettato con evidenti carenze formali (mancava il prezzo dell’obbligazione, mancava l’evidenziazione grafica del conflitto d’interessi ecc.).
“Possibile che una Banca della storia del Gruppo MPS commetta errori così grossolani?”
Il resto della storia, i lettori di Aduc – Investire Informati la conoscono molto bene.
Adesso attendiamo la pubblicazione delle sanzioni Consob ai funzionari del gruppo MPS che il ministero dell’Economia, per quanto ne sappiamo, dovrebbe aver notificato proprio in questi giorni. In uno dei prossimi Bollettini Consob dovrebbero essere pubblicati.
Con la pubblicazione di queste sanzioni, potremmo dire che il quadro si è completato.
Starà ai clienti del gruppo MPS decidere se continuare a pagare per un prodotto scientificamente progettato per arricchire la Banca a scapito del cliente o far valere le proprie ragioni in sede legale.
La sentenza è molto importante perché il giudice ha dichiarato nullo il contratto in quanto tale, a prescindere dalle modalità di collocamento,
Si tratta di una vittoria molto importante perché a questa battaglia abbiamo dedicato molte delle nostre energie negli ultimi anni.
Mentre scrivo mi viene in mente la prima volta che lessi un contratto “4You”.
Ottobre 2002. Da poco avevo lanciato l’idea di dedicare una parte del sito dell’Aduc alla tutela del risparmio. Un nostro lettore ci sottopose questo contratto. Iniziai a leggerlo e non riuscivo a credere che fosse veramente stato proposto dalla Banca Toscana. Il testo del contratto (o meglio della proposta di adesione) riportava il logo della Banca Toscana (lo stemma, per l’esattezza) solo in prima pagina. Per il resto aveva la veste grafica di un normale contratto aziendale, non quella – tipica – dei contratti bancari. Il contenuto mi sembrava così assurdo che iniziai a pensare che fosse uno scherzo molto ben architettato da qualche mio amico che lavora nel campo della finanza.
La prima reazione fu di fare quello che faccio sempre quando mi trovo davanti ad un prodotto che non conosco: avvio una ricerca su internet.
Mi resi conto che non solo il prodotto esisteva, ma lo stesso veniva venduto praticamente da tutte le banche del gruppo MPS.
Mi venne in mente di contattare un amico dipendente del gruppo MPS che stimo per essere una persona compente anche se costretto a vendere (come tutti nel settore) prodotti che non condivide.
“Marco, ma davvero vendete questa roba?”
“Alessandro, è meglio che andiamo a prendere un caffé che ti racconto un po’ di storia su questo prodotto”
Fu così che il mio amico Marco mi racconto’ l’ascesa ai vertici di MPS dei “Leccesi” e tutto quello che questo ha comportato all’interno del gruppo, compreso la “storia” del “4You”.
Per la professione che svolgo, sono abituato a vedere prodotti finanziari capestro, ma il 4You li batteva decisamente tutti perché il prodotto, in quanto tale, oltre a comportare una perdita certa (derivante dalla differenza fra il tasso di finanziamento ed il tasso di rendimento dell’obbligazione) era anche progettato con evidenti carenze formali (mancava il prezzo dell’obbligazione, mancava l’evidenziazione grafica del conflitto d’interessi ecc.).
“Possibile che una Banca della storia del Gruppo MPS commetta errori così grossolani?”
Il resto della storia, i lettori di Aduc – Investire Informati la conoscono molto bene.
Adesso attendiamo la pubblicazione delle sanzioni Consob ai funzionari del gruppo MPS che il ministero dell’Economia, per quanto ne sappiamo, dovrebbe aver notificato proprio in questi giorni. In uno dei prossimi Bollettini Consob dovrebbero essere pubblicati.
Con la pubblicazione di queste sanzioni, potremmo dire che il quadro si è completato.
Starà ai clienti del gruppo MPS decidere se continuare a pagare per un prodotto scientificamente progettato per arricchire la Banca a scapito del cliente o far valere le proprie ragioni in sede legale.