SINIBALDO
Forumer attivo
Nonsoniente Inviato: 07 Ott 2005 17:20
Fino a poco tempo fa nessuno parlava di signoraggio, adesso abbiamo anche una sentenza di un giudice di pace, e i giornali nazionali ne parlano.
Rammentate la risposta che mi dette il dr. Floris a riguardo dell'argomento ancora a maggio.
Dovrebbe solo vergognarsi, invece farà carriera politica con l'Ulivo.
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Ciao Mauro,
e con chi dovrebbe............."vergognarsi" ????????
Chi lo ha selezionato con amorevole "cura" tra centinaia di candidati ???
Con quali denari vengono pagati i suoi rinnovi contrattuali ?????????
Credi che il "giovanotto" non sappia molto bene chi lo veste, lo nutre
e gli paga il conto in banca ???????
Pertanto egli si comporta......."ossequiosamente" con i suoi "noti" sponsor
e...............li ripaga............come........"loro" gradiscono !!!!!!!!!!!!
Appena avrai letto questo articolo, ti renderai conto che tutto sommato
Floris altro non è che un................domestico !!!!!!!!!!!!
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MATRIMONIO D'INTERESSI
Dietro la tregua tra Fazio e Berlusconi
Renzo Rosati
4/8/2004
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L'improvvisa sintonia tra Via Nazionale e la maggioranza, dopo le dure polemiche dell'era Tremonti, ha un significato preciso:
il premier si attende che Bankitalia e gli organismi finanziari internazionali offrano una sponda alla manovra e ai promessi tagli alle imposte.
In cambio, il governo si impegna a chiudere, con buona pace dei risparmiatori, il fronte aperto con le banche, il vero potere invisibile dell'economia italiana
Che cosa sottintende la «calda, calda collaborazione con la Banca d'Italia, che da oggi riprendiamo», come annunciato da Silvio Berlusconi nel vertice di ieri a palazzo Grazioli con il governatore Antonio Fazio?
ADDIO AL TREMONTISMO
Certamente l'addio definitivo all'era Tremonti, come spiegato da molti.
Mentre Berlusconi rendeva omaggio a Fazio, Domenico Siniscalco, il successore al ministero dell'Economia dopo esserne stato il direttore
generale,
nonché il più stretto colaboratore e amico di Tremonti, illustrava al Parlamento l'ennesima operazione-verità sui conti pubblici:
«Fino a ieri abbiamo costantemente sovrastimato l'andamento del Pil, da oggi saremo più realistici e prudenti».
Un uno-due perfino ingeneroso, che infatti non ha mancato di ferire l'ex ministro.
Il tremontismo è dunque definitivamente alle spalle, anche nei rapporti personali fra Tremonti e Berlusconi, che non sono per nulla dei migliori.
Ci vorrà tempo per lenire questa ferita.
RICONCILIAZIONE
Ma l'asse con Bankitalia va oltre tutto ciò.
Il governatore, che era stato a lungo nel mirino di Tremonti su un'infinità di questioni, dalla politica economica al potere di via Nazionale fino al coinvolgimento nel crac Cirio e Parmalat, è oggi ritenuto dal premier un alleato e una sponda indispensabile.
La Banca d'Italia ha già dato la propria benedizione alla manovra correttiva di un mese fa, e ora si attende un assenso di massima al Dpef,
il Documentodi politica economica approvato dal Parlamento, e soprattutto alla leggeFinanziaria da 24 miliardi di euro annunciata per settembre.
IL RUOLO STRATEGICO DI VIA NAZIONALE
Questo assenso è fondamentale non solo per questioni di immagine.
Fazio siede nel consiglio dei governatori, l'organo tecnico-politico che affianca la Banca centrale europea.
Questo organismo è il vero motore della Bce, che a sua volta influenza la commissione di Bruxelles.
Inoltre Bankitalia è interlocutore non unico ma privilegiato di organismi come il Fondo monetario e le agenzie di rating.
Questi ultimi valutano le azioni dei governi, e dunque ascoltano prevalentemente i ministri.
Finora in Italia si sono trovati alle prese con un ministro dell'Economia che diceva bianco e un governatore di Bankitalia che ribatteva nero.
D'ora in poi è presumibile che il governo e Fazio parlino lo stesso linguaggio, anche se è stato il governo ad andare a Canossa.
OTTENERE L'AVALLO INTERNAZIONALE
La sponda della Banca d'Italia è dunque strategica per ottenere l'avallo internazionale alle residue possibilità di manovra nella finanza pubblica.
Diventa addirittura strategica quando si va a parlare di tasse.
I 12-13 miliardi necessari agli sgravi fiscali, che costituiscono una delle ultime armi elettorali di Berlusconi, sono aggiuntivi rispetto alla manovra da 24 miliardi.
Anche per questo motivo l'operazione, confermata ieri dal premier, verrà fatta in due anni, con una legge ordinaria, e articolata su tre aliquote, il 23, il 33 ed il 39 per cento.
Di più non si sa, e non lo sa neppure il governo.
TAGLI DI SPESA DA INDIVIDUARE
Soprattutto non si sono indivuati i tagli di spesa per reperire la coperura agli sgravi delle tasse.
E Fazio, sempre ieri, ha ripetuto che prima di ridurre le tasse occorre tagliare le spese.
Anche in questa operazione la sponda di Bankitalia diventa determinante.
Berlusconi deve essersi reso conto che non può attuare una Finanziaria da 24 miliardi e sgravi fiscali per altri 12 avendo contro l'ostilità di Fazio e del mondo che lo circonda.
Un mondo che vede in prima fila ovviamente le banche, le fondazioni bancarie e anche le imprese che dalle banche sono finanziate e controllate.
TREGUA CON LE BANCHE
Con l'arrivo di Luca di Montezemolo al vertice della Confindustria la tregua tra imprese e banche è già stata sancita.
Al governo serve a sua volta una tregua, per non restare stritolato fra poteri ostili.
Poteri che non valgono solo per l'influenza che hanno (a cominciare dai giornali) in Italia e all'estero, ma anche per gli effetti concreti.
Le fondazioni bancarie possono partecipare attraverso la finanza di progetto alla realizzazione delle grandi opere, soprattutto al Nord.
Le stesse banche possono garantire il successo delle privatizzazioni indispensabili a ridurre il debito pubblico.
In cambio di tutto ciò il governo e la maggioranza sembrano avere definitivamente sepolto ogni idea di andare a indagare nella condotta delle banche e di Bankitalia nei recenti scandali dei bond.
Qualche migliaio di risparmiatori mugugnerà, ma per il governo è più urgente, a questo punto, risolvere il problema di una Finanziaria assai pesante, e soprattutto della riduzione delle tasse.
Un matrimonio di interessi, come è ovvio.
Che tuttavia cambia ancora un po' la natura del centrodestra.
Che da oggi sarà un po' più vicina e rispettosa dei poteri istituzionali romani ed europei, e di quelli finanziari del Nord.
Tremonti è decisamente lontano.
(CONTINUA)
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SINIBALDO
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Fino a poco tempo fa nessuno parlava di signoraggio, adesso abbiamo anche una sentenza di un giudice di pace, e i giornali nazionali ne parlano.
Rammentate la risposta che mi dette il dr. Floris a riguardo dell'argomento ancora a maggio.
Dovrebbe solo vergognarsi, invece farà carriera politica con l'Ulivo.
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Ciao Mauro,
e con chi dovrebbe............."vergognarsi" ????????
Chi lo ha selezionato con amorevole "cura" tra centinaia di candidati ???
Con quali denari vengono pagati i suoi rinnovi contrattuali ?????????
Credi che il "giovanotto" non sappia molto bene chi lo veste, lo nutre
e gli paga il conto in banca ???????
Pertanto egli si comporta......."ossequiosamente" con i suoi "noti" sponsor
e...............li ripaga............come........"loro" gradiscono !!!!!!!!!!!!
Appena avrai letto questo articolo, ti renderai conto che tutto sommato
Floris altro non è che un................domestico !!!!!!!!!!!!
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MATRIMONIO D'INTERESSI
Dietro la tregua tra Fazio e Berlusconi
Renzo Rosati
4/8/2004
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L'improvvisa sintonia tra Via Nazionale e la maggioranza, dopo le dure polemiche dell'era Tremonti, ha un significato preciso:
il premier si attende che Bankitalia e gli organismi finanziari internazionali offrano una sponda alla manovra e ai promessi tagli alle imposte.
In cambio, il governo si impegna a chiudere, con buona pace dei risparmiatori, il fronte aperto con le banche, il vero potere invisibile dell'economia italiana
Che cosa sottintende la «calda, calda collaborazione con la Banca d'Italia, che da oggi riprendiamo», come annunciato da Silvio Berlusconi nel vertice di ieri a palazzo Grazioli con il governatore Antonio Fazio?
ADDIO AL TREMONTISMO
Certamente l'addio definitivo all'era Tremonti, come spiegato da molti.
Mentre Berlusconi rendeva omaggio a Fazio, Domenico Siniscalco, il successore al ministero dell'Economia dopo esserne stato il direttore
generale,
nonché il più stretto colaboratore e amico di Tremonti, illustrava al Parlamento l'ennesima operazione-verità sui conti pubblici:
«Fino a ieri abbiamo costantemente sovrastimato l'andamento del Pil, da oggi saremo più realistici e prudenti».
Un uno-due perfino ingeneroso, che infatti non ha mancato di ferire l'ex ministro.
Il tremontismo è dunque definitivamente alle spalle, anche nei rapporti personali fra Tremonti e Berlusconi, che non sono per nulla dei migliori.
Ci vorrà tempo per lenire questa ferita.
RICONCILIAZIONE
Ma l'asse con Bankitalia va oltre tutto ciò.
Il governatore, che era stato a lungo nel mirino di Tremonti su un'infinità di questioni, dalla politica economica al potere di via Nazionale fino al coinvolgimento nel crac Cirio e Parmalat, è oggi ritenuto dal premier un alleato e una sponda indispensabile.
La Banca d'Italia ha già dato la propria benedizione alla manovra correttiva di un mese fa, e ora si attende un assenso di massima al Dpef,
il Documentodi politica economica approvato dal Parlamento, e soprattutto alla leggeFinanziaria da 24 miliardi di euro annunciata per settembre.
IL RUOLO STRATEGICO DI VIA NAZIONALE
Questo assenso è fondamentale non solo per questioni di immagine.
Fazio siede nel consiglio dei governatori, l'organo tecnico-politico che affianca la Banca centrale europea.
Questo organismo è il vero motore della Bce, che a sua volta influenza la commissione di Bruxelles.
Inoltre Bankitalia è interlocutore non unico ma privilegiato di organismi come il Fondo monetario e le agenzie di rating.
Questi ultimi valutano le azioni dei governi, e dunque ascoltano prevalentemente i ministri.
Finora in Italia si sono trovati alle prese con un ministro dell'Economia che diceva bianco e un governatore di Bankitalia che ribatteva nero.
D'ora in poi è presumibile che il governo e Fazio parlino lo stesso linguaggio, anche se è stato il governo ad andare a Canossa.
OTTENERE L'AVALLO INTERNAZIONALE
La sponda della Banca d'Italia è dunque strategica per ottenere l'avallo internazionale alle residue possibilità di manovra nella finanza pubblica.
Diventa addirittura strategica quando si va a parlare di tasse.
I 12-13 miliardi necessari agli sgravi fiscali, che costituiscono una delle ultime armi elettorali di Berlusconi, sono aggiuntivi rispetto alla manovra da 24 miliardi.
Anche per questo motivo l'operazione, confermata ieri dal premier, verrà fatta in due anni, con una legge ordinaria, e articolata su tre aliquote, il 23, il 33 ed il 39 per cento.
Di più non si sa, e non lo sa neppure il governo.
TAGLI DI SPESA DA INDIVIDUARE
Soprattutto non si sono indivuati i tagli di spesa per reperire la coperura agli sgravi delle tasse.
E Fazio, sempre ieri, ha ripetuto che prima di ridurre le tasse occorre tagliare le spese.
Anche in questa operazione la sponda di Bankitalia diventa determinante.
Berlusconi deve essersi reso conto che non può attuare una Finanziaria da 24 miliardi e sgravi fiscali per altri 12 avendo contro l'ostilità di Fazio e del mondo che lo circonda.
Un mondo che vede in prima fila ovviamente le banche, le fondazioni bancarie e anche le imprese che dalle banche sono finanziate e controllate.
TREGUA CON LE BANCHE
Con l'arrivo di Luca di Montezemolo al vertice della Confindustria la tregua tra imprese e banche è già stata sancita.
Al governo serve a sua volta una tregua, per non restare stritolato fra poteri ostili.
Poteri che non valgono solo per l'influenza che hanno (a cominciare dai giornali) in Italia e all'estero, ma anche per gli effetti concreti.
Le fondazioni bancarie possono partecipare attraverso la finanza di progetto alla realizzazione delle grandi opere, soprattutto al Nord.
Le stesse banche possono garantire il successo delle privatizzazioni indispensabili a ridurre il debito pubblico.
In cambio di tutto ciò il governo e la maggioranza sembrano avere definitivamente sepolto ogni idea di andare a indagare nella condotta delle banche e di Bankitalia nei recenti scandali dei bond.
Qualche migliaio di risparmiatori mugugnerà, ma per il governo è più urgente, a questo punto, risolvere il problema di una Finanziaria assai pesante, e soprattutto della riduzione delle tasse.
Un matrimonio di interessi, come è ovvio.
Che tuttavia cambia ancora un po' la natura del centrodestra.
Che da oggi sarà un po' più vicina e rispettosa dei poteri istituzionali romani ed europei, e di quelli finanziari del Nord.
Tremonti è decisamente lontano.
(CONTINUA)
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SINIBALDO
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