sceriffo1
Nuovo forumer
Intanto chiariamo alcuni concetti di base:
- la ending, o triangolo diagonale, è l’unico triangolo nella Teoria di Elliott che è pattern d’inversione mentre tutti gli altri tipi, simmetrico, ascendente , discendente e broadening, sono pattern di continuazione del trend in atto.
- Nel caso che si sviluppi in cima ad una struttura rialzista è chiamata anche rising wedge mentre alla fine di una ribassista falling wedge.
- In base a quanto sopra detto esse si possono sviluppare solo in onda 5 o C e alla loro fine si dovrà assistere ad un’inversione che , di solito, è violenta e con aumento deciso dei volumi i quali erano invece in diminuzione man mano che si procedeva nella figura. Alcuni autori parlano di ending anche in onda A ma credo che sia una forzatura perché si perderebbe il concetto in senso stretto di figura d’inversione.
- Tutta la figura ( triangolo diagonale) è costituita da 5 sotto onde interne che, a loro volta, possono essere formate sia da tre che da cinque movimenti ( ending- leading).
- Essendo alla fine di un trend, grande o piccolo che sia, a cui seguirà un’inversione, anche questa figura, come le normali onde 5 o C, è soggetta alla lotta finale tra chi spinge per la continuazione del trend e chi già comincia a posizionarsi al contrario con tutte le indecisioni del caso e questo, di solito, determina figure molto articolate con un possibile overlap tra la 1° e 4° sotto onda costituito spesso da uno spike.
Considerazioni personali:
- La difficoltà nell’operare su tali formazioni risiede nel fatto che è difficile determinarne la conclusione in quanto qualsiasi ondina, dopo un certo sviluppo, potrebbe essere l’ultima mentre spesso è solo l’ultima di una microstruttura interna e ci si ritrova magari con un altro abc nella stessa direzione del trend che mette a dura prova la lucidità dell’analista.
- Un errore che si compie molto spesso è quello di etichettare come ending qualsiasi movimento che non abbia un andamento lineare canonico senza tenere nemmeno in considerazione la condizione base cioè che tale formazione deve invertire qualcosa e quindi, non sapendo come etichettare ondine di vari gradi di una formazione complessa , si risolve il tutto etchettandola come ending . Nella realtà le ending sono solamente il 20 % circa di tutte le 5 o C e quindi poca cosa nel complesso totale delle onde 1,2,3,4,5 e A,B,C.
- Analizzare un grafico applicando la Teoria di Elliott è un esercizio impegnativo che richiede il tempo necessario a valutare tutte le possibilità in ballo di almeno tre gradi superiori all’ondina in esame e quindi più si scende di frame più manca il tempo per farlo. Ciò non toglie che trader particolarmente dotati riescano a valutarne la maggior parte e trarne benefici. Spesso però si tratta di trader che hanno sviluppato proprie tecniche comportamentali in cui c’è anche qualcosa della teoria, ma che, se pur remunerative, hanno però poco a che vedere con ciò che si intende come Analisi tecnica a mezzo della Teoria di Elliott. Una riprova sta nel fatto che tali trader difficilmente conoscono gli scenari di grado superiore e quindi fanno solo scalping o i ogni caso tradano il brevissimo.
-
Conclusione personale :
sono sempre stato convinto che per essere un buon trader basta conoscere sufficientemente, e senza invenzioni personali, un metodo o teoria qualsiasi tra quelle più conosciute e applicarla con vera disciplina. Se così, alla lunga, difficilmente si perde indipendentemente dalla tecnica o teoria usata, basterebbe infatti usare l’incrocio di due medie mobili.
Che poi ci siano delle tecniche o teorie più performanti di altre può essere vero ma dipende molto da chi le usa, il fattore umano, infatti, è fondamentale in un trader al di là delle sue conoscenze.
Io , ad esempio, sono consapevole e ho sempre dichiarato di essere un trader mediocre perché non ho la “testa “ da trader mancandomi addirittura la disciplina nell’applicare le mie stesse analisi per non parlare dell’emotività che mi porta a tagliare i gain pur conoscendo esattamente ( ho un riscontro dell’80-90 %) dove si deve arrivare.
Sono altrettanto consapevole però di essermi guadagnato sul campo, con migliaia di analisi a disposizione di tutti, il rispetto e la considerazione dovuti a un buon analista e quindi talvolta non riesco a tacere quando ci si riempie la bocca con la parola Elliott e vengono spacciate per analisi , considerazioni più o meno valide ai fini pratici ma, guarda caso, quasi sempre di cortissimo respiro, ( come gettare la monetina , hai il 50% di probabilità) ma che fanno a pugni con l’essenza delle teoria stessa che consiste nell’analizzare scenari di vari gradi, uno dentro l’altro, tutti da identificare e far quadrare.
Questa non vuole essere un’inutile polemica specialmente con la persona alla quale potrebbe sembrare rivolta e con la quale esiste un precedente litigio ma, dato che sono stato chiamato direttamente in causa, mi è stato dato il là per esprimere il mio pensiero su quanto letto negli ultimi giorni.
Mi asterrò da qualsiasi replica che voglia solo polemizzare.
- la ending, o triangolo diagonale, è l’unico triangolo nella Teoria di Elliott che è pattern d’inversione mentre tutti gli altri tipi, simmetrico, ascendente , discendente e broadening, sono pattern di continuazione del trend in atto.
- Nel caso che si sviluppi in cima ad una struttura rialzista è chiamata anche rising wedge mentre alla fine di una ribassista falling wedge.
- In base a quanto sopra detto esse si possono sviluppare solo in onda 5 o C e alla loro fine si dovrà assistere ad un’inversione che , di solito, è violenta e con aumento deciso dei volumi i quali erano invece in diminuzione man mano che si procedeva nella figura. Alcuni autori parlano di ending anche in onda A ma credo che sia una forzatura perché si perderebbe il concetto in senso stretto di figura d’inversione.
- Tutta la figura ( triangolo diagonale) è costituita da 5 sotto onde interne che, a loro volta, possono essere formate sia da tre che da cinque movimenti ( ending- leading).
- Essendo alla fine di un trend, grande o piccolo che sia, a cui seguirà un’inversione, anche questa figura, come le normali onde 5 o C, è soggetta alla lotta finale tra chi spinge per la continuazione del trend e chi già comincia a posizionarsi al contrario con tutte le indecisioni del caso e questo, di solito, determina figure molto articolate con un possibile overlap tra la 1° e 4° sotto onda costituito spesso da uno spike.
Considerazioni personali:
- La difficoltà nell’operare su tali formazioni risiede nel fatto che è difficile determinarne la conclusione in quanto qualsiasi ondina, dopo un certo sviluppo, potrebbe essere l’ultima mentre spesso è solo l’ultima di una microstruttura interna e ci si ritrova magari con un altro abc nella stessa direzione del trend che mette a dura prova la lucidità dell’analista.
- Un errore che si compie molto spesso è quello di etichettare come ending qualsiasi movimento che non abbia un andamento lineare canonico senza tenere nemmeno in considerazione la condizione base cioè che tale formazione deve invertire qualcosa e quindi, non sapendo come etichettare ondine di vari gradi di una formazione complessa , si risolve il tutto etchettandola come ending . Nella realtà le ending sono solamente il 20 % circa di tutte le 5 o C e quindi poca cosa nel complesso totale delle onde 1,2,3,4,5 e A,B,C.
- Analizzare un grafico applicando la Teoria di Elliott è un esercizio impegnativo che richiede il tempo necessario a valutare tutte le possibilità in ballo di almeno tre gradi superiori all’ondina in esame e quindi più si scende di frame più manca il tempo per farlo. Ciò non toglie che trader particolarmente dotati riescano a valutarne la maggior parte e trarne benefici. Spesso però si tratta di trader che hanno sviluppato proprie tecniche comportamentali in cui c’è anche qualcosa della teoria, ma che, se pur remunerative, hanno però poco a che vedere con ciò che si intende come Analisi tecnica a mezzo della Teoria di Elliott. Una riprova sta nel fatto che tali trader difficilmente conoscono gli scenari di grado superiore e quindi fanno solo scalping o i ogni caso tradano il brevissimo.
-
Conclusione personale :
sono sempre stato convinto che per essere un buon trader basta conoscere sufficientemente, e senza invenzioni personali, un metodo o teoria qualsiasi tra quelle più conosciute e applicarla con vera disciplina. Se così, alla lunga, difficilmente si perde indipendentemente dalla tecnica o teoria usata, basterebbe infatti usare l’incrocio di due medie mobili.
Che poi ci siano delle tecniche o teorie più performanti di altre può essere vero ma dipende molto da chi le usa, il fattore umano, infatti, è fondamentale in un trader al di là delle sue conoscenze.
Io , ad esempio, sono consapevole e ho sempre dichiarato di essere un trader mediocre perché non ho la “testa “ da trader mancandomi addirittura la disciplina nell’applicare le mie stesse analisi per non parlare dell’emotività che mi porta a tagliare i gain pur conoscendo esattamente ( ho un riscontro dell’80-90 %) dove si deve arrivare.
Sono altrettanto consapevole però di essermi guadagnato sul campo, con migliaia di analisi a disposizione di tutti, il rispetto e la considerazione dovuti a un buon analista e quindi talvolta non riesco a tacere quando ci si riempie la bocca con la parola Elliott e vengono spacciate per analisi , considerazioni più o meno valide ai fini pratici ma, guarda caso, quasi sempre di cortissimo respiro, ( come gettare la monetina , hai il 50% di probabilità) ma che fanno a pugni con l’essenza delle teoria stessa che consiste nell’analizzare scenari di vari gradi, uno dentro l’altro, tutti da identificare e far quadrare.
Questa non vuole essere un’inutile polemica specialmente con la persona alla quale potrebbe sembrare rivolta e con la quale esiste un precedente litigio ma, dato che sono stato chiamato direttamente in causa, mi è stato dato il là per esprimere il mio pensiero su quanto letto negli ultimi giorni.
Mi asterrò da qualsiasi replica che voglia solo polemizzare.