a riccif..

Come dicevo nell'altro 3D
riccif conosce la canzone napoletana
e per questo un po'
l'invidio,
ma fraternamente.
:)
 
di Fred Bongusto

La recente nomina a Commendatore della Repubblica che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi mi ha benevolmente conferito, oltre alla gioia e alla soddisfazione, mi ha portato naturalmente a tutta una serie di considerazioni e riflessioni. Riflessioni che riguardano la musica nella sua totalità, in tutti i suoi aspetti e su quanto nel corso degli ultimi decenni questa compagna di vita sia profondamente cambiata tanto da diventare per un uomo con la mia formazione a volte praticamente irriconoscibile. Inevitabilmente la memoria è tornata indietro, agli inizi della mia carriera, all'emozione che ti assaliva quando per le prime volte si saliva su di un palco di fronte a tante persone che venivano lì proprio per ascoltare te.
 
sempre fred

Oggi, però, mi sembra che la ricerca della melodia, la più raffinata possibile, abbia lasciato il posto ad una melodia più fredda, frutto delle più sofisticate attrezzature tecnologiche, e che la passione pura molto spesso sia soggiogata dalle ferree leggi di mercato che impongono a troppi artisti di seguire più le esigenze di mercato piuttosto che la loro vera vena artistica. Non voglio certo generalizzare e dire che questo modo di fare appartenga a tutti i miei colleghi, a cui mi lega una stima profonda e con molti dei quali ho instaurato una profonda amicizia. Dirò di più, probabilmente il grande senso di nostalgia che mi pervade ripensando agli anni di Una rotonda sul mare attenua il ricordo dei momenti più difficili per far affiorare alla mente principalmente gli attimi più suggestivi.
 
sempre fred su italplanet

Un ricordo che ha sicuramente mille sfaccettature, piacevoli e spiacevoli. In ogni modo, è impossibile non scorgere in quel periodo i segni di un radicale cambiamento nel costume e nel pensiero di milioni di persone, ed ho la certezza che anche noi cantanti con le nostre parole abbiamo contribuito a tutto ciò. Sono convinto che, nel clima cupo del dopoguerra, il ruolo della musica sia stato proprio quello di sollevare lo spirito. Forse, proprio per non dimenticare quella musica nata dalle mani degli artisti e non dai programmi che consentono di produrre musica elettronica anche servendosi dei computer, sarebbe bene scrivere la storia della melodia italiana. A partire dagli anni Cinquanta, con le splendide innovazioni della canzone napoletana che faceva capo ad un maestro del calibro di Roberto Murolo, per poi passare ad artisti quali Fred Buscaglione che con la sua celeberrima Che bambola! ha introdotto una canzone sullo stile francese, in versione comico-demenziale, che ben presto è diventata il manifesto indiscusso degli anni del boom economico
 
ancora fred

Poi, sono arrivati i cantanti della mia generazione, i cosiddetti cantanti da 'night', e noi abbiamo dato il nostro contributo con canzoni dal tono confidenziale, accompagnate dal pianoforte, che sono diventate il simbolo della melodia italiana. Una melodia che non deve essere mai dimenticata, e che non dobbiamo permettere che venga dimenticata perché giudicata erroneamente troppo spesso sorpassata, ma anzi diffondere, in quanto è parte integrante della nostra cultura e ci fa riconoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Dimostrazione di ciò è che da sempre i cantanti italiani sono molto richiesti per duettare con cantanti stranieri. Nel mio caso, ad esempio tutt'oggi ho intensi rapporti di lavoro con artisti della levatura di Toquinho e Vinicius de Moraes. Una melodia che ha un futuro un po' incerto in quanto, oggi come oggi, la mentalità è profondamente cambiata: una volta si lanciavano le canzoni, e non i cantanti, tanto che le prime trasmissioni televisive erano centrate solo sulle canzoni e non sul tatuaggio dell'ultimo cantante alla moda che dura giusto il tempo di un'estate quando va bene. La musica leggera deve riappropriarsi delle sue peculiarità perché ormai troppo spesso viene impropriamente messa in contrapposizione con quella classica, considerata ancora la musica di pochi, e giudicata superficialmente come destinata esclusivamente ad un pubblico giovanile, di facile ascolto e utile solo come puro e semplice intrattenimento senza un contenuto profondo e qualcosa da insegnare.
Se la melodia italiana fa parte del patrimonio culturale della nostra terra, vorrei tanto continuare a coltivare il sogno che essa possa seguitare a crescere e portare un sorriso e una nostalgia al cuore di tutte le persone che sperano e amano. è l'augurio che da artista e da italiano mi sono fatto in occasione di questo segno che il Presidente ha voluto concedermi.
 
...pur non essendo il mio genere,..ascoltai un giorno un pezzo di roberto murolo....di notevole spessore..sia umano che musicale :)
 

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