SINIBALDO
Forumer attivo
IN QUESTI GIORNI ASSISTIAMO AI SOLITI FUOCHI..........."PIROTECNICI" TRA I POLI SULL'AFFARE....UNIPOL !!!!!!
A MIO PARERE, IL TENTATIVO DI PRESSIONE SU BERNHEIM DA PARTE
DEI VARI E GENIALI ..........."CONDOTTIERI" SINISTROIDI
( D'Alema, Fassino, Veltroni anticipati da Prodi e Rutelli )
E' SERVITA COME VISITA DI CORTESIA PER RASSICURARE............. "ESCLUSIVAMENTE" IL MONDO DELL'ALTA
FINANZA CHE, IN UN EVENTUALE.............."RICAMBIO"
GOVERNATIVO, L'ITALIA RIMARRA', COME AL SOLITO, UNA "LORO"
ESCLUSIVA E FEDELE ............"RISERVA" DI CACCIA !!!!!!!!!!!!!
PRONTA A SUBIRE...............INGERENZE E "SCORRIBANDE" DA PARTE DELLE PIU' NOTE BANCHE D' AFFARI, IN NOME DELL' INTERESSE
NAZIONALE E DELLA................... "LIBERTA' DEMOCRATICA" !!!!!!!!!!!!!!!
ALTRO CHE VENDITA DELLE AZIONI.............BNL ALL' UNIPOL !!!!!!!!!!SINIBALDO
_________________________________________________________
Una speculazione «garantita» da 10 miliardi di lire.
La cupidigia di Fiorani.
Le pretese del vicepresidente della Lodi.
E la sorpresa dei conti prosciugati degli ideatori del business.
Questa è una storia di molti denari (10 miliardi di lire) e di grasse plusvalenze svizzere (1,6 milioni di franchi, pari a circa 1,2 milioni di euro).
Ma è anche una storia in cui compaiono buste piene di soldi passate di mano in mano, fra protagonisti famosi e manager fin troppo avidi e scaltri.
È la storia di una speculazione a guadagno «garantito».
Ma a ben guardare anche una storia miserabile.
Una storia targata Lodi.
Il primo attore di questa vicenda, si chiama Giampiero Rosmarini.
Rosmarini è un dirigente di lungo corso di Efibanca e amministratore delegato della Fip, merchant bank della Bnl.
Quando la Lodi compra l'Efibanca, anche Rosmarini finisce alla corte di Gianpiero Fiorani.
È un manager esperto di merger & acquisition, di assunzioni di partecipazioni.
Siamo verso la fine del 1999, nell'euforia per la new economy, e Fiorani chiede a Rosmarini di occuparsi proprio delle nuove aziende tecnologiche, in pieno boom.
Rosmarini si dedica al compito assegnatogli con dedizione.
Tiene d'occhio in particolare quella che allora veniva considerata la regina della new economy:
la eBiscom fondata dal finanziere Francesco Micheli e da Silvio Scaglia.
All'inizio del 2000 la eBiscom è pronta per la quotazione in borsa.
Rosmarini decide che si tratta di un affare da non perdere. E di associare nell'operazione un suo stretto amico: Giampiero Palenzona.
Anche Palenzona lavora nel mondo della finanza.
Si occupa di fidi alla Banca Lombarda, ma è in uscita dall'istituto.
Da tempo i due accarezzano l'dea di fare affari in comune. L'operazione eBiscom diventa l'avvio del loro sodalizio.
Prima di procedere nella storia, però, è opportuno ricordare una parentela: Giampiero Palenzona è fratello di Fabrizio Palenzona,
esponente della Margherita, allora presidente della provincia di Alessandria, consigliere della Mediobanca, vicepresidente dell'Unicredito e presidente dell'associazione che raggruppa i gestori delle società autostradali.
Nella vicenda Antonveneta, Palenzona (Fabrizio) ha tifato apertamente per Fiorani (e i suoi «furbetti») e fino all'ultimo giorno si è speso a difesa di Antonio Fazio.
Ora torniamo al nostro affare.
Individuato il business e il socio, a Rosmarini restano due problemi non da poco: trovare i titoli e soprattutto i soldi per sottoscriverli.
Ma per Rosmarini è un giochetto.
Le azioni disponibili le prenota tramite un intermediario di Londra, che mette a disposizione titoli per un controvalore pari a 10 miliardi di lire, poco più di 5 milioni di euro.
Quanto ai soldi, il banchiere sa già a chi rivolgersi: a Gianpiero Fiorani, «Gianpi» per gli amici.
Un tipo svelto.
«Gianpi» approva immediatamente il progetto.
A una condizione però: i soldi frutto della speculazione dovranno essere spartiti come dice lui.
In concreto: Fiorani pretende la metà del guadagno; che poi, dice, dividerà con un quarto uomo, il vicepresidente della Lodi, Desiderio Zoncada, detto «Derio».(di A.Pergolini)
(CONTINUA)
_______________________________________________________
SINIBALDO
A MIO PARERE, IL TENTATIVO DI PRESSIONE SU BERNHEIM DA PARTE
DEI VARI E GENIALI ..........."CONDOTTIERI" SINISTROIDI
( D'Alema, Fassino, Veltroni anticipati da Prodi e Rutelli )
E' SERVITA COME VISITA DI CORTESIA PER RASSICURARE............. "ESCLUSIVAMENTE" IL MONDO DELL'ALTA
FINANZA CHE, IN UN EVENTUALE.............."RICAMBIO"
GOVERNATIVO, L'ITALIA RIMARRA', COME AL SOLITO, UNA "LORO"
ESCLUSIVA E FEDELE ............"RISERVA" DI CACCIA !!!!!!!!!!!!!
PRONTA A SUBIRE...............INGERENZE E "SCORRIBANDE" DA PARTE DELLE PIU' NOTE BANCHE D' AFFARI, IN NOME DELL' INTERESSE
NAZIONALE E DELLA................... "LIBERTA' DEMOCRATICA" !!!!!!!!!!!!!!!
ALTRO CHE VENDITA DELLE AZIONI.............BNL ALL' UNIPOL !!!!!!!!!!SINIBALDO
_________________________________________________________
Una speculazione «garantita» da 10 miliardi di lire.
La cupidigia di Fiorani.
Le pretese del vicepresidente della Lodi.
E la sorpresa dei conti prosciugati degli ideatori del business.
Questa è una storia di molti denari (10 miliardi di lire) e di grasse plusvalenze svizzere (1,6 milioni di franchi, pari a circa 1,2 milioni di euro).
Ma è anche una storia in cui compaiono buste piene di soldi passate di mano in mano, fra protagonisti famosi e manager fin troppo avidi e scaltri.
È la storia di una speculazione a guadagno «garantito».
Ma a ben guardare anche una storia miserabile.
Una storia targata Lodi.
Il primo attore di questa vicenda, si chiama Giampiero Rosmarini.
Rosmarini è un dirigente di lungo corso di Efibanca e amministratore delegato della Fip, merchant bank della Bnl.
Quando la Lodi compra l'Efibanca, anche Rosmarini finisce alla corte di Gianpiero Fiorani.
È un manager esperto di merger & acquisition, di assunzioni di partecipazioni.
Siamo verso la fine del 1999, nell'euforia per la new economy, e Fiorani chiede a Rosmarini di occuparsi proprio delle nuove aziende tecnologiche, in pieno boom.
Rosmarini si dedica al compito assegnatogli con dedizione.
Tiene d'occhio in particolare quella che allora veniva considerata la regina della new economy:
la eBiscom fondata dal finanziere Francesco Micheli e da Silvio Scaglia.
All'inizio del 2000 la eBiscom è pronta per la quotazione in borsa.
Rosmarini decide che si tratta di un affare da non perdere. E di associare nell'operazione un suo stretto amico: Giampiero Palenzona.
Anche Palenzona lavora nel mondo della finanza.
Si occupa di fidi alla Banca Lombarda, ma è in uscita dall'istituto.
Da tempo i due accarezzano l'dea di fare affari in comune. L'operazione eBiscom diventa l'avvio del loro sodalizio.
Prima di procedere nella storia, però, è opportuno ricordare una parentela: Giampiero Palenzona è fratello di Fabrizio Palenzona,
esponente della Margherita, allora presidente della provincia di Alessandria, consigliere della Mediobanca, vicepresidente dell'Unicredito e presidente dell'associazione che raggruppa i gestori delle società autostradali.
Nella vicenda Antonveneta, Palenzona (Fabrizio) ha tifato apertamente per Fiorani (e i suoi «furbetti») e fino all'ultimo giorno si è speso a difesa di Antonio Fazio.
Ora torniamo al nostro affare.
Individuato il business e il socio, a Rosmarini restano due problemi non da poco: trovare i titoli e soprattutto i soldi per sottoscriverli.
Ma per Rosmarini è un giochetto.
Le azioni disponibili le prenota tramite un intermediario di Londra, che mette a disposizione titoli per un controvalore pari a 10 miliardi di lire, poco più di 5 milioni di euro.
Quanto ai soldi, il banchiere sa già a chi rivolgersi: a Gianpiero Fiorani, «Gianpi» per gli amici.
Un tipo svelto.
«Gianpi» approva immediatamente il progetto.
A una condizione però: i soldi frutto della speculazione dovranno essere spartiti come dice lui.
In concreto: Fiorani pretende la metà del guadagno; che poi, dice, dividerà con un quarto uomo, il vicepresidente della Lodi, Desiderio Zoncada, detto «Derio».(di A.Pergolini)
(CONTINUA)
_______________________________________________________
SINIBALDO
