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'MARGHERITA LA PAZZA' GHIGLIOTTINA QUELLO CHE RESTA DELLA DINASTIA AGNELLI - SVELA ALLA PROCURA DI MILANO LA 'SUA' ULTIMA VERITÀ SUL "TESORO" DI GIANNI AGNELLI - UN PATRIMONIO DA FAVOLA, TRA GLI 800 E I 900 MILIONI DI EURO, SAREBBE ANCORA CELATO SU UNA DECINA DI CONTI IN ALCUNE BANCHE DI ZURIGO, BASILEA E GINEVRA - SE DAVVERO VENISSERO SCOPERTI I 900 MILIONI, TROVEREBBE INASPETTATA CONFERMA LA TESI DI MARGHERITA CHE INDICA, NELL'OPA 1998 SU EXOR GROUP, UNO STRUMENTO PER 'NASCONDERE' ALL'ESTERO UN MILIARDO E 400 MILIONI DELL'AVVOCATO -
Ettore Boffano e Paolo Griseri per "la Repubblica"
Una rogatoria, chiesta dalla procura di Milano, potrebbe svelare l'ultima verità sul "tesoro" di Gianni Agnelli. Un patrimonio da favola, tra gli 800 e i 900 milioni di euro, che sarebbe ancora celato su una decina di conti in alcune banche di Zurigo, Basilea e Ginevra.
Sono queste le notizie clamorose che emergono dall'inchiesta milanese dei pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta su due ex legali di Margherita Agnelli de Pahlen, la figlia dell'Avvocato. Si tratta dell'italiano Emanuele Gamna (è accusato di evasione fiscale per una parcella da 15 milioni di euro mai dichiarata) e dello svizzero Charles Poncet (per lui l'accusa è di tentata estorsione nei confronti dello stesso Gamna, per fargli dichiarare di aver tradito la propria cliente).
Nel novembre scorso, i pm hanno iscritto Margherita Agnelli nel registro degli indagati per concorso nella tentata estorsione di Poncet. Sentita dai magistrati, dopo essersi difesa, la figlia dell'Avvocato avrebbe però indicato elementi preziosi per risalire ai conti esteri da cui proveniva la somma incassata da Gamna.
Ma non è tutto. Interrogata di nuovoa dicembre, l'erede avrebbe anche spiegato che quei conti racchiudono il mistero di ciò che, a suo dire, manca dall'eredità del padre impugnata nella causa civile in corso a Torino contro i presunti "gestori": Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens.
Successivamente, i pm hanno convocato anche alcune persone in grado di ricostruire un vero e proprio "sentiero di Pollicino" che, dai soldi di Gamna, porterebbe al "tesoro". A quel punto, l'inchiesta milanese avrebbe virato all'improvviso, dirigendosi verso la Svizzera.
Negli ambienti torinesi di Exor, invece, si sottolinea che eventuali rogatorie internazionali riguarderebbero solo la tentata estorsione contestata a Poncet e a Margherita Agnelli.
I colleghi elvetici di Fusco e Ruta sono già al lavoro ed entro i primi giorni di marzo dovrebbero arrivare le risposte. Se davvero venissero scopertii 900 milioni di euro di cui si parla, potrebbe trovare una inaspettata conferma la tesi di Margherita e di alcuni suoi consulenti finanziari che indicano, nell'Opa del 1998 su Exor Group, uno strumento per accumulare all'estero almeno un miliardo e 400 milioni di euro attribuibili in buona parte al padre.
Resta da accertare che cosa accadrà eventualmente di tutto quel possibile denaro. Nell'estate scorsa, l'Agenzia delle entrate di Torino ha aperto
un'istruttoria.
Ettore Boffano e Paolo Griseri per "la Repubblica"
Una rogatoria, chiesta dalla procura di Milano, potrebbe svelare l'ultima verità sul "tesoro" di Gianni Agnelli. Un patrimonio da favola, tra gli 800 e i 900 milioni di euro, che sarebbe ancora celato su una decina di conti in alcune banche di Zurigo, Basilea e Ginevra.
Sono queste le notizie clamorose che emergono dall'inchiesta milanese dei pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta su due ex legali di Margherita Agnelli de Pahlen, la figlia dell'Avvocato. Si tratta dell'italiano Emanuele Gamna (è accusato di evasione fiscale per una parcella da 15 milioni di euro mai dichiarata) e dello svizzero Charles Poncet (per lui l'accusa è di tentata estorsione nei confronti dello stesso Gamna, per fargli dichiarare di aver tradito la propria cliente).
Nel novembre scorso, i pm hanno iscritto Margherita Agnelli nel registro degli indagati per concorso nella tentata estorsione di Poncet. Sentita dai magistrati, dopo essersi difesa, la figlia dell'Avvocato avrebbe però indicato elementi preziosi per risalire ai conti esteri da cui proveniva la somma incassata da Gamna.
Ma non è tutto. Interrogata di nuovoa dicembre, l'erede avrebbe anche spiegato che quei conti racchiudono il mistero di ciò che, a suo dire, manca dall'eredità del padre impugnata nella causa civile in corso a Torino contro i presunti "gestori": Gianluigi Gabetti e Franzo Grande Stevens.
Successivamente, i pm hanno convocato anche alcune persone in grado di ricostruire un vero e proprio "sentiero di Pollicino" che, dai soldi di Gamna, porterebbe al "tesoro". A quel punto, l'inchiesta milanese avrebbe virato all'improvviso, dirigendosi verso la Svizzera.
Negli ambienti torinesi di Exor, invece, si sottolinea che eventuali rogatorie internazionali riguarderebbero solo la tentata estorsione contestata a Poncet e a Margherita Agnelli.
I colleghi elvetici di Fusco e Ruta sono già al lavoro ed entro i primi giorni di marzo dovrebbero arrivare le risposte. Se davvero venissero scopertii 900 milioni di euro di cui si parla, potrebbe trovare una inaspettata conferma la tesi di Margherita e di alcuni suoi consulenti finanziari che indicano, nell'Opa del 1998 su Exor Group, uno strumento per accumulare all'estero almeno un miliardo e 400 milioni di euro attribuibili in buona parte al padre.
Resta da accertare che cosa accadrà eventualmente di tutto quel possibile denaro. Nell'estate scorsa, l'Agenzia delle entrate di Torino ha aperto
un'istruttoria.