Obbligazioni societarie Analisi compartimentale: late cyclical issuers in corporate bond trends

Imark

Forumer storico
Era una cosa che volevo fare a tempo perso: in occasione di crisi economica, l'attenzione del mercato si focalizza in primis sugli emittenti di comparti merceologici aciclici e difensivi (food & beverage; tobacco; telecom; utilities; oil & gas; ecc.), che "tengono meglio" in eventuali fasi di recessione prolungata e mostrano maggiore reattività al termine di eventuali episodi di forte "flight to quality" come quello al quale si è assistito dopo il collasso di Lehman Brothers.

Nella discesa dei prezzi e poi nella successiva risalita che ha contraddistinto i mesi compresi fra l'ottobre 2008 e i giorni nostri, si è avuto modo di osservare un fenomeno che, su scala minore, si è verificato tuttavia in occasione di precedenti recessioni e che - probabilmente - avrà modo di manifestarsi nuovamente in occasione di un eventuale riacutizzarsi della crisi - e, un domani, di crisi future - ossia l'andamento dei comparti merceologici "late cyclical".

I comparti merceologici late cyclical sono quelli caratterizzati appunto da un rapporto ritardato rispetto all'andamento della crescita economica.

Si tratta dei produttori di beni durevoli industriali - dai macchinari occorrenti per la produzione di altri beni, o per attività minerarie o edilizie, ai mezzi di trasporto di grandi dimensioni - dei realizzatori di impiantistica e società di engineering. Questi emittenti sono tutti caratterizzati dal lavorare su ordinativi presi in carico con un anticipo piuttosto ampio rispetto alla consegna del manufatto finale o dell'impianto.

Il libro ordinativi o backlog tuttavia, se da un lato consente di limitare l'impatto di una crisi nella sua fase iniziale sull'emittente late cyclical, in quanto i finanziamenti che supportano la presa in carico degli ordinativi sono già stati definiti in conseguenza di investimenti pianificati in fase di crescita economica, dall'altro fa sì che esso ne subisca le conseguenze negative più a lungo anche degli stessi emittenti tipicamente "ciclici".

Semplificando, ciò che succede di solito è infatti che nelle fasi di recessione si continua a lavorare sugli ordini già acquisiti, ma si verifica un forte diradamento dei nuovi ordini: chi deve investire su beni costosi quali quelli durevoli destinati alle attività di cui si è detto, preferisce farlo in periodi in cui ritiene di avere visibilità sul futuro andamento del suo business, e tali non sono, il più delle volte, i periodi di recessione.

Nell'obbligazionario, che cmq si muove sulla scorte delle aspettative sull'andamento dell'economia, le emissioni di questi comparti tendono a deprezzarsi più rapidamente nelle fasi di ingresso in una crisi e a recuperare con maggiore gradualità nelle fasi di uscita dalla crisi, per esprimere appieno il proprio potenziale quando maturano aspettative per una ripresa economica solida e duratura...

Ciò detto, è chiaro poi che le condizioni dei singoli emittenti incidono comunque su quanto detto, e che la late cyclicality ha un impatto differente sui prezzi di un emittente ad alto rating, che ha un profilo di business e un merito di credito robusti, piuttosto che su quelli di un emittente high yield.

Proverò in questo 3D a sviluppare il discorso portando qualche caso concreto, e cercando di verificare come quanto detto possa assistere nelle scelte di investimento obbligazionario...
 
Interessantissimo Mark, come sempre :up: in effetti è un settore di cui si parla poco, che nella divisione classica tra comparti ciclici, aciclici ed anticiclici è generalmente trascurato ;)
 
Interessantissimo Mark, come sempre :up: in effetti è un settore di cui si parla poco, che nella divisione classica tra comparti ciclici, aciclici ed anticiclici è generalmente trascurato ;)

Vediamo cosa tiri fuori dal cilindro questa volta

Cercherò di sviluppare il discorso guardando in concreto agli emittenti... un attimo di pazienza e non dimenticatevi che, almeno ogni tanto, lavoro pure io... :D
 

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