giuseppe.d'orta
Forumer storico
La proposta di ristrutturazione del debito argentino comporta sostanzialmente una perdita reale del 70% del capitale.
Checché ne dicano i vari comitati degli obbligazionisti più o meno rappresentativi, la situazione in Argentina non permette di avere rimborsi molto più alti di questi. Ci potrà essere un ulteriore ritocco, ma la situazione non potrà migliorare di molto.
L’Argentina ha venduto quasi tutti i suoi immobili che possono avere un reale valore sul mercato, così come le aziende. I "gioielli di famiglia" ormai non ci sono più e l’unico impegno serio che potrebbe prendere l’Argentina è relativo allo sviluppo futuro.
In base all'esperienza che ci siamo fatti attraverso le centinaia di investitori che si sono rivolti a noi, nella maggior parte dei casi le responsabilità principali sono degli intermediari finanziari (Banche e SIM) che hanno venduto questi titoli in conflitto di interessi e senza rispettare gli obblighi informativi né il principio di adeguatezza dell’investimento.
Per questo l’Aduc offre un servizio gratuito per fornire un parere legale su come avviare un’azione giudiziaria contro l’intermediario che ha negoziato i titoli.
Chi desidera, può inviarci tutta la documentazione seguendo le istruzioni di questo indirizzo: http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=76932.
Ricordiamo, nel contempo, che sono pendenti negli Stati Uniti circa 250 cause contro il Governo dell’Argentina. Il sistema americano infatti, a differenza di quello italiano, riconosce e tutela il principio del "precedente vincolante”; quando un giudice –com’è già successo in tema di obbligazioni della Repubblica Argentina- si è pronunciato su una fattispecie, gli altri giudici non possono discostarsi dalla decisione già presa in precedenza, se non in limitatissime ipotesi.
Ad oggi il Tribunale di New York ha già sancito la legittimità della domanda, ed addirittura ha stabilito che per il futuro le domande dei risparmiatori possano essere trattate con la procedura del summary judgement (per certi versi assimilabile al decreto ingiuntivo italiano), dato che la questione giuridica –sostanzialmente identica per tutti i risparmiatori coinvolti– non merita ulteriori approfondimenti in diritto, basandosi sul fatto che alcuni giudici si sono già pronunciati a favore degli investitori. L’esame della domanda giudiziale coinvolge quindi i soli aspetti di fatto della posizione di ciascun creditore (titolarità dei bond, giurisdizione, condizioni di emissione, ecc.).
Purtroppo questa via è possibile solo per un numero limitato di emissioni. L’elenco completo dei codici ISIN per i quali è percorribile si può trovare a questo indirizzo: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=82699 insieme ad informazioni dettagliate su come fare per adire le vie legali direttamente dagli Stati Uniti.
http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=98114
Giuseppe D'Orta
Checché ne dicano i vari comitati degli obbligazionisti più o meno rappresentativi, la situazione in Argentina non permette di avere rimborsi molto più alti di questi. Ci potrà essere un ulteriore ritocco, ma la situazione non potrà migliorare di molto.
L’Argentina ha venduto quasi tutti i suoi immobili che possono avere un reale valore sul mercato, così come le aziende. I "gioielli di famiglia" ormai non ci sono più e l’unico impegno serio che potrebbe prendere l’Argentina è relativo allo sviluppo futuro.
In base all'esperienza che ci siamo fatti attraverso le centinaia di investitori che si sono rivolti a noi, nella maggior parte dei casi le responsabilità principali sono degli intermediari finanziari (Banche e SIM) che hanno venduto questi titoli in conflitto di interessi e senza rispettare gli obblighi informativi né il principio di adeguatezza dell’investimento.
Per questo l’Aduc offre un servizio gratuito per fornire un parere legale su come avviare un’azione giudiziaria contro l’intermediario che ha negoziato i titoli.
Chi desidera, può inviarci tutta la documentazione seguendo le istruzioni di questo indirizzo: http://www.investire.aduc.it/php/mostra.php?id=76932.
Ricordiamo, nel contempo, che sono pendenti negli Stati Uniti circa 250 cause contro il Governo dell’Argentina. Il sistema americano infatti, a differenza di quello italiano, riconosce e tutela il principio del "precedente vincolante”; quando un giudice –com’è già successo in tema di obbligazioni della Repubblica Argentina- si è pronunciato su una fattispecie, gli altri giudici non possono discostarsi dalla decisione già presa in precedenza, se non in limitatissime ipotesi.
Ad oggi il Tribunale di New York ha già sancito la legittimità della domanda, ed addirittura ha stabilito che per il futuro le domande dei risparmiatori possano essere trattate con la procedura del summary judgement (per certi versi assimilabile al decreto ingiuntivo italiano), dato che la questione giuridica –sostanzialmente identica per tutti i risparmiatori coinvolti– non merita ulteriori approfondimenti in diritto, basandosi sul fatto che alcuni giudici si sono già pronunciati a favore degli investitori. L’esame della domanda giudiziale coinvolge quindi i soli aspetti di fatto della posizione di ciascun creditore (titolarità dei bond, giurisdizione, condizioni di emissione, ecc.).
Purtroppo questa via è possibile solo per un numero limitato di emissioni. L’elenco completo dei codici ISIN per i quali è percorribile si può trovare a questo indirizzo: http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=82699 insieme ad informazioni dettagliate su come fare per adire le vie legali direttamente dagli Stati Uniti.
http://investire.aduc.it/php/mostra.php?id=98114
Giuseppe D'Orta