CREDITO COOPERATIVO. I presidenti e i direttori dei 10 istituti berici hanno incontrato Mincato
Bcc vicentine, in arrivo 280 mln per le imprese
Drago (Bav): «Siamo pronti a fare la nostra parte. Con la tenacia abbiamo già superato altre crisi»
Mauro Sartori
SCHIO
Un tavolo di lavoro fra Camera di commercio, sistema del credito cooperativo, associazioni di categoria e Confidi per studiare iniziative a favore delle imprese in difficoltà ed anche delle famiglie. È la più importante proposta condivisa emersa ieri mattina a Schio, nella sede della Banca Alto Vicentino, dove i presidenti e i direttori dei dieci istituti di credito cooperativo del vicentino si sono incontrati con il presidente della Camera di commercio di Vicenza, Vittorio Mincato.
Si è parlato della crisi durante la mattinata e il sistema delle Bcc provinciali ha messo sul tavolo 280 milioni di euro per il 2009 a sostegno dell’economia locale. «Riusciamo a fare cose egregie grazie all’impegno di molti - ha spiegato Domenico Drago, presidente della Bav che ha fatto gli onori di casa. - In 125 anni il credito cooperativo ha affrontato e superato numerosi periodi di difficoltà grazie alla tenacia e alla capacità dei suoi componenti. In questo momento siamo pronti a fare la nostra parte. I clienti sanno che possono contare su persone amiche».
Mincato si è dichiarato positivamente stupito dallo spirito che anima questi istituti, assai vicino a quello delle origini. «Siete gli eredi di quel grande pensiero civile e sociale che portò Giacomo Rumor, nonno di Mariano, a promuovere il movimento delle casse rurali nel vicentino e a fondare quell’"Operaio cattolico" che insegnò ai contadini, ai fittavoli, agli artigiani, insieme alla dottrina sociale della Chiesa, anche i principi e i primi metodi dell’organizzazione cooperativa nella quale ho pure io mosso i primi passi nel mondo del lavoro».
Il presidente ha avuto parole di elogio per i presidenti convenuti: «Riuscite a fare banca senza diventare banchieri. Voi non avete fatto le enormi stupidità dei grandi istituti di credito che hanno profuso miliardi di euro per finanziare investimenti di carta e stanno togliendo ossigeno al sistema produttivo».
Alberto Chiodi, consigliere della Camera di commercio per le cooperazioni, si è soffermato sui 125 anni di storia della casse rurali, «che hanno puntato al progresso mantenendo solide le radici nel territorio. Sono banche che operano con il cuore e restano legate alle imprese e alle famiglie, pronte a svolgere il loro compito in questo periodo difficile».
Come si è arrivati a formulare l’ipotesi di 280 milioni di euro da destinare l’anno prossimo alle aziende del vicentino? La stima è formulata sulla base degli obiettivi di crescita sugli impieghi ricavati dal budget delle banche. Le cifre finali sfiorano i 300 milioni di euro di nuovo credito basato sui 3,5 miliardi di impieghi relativi al 2008.
«Voi che siete saldamente radicati nel territorio dove raccogliete il risparmio e lo riversate a beneficio della sua economia - ha affermato Mincato - siete portatori di una grave responsabilità: quella di non strozzare per eccessiva prudenza la circolazione della moneta, la cui scarsità è causa principale del fenomeno deflazionistico e da cui deriva una situazione di depressione economica».
Un appello, quello del presidente Mincato, subito accolto dai presidenti e direttori delle Bcc, alcuni dei quali hanno fatto loro pure quello di Papa Benedetto XVI, in passato ospite un paio di volte delle casse rurali vicentine, un sistema creditizio a misura di famiglia e azienda a cui si è sempre dichiarato particolarmente legato.