avete mai preso un autobus fantasma? (1 Viewer)

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Era una notte buia e silenziosa, e aspettavo il 666 alla fermata di piazza del Purgatorio, a Carcata.
La nebbia avvolgeva ogni angolo visuale, le luci apparivano anemiche e soffuse; perfino il cellulare vibrava dalla paura.
All’improvviso sentii un raccapricciante rumore metallico ai miei piedi, saltai indietro dal terrore: era solo un topo alcolizzato con l’apparecchio ai denti che sgranocchiava una lattina di birra.
L’autobus era in ritardo, quando finalmente vidi un mezzo di un verde fosforescente diafano avvicinarsi, con in bella mostra il numero 666.
Feci cenno di fermarsi, e quando si fermò… mi sentii morire: uno scheletro autista con un bel berretto mi intimò: “Salga!” io timidamente: “Chiedo…(brrrr)…scusa, ma ho…..(brrrr) sba… glia….to….(Mammàaa)!!” ma l’autista imperterrito: “Ho detto SALGA!!”

Con le gambe tremolanti salii sull’autobus, per realizzare immediatamente che i passeggeri erano tutti trapassati scheletrici, zombi e fantasmi d’annata, c’era anche ‘na mignotta trasparente che mi sorrideva.
Si avvicinò un tizio fantasma enorme, si spostava senza camminare, aveva un berretto con una targhetta: “Adesline municipalizzata”, mi guardò senza battere ciglia negli occhi e mi disse: “Favorisca il biglietto…prego.”
Io, terrorizzato: “Il biglietto!!??” lui: “Che sei morto per caso? Biglietto sì…biglietto!!”
Oh cacchio!! Vidi già il mio cervello succhiato dagli zombi, se non avessi trovato subito un biglietto; poi ricordai d’averne uno, e lo esibii: lo guardò e… sentenziò: “ A morto de sonno!! questo non è bbono: questo è un auto fantasma, con passeggeri fantasma, con un autista fantasma, con un controllore fantasma: ‘ndovina come dev’esse er bijetto??!! eh?!
Risposi: “Un…bi… glietto fantasma?” Lui replicò: “Braaaavo! C’avemo er fijo de Einstein stanotte.... ma come hai fatto?” L’autobus diventò un echeggiare di risate orribili da parte di tutti i fantasmi passeggeri, rivolte a me. Il controllore fantasma allora gridò: “mo’ devi da scenne, ‘sto bijetto nun è bbono… alla prossima scenni. Te capì?”
La mignotta trasparente, impietosita, intercesse per me: “Ma no! dove lo scarica a quest’ora della notte… da solo, con i tipi strani che girano?! Un po’ di comprensione.”
Io risposi: “Noooo!! Lasci stare grazie! Ho sbagliato ed è giusto che paghi. Scenderò alla prossima, non c’è… pro…blema!” Tutti continuavano a ridere.
L’autobus giunse alla fermata si fermò e il controllore mi fece cenno di scendere, ridendo in modo sguaiato, come tutti gli altri e dileggiandomi disse: “La prossima vorta, comprate un bijetto come se deve….a morto de fame!!”
Scesi in via Caduti per la Libertà, l’autobus si allontanò velocemente.
 

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