AVVOCATI RICORRONO AL TAR DEL LAZIO CONTRO IL GREEN PASS

tontolina

Forumer storico
AVVOCATI RICORRONO AL TAR DEL LAZIO CONTRO IL GREEN PASS

Nonostante il Governo proceda a spron battuto con la certificazione verde, sono molte le associazioni, gli avvocati, i medici e singoli cittadini che si impegnano per cercare di arginare misure sempre più coercitive. È il caso, ad esempio, degli avvocati Corrias e Scifo, che lo scorso 3 agosto hanno discusso al TAR la legittimità del Green Pass.
Nonostante il Tribunale non abbia di fatto sospeso per ora il green pass, poiché non ha ravvisato esigenze cautelari, Scifo e Corrias ritengono che sia comunque una vittoria il fatto che il ricorso sia stato preso in considerazione e che il Tribunale abbia riconosciuto che il caso fosse di propria competenza.

 
GREEN PASS NELLE SCUOLE, UNIVERSITÀ E TRASPORTI: SIAMO IN UN APARTHEID SANITARIO
6 Agosto 2021
Michele Crudelini


È stato approvato nella notte dal Consiglio dei Ministri un ulteriore decreto legge che intende allargare l’utilizzo del green pass. L’annuncio è stato dato in conferenza stampa dal Ministro della Salute Roberto Speranza, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e il Ministro dei Trasporti Enrico Giovannini.

Il decreto approvato all’unanimità
Assente dalla conferenza stampa il Primo Ministro Mario Draghi, dopo le recenti discutibili uscite in materia di vaccini, non confermate dalle attuali conoscenze in ambito scientifico. Il decreto è stato quindi approvato all’unanimità, con il voto di tutti i ministri, compresi quelli in quota Lega, come Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani.

Ancora una volta il Governo passa attraverso lo strumento del decreto legge, ponendo quindi il Parlamento in una posizione di subalternità.
Se ne discuterà tra 60 giorni e nel frattempo dal primo di settembre le nuove misure saranno già in vigore.
Cosa prevede quindi questo ulteriore allargamento del green pass?

Scuole soggette al green pass
Tutto il personale della scuola sarà ora obbligato a presentare il green pass per accedere all’interno degli istituti. E chi non è intenzionato a non sottoporsi alla vaccinazione?

L’assenza verrebbe conteggiata come ingiustificata e dopo cinque giorni il rapporto di lavoro è sospeso senza che siano dovute retribuzioni. Curiose a questo proposito le parole del Ministro Bianchi che così dichiara: “Abbiamo previsto il green pass, ma non l’obbligatorietà della vaccinazione”.

Parole che sanno di presa in giro tenuto conto dell’impossibilità materiale, nonché economica, di sottoporsi al tampone ogni 48 ore. Il green pass per i docenti rappresenta quindi una subdola imposizione della vaccinazione, senza però assumersi la responsabilità di imporre l’obbligo.

Per quel che riguarda la scuola c’è poi un altro aspetto decisamente controverso e riguarda le mascherine. Nelle classi in cui i bambini saranno tutti vaccinati o guariti, l’obbligo di mascherina potrà decadere. I bambini non vaccinati saranno così riconoscibili a tutti e soggetti al pubblico ludibrio.

Quali dati scientifici per costringere gli under 30 a vaccinarsi?
L’altra novità del green pass riguarda gli studenti universitari. Dopo un anno e mezzo in cui l’università è stata completamente abbandonata a se stessa, con lezioni svolte solamente secondo il buon cuore dell’insegnante di turno capace di connettersi da remoto, ora il Governo riscopre improvvisamente le accademie italiane.

E anche in questo non c’è molta possibilità di scelta. Gli studenti senza green pass non potranno frequentare lezioni, entrare nelle biblioteche e svolgere gli esami. Saranno quindi di fatto esclusi i non vaccinati, a causa dell’impossibilità di sottoporsi ad un tampone non gratuito ogni due giorni.

Parliamo in questo caso di una fascia di popolazione che oscilla generalmente tra i 20 e i 30 anni. In questa fascia di popolazione, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, sono decedute meno di 300 persone, di cui solo poche unità (meno di 40) non avevano patologie pregresse.

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Dati che certificano quindi come gli under 30 non siano una categoria a rischio per questa malattia. A fronte invece delle reazioni avverse segnalate nei report AIFA che ne evidenziano una maggiore incidenza proprio negli under 30.

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Trasporti solo on green pass
Infine l’ultima novità del decreto green pass riguarda i trasporti. E anche in questo caso, come per tutti gli altri, non sono chiare le motivazioni scientifiche a supporto. Su treni, aerei e navi, esistono già infatti tutta una serie norme, tra cui mascherine e distanziamento, che garantiscono la protezione delle persone.

Non solo: come confermato dall’immunologo Fauci e da tutte le attuali evidenze scientifiche, anche i vaccinati possono essere portatori della malattia e in alcuni casi anche ammalarsi, come confermato dal caso di Guido Crosetto.

Il green pass sta trasformando radicalmente la società italiana, rendendola sempre più simile ad una grande forma di apartheid sanitario, senza però avere basi scientifiche a supporto.

Vaccinati privilegiati per legge da una parte, dall’altra i non vaccinati, untori emarginati di una società che non ammette altra alternativa se non quella di sottoporre i propri cittadini ad una sperimentazione farmacologica.
 
LASCIAPASSARE COVID: OLTRE AL DUBBIO DI COSTITUZIONALITÀ, PUÒ ESSERE DISAPPLICATO PER CONTRASTO CON IL DIRITTO UE?

Il lasciapassare Covid entra in vigore domani. Oltre ai dubbi di illegittimità costituzionale, per violazione di principi fondamentali della nostra Carta, questo strumento può essere disapplicato anche per contrasto con l’omologo green pass istituito dall’Unione europea?
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Francesco Carraro
Francesco Carraro

Avvocato e scrittore
SOCIETÀ- 2 AGOSTO 2021
Il green pass potrebbe essere nato già morto sotto il profilo giuridico



Il green pass potrebbe essere nato già morto sotto il profilo giuridico? E “la salvezza” contro questa misura potrebbe venire addirittura dall’Europa? Per quanto suoni paradossale, è una tesi tutt’altro che peregrina, benché surreale. Almeno se pensiamo a quante volte, negli ultimi due decenni, l’Unione europea ha significato per l’Italia una abdicazione alle proprie prerogative legislative sovrane. Eppure – una volta tanto – una norma europea verrà in soccorso di chiunque dovesse finire, suo malgrado, nella rete di divieti e sanzioni intessuta dal decreto legge licenziato dal Governo Draghi. Parliamo, ovviamente, di chi non ha ancora voluto sottoporsi al vaccino. E magari non vorrebbe neanche sottoporsi a tre tamponi a settimana solo per esercitare i diritti costituzionali più elementari.
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Ebbene, il Regolamento nr. 953/2021 dell’Unione europea stabilisce che gli Stati devono tassativamente “evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate”. In particolare, il regolamento “non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”. Ora, è vero che le leggi sono fatte per essere interpretate, è vero che fatta la legge trovato l’inganno, è vero che molti giudici potranno essere tentati di decidere in base all’antico adagio di Giovanni Giolitti: le leggi per i nemici si applicano, per gli amici si interpretano. Tuttavia, nel caso specifico, non sembrano esservi dubbi circa la natura palesemente discriminatoria – e quindi in violazione del Regolamento nr. 953 – delle prescrizioni contenute nel recentissimo decreto istitutivo del green pass.

Infatti, l’introduzione della “carta verde” per accedere a tutta una serie di luoghi, eventi e servizi crea inevitabilmente, e deliberatamente, una discriminazione ben precisa. In particolare, tra chi il vaccino lo ha fatto (o non ha potuto farlo per motivi di salute) e chi invece ha scelto di non farlo, per ragioni personali insindacabili (in carenza di un obbligo di legge). Forse è proprio per questo che, in prima battuta, si era verificato un curioso (dicono involontario) omissis in sede di traduzione di questo fondamentale atto normativo della Ue. Infatti, a pagina 7, considerando 36, la prima frase risultava monca delle parole che di seguito indico in grassetto: “È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti Covid-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”.
Ora, però, questo bug è stato sanato e non ci sono più dubbi, neanche per gli italiani. Da ultimo – e sia detto solo per rimarcare l’importanza di un Regolamento europeo – va ricordato che quest’ultimo è direttamente applicabile nei singoli paesi e può addirittura prevalere, in determinate circostanze, sulle norme nazionali senza che il giudice adito sia costretto a rimettere gli atti alla Corte Costituzionale. Principio, quest’ultimo, fissato sin dalla sentenza numero 170 del 1984 del Giudice delle Leggi secondo la quale “le norme comunitarie provviste di efficacia diretta precludono al giudice comune l’applicazione di contrastanti disposizioni del diritto interno quando egli non abbia dubbi in ordine all’esistenza del conflitto”.

Per concludere, il decreto istitutivo del green pass istituisce, de facto e de jure, una – a mio parere – inammissibile discriminazione della categoria dei cosiddetti “no-vax”. Costoro potranno esercitare i diritti degli altri concittadini – da quello di riunione a quello di associazione, dall’esercizio di una salutare attività sportiva alla pratica di una quotidiana convivialità – solo pagando il costo di tamponi quasi quotidiani. Con il che si crea anche una inammissibile divaricazione tra ricchi e poveri in totale spregio dell’articolo 3 della nostra Carta fondamentale. Il tutto a causa di un maldestro tentativo di imporre, sia pure per via surrettizia e indiretta (e quindi sommamente ipocrita), un obbligo vaccinale.
Un tentativo, però, più che sufficiente a violare la norma europea. Infatti, secondo il Regolamento nr. 953, va evitata ogni discriminazione non solo diretta, ma anche “indiretta” delle persone che non sono (e che non vogliono essere) vaccinate.
www.francescocarraro.com
 
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