Mi sono, come detto prima letto il commento dell'FMI sull'Italia con particolare focus sulle banche; aldilà delle solite ricette proposte; alcune ragionevoli altre meno ragionevoli vista le condizioni date ci sono alcuni aspetti interessanti da sottolineare.
Le Banche maggiormente in difficoltà sono quelle che hanno ancora una forte presenza delle fondazioni tra gli azionisti (vedi i casi banca delle Marche, MPS e Carige), in seconda battuta ci sono le Popolari e delle difficili governance da gestire.
le banche sono troppo esposte ai prestiti; oltre il 65% dei propri asset sono prestiti ed il 37% di questo sono presititi alle imprese, la più alta percentuale in Europa. mentre il rischio sovrano e di liquidità è scemato (anche se non scomparso) l'aumento dei prestiti non performanti su imprese troppo levereggiate ha causato un aumento del costo del rischio che neanche l'abbassamento die tassi da parte della bce ha mitigato.
L'aumento del prestiti non performanti è stato dell'8% dal 2007 ma è concentrato nel settore corporate (Oltre 26%) mentre il settore privato ed il relativo rischio è molto più basso.
(continua) che mia moglie mi reclama...
Il rischio di contagio diretto dell'Italia per l'FMI non è significativo ma l'indiretto è considerato molto elevato in quanto il mercato dei bond italiani è il terzo del mondo ed il contagio nei paesi dell'est europeo ed in Svizzera e Francia abbastanza elevato.
Vi è poi un box specifico sulla classificazione dei prestiti e del capitale necessario di copertura che spiega come i parametri in italia siano più stringenti con l'inclusione dei prestiti ristrutturati tra i NPL , inoltre in Italia la perdita di un debito non performante puo essere detratta dal bilancio solo dopo lo stato di dichiarazione di fallimento con i tempi della giustizia molto lunghi, che vi sono alcune eccezioni a riguardo ma tali da non rendere il sistema di deduzione particolarmente competitivo. Il problema è che rendere maggiormente deducibili i NPL per fare in modo che le banche tendano a toglierli dal bilancio in fretta comporterebbe da un punto di vista fiscale la rinuncia da parte dello stato a circa 3 miliardi di euro, cosa molto difficile di questi tempi sebbene una maggiore accelerazione del processo potrebbe in parte compensare le mancate entrate. In ogni caso anche simulazioni di scenari negativi mostrano che da un punto di vista di capitale il sistema nel suo complesso e' solido e le necessarie ricapitalizzazioni anche in caso di deterioramento macro potrebbero essere gestibili. (questi scenari devono però essere presi con le molle).
Tra parentesi Unicredit si sta sottoponendo al piano di recovery e risoluzione di eventuale crisi (essendo considerata una SIFI, cioè una banca di rilevanza sistemica ma ci sono da parte del controllore (Banca D'Italia) ad ottenere le informazioni necessarie da alcune controllate estere del gruppo (vedi Polonia).
Per quanto riguarda il debito privato la sua struttura come dicevamo prima è più sostenibile e la percentuale di credito a soggetti considerati rischiosi (cioè con un servizio del debito superiore al 30% del reddito) è modesto.
L'unico vero scenario negativo per i privati potrebbe essere un peggioramento significativo del mercato immobiliare con un crollo dei prezzo del 20% e oltre.
Per le imprese la situazione è peggiore; c'è circa il 31% delle imprese che hanno spese per interessi superiori al 50% degli utili operativi.
Per l'FMI il vero problema dell'Italia nella fase attuale oltre al solito ritornello delle riforme (alcune però a mio modo di vedere veramente sacrosante e necessarie, vedi il doing business della banca mondiale) parla della contrazione e del costo del credito che è nettamente il superiore dell'area euro come evidenziato in quanto scritto prima. Secondo i modelli econometrici usati (di cui dubito sempre ma che vanno letti) una contrazione del credito dell 1,2% comporta un calo dell'economia del 0,68%.
Nell'ultimo anno la contrazione del credito è stata di oltre il 3%...
Il report si aspetta un recupero ma modesto e che continuerà modesto (salvo riforme strutturali) anche nel prossimo quinquennio a causa dei problemi sopracitati a cui si aggiunge una bassa produttività, un costo del lavoro elevato, un sistema produttivo con troppi lacci, un sistema giudiziario farraginoso, imprese con una bassa percentuale di capitalizzazione e con pochi investimenti, elevata corruzione ed una valuta troppo forte per l'economia del paese.
Nonostante il controllo dei costi il deficit per il prossimo anno dovrebbe ancora salire a causa del pagamento dei debiti della PA (pesa oltre il 2%) ed a causa dei pagamenti per l'ESM (circa il 3%)