Bankitalia "Noi nulla da temere!!

marofib

Forumer storico
n'altra testa per la ghigliottina



"La Banca d'Italia non ha nulla da temere - è la linea comune emersa dopo continue consultazioni tra il governatore Ignazio Visco, il direttore generale Salvatore Rossi, e i due vicedirettori Fabio Panetta e Federico Signorini - la coscienza è a posto e la vigilanza per quello che ci risulta ha fatto il suo dovere. Il sistema bancario italiano è più che solido, migliore di quello di altri paesi".
 
n'altra testa per la ghigliottina



"La Banca d'Italia non ha nulla da temere - è la linea comune emersa dopo continue consultazioni tra il governatore Ignazio Visco, il direttore generale Salvatore Rossi, e i due vicedirettori Fabio Panetta e Federico Signorini - la coscienza è a posto e la vigilanza per quello che ci risulta ha fatto il suo dovere. Il sistema bancario italiano è più che solido, migliore di quello di altri paesi".

A me pare di ricordare che
con l'introduzione del Bailin in Italia
ci dissero pure che non sarebbe mai stato applicato perchè le ns banche erano sicure e che era solo un pro-forma per accontentare l'EU


Mò VEDIAMO! sono dei veri affabulatori
 
c'è poi da sottolineare che
Banca d'Italia avrebbe dovuto informare in modo
trasparente e
COMPRENSIBILE A TUTTI
in modo SEMPLICE
che le banche erano sull'orlo del fallimento e, dato che le regole erano cambiate dopo la sottoscrizione delle obligazioni, risparmiatori potevano entro un lasso di tempo accettabile [e non di solo 2 giorni che un pensionato proprio nun c'arriva], richiedere la restituzione del capitale prestato con gli interessi dovuti.


Infatti prima della Legge sul Bail In, la normativa applicata era completamente diversa e molto ma molto meno rischiosa; in caso di difficoltà il prestito obligazionario subordinato non incassava i dividendi ma non partecipava al fallimento bancario che non era neppure previsto dalla legge bancaria italiana.
 
Bankitalia "Noi nulla da temere!!

gia' fossero loro a temere qualche cosa ..
 

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c'è poi da sottolineare che
Banca d'Italia avrebbe dovuto informare in modo
trasparente e
COMPRENSIBILE A TUTTI
in modo SEMPLICE
che le banche erano sull'orlo del fallimento e, dato che le regole erano cambiate dopo la sottoscrizione delle obligazioni, risparmiatori potevano entro un lasso di tempo accettabile [e non di solo 2 giorni che un pensionato proprio nun c'arriva], richiedere la restituzione del capitale prestato con gli interessi dovuti.


Infatti prima della Legge sul Bail In, la normativa applicata era completamente diversa e molto ma molto meno rischiosa; in caso di difficoltà il prestito obligazionario subordinato non incassava i dividendi ma non partecipava al fallimento bancario che non era neppure previsto dalla legge bancaria italiana.

vedi che non si fanno problemi ad applicare le leggi retroattivamente quando c'e' da colpire la povera gente....quando colpisce loro ci fanno un mazzo tanto ...vedi severino eccc
 
dice bene uno, e' da rivoluzione armata

.......infatti la porcat.a immane e inaccettabile è mettere in condizione la banca di trattenersi i soldi depositati sui c.c che nulla hanno a che vedere con investimenti a rischio, dossier titoli, azioni, bonds, ecc...

E' LIQUIDITA' depositata in custodia che le banche hanno iniziato anni addietro ad utilizzare per chezzi loro remunerando con interessi il legittimo proprietario... che si possa anche solo immaginare di ESPROPRIARE i soldi è da rivoluzione armata
 
chi è il colpevole?

è della Commissione Europea che ha imposto regole inique

no

è di bankitalia che non ha vigilato ed informato

no

è di Consob che non ha vietatola vendita ai piccoli pensionati delle obligazioni subordinate


Insomma è il solito teatrino di scaricare le responsabilità











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Risparmi azzerati, fiducia su banche ai minimi. E l’Ue apre ad arbitrato risparmiatori

11 dicembre 2015, di Laura Naka Antonelli
ROMA (WSI) – Alla fine di una giornata convulsa che ha messo in evidenza, anche a Piazza Affari, la crescente sfiducia nei confronti del sistema bancario italiano, arriva la dichiarazione di un portavoce della Commissione europea che, riguardo all’opzione di ricorrere a un arbitrato Consob sulle obbligazioni delle quattro banche salvate, afferma:
“Sosteniamo le intenzioni del governo italiano di consentire ai risparmiatori di esigere compensazioni dalle banche per possibili vendite ingannevoli (misselling) di obbligazioni”.
Bruxelles sembra dunque mostrare il proprio sostegno all’Italia, e dà il suo permesso all’idea del governo Renzi.
Certo, per i risparmiatori italiani che hanno perso migliaia di euro con il decreto salva banche, vietato nel governo Renzi parlare di risarcimento. Si può parlare di misura umanitaria, come ha fatto qualche giorno fa il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan – d’altronde, dice lui, sono i risparmiatori che hanno fatto scelte sbagliate – o si può pensare a un “ristoro”, come ha detto nelle ultime ore il premier italiano Matteo Renzi. Ma guai a proferire la parola risarcimento o indennizzo.
Improvvisa attenzione all’utilizzo dei termini da parte dell’esecutivo, stretto tra l’incudine e il martello, con la Ue che attacca le banche italiane e una moltitudine di italiani che chiede che i danni subiti vengano risarciti.
Dopo la notizia del suicidio di un pensionato di Civitavecchia, che ha visto azzerati i risparmi di una vita del valore di 110.000 euro, il governo Renzi barcolla.
La parola “ristoro” ha tutte le caratteristiche per far apparire qualunque aiuto un semplice contentino, e comunque si applicherebbe solo al caso dei possessori di obbligazioni subordinate dei quattro istituti CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria. Nessun riferimento a eventuali ‘ristori’ per i possessori di azioni, anch’essi travolti dalle conseguenze del decreto; un decreto che rischia di pesare molto sulla popolarità di Renzi e sul futuro del Pd intero. Per ora il premier si limita a dire, parlando all’Accademia dei Lincei, che:
“La riforma del sistema del credito è quanto mai urgente, come abbiamo visto non solo nelle ultime ore ma nell’ultimo anno con la riforma delle popolari”.
Tutto questo, mentre la credibilità di Bankitalia rischia di fare crac come le banche (risorte). In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Salvatore Rossi, direttore generaledi Bankitalia, cerca di arginare i danni:
“Prodotti inadatti e figli della cultura finanziaria anglosassone sono quelli che hanno dato luogo nel 2007 alla più grande crisi dal ’29 a oggi. La verità è che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in tempi non sospetti ha chiesto di arrivare a vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli in modo che solo investitori istituzionali potessero acquistarli e non i semplici risparmiatori”.
E ancora:
Non possiamo vietare di vendere questo o quel prodotto. Non abbiamo poteri così ampi. E ricordo che a vigilare sulla sollecitazione al risparmio è preposta un’altra autorità”.
Dunque, sull’atteggiamento dell’Europa, che sembra aver puntato un dito contro Bankitalia e il sistema Italia, Rossi afferma:
“Vorrei evitare di entrare nel solito gioco Italia contro l’Europa, è innegabile però che ci sia stata una diversità di vedute tra autorità italiane, il governo in primis ma anche noi, e Bruxelles, o meglio la Direzione generale alla concorrenza. E’ quest’ultima che ci ha di fatto spinto a seguire la strada oggi criticata che ha portato al salvataggio di Banca Marche, Carife, CariChieti ed Etruria”.
Nelle ultime ore Renzi si è così espresso:
Il governo opera “con un principio chiaro: le regole sulle banche le ha fatte l’Europa, purtroppo non le scriviamo noi. E dentro quelle regole l’Italia ha fatto di tutto” per salvare” i soldi delle famiglie (…) Per gli obbligazionisti cerchiamo una soluzione nei limiti delle regole. Vedremo le modalità, vedremo se possibile”.
L’Ue ora sembra approvare l’idea dell’esecutivo, che ha considerato l’ipotesi di aiutare i risparmiatori sulla base del modello che la Spagna adottò nel 2012, creando tribunali arbitrari con esperti indipendenti che valutarono caso per caso i ricorsi degli obbligazionisti, dando loro ragione e riconoscendo i risarcimenti a chi non era stato formato adeguatamente, o lo era stato ma male, dei rischi legati alla sottoscrizione dei bond.
Mentre Ue e Italia si accusano l’un l’altra, in quello che appare uno degli spettacoli più grotteschi dell’Italia di questi ultimi anni, la moglie del pensionato suicida parla con i giornalisti e chiusa nel suo dolore dice.
“Andrò avanti? Se ce la farò si”.
Si tratta delle stesse parole che sono state scritte da suo marito nel messaggio che ha lasciato prima di impiccarsi.
Il Financial Times ripercorre la vicenda, e in un articolo ricorda che tutto è nato con il bail in, ovvero con il nuovo sistema di gestione dei fallimenti delle banche che in Italia entrerà in vigore l’anno prossimo e che stabilisce che, in caso di crac di un istituto di credito, non sia più lo Stato – dunque i contribuenti – a pagare per il salvataggio, ma rispondano in primis gli azionisti e i detentori di obbligazionisti subordinate e, se non basta, i correntisti con somme depositate superiori a 100.000 euro.
L’FT riporta anche quanto detto da una funzionario del governo Renzi:
“Vogliamo identificare e aiutare quegli investitori che sono deboli sotto il punto di vista del reddito e del patrimonio, e che versano in una situazione di estrema difficoltà a causa della perdita (risparmi azzerati). Non vogliamo far morire di fame la gente”,.
Parla al quotidiano britannico Nilas Véron, funzionario senior presso Bruegel, think tank di politica economica con sede a Bruxelles:
“Utilizzare il termine ‘umanitario’ (come ha fatto Padoan) facendo riferimento agli aiuti ai risparmiatori, è qualcosa che non si mai visto. Invia un messaggio di disimpegno a giocare seguendo le nuove regole. Rende il dibattito sullo schema comune europeo di garanzia sui depositi (che incontra la resistenza della Germania), ancora più difficile da gestire ed è qualcosa che di certo non è nei migliori interessi dell’Italia”.
Tornando alle vittime, parla all’FT Letizia Giorgianni, che ha perso 100.000 euro per un bond di Banca Etruria acquistato nel 2007 e che è portavoce ell’associazione “Vittime del salva banche” . Giorgianni afferma che se non si interverrà i danni saranno maggiori.
“Pensate all’impatto psicologico. Che grado di fiducia potranno avere i cittadini verso le banche dopo quello che è successo? Quali risparmi potranno essere considerati sicuri? Si tratta di un interrogativo di ampia portata..che va anche al di là dei casi individuali dei pensionati che hanno perso tutto”.
Tutto quanto è nato con il salvataggio delle quattro banche a rischio crac con decreto del consiglio di ministri, che ha decretato la nascita di quattro nuove banche: nei quattro casi è avvenuta la separazione tra la parte positiva degli istituti e quella dei crediti in sofferenza e deteriorati, che sono stati convogliati in una sola bad bank. A ricostituire il capitale delle quattro banche è stato il Fondo di risoluzione – gestito da Bankitalia – con la maggior parte dei finanziamenti arrivata dalle più importanti banche italiane: Unicredit, Ubi Banca e Intesa SanPaolo. In questo modo, è stato evitato che a pagare fossero i correntisti e i contribuenti. Valore del salvataggio: 3,6 miliardi di euro.
Tuttavia, visto che l’operazione è avvenuta in base ad alcuni principi Ue sulla risoluzione degli istituti – in base a una comunicazione della Commissione europea del 2013, che entrerà ufficialmente il 1° gennaio del 2016 – sono stati chiamati a contribuire ai costi prima gli azionisti e poi gli obbligazionisti non privilegiati.
Risultato: azzerati bond subordinati per circa 770 milioni di euro, di cui 340 milioni in capo a circa 10mila piccoli risparmiatori, il resto agli investitori istituzionali, tra i quali spiccano anche le Fondazioni bancarie dei territori di riferimento delle quattro banche.
Azzerati ancora prima il valore delle azioni; in questo caso hanno perso l’investimento 105.000 azionisti, tra cui di nuovo, oltre alle suddette Fondazioni, molti piccoli risparmiatori.
Nel caso dei bond subordinati, il sospetto – o certezza – che tra l’altro i rendimenti non remunerassero neanche il rischio. Basti pensare che tra i bond subordinati emessi da Banca Etruria nel 2013, che ora non valgono più nulla, il prezzo di emissione era di 100, alla pari, con un cedola annua lorda del 3,50%, dunque con un rendimento a scadenza di poco superiore al 3,50%. Un rendimento davvero esiguo considerato il rischio e il costo de capitale prevalente che, nel caso di Banca Etruria, era sicuramente almeno del 10%.
E a proposito di Banca Etruria, la polemica colpisce anche il ministro Maria Elena Boschi, che difende sia l’esecutivo che il padre, alla presentazione del libro di Bruno Vespa, affermando che il governo non fa “favoritismi” sulle banche.
“Non facciamo favoritismi, mio padre è stato vicepresidente (di Banca Etruria, ndr) per 8 mesi, fino a quando il governo ha commissariato la banca. E’ una persona perbene, sento disagio perché è finito sulle cronache non per quello che fa ma perché è mio padre”.
Renzi imperterrito continua a difendere il decreto, e nelle ultime ore ha affermato che i responsabili sono da un lato la Ue, che “ha scritto le norme attuali” sul salvataggio delle banche che non lasciano la possibilità di salvare azionisti e obbligazionisti subordinati delle banche fallite. E poi i governi italiani che negli anni scorsi, quando le regole Ue ancora lo consentivano, non ritennero di procedere come altri governi europei, a partire da quello della Germania, che salvò gli istituti federali “con 270 miliardi di euro”.
 
non aver pagato questi investitori e' un errore grave come quello di aver fatto fallire LB

voglio vedere ora le banche come si finanzieranno con la sfiducia che si e' creata
per risparmiare 800 milioni ne pagheranno assai di +......la stessa ripresa economica e' in pericolo se i soldi si fermeranno nei materassi
 
Perché Vi Hanno Raccontato che “Le Banche Italiane sono le Più Sicure del Mondo”







Vorrei fare un minimo di chiarezza su una delle tante menzogne che circolano in rete e sui giornali mainstream in questi giorni.
Il così detto “salvataggio” del quattro banchette piddine del centro Italia ha scoperchiato il vaso di pandora, ovvero il fatto che il sistema bancario italiano è fragilissimo, sotto capitalizzato e pieno di crediti inesigibili che spesso sono il frutto di gestioni politicizzate delle banche (attraverso le “mitiche” fondazioni o il voto capitario delle popolari per esempio).
Una delle menzogne che mi fa uscire letteralmente dai gangheri sulla questione riguarda la lamentela pelosa italica riguardo al fatto che “gli altri paesi” (tipo la malvagyiaaaaa Germania) hanno potuto ricapitalizzare le loro banche con soldi pubblici e noi no.
Alcune considerazioni:
Quindi devo supporre che ricapitalizzare con soldi pubblici le banche sia un bene.
“Gli altri paesi”, forse, non avevano il problema di stock di debito dell’Italia e si sono potuti permettere di aumentare di decine di punti il rapporto debito/Pil per salvare le loro banche, e in ogni caso lo hanno fatto scegliendo di ipotecare il futuro dei figli per salvare i loro banchieri.
Mentre “gli altri paesi” (tipo la malvagyaaaa Germania) salvavano le LORO banche con i LORO soldi pubblici, in itaGlia le autorità di controllo a partire da Banca d’Italia ci raccontavano che il sistema bancario italiano era (è il caso di usare il passato) il “più solido del mondo anzi dell’Universo” e che anzi, non dovere salvare le banche è un vanto italiano di fronte ai malvagi tedeschi.
Dunque ora che non si può più fare, per comune decisione politica, ratificata dall’Italia e nello specifico da questo e dai precedenti governi…


MA CHE ***** VOGLIAMO?

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Ma se vi chiedeste il perchè in Italia non sia mai stata fatta una vera operazione verità e di sistema sul livello di crediti inesigibili e delle conseguenze sul capitale delle banche italiane.


Allora dovete chiedervi chi ha comandato nelle banche italiane e chi vuole ancora comandare nelle banche italiane nonostante una serie di palesi fallimenti che mettono a rischio l’intera economia italiana.


Il problema è sempre lo stesso: difendere lo status quo ovvero mantenere le consorterie politiche e bancarie che decidono a chi fare e a chi NON fare credito.
E i risultati si sono visti.


E attenzione, anche nel caso del “salvataggio” delle 4 merdose banchette piddine del centro italia, il metodo utilizzato ha operato chirugicamente per espropriare il popolino in possesso delle obbligazioni subordinate senza un corrispettivo in azioni delle Nuove Banchette (merdose) Piddine Salvate.



E operando un salvataggio di:​
Obbligazionisti ordinari (chi ha queste obbligazioni? vogliamo fare un controllino)
Il potere politico di decisione all’interno delle 4 banche. Fate caso che nessuna azione è andata agli unici soggetti che hanno davvero pagato per il dissesto, le 130.000 famiglie con in mano le obbligazioni subordinate. (e piantiamola di insultarle dicendo che si sono prese il 7% o l’8% sono PALLE, pochissimi bond avevano quel rendimento)
Tanto vi dovevo.
Ah ma tranquilli, i vostri soldi sono “nel sistema bancario” più sicuro dell’Universo, che su a Berlino strabuzzano gli occhi per l’invidia, lo dicevano anche agli obbligazionisti delle 4 merdose banchette piddine del centro italia, fino al giorno prima del fallimento.
 

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