Battere moneta

alias333

Forumer attivo
Mi piacerebbe sapere da qualche esperto cosa succede quando, inevitabilmente, vista l'inflazione, per quanto bassa comunque costante, e quindi non si può supporre che la massa monetaria di uno stato sia costante nell'arco di una decina d'anni, uno stato, anche per necessità pratica, batte moneta.
Visto che la moneta non è più, nemmeno lontanamente, legata all'oro nè ad altri beni, l'utile se lo mette in sacoccia senza fare tanto clamore lo stato?
E sotto che voce? Utile della banca nazionale forse?
Ed in Europa cosa succede? Diventa una specie di tassa federale oppure viene in qualche modo ripartito tra gli stati membri?
Grazie a chi vorrà rispondermi.
 
Ciao Aliaa333, questo argomento è già stato discusso nel post, Lettera di una cittadina italiana al Presidente Ciampi.
Lo stato conia solamente le monete metalliche e su questo ha un utile chiamato signoraggio ma è una cosa molto modesta. Infatti per coniare una moneta di un centesimo lo stato ne spende tre. Bisogna poi sottolineare che lo stato non può coniare quante monete gli aggrada, in quanto il limite glielo fissa la BCE.
Le Banconote vengono stampate e poi emesse dalla Bce. A garanzie di queste monete non c'è nulla, ma secondo me non è giusta questa affermazione, in quanto a garanzia della moneta emessa ci sono i beni e servizi prodotti dalla comunità europea. Infatti per ammissione della Banca d'Italia le banconote nel momento in cui vengono stampate hanno il solo valore di costo dovuto alla loro fabbricazione. Il valore nominale viene incorporato solamente nel momento della loro circolazione.
E qui nasce il primo grande interrogativo, di chi è la proprietà della moneta al momento della sua emissione?. Su questo argomento c'è un vuoto legislativo, da un punto di vista teorico la moneta dovrebbe appartenere al popolo sovrano, in quanto la stessa acquista valore in base alla ricchezza prodotta e scambiata da una comunità. Se non ci sono beni e servizi da scambiare la moneta non ha nessun valore.
Al lato pratico la propietà della moneta al momento dell'emissione è della banca centrale. Infatti lo stato per acquisire la moneta emessa dalla banca centrale deve emettere titoli di stato garantiti dalla tassazione dei cittadini. In sostanza con la mano destra la banca centrale fornisce il denaro di nuova emissione allo stato e da questi riceve i titoli di stato, che non sono altro che dei pagherò garantiti dalle tasse dei cittadini.

I proprietari della Bce sono le Banche centrali che nella maggior parte dei casi sono delle banche private. La nostra Banca d'Italia è un Istituto di diritto Pubblico, ma i proprietari sono dei privati cittadini:
Chi sono i soci della Banca d'Italia?


Gruppo Intesa (27,2%),
Gruppo San Paolo (17,23%),
Gruppo Capitalia (11,15%),
Gruppo Unicredito (10,97%),
Assicurazioni Generali (6,33%),
INPS (5%),
Banca Carige (3,96%),
BNL (2,83%),
Monte dei Paschi di Siena (2,50%),
Gruppo La Fondiaria (2%),
Gruppo Premafin (2%),
Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%),
RAS (1,33%)...

In soldoni spiccioli quando la Bce stampa nuova moneta il suo guadagno è il seguente:
Valore nominale - il costo di fabbricazione. Questo utile va nelle tasche di una casta di privati cittadini.
Bisogna poi aggiungere che su questo utile non pagano nemmeno le tasse, in quanto nel bilancio della banca centrale, la quantità di moneta emessa va ascritta nella voce PASSIVO, mentre i titoli di stato che riceve per l'emissione del denaro vengono ascritti alla voce ATTIVO.
Ufficialmente l'utile della Banca centrale:
Titoli di stato in cui è incorporato il tasso di sconto - denaro emesso- costo di fabbricazione.
Non voglio dilungarmi sulle implicazioni di questo meccanismo, ognuno ne tragga le logiche conseguenze.
Spero di essere stato esauriente.
 
Caro Nonsoniente, ti ringrazio della risposta, ma permettimi di avere qualche perplessità su quanto dici.
Se può essere vero che la moneta metallica costa più del suo valore di scambio, la moneta cartacea certamente no, specialmente per i grossi tagli.
Pensare che le banche proprietarie della Banca d'Italia, possano accappararsi l'utile derivante da questo privilegio mi è molto difficile.
Considera che quando in Italia l'inflazione era a 2 cifre credo che grosso modo la massa monetaria possa essere raddoppiata nell'arco di 5 anni...
Quindi le banche sarebbero in 5 anni divenute proprietarie di metà del circolante!
Mah, avrai ragione, non sono un esperto, ma fatico a digerire una simile eventualità.
Comunque grazie e adesso mi vado a leggere l'altro post cui accennavi.
Ciao
 
Non solo, se così fosse le banche proprietarie di Banca d'Italia al momento della perdita di prerogativa della Banca d'Italia di stampare moneta avrebbero perso il 99% del loro valore!

Inoltre quando l'inflazione era a 2 cifre che dividendi avrebbe dovuto distribuire Banca Intesa?

Scusami ancora, ma secondo me manca qualche tassello, io credo che chi stampa moneta versi allo stato il corrispettivo detratte le spese.

Tanto varrebbe che pure le carte bollate le stampasse il S.Paolo trattenendosi l'utile!

Magari spulciando il bilancio del ministero del tesoro si potrebbe trovare il bandolo.

Ricordiamoci che lo stato è un pescecane affamato: pensa alle tasse sulla benzina, ai prezzi spuntati per la concessione della banda UMTS, alla vendita delle spiagge, ai condoni ricorrenti, ai giochi d'azzardo monopoli di stato, alle privatizzazioni che pure comportano perdite di posti clientelari, ai bilanci sempre in rosso, ai ricchi che si decurtano le tasse i quali se lo stato fosse più ricco se le potrebbero decurtare di più.
Uno stato che si appropria di tutto, dalla licenza di costruire a pagamento, o di pescare o cacciare, all'aria, al sottosuolo, alla vita delle persone... RINUNCEREBBE AL PIU' GRANDE BUSINESS CHE HA IN MANO?
Sarebbe incoerente che uno stato facesse una regalia simile ai privati!

Poi alla fine non so... ci sono tante cose che a prima vista sembrano inverosimili.
 
Alias333 riporto quello che dice la Bce in merito alla questione, postato da Meres nell'altro post che parla di questo argomento.

Ecco infatti la composizione della BCE:

• Banque Nationale de Belgique (2,83%)
• Danmarks Nationalbank (1,72%)
• Deutsche Bundesbank (23,40%)
• Bank of Greece (2,16%)
• Banco de Espana (8,78%)
• Banque de France (16,52%)
• Central Bank and Financial Services Authority of Ireland (1,03%)
• Banca d'Italia (14,57%)
• Banque centrale du Luxembourg (0,17%)
• De Nederlandsche Bank (4,43%)
• Oesterreichische Nationalbank (2,30%)
• Banco de Portugal (2,01%)
• Suomen Pankki (1,43%)
• Sveriges Riksbank (2,66%)
• Bank of England (15,98%)


Dunque anche la Banca d’Inghilterra, quella di Svezia e di Danimarca, con le quali non abbiamo evidentemente nulla a che fare, ci sfilano soldi dalle nostre tasche… chi lo sapeva ?


Qualche conferma a quanto sopra detto da fonte ufficiale della stessa BCE, tanto per non venir fraintesi ed eliminare ogni dubbio al riguardo.

Dal protocollo dello statuto:


Articolo 16

Banconote

Conformemente all'articolo 106, paragrafo 1, del trattato, il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di
banconote all'interno della Comunità. La BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse
dalla BCE e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.
La BCE rispetta per quanto possibile la prassi esistente in materia di emissione e di progettazione di banconote.

Articolo 33

Ripartizione dei profitti e delle perdite netti della BCE

33.1. Il profitto netto della BCE deve essere trasferito nell'ordine seguente:

a) un importo stabilito dal Consiglio direttivo, che non può superare il 20% del profitto netto, viene trasferito al fondo di riserva
generale entro un limite pari al 100% del capitale;
b) il rimanente profitto netto viene distribuito ai detentori di quote della BCE in proporzione alle quote sottoscritte.

Decisione relativa alla distribuzione del reddito monetario a decorrere dall'esercizio finanziario 2002

L'esercizio delle funzioni di politica monetaria genera un reddito monetario denominato "reddito da signoraggio". Conformemente allo Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, tale reddito, generato nell'area dell'euro, viene accentrato e ripartito tra le BCN in proporzione alle quote versate di capitale della BCE

(Fonte: Sito Ufficiale BCE - http://www.ecb.int/press/pr/date/2001/html/pr011206_1.it.html)

Alias anch'io stento a crederci, ma se i soldi del signoraggio fossero finiti nelle tasche del tesoro, probabilmente non avremmo questo debito pubblico.
Ciao.
 
Nonsoniente ha scritto:
Alias333 riporto quello che dice la Bce in merito alla questione, postato da Meres nell'altro post che parla di questo argomento.

Ecco infatti la composizione della BCE:

• Banque Nationale de Belgique (2,83%)
• Danmarks Nationalbank (1,72%)
• Deutsche Bundesbank (23,40%)
• Bank of Greece (2,16%)
• Banco de Espana (8,78%)
• Banque de France (16,52%)
• Central Bank and Financial Services Authority of Ireland (1,03%)
• Banca d'Italia (14,57%)
• Banque centrale du Luxembourg (0,17%)
• De Nederlandsche Bank (4,43%)
• Oesterreichische Nationalbank (2,30%)
• Banco de Portugal (2,01%)
• Suomen Pankki (1,43%)
• Sveriges Riksbank (2,66%)
• Bank of England (15,98%)


Dunque anche la Banca d’Inghilterra, quella di Svezia e di Danimarca, con le quali non abbiamo evidentemente nulla a che fare, ci sfilano soldi dalle nostre tasche… chi lo sapeva ?


Qualche conferma a quanto sopra detto da fonte ufficiale della stessa BCE, tanto per non venir fraintesi ed eliminare ogni dubbio al riguardo.

Dal protocollo dello statuto:


Articolo 16

Banconote

Conformemente all'articolo 106, paragrafo 1, del trattato, il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di
banconote all'interno della Comunità. La BCE e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse
dalla BCE e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità.
La BCE rispetta per quanto possibile la prassi esistente in materia di emissione e di progettazione di banconote.

Articolo 33

Ripartizione dei profitti e delle perdite netti della BCE

33.1. Il profitto netto della BCE deve essere trasferito nell'ordine seguente:

a) un importo stabilito dal Consiglio direttivo, che non può superare il 20% del profitto netto, viene trasferito al fondo di riserva
generale entro un limite pari al 100% del capitale;
b) il rimanente profitto netto viene distribuito ai detentori di quote della BCE in proporzione alle quote sottoscritte.

Decisione relativa alla distribuzione del reddito monetario a decorrere dall'esercizio finanziario 2002

L'esercizio delle funzioni di politica monetaria genera un reddito monetario denominato "reddito da signoraggio". Conformemente allo Statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, tale reddito, generato nell'area dell'euro, viene accentrato e ripartito tra le BCN in proporzione alle quote versate di capitale della BCE

(Fonte: Sito Ufficiale BCE - http://www.ecb.int/press/pr/date/2001/html/pr011206_1.it.html)

Alias anch'io stento a crederci, ma se i soldi del signoraggio fossero finiti nelle tasche del tesoro, probabilmente non avremmo questo debito pubblico.
Ciao.


Complimenti per la tua...........chiarezza !!!!!!!!!!!!!!!

Con stima e simpatia un cordiale saluto

SINIBALDO
 
Nonsoniente ha scritto:
Alias anch'io stento a crederci, ma se i soldi del signoraggio fossero finiti nelle tasche del tesoro, probabilmente non avremmo questo debito pubblico.
Ciao.

Nonsoniente apprezzo la tua modestia e le tue conoscenze, ma mi permetto ancora una volta di osservare che se come dici "i soldi del signoraggio fossero finiti nelle tasche del tesoro, probabilmente non avremmo questo debito pubblico" allora di quale spropositata ricchezza dovrebbe essere proprietaria banca intesa la quale possiede oltre 1/4 di Banca d'Italia?

Non dimentichiamo che lo stato è una voragine senza fondo: per lo stesso motivo si potrebbe dire: se lo stato si prende oltre i 2/3 di quanto spendiamo al distributore come può essere in passivo?
Se lo stato impone una tassa che si aggira sul 20% (l'IVA) di tutte le transazioni o quasi, come può essere in passivo?

Se si fanno le marce del tax-day che cadono nel mese di giugno a significare che fino a quel momento si è lavorato per lo stato come può questo essere in passivo?

I proventi del signoraggio, secondo me dovrebbero corrirpondere all'inflazione o più probabilmente all'incremento del PIL, quindi sono si molto rilevanti, ma non paragonabili certamente al gettito fiscale totale.

Altra osservazione: da nessuna parte ho potuto leggere che la Banca centrale stampa moneta a propria discrezione senza pagare un corrispettivo allo stato cui appartiene, anche se non ho nemmeno letto il contrario.

Ultima osservazione: guardando i bilanci delle banche proprietarie di Banca d'Italia si dovrebbe leggere in qualche modo "proventi da signoraggio" almeno in maniera più o meno mascherata.

Scusa se ho insistito pur non essendo a conoscenza dell'argomento, ma non ho ancora trovato motivi determianti per convincermi di quanto leggo in questo forum.

Ciao
 
Che ti devo dire Alias, prova sottoporre i tuoi dubbi a qualche economista oppure a qualche politico, oppure puoi chiedere a qualche giornalista di approfondire l'argomento.
Io ho chiesto al conduttore di Ballerò se poteve tenere una trasmissione su questi temi, mi ha risposto che la Banca d'italia è pubbica e quindi per lui l'argomento finiva li.
Ciao.
 
Il fatto che una quota di utile venga destinata a riserva non è affatto anomala, anzi. Denota una politica lungimirante, oltre che un obbligo civilistico : le riserve si accantonano proprio per far fronte ad esigenze straordinarie.

Diciamo che non è chiaro se l'entità di tale riserva sia proporzionata (20%), ma per stabilirlo bisognerebbe studiare attentamente il bilancio europeo e non è cosa che un esperto potrebbe fare in due secondi, e che deve essere ben chiara la destinazione di tale riserva (ad esempio, per fronteggiare l'eventualità di un crack nazionale?).
 

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