FORTEBRACCIO
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[center:dca2b22a0d]Berlusconi cerca voti di preti e carabinieri[/center:dca2b22a0d]
Continua la campagna elettorale e Silvio Berlusconi prosegue nei suoi monologhi elettorali per conquistare la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere.
Un ruolo di spicco in questa disputa elettorale la giocano sicuramente gli indecisi che rappresentano ancora una buona fetta dell’elettorato ad un mese dall’apertura delle urne.
Proprio a questi agnostici vuole ora rivolgersi più intensamente il Cavaliere; è quasi una minaccia: “Cercheremo di convincere gli indecisi con una grande campagna elettorale”.
E auspica che i candidati del Popolo della libertà svolgano una campagna a tappeto sul territorio, arrivando quasi a suonare i campanelli di tutte le abitazioni.
Rivolgendosi ai suoi emuli arriva infatti ad affermare: “Usate i camper, andate porta a porta, cercate il contatto diretto con la gente, ci vuole una campagna elettorale molto popolare e uno sforzo per far conoscere il simbolo”.
Per portare avanti al meglio questa campagna elettorale in stile 1948 l’ex presidente del Consiglio, durante la riunione con i candidati, ha invitato tutti coloro che aspirano all’elezione ad andare nei piccoli centri e a parlare con il prete, con il farmacista e con il carabiniere, dimenticando incredibilmente la gran parte della società civile che non fa parte di queste tre categorie.
Dopo aver catechizzato i suoi allievi sul da farsi per conquistare sempre più voti, l’uomo di Arcore ha poi iniziato i suoi quotidiani attacchi contro la sinistra.
“Il Partito democratico - ha ricordato -prima ha detto che andava solo e poi si è unito con i radicali, pagandoli bene in termini di seggi, e pure con Di Pietro.
Un’altra bugia è quella che dicono di andare da soli, mentre alle amministrative si presentano ancora insieme alla sinistra antagonista.
E poi affermano di essere il nuovo, mentre nelle loro liste ci sono tutti i ministri del governo Prodi”.
Esaminando poi il modo in cui il Pd sta conducendo la campagna elettorale ed anche alla luce del recentissimo passato, il fondatore di Forza Italia è poi tornato ad ostentare il suo constante ottimismo in merito all’esito delle prossime elezioni confidando che “gli italiani sono in grado di capire chi fa promesse e non le mantiene è qualcuno che non può andare al governo del Paese”;
in merito poi alla strana e preoccupante somiglia tra i programmi dei due maggiori partiti, l’aspirante capo del governo ha preferito minimizzare asserendo che la differenza la fa chi propone il programma perché “il Pd lo usa come uno specchietto per le allodole, mentre noi lo rispettiamo”.
Tanto per restare in tema di similitudini Berlusconi ha subito dopo fatto sua la proposta lanciata da Veltroni di avere un ministro del nord-est.
Berlusconi è un uomo che non viene dalla politica, anche se ormai frequenta il Palazzo da quasi tre lustri.
Sotto alcuni punti di vista ha innovato la comunicazione elettorale ma sotto altri aspetti c’è stato un preoccupante ritorno al passato; ora ad esempio propone di ripartire dal basso coinvolgendo preti e carabinieri nemmeno fosse l’avvelenata campagna elettorale del 1948.
Fabrizio Di Ernesto
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[center:dca2b22a0d]Berlusconi cerca voti di preti e carabinieri[/center:dca2b22a0d]
Continua la campagna elettorale e Silvio Berlusconi prosegue nei suoi monologhi elettorali per conquistare la maggioranza assoluta dei seggi in entrambe le Camere.
Un ruolo di spicco in questa disputa elettorale la giocano sicuramente gli indecisi che rappresentano ancora una buona fetta dell’elettorato ad un mese dall’apertura delle urne.
Proprio a questi agnostici vuole ora rivolgersi più intensamente il Cavaliere; è quasi una minaccia: “Cercheremo di convincere gli indecisi con una grande campagna elettorale”.
E auspica che i candidati del Popolo della libertà svolgano una campagna a tappeto sul territorio, arrivando quasi a suonare i campanelli di tutte le abitazioni.
Rivolgendosi ai suoi emuli arriva infatti ad affermare: “Usate i camper, andate porta a porta, cercate il contatto diretto con la gente, ci vuole una campagna elettorale molto popolare e uno sforzo per far conoscere il simbolo”.
Per portare avanti al meglio questa campagna elettorale in stile 1948 l’ex presidente del Consiglio, durante la riunione con i candidati, ha invitato tutti coloro che aspirano all’elezione ad andare nei piccoli centri e a parlare con il prete, con il farmacista e con il carabiniere, dimenticando incredibilmente la gran parte della società civile che non fa parte di queste tre categorie.
Dopo aver catechizzato i suoi allievi sul da farsi per conquistare sempre più voti, l’uomo di Arcore ha poi iniziato i suoi quotidiani attacchi contro la sinistra.
“Il Partito democratico - ha ricordato -prima ha detto che andava solo e poi si è unito con i radicali, pagandoli bene in termini di seggi, e pure con Di Pietro.
Un’altra bugia è quella che dicono di andare da soli, mentre alle amministrative si presentano ancora insieme alla sinistra antagonista.
E poi affermano di essere il nuovo, mentre nelle loro liste ci sono tutti i ministri del governo Prodi”.
Esaminando poi il modo in cui il Pd sta conducendo la campagna elettorale ed anche alla luce del recentissimo passato, il fondatore di Forza Italia è poi tornato ad ostentare il suo constante ottimismo in merito all’esito delle prossime elezioni confidando che “gli italiani sono in grado di capire chi fa promesse e non le mantiene è qualcuno che non può andare al governo del Paese”;
in merito poi alla strana e preoccupante somiglia tra i programmi dei due maggiori partiti, l’aspirante capo del governo ha preferito minimizzare asserendo che la differenza la fa chi propone il programma perché “il Pd lo usa come uno specchietto per le allodole, mentre noi lo rispettiamo”.
Tanto per restare in tema di similitudini Berlusconi ha subito dopo fatto sua la proposta lanciata da Veltroni di avere un ministro del nord-est.
Berlusconi è un uomo che non viene dalla politica, anche se ormai frequenta il Palazzo da quasi tre lustri.
Sotto alcuni punti di vista ha innovato la comunicazione elettorale ma sotto altri aspetti c’è stato un preoccupante ritorno al passato; ora ad esempio propone di ripartire dal basso coinvolgendo preti e carabinieri nemmeno fosse l’avvelenata campagna elettorale del 1948.
Fabrizio Di Ernesto
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