(…) uno stormo di «intellettuali» si affatica a dimostrare che il potere, come diceva Rino Formica, è «sangue e fango». Non, beninteso, per bonificarlo. Ma per assolverlo sempre e comunque. (…)
Ogni qual volta esplode uno scandalo, ai cittadini onesti si allarga il cuore: non tutto è perduto, c'è ancora un giudice a Berlino, la legge può esser davvero uguale per tutti. È a questo punto che interviene il trio Ferrara-Ostellino-Battista: a seminare sfiducia e rassegnazione, a dire che sono tutti uguali, guardie e ladri, giudici e imputati, intercettatori e intercettati. E giù fango a carrettate per schizzare tutto e scoraggiare tutti. Se tutto è «sangue e fango», hanno torto i giudici e ragione gli imputati.
Infatti è sulle indagini che si concentrano lorsignori: ora troppo prudenti, ora troppo decise, ma sempre sbagliate. Lo scopo, non dichiarato e forse neppure da tutti pensato, è farla finita con le inchieste, almeno sugli «eccellenti», perché «a certi livelli» è tutto «sangue e fango»: è sempre stato e sempre sarà così. Perciò si sorvola sugli scandali che emergono dalle indagini. Perciò si parla dei giudici e mai dei reati. (…)
Ecco le conseguenze del "sono tutti uguali"