Odinow
Forumer storico
«La costruzione di un mondo artificiale da esportare su altri pianeti è un sogno che accomuna scienziati di tutti i paesi da almeno mezzo secolo.
All'inizio degli anni Ottanta l'idea di riprodurre un ecosistema sotto vetro penetrò nelle menti di un apiccola comunità New Age, battezzatasi Synergia. Fu così che nacque il progetto "Biosfera 2", un ecosistema artificiale che avrebbe dovuto simulare l'intera rete di relazioni biologiche della biosfera reale. [...]
Pensarono di non controllare dall'esterno il sistema, ma di inserire al suo interno la maggior quantità possibile di forme viventi appartenenti a tutti i regni naturali e di assistere ai loro progetti di autorganizzazione spontanea.
Dopo alcuni esperimenti favorevoli, Ed Bass pensò di fare in grande e finanziò la costruzione di una grande struttura di vetro, completamente isolata, che potesse ospitare un'equipe di otto ricercatori, cioè il team ideale di sopravvivenza in una base spaziale insediata su un pianeta ostile.
Nel 1991 la cupola luccicante di Biosfera 2 si ergeva per decine di metri sopra il deserto dell'Arizona, ricoprendo una superficie pari a quella di un campo di calcio. Al suo interno avevano trovato posto migliaia di specie viventi, esito di una lunga e accurata selezione.
Vi erano rappresentati in miniatura i più importanti habitat terrestri, dalla montagna alla prateria, dalla foresta al deserto, dalla macchia alla savana, dall apalude al sottobosco. c'erano un laghetto di acqua dolce, un ruscello, un mini-oceano di acqua salata, con spiaggia, barriera corallina, moto ondoso e marea, nonchè un appezzamento agricolo per il sostentamento degli otto abitanti. Furono simulate anche la pioggia, le tempeste e le turbolebze.
Secondo il programma, quel miscuglio fantasioso di habitat e di organismi viventi avrebbe dovuto riorganizzarsi formando una biosfera alternativa, con le sue instabilità, le sue proprietà emergenti, i suoi cicli di autoregolazione, le sue oscillazioni e le sue discontinuità.»
«La scommessa [di Biosfera 2] era quella di riuscire a innescare un processo coevolutivo capace di ricreare gli stessi anelli di retroazione e le stesse dinamiche ecosistemiche della biosfera reale.
La scelta delle specie da caricare sul'arca aveva già evidenziato le limitatissime conoscenze degli ecologi della fitta trama di relazioni ecologiche che intessono la biosfera e che connettono tutti gli organismi viventi.
Inoltre dentro la Biosfera 2 erano chiusi otto esseri umani desiderosi di uscire vivi da questa elettrizzante esperienza e le dinamiche della loro coevoluzione con quell'inedito ecosistema artificiale erano sulla carta ancora più oscure e imprevedibili.
L'evoluzione nella campana di vetro riservò alcune sorprese da brivido per i suoi abitanti umani. La loro mini produzione agricola subì diversi collassi, dovuti a fluttuazioni nelle popolazioni di insetti, obbligandoli a razionare il cibo per lunghi periodi.
Nonostante il costante lavoro di riequilibrio e manutenzione, Biosfera 2 divenne ben presto una comunità ecologica autosufficiente, e come tale lontana dall'equilibrio. Alcune specie prolificarono, altre si estinsero improvvisamente.
L'atmosfera, per un lungo periodo, era rimasta stabile e salubre. Ma al termine del secondo anno, per una serie di concatenazioni difficilmente percorribili, il tasso di ossigeno cominciò a scendere pericolosamente del 6-7%.
Biosfera 2 cominciava ad essere inospitale. Aveva deciso di organizzarsi secondo standard che non prevedevano la sopravvivenza di Homo Sapiens.
Nulla di eccezionale, sta succedendo anche alla biosfera vera.»
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ROMA - La Nasa conferma. Costretta dalla fuga di notizie di ieri, oggi l'agenzia spaziale americana ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state presentate immagini che, secondo gli astronomi, rappresentano "la prova convincente che l'acqua fluisce sulla superficie di Marte", una scoperta sorprendente poiché si riteneva che sul Pianeta Rosso l'acqua potesse esistere solo sotto forma di ghiaccio, al di sotto del suolo o nelle calotte polari.
Riprese dalla telecamera della navicella orbitante Mars Global Surveyor, le immagini mostrano fossati e depositi di detriti che si spiegano solamente con l'intervento di abbondanti quantità di infiltrazioni d'acqua, hanno detto Michael Malin e Kenneth Edgett, autori dell'articolo che accompagna le foto, e che avrebbe dovuto uscire su "Science" la settimana prossima, ma è stato diffuso in contemporanea con l'annuncio della Nasa.
"Formazioni geologiche relativamente recenti su Marte suggeriscono la presenza di fonti di acqua liquida a poca profondità dalla superficie del pianeta", scrivono nell'articolo, nel quale non si parla mai dell'individuazione vera e propria di acqua, ma solo di strutture che, se si trovassero sulla Terra, sarebbero state formate dall'infiltrazione del liquido che emerge dal sottosuolo.
Ma tanto basta a rilanciare alla grande il programma di esplorazione di Marte, in crisi dalla fine dell'anno passato a causa di una serie ininterrotta di successi. Perché l'acqua significa vita, una vita che forse c'è stata in epoche remote, ma forse c'è ancora, sotto forma di microrganismi o perlomeno di molecole organiche. Sempre su Science, il commento che accompagna la scoperta ha un titolo che dice più di mille cautele: "Fontane di giovinezza", questo sono le sorgenti marziane, giovinezza di vita e nuova linfa per i progetti della Nasa. Che alla presenza di acqua ci tiene per un'altra, importante ragione, vale a dire il futuro di eventuali colonie marziane. Sarà forse per questo che i due studiosi della Nasa, per spiegare quanta acqua potrebbe essere coinvolta nelle formazioni geologiche mostrate dal Surveyor, hanno usato un esempio molto umano. Quanta sia, non lo sanno. Ma a occhio e croce, ce ne sarebbe abbastanza per rifornire, senza riciclare, 100 persone per quasi 20 anni.
Questi sono articoli datati 2000. Se 1+1= 2 terra spacciata fuga su Marte di piccola parte Oligarchi mondiali.
Adesso quello di oggi e quà li fregano.
Washington: Marte, Phoenix trova sostanza che impedisce la vita
Pochi giorni dopo aver fatto scalpore con l'annuncio di aver scoperto l'acqua su Marte, la Nasa ha diffuso una cattiva notizia a chi spera di trovare segni di vita sul pianeta rosso. La sonda Phoenix si è imbattuta in una sostanza, sul suolo marziano, che viene ritenuta un impedimento allo sviluppo di forme di vita. Gli scienziati dell'agenzia spaziale americana avevano reso noto nei mesi scorsi che la zona dove è scesa la sonda risultava avere un suolo con sostanze 'nutritive' simili a quelle riscontrabili sulla Terra, come magnesio e sodio. Adesso però la Nasa si prepara a presentare nuovi risultati, anticipati oggi, secondo i quali sul suolo marziano sono state trovate tracce di una sostanza ossidante che rappresenta un ostacolo a teorie che ipotizzano forme viventi nell'ambiente marziano. La Nasa sta svolgendo ulteriori analisi, anche per verificare se i risultati siano effettivamente legati al suolo di Marte, o possano essere l'effetto di una qualche forma di contaminazione degli strumenti di Phoenix.
All'inizio degli anni Ottanta l'idea di riprodurre un ecosistema sotto vetro penetrò nelle menti di un apiccola comunità New Age, battezzatasi Synergia. Fu così che nacque il progetto "Biosfera 2", un ecosistema artificiale che avrebbe dovuto simulare l'intera rete di relazioni biologiche della biosfera reale. [...]
Pensarono di non controllare dall'esterno il sistema, ma di inserire al suo interno la maggior quantità possibile di forme viventi appartenenti a tutti i regni naturali e di assistere ai loro progetti di autorganizzazione spontanea.
Dopo alcuni esperimenti favorevoli, Ed Bass pensò di fare in grande e finanziò la costruzione di una grande struttura di vetro, completamente isolata, che potesse ospitare un'equipe di otto ricercatori, cioè il team ideale di sopravvivenza in una base spaziale insediata su un pianeta ostile.
Nel 1991 la cupola luccicante di Biosfera 2 si ergeva per decine di metri sopra il deserto dell'Arizona, ricoprendo una superficie pari a quella di un campo di calcio. Al suo interno avevano trovato posto migliaia di specie viventi, esito di una lunga e accurata selezione.
Vi erano rappresentati in miniatura i più importanti habitat terrestri, dalla montagna alla prateria, dalla foresta al deserto, dalla macchia alla savana, dall apalude al sottobosco. c'erano un laghetto di acqua dolce, un ruscello, un mini-oceano di acqua salata, con spiaggia, barriera corallina, moto ondoso e marea, nonchè un appezzamento agricolo per il sostentamento degli otto abitanti. Furono simulate anche la pioggia, le tempeste e le turbolebze.
Secondo il programma, quel miscuglio fantasioso di habitat e di organismi viventi avrebbe dovuto riorganizzarsi formando una biosfera alternativa, con le sue instabilità, le sue proprietà emergenti, i suoi cicli di autoregolazione, le sue oscillazioni e le sue discontinuità.»
«La scommessa [di Biosfera 2] era quella di riuscire a innescare un processo coevolutivo capace di ricreare gli stessi anelli di retroazione e le stesse dinamiche ecosistemiche della biosfera reale.
La scelta delle specie da caricare sul'arca aveva già evidenziato le limitatissime conoscenze degli ecologi della fitta trama di relazioni ecologiche che intessono la biosfera e che connettono tutti gli organismi viventi.
Inoltre dentro la Biosfera 2 erano chiusi otto esseri umani desiderosi di uscire vivi da questa elettrizzante esperienza e le dinamiche della loro coevoluzione con quell'inedito ecosistema artificiale erano sulla carta ancora più oscure e imprevedibili.
L'evoluzione nella campana di vetro riservò alcune sorprese da brivido per i suoi abitanti umani. La loro mini produzione agricola subì diversi collassi, dovuti a fluttuazioni nelle popolazioni di insetti, obbligandoli a razionare il cibo per lunghi periodi.
Nonostante il costante lavoro di riequilibrio e manutenzione, Biosfera 2 divenne ben presto una comunità ecologica autosufficiente, e come tale lontana dall'equilibrio. Alcune specie prolificarono, altre si estinsero improvvisamente.
L'atmosfera, per un lungo periodo, era rimasta stabile e salubre. Ma al termine del secondo anno, per una serie di concatenazioni difficilmente percorribili, il tasso di ossigeno cominciò a scendere pericolosamente del 6-7%.
Biosfera 2 cominciava ad essere inospitale. Aveva deciso di organizzarsi secondo standard che non prevedevano la sopravvivenza di Homo Sapiens.
Nulla di eccezionale, sta succedendo anche alla biosfera vera.»
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ROMA - La Nasa conferma. Costretta dalla fuga di notizie di ieri, oggi l'agenzia spaziale americana ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state presentate immagini che, secondo gli astronomi, rappresentano "la prova convincente che l'acqua fluisce sulla superficie di Marte", una scoperta sorprendente poiché si riteneva che sul Pianeta Rosso l'acqua potesse esistere solo sotto forma di ghiaccio, al di sotto del suolo o nelle calotte polari.
Riprese dalla telecamera della navicella orbitante Mars Global Surveyor, le immagini mostrano fossati e depositi di detriti che si spiegano solamente con l'intervento di abbondanti quantità di infiltrazioni d'acqua, hanno detto Michael Malin e Kenneth Edgett, autori dell'articolo che accompagna le foto, e che avrebbe dovuto uscire su "Science" la settimana prossima, ma è stato diffuso in contemporanea con l'annuncio della Nasa.
"Formazioni geologiche relativamente recenti su Marte suggeriscono la presenza di fonti di acqua liquida a poca profondità dalla superficie del pianeta", scrivono nell'articolo, nel quale non si parla mai dell'individuazione vera e propria di acqua, ma solo di strutture che, se si trovassero sulla Terra, sarebbero state formate dall'infiltrazione del liquido che emerge dal sottosuolo.
Ma tanto basta a rilanciare alla grande il programma di esplorazione di Marte, in crisi dalla fine dell'anno passato a causa di una serie ininterrotta di successi. Perché l'acqua significa vita, una vita che forse c'è stata in epoche remote, ma forse c'è ancora, sotto forma di microrganismi o perlomeno di molecole organiche. Sempre su Science, il commento che accompagna la scoperta ha un titolo che dice più di mille cautele: "Fontane di giovinezza", questo sono le sorgenti marziane, giovinezza di vita e nuova linfa per i progetti della Nasa. Che alla presenza di acqua ci tiene per un'altra, importante ragione, vale a dire il futuro di eventuali colonie marziane. Sarà forse per questo che i due studiosi della Nasa, per spiegare quanta acqua potrebbe essere coinvolta nelle formazioni geologiche mostrate dal Surveyor, hanno usato un esempio molto umano. Quanta sia, non lo sanno. Ma a occhio e croce, ce ne sarebbe abbastanza per rifornire, senza riciclare, 100 persone per quasi 20 anni.
Questi sono articoli datati 2000. Se 1+1= 2 terra spacciata fuga su Marte di piccola parte Oligarchi mondiali.
Adesso quello di oggi e quà li fregano.
Washington: Marte, Phoenix trova sostanza che impedisce la vita
Pochi giorni dopo aver fatto scalpore con l'annuncio di aver scoperto l'acqua su Marte, la Nasa ha diffuso una cattiva notizia a chi spera di trovare segni di vita sul pianeta rosso. La sonda Phoenix si è imbattuta in una sostanza, sul suolo marziano, che viene ritenuta un impedimento allo sviluppo di forme di vita. Gli scienziati dell'agenzia spaziale americana avevano reso noto nei mesi scorsi che la zona dove è scesa la sonda risultava avere un suolo con sostanze 'nutritive' simili a quelle riscontrabili sulla Terra, come magnesio e sodio. Adesso però la Nasa si prepara a presentare nuovi risultati, anticipati oggi, secondo i quali sul suolo marziano sono state trovate tracce di una sostanza ossidante che rappresenta un ostacolo a teorie che ipotizzano forme viventi nell'ambiente marziano. La Nasa sta svolgendo ulteriori analisi, anche per verificare se i risultati siano effettivamente legati al suolo di Marte, o possano essere l'effetto di una qualche forma di contaminazione degli strumenti di Phoenix.