Boeing e il PIL USA

tontolina

Forumer storico
attualita' aprile 8, 2019 posted by Fabio Lugano
LA CINA BLOCCA GLI ORDINI DEGLI AEREI BOEING: TITOLO IN CADUTA


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La Cina manda cattive notizie alla Boeing, che si fanno sentire in borsa. La China Aircraft Leasing Group Holdings, che acquista gli aerei poi concessi in leasing a diversee compagnie nazionali, ha interrotto l’acquisto di 100 Boeing 737 MAX 8 in ordine, per un valore complessivo di circa 6 miliardi di dollari. Ora questo si aggiunge alle cancellazioni degli ordini di Etiopia ed Indonesia e viene a comportare un danno consistente per le casse della società oltre che di ordini lavorativi, per cui la Boeing ha già deciso di tagliare del 20% la produzione.

La società di leasing, quotata ad Hong Kong , riemetterà gli ordini solo nel caso in cui i test di sicurezza cancelleranno i dubbi di affidabilità del mezzo. Recentemente il software MCAS è stato aggiornato, ma nel frattempo è stato trovato un malfunzionamento secondario che le autorità federali americane hanno chiesto di eliminare, e comunque ci vorrà del tempo prima che il tutto venga nuovamente certificato.

Alla notizia le azioni della società hanno subito un altro duro colo, calando di oltre il 3%.

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Un calo considerevole, anche se in generale il titolo tiene, pur avendo bruciato i massimi toccati anteriormente ll’incidente di Addis Abeba. Se proseguiranno i tagli negli ordini il calo della produzione potrebbe avere degli effetti non solo sulle quotazioni della società, ma in generale anche sul Prodotto Interno Lordo degli USA.
 
la Cina ha già sottoscritto un contratto per l'acquisto degli aerei di costruzione Franco-TEDESCA
la diferirà Trump?
già mal sopporta la concorrenza automotive e adesso arriva questa tegola

Cina, accordo con la Francia: maxiordine da 30 miliardi per gli Airbus ...

https://www.ttgitalia.com/.../150968_cina_accordo_con_la_francia_maxiordine_da_3...

26 mar 2019 - Trenta miliardi di euro. A tanto ammonta il valore totale dei contratti siglati dalla Cina con il governo di Parigi per l'acquisto di 290 A320 e 10 ...
 
Trump si è proprio incapzato alla grande

La minaccia delle sanzioni di Trump: quali conseguenze?
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Il presidente degli USA ha annunciato la possibilità di imporre sanzioni ai paesi europei per 11 milairdi di dollari, pari a circa 10 miliardi di euro, a causa dei sussidi economici alla compagnia di costruzione aeromobili Airbus. Ora anche dopo la condanna l’Unione afferma che i sussidi sono stati limitati e che le sanzioni sono eccessive , e comunque tutto andrà sottoposto all’arbitrato WTO, per cui il processo impiegherà mesi, ma è significativa la lista dei prodotti che verranno sottoposti, eventualmente, a dazi di ritorsione, sia per la valutazione del peso di carattere economico, sia per le implicazioni di carattere politico.

Vediamo la lista di prodotti chere sottooposti a e rischiano di essere sottoposti ai dazi:
  • Salmone a filetti, freschi e congelati;
  • Formaggi inclusi Cheddar, Roquefort, Stilton , Gruyere e Pecorino;
  • Limoni freschi o disidratati;
  • olio extravergine;
  • Vino Marsala (specificamente indicato);
  • Pullover in Cashmere e simili;
  • Oggetti di ceramica con manici di peltro (I boccali da Birra?)
  • Motocicli con motori fra i 500 ed i 700 cc di cilindrata …
  • Orologi da muro , non elettrici, e con carica di durata superiore alle 47 ore.
Inoltre saranno colpiti da dazio i seguenti prodotti se fabbricati in Francia, Germania, Regno Unito e Spaagna, paesi parte del consorzio Airbus,
  • elicotteri;
  • fusoliere di aereo complete;
  • componenti di fusoliere di aereo.
La prima parte delle sanzioni colpisce un po’ a casaccio anche produzioni italiane, soprattutto nel settore caseario, vinicolo (perchè il marsala??) e dell’olio. Bisogna dire che il nostro export negli USA in questi settori è ad alto valore aggiunto, prodotti direttamente reatil, mentre quelli a basso valore aggiunto provengono soprattutto dalla Spagna.

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Qui capiamo come l’Olio da noi sia un valore alto, ma su un prodotto retail di qualità. In compenso i tedeschi non venderanno più boccali da birra ed orologi a cucù.

Più significativi i dazi mirati, che sono indirettamente un aiuto all’industria interna statunitense. Interessante per noi è il fatto che Finmeccanica-Leonardo non è colpita dai dazi non essendo membro del consorzio, e pur fornendo componenti a tutti e due. Anche i nostri elicotteri sono esenti in questo caso. .. Insomma tutto sommato in questo ci è andata bene, ma sarebbe meglio non far arrabbiare Trump…
 
Borsa Usa, il pericolo viene dell'Europa, non dalla Cina
Borsa Usa, il pericolo viene dell'Europa, non dalla Cina. Secondo alcuni osservatori il vero pericolo per l'andamento degli indici azionari Usa non sono i risultati dei negoziati tra Stati Uniti e Cina in tema di dazi e commercio ma e' l'andamento dell'economia europea. I titoli americani maggiormente esposti all'Europa nella prima parte dell'anno in corso hanno guadagnato in media il 23% a fronte di un rialzo del 15% dello S&P500 e del 12% delle azioni europee con prezzi espressi in dollari.
Ecco perche' la minaccia di Trump di imporre 11 miliardi di nuovi dazi sulle merci europee ha destabilizzato oggi gli indici americani, con il Dow Jones in calo dello 0,72% e lo S&P500 dello 0,61%.

“L’organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha rilevato che i sussidi dell’Unione Europea ad Airbus hanno avuto un impatto negativo sugli Stati uniti, che ora imporranno dazi da 11 miliardi di dollari sui prodotti europei!
L’Unione Europea si è approfittata per molti anni degli Stati Uniti sul commercio. Finirà presto!”, lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in un tweet di oggi, preannunciando un nuovo scontro sui dazi con Bruxelles. Trump ha anche minacciato di fare imporre tariffe addizionali del 25% sulle auto in arrivo dal Vecchio Continente.

Tutto questo in un momento in cui la crescita globale rallenta e quella dell'area euro rischia di farlo in modo ancora piu' marcato della media. Il Fondo Monetario Internazionale ha infatti tagliato le stime di crescita mondiale 2019 dal +3,5% previsto a gennaio a +3,3%. Invariato il +3,6% atteso per il 2020. L'eurozona passa a +1,3% da +1,6%, l'Italia a +0,1% da +0,6%. Gli USA a +2,3% da +2,5%. Migliorano, lievemente, solo le prospettive della Cina: +6,3% da +6,2%. L'andamento dei tassi di interesse sui Bund tedeschi sembra confermare che non ci sono aspettative di crescita particolarmente entusiasmanti, e' vero che i tassi sui decennali sono tenuti bassi anche per via del ruolo di bene rifugio che ricoprono i titoli di stato tedeschi, ma e' anche vero che rendimenti attorno allo 0% non si vedevano dall'ottobre del 2016 e da allora erano saliti anche fino allo 0,8% circa a febbraio dello scorso anno. E' evidente che un rallentamento dell'Europa danneggerebbe proprio quel basket di aziende Usa maggiormente legate al Vecchio Continente che ha sovraperformato il resto del mercato in questo primo trimestre del 2019. Le vendite delle aziende Usa appartenenti allo S&P500 nell'area dell'euro sono maggiori di quelle realizzate in Cina (22% contro il 27% del totale nel 2017) e il mercato per adesso sembra non essersene accorto.
Le minacce di Trump questa volta, se messe veramente in pratica, in particolare i dazi del 25% sulle auto europee, potrebbero mettere una pietra tombale sul tentativo dell'eurozona di non approdare sulle secche della recessione ma potrebbero anche ritorcersi sull'andamento degli indici azionari americani, e il ribasso delle ultime ore ne e' solo un assaggio, insomma il classico cane che si morde la coda.
 
Secondo Morgan Stanley il target a fine anno dello S&P500 potrebbe essere di 2750 punti, piu' basso quindi della chiusura di venerdi' scorso a 2893 punti circa.
Capital Economics si spinge anche oltre, ipotizzando per la fine dell'anno uno S&P500 a 2300 punti.
Al momento il rapporto P/E prospettico per lo S&P500 e' a 16,7 volte, al limite superiore dell'intervallo ritenuto sostenibile di 14,8-16,7 volte. Al di sopra di 16,7 volte quindi il mercato potrebbe diventare sopravalutato.
Se gli utili dovessero effettivamente iniziare a scendere, in media per l'intero paniere, dal momento che le quotazioni dell'indice sono gia' al limite della sopravalutazione andare a comprare su questi livelli potrebbe non rivelarsi un affare.

da Borsa Usa, arrivano le trimestrali, i mercati entrano in fibrillazione
 
Gli utili di Jp Morgan e Wells Fargo spingono Wall Street
I numeri trimestrali delle due banche americane, superiori alle attese degli analisti, garantiscono il rimbalzo al Dow Jones. Un doppio segnale che fa sperare nella ripresa dell'ottimistmo da parte degli investitori di Mf Dow Jones
Gli utili di Jp Morgan e Wells Fargo spingono Wall Street - MilanoFinanza.it


Wall Street ha aperto la seduta in rialzo, dopo la pubblicazione delle trimestrali di Jp Morgan e Wells Fargo, che hanno battuto entrambe le attese del consenso in termini di utile. Il Dow Jones ha guadagnato l'1,02%, l'S&P 500 lo 0,68% e il Nasdaq Composite lo 0,49%.

Nello specifico, Jp Morgan Chase (+2,72% nel premercato) ha registrato un aumento dell'utile nel primo trimestre del 2019 del 5% a 9,18 miliardi di dollari, con un eps (earning per share) che si è attestato a 2,65 dollari. I ricavi complessivi sono saliti a 29,1 miliardi nel trimestre rispetto ai 27,91 miliardi dello stesso periodo del 2018. Entrambi i dati sono superiori al consenso degli economisti, che stimavano un utile per azione di 2,35 dollari e ricavi per 28,44 miliardi.

Wells Fargo (+0,5% nel premercato) invece ha riportato nel primo trimestre del 2019 un utile di 5,86 miliardi, superiore alle attese degli analisti, in aumento dai 5,14 milairdi di profitti di un anno fa. L'utile per azione si è attestato a 1,2 dollari, superiore rispetto alla previsione di 1,09 dollari
A livello di ricavi, l'istituto americano ha registrato un leggero calo a 21,61 miliardi dai 21,93 miliardi dello stesso periodo di un anno fa, battendo però anche in questo caso le previsioni, che vedevano una flessione a 21,01 miliardi.


Il rimbalzo degli utili potrebbe stimolare una ripresa dell'ottimismo, già sostenuto dai prezzi alla produzione Usa, sui massimi da ottobre, e dalle richieste di sussidi di disoccupazione che hanno registrato il valore piu' basso da 49 anni, afferma Jim Reid di Deutsche Bank .

Nel frattempo sul fronte commerciale l'Unione europea ha accettato di avviare i colloqui per un patto con gli Stati Uniti, cercando nel frattempo di preservare una tregua con il presidente Usa, Donald Trump, nonostante le richieste avanzate sul fronte agricolo. I Paesi dell'Ue hanno concordato ieri sul fatto che la Commissione europea, che detiene l'autorità commerciale, dovrà concentrarsi sul taglio delle tariffe sui beni industriali, escludendo esplicitamente quelli agricoli, nonostante l'amministrazione Trump avesse evidenziato come un accordo non sarebbe stato raggiunto se il settore non fosse stato incluso nelle trattative.

Infine sul fronte macroeconomico, i prezzi import Usa sono aumentati dello 0,6% a livello congiunturale a marzo, più del consenso degli economisti, che si aspettavano una lettura in crescita dello 0,5%. I prezzi delle importazioni al netto dei prodotti petroliferi, sempre nel mese di marzo, sono saliti dello 0,2%.

Sul fronte valutario, il cambio euro-dollaro tratta a 1,1313, mentre sull'obbligazionario il Treasury biennale scambia con un rendimento del 2,406% e il decennale del 2,551%.
 

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