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BPM-BPER un matrimonio che sembra non piacere alla borsa.
Questo sembra essere il verdetto di questi primi giorni riservato dalla borsa ai due istituti dopo l'ok dei due consigli di amministrazione al progetto di fusione. L’ok è arrivato non all’unanimità, con 12 voti favorevoli su 19 e 5 contrari. Un'opposizione largamente annunciata dato che fin dall'avvio delle trattative i consiglieri della Fabi hanno mostrato un'opposizione di principio al progetto.
Il periodo che separa i due istituti da adesso a fine estate quando l'operazione dovrà essere approvata dalla rispettive assemblee, potrebbe rafforzare il fronte contrario all’aggregazione, soprattutto se continuerà la debacle dei titoli in borsa.
D’altro canto questo è parso più un matrimonio di circostanza che d’ “amore”, i vertici delle 2 banche Roberto Mazzotta per la BPM da una parte, e Guido Leoni per la BPER dall’altra, nel corso di questi ultimi anni, hanno perso una dopo l’altra tutte le occasioni che si presentavano sul mercato per sviluppare una decisa crescita per linee esterne, e si sono ritrovati da soli al ballo del M&A, mentre tutti gli altri se ne erano già andati accompagnati.
Roberto Mazzotta, BPM
Questo sembra essere il verdetto di questi primi giorni riservato dalla borsa ai due istituti dopo l'ok dei due consigli di amministrazione al progetto di fusione. L’ok è arrivato non all’unanimità, con 12 voti favorevoli su 19 e 5 contrari. Un'opposizione largamente annunciata dato che fin dall'avvio delle trattative i consiglieri della Fabi hanno mostrato un'opposizione di principio al progetto.
Il periodo che separa i due istituti da adesso a fine estate quando l'operazione dovrà essere approvata dalla rispettive assemblee, potrebbe rafforzare il fronte contrario all’aggregazione, soprattutto se continuerà la debacle dei titoli in borsa.
D’altro canto questo è parso più un matrimonio di circostanza che d’ “amore”, i vertici delle 2 banche Roberto Mazzotta per la BPM da una parte, e Guido Leoni per la BPER dall’altra, nel corso di questi ultimi anni, hanno perso una dopo l’altra tutte le occasioni che si presentavano sul mercato per sviluppare una decisa crescita per linee esterne, e si sono ritrovati da soli al ballo del M&A, mentre tutti gli altri se ne erano già andati accompagnati.