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scusate..vi risulta anche a voi che è dal 1976 che l'italia non incontra l'Inghilterra ai mondiali?
Finora, solo amichevoli. Superato il complesso possiamo giocare da pari a pari con gli ex Maestri anche con una ricca posta in palio. Detto e fatto. La sorte infila gli azzurri di Bearzot e Bernardini (che ha provveduto a spolverare il cortile dalle ultime piume dei grandi pavoni messicani), nello stesso girone degli inglesi per i Mondiali di Argentina '78. Passa la prima, la seconda resta a casa. Il match di andata viene collocato all'Olimpico, che risponde con 76 mila spettatori. La squadra italiana va assumendo un volto tecnico accettabile, nonostante il tonfo nel Torneo del Bicentenario statunitense. Guidati da Don Revie, gli inglesi scendono a Roma sicuri di sorprenderci: li aspettiamo attaccare a testa bassa? Bene, loro si arroccano invece in difesa. Un'unica punta, Channon, uno stopper (Greenhoff, schierato in mediana su Capello) oltre ai quattro di ordinanza, tutti a uomo e nessuna velleità offensiva. Mal gliene incoglie, perché la "stella" Keegan (annullata da Cuccureddu) devia nella propria porta una punizione di Antognoni. Dopo, è quasi una festa, con Causio, il migliore in campo, persino irridente nei suoi giochi di prestigio sul fondo, con scatti e repentini cambi di direzione (Mills ne esce stordito), al culmine di uno dei quali su un suo dolce cross Bettega plana in tuffo avvitandosi e centrando di testa la porta. Un gol maestoso, che rimandò gli inglesi a casa tra feroci polemiche. Poi, avrebbero vinto il match di ritorno, ma a giochi ormai fatti a nostro vantaggio: in Argentina andammo noi.