fo64
Forumer storico
Se è possibile, sottoscrivo al 100% il pensiero del professore barbuto
Cacciari: bravi, così perderemo sempre
La Stampa - 21/12/2004
Prima ancora della conclusione del vertice romano che ha «profondamente amareggiato» Prodi, Massimo Cacciari aveva diffuso un suo commento negativo sul sito Internet «Affari italiani», con un titolo significativo: «Spettacolo incredibile offerto dalla Gad».
Al rientro in serata da un’assemblea a Mestre organizzata per ufficializzare il metodo delle primarie per il candidato sindaco a Venezia, il professore di estetica all’Università San Raffaele ha potuto constatare d’aver avuto doti profetiche.
E così Cacciari rincara la dose e chiede a Prodi, autentico «capitale della coalizione di centrosinistra», di tirare fuori le unghie, decidere anziché riflettere, proprio in un momento in cui Berlusconi è in rimonta.
Professor Cacciari, aveva indovinato il tono delle dichiarazioni del mattino...
«Purtroppo ci voleva poco, si capiva come sarebbe andata a finire».
Cosa sta succedendo
«Ci sono responsabilità diverse, ma se andiamo avanti così ci prepariamo a perdere le regionali per poi avere buone possibilità di ripetere il risultato alle politiche del 2006. Vede, non solo non si fa la federazione che aveva proposto Prodi, dettandone anche le regole e impegnandosi personalmente, ma non si riescono a fare le liste unitarie nelle Regioni. Tutto ciò getta un’ombra inquietante su tutto».
Eppure alle Europee si era fatto il primo passo.
«Già, ma i leader del centrosinistra non si rendono conto che una volta fatta quella scelta non si può tornare indietro. La decisione di non fare la lista tutti insieme ci penalizzerà ovunque, soprattutto al Nord».
Uno spettacolo incredibile, lei ha detto, prima della recita serale. Conferma
«Qui si sta rovinando il patrimonio maggiore che abbiamo, la leadership di Prodi. E’ un campo di capre pazze, non so più come dirlo. Oltretutto, continuano a fare riunioni su riunioni senza lo straccio di un programma. E sa cosa le dico».
La prego, professore.
«Dico che la responsabilità è anche di Prodi, che dovrebbe tirare fuori la grinta e imporre anche la lista Unitaria. Così si vede: chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, faccia altro».
Prodi ha detto che vuole riflettere. Fa bene
«Ah sì Ma se è un anno che va avanti. Dopo l’Ulivo, per questa Fed c’era la sua firma: questo è il fatto più grave. Qui c’è da prendere delle de-ci-sio-ni. E poi c’è un’altra cosa da dire: piaccia o no, attraverso varie operazioni mediatiche e con tutto il suo peso finanziario, dall’altra parte Berlusconi è di nuovo in sella. Noi abbiamo perso due anni a inseguire i vari Casini, Fini, Follini. Loro hanno una capacità di metabolizzare le contraddizioni più devastanti: noi saremmo andati in tilt cento volte, di fronte alle provocazioni che lancia tutti i giorni la Lega a Berlusconi. Di fronte alla sua rimonta, stiamo rovinando l’atout fondamentale, Prodi. Le riserve del farsi male del centrosinistra sono inesauribili».
Magari c’è qualcuno che pensa di logorare Prodi per poi sostituirlo, non crede
«Ma chi può essere così pazzo Con chi vuole che vada alle elezioni, il centrosinistra, sulle ceneri di Prodi Sulle sue ceneri, in questa stagione, non cresce più erba. E’ come la leggenda dei romani che rasero al suolo Cartagine e poi vi sparsero il sale. E tutto questo su cosa si celebra».
Lo dica, lo dica.
«Sull’altare di micro-egoismi partitici, di personalismi del c...o, di una mancanza di cultura politica e di responsabilità. Ci stiamo giocando tutto».
Di chi è la colpa
«Ma di tutti. Certo, ci si è messo anche Bertinotti a voler imporre Vendola in Puglia. Per lui ho simpatia, ma è assurdo candidarlo in quella Regione, vuol dire perdere. E dopo aver fatto discorsi altisonanti, dopo aver detto che si sarebbe andati alle regionali con il candidato più forte, a prescindere dalle questioni di partito, ora lo spettacolo che stanno dando è esattamente l’opposto».
Pentito di aver lasciato la politica attiva
«E cosa sto facendo La politica non si fa solo nelle segreterie. Questi hanno un modo arcaico di concepire la politica: non è mediatico fino in fondo, alla Berlusconi, ma ci ammicca soltanto. E non è di partecipazione e mobilitazione popolare, perché è fatto tutto di nomenclatura auto-referenziale. Si decidano. Se vogliono fare come negli Stati Uniti, si accomodino. Altrimenti investano su giovani, associazioni, categorie».
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Cacciari: bravi, così perderemo sempre
La Stampa - 21/12/2004
Prima ancora della conclusione del vertice romano che ha «profondamente amareggiato» Prodi, Massimo Cacciari aveva diffuso un suo commento negativo sul sito Internet «Affari italiani», con un titolo significativo: «Spettacolo incredibile offerto dalla Gad».
Al rientro in serata da un’assemblea a Mestre organizzata per ufficializzare il metodo delle primarie per il candidato sindaco a Venezia, il professore di estetica all’Università San Raffaele ha potuto constatare d’aver avuto doti profetiche.
E così Cacciari rincara la dose e chiede a Prodi, autentico «capitale della coalizione di centrosinistra», di tirare fuori le unghie, decidere anziché riflettere, proprio in un momento in cui Berlusconi è in rimonta.
Professor Cacciari, aveva indovinato il tono delle dichiarazioni del mattino...
«Purtroppo ci voleva poco, si capiva come sarebbe andata a finire».
Cosa sta succedendo
«Ci sono responsabilità diverse, ma se andiamo avanti così ci prepariamo a perdere le regionali per poi avere buone possibilità di ripetere il risultato alle politiche del 2006. Vede, non solo non si fa la federazione che aveva proposto Prodi, dettandone anche le regole e impegnandosi personalmente, ma non si riescono a fare le liste unitarie nelle Regioni. Tutto ciò getta un’ombra inquietante su tutto».
Eppure alle Europee si era fatto il primo passo.
«Già, ma i leader del centrosinistra non si rendono conto che una volta fatta quella scelta non si può tornare indietro. La decisione di non fare la lista tutti insieme ci penalizzerà ovunque, soprattutto al Nord».
Uno spettacolo incredibile, lei ha detto, prima della recita serale. Conferma
«Qui si sta rovinando il patrimonio maggiore che abbiamo, la leadership di Prodi. E’ un campo di capre pazze, non so più come dirlo. Oltretutto, continuano a fare riunioni su riunioni senza lo straccio di un programma. E sa cosa le dico».
La prego, professore.
«Dico che la responsabilità è anche di Prodi, che dovrebbe tirare fuori la grinta e imporre anche la lista Unitaria. Così si vede: chi ci sta, ci sta; chi non ci sta, faccia altro».
Prodi ha detto che vuole riflettere. Fa bene
«Ah sì Ma se è un anno che va avanti. Dopo l’Ulivo, per questa Fed c’era la sua firma: questo è il fatto più grave. Qui c’è da prendere delle de-ci-sio-ni. E poi c’è un’altra cosa da dire: piaccia o no, attraverso varie operazioni mediatiche e con tutto il suo peso finanziario, dall’altra parte Berlusconi è di nuovo in sella. Noi abbiamo perso due anni a inseguire i vari Casini, Fini, Follini. Loro hanno una capacità di metabolizzare le contraddizioni più devastanti: noi saremmo andati in tilt cento volte, di fronte alle provocazioni che lancia tutti i giorni la Lega a Berlusconi. Di fronte alla sua rimonta, stiamo rovinando l’atout fondamentale, Prodi. Le riserve del farsi male del centrosinistra sono inesauribili».
Magari c’è qualcuno che pensa di logorare Prodi per poi sostituirlo, non crede
«Ma chi può essere così pazzo Con chi vuole che vada alle elezioni, il centrosinistra, sulle ceneri di Prodi Sulle sue ceneri, in questa stagione, non cresce più erba. E’ come la leggenda dei romani che rasero al suolo Cartagine e poi vi sparsero il sale. E tutto questo su cosa si celebra».
Lo dica, lo dica.
«Sull’altare di micro-egoismi partitici, di personalismi del c...o, di una mancanza di cultura politica e di responsabilità. Ci stiamo giocando tutto».
Di chi è la colpa
«Ma di tutti. Certo, ci si è messo anche Bertinotti a voler imporre Vendola in Puglia. Per lui ho simpatia, ma è assurdo candidarlo in quella Regione, vuol dire perdere. E dopo aver fatto discorsi altisonanti, dopo aver detto che si sarebbe andati alle regionali con il candidato più forte, a prescindere dalle questioni di partito, ora lo spettacolo che stanno dando è esattamente l’opposto».
Pentito di aver lasciato la politica attiva
«E cosa sto facendo La politica non si fa solo nelle segreterie. Questi hanno un modo arcaico di concepire la politica: non è mediatico fino in fondo, alla Berlusconi, ma ci ammicca soltanto. E non è di partecipazione e mobilitazione popolare, perché è fatto tutto di nomenclatura auto-referenziale. Si decidano. Se vogliono fare come negli Stati Uniti, si accomodino. Altrimenti investano su giovani, associazioni, categorie».