"BUBBLE PATTERN"

tontolina

Forumer storico
sembra il grafico di bayer noto trader
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Per un FAANG che va a mille (Apple: target potenziale 280-300, presente nella selezione del nostro MARKET ALERT)
eccone un altro che finora sta seguendo alla perfezione il "BUBBLE PATTERN", Netflix (NFLX).
 
WALL STREET: la resa dei conti (trimestrali e shadow banking)
Scritto il 20 novembre 2019 alle 07:43 da Danilo DT
WALL STREET: la resa dei conti (trimestrali e shadow banking) | IntermarketAndMore

Ormai di parole ne abbiamo fatte troppe e sempre più spesso sui giornali gli stessi editori vanno in panico, non sapendo più cosa scrivere. Anche perché ormai è tutto noto, i mercati vanno avanti con il pilota automatico, solo il sentiment può scalfirsi di tanto in tanto per qualche notizia negativa o positiva. Ma poi tutto magicamente si sistema.
Questo è il mondo perfetto voluto dalle banche centrali, dai governi e dal sistema finanziario in genere. Un mondo con bassa volatilità, con mercati magari anche piatti ma senza particolari sussulti, proprio per evitare panico o particolari flussi di uscita da un mondo che, è noto, vive in una bolla della liquidità ormai gonfiata all’inverosimile e che, probabilmente, ancora si gonfierà.

Vi rendete conto quanto i media ci influenzano?
Lo avete capito quanto rumore c’è attorno a noi?
E quanto questo rumore influisce le nostre scelte di investimento?
La storia insegna, ma solo in teoria, perché poi l’essere umano torna sempre a fare gli stessi errori, comandati dall’avidità o dalla paura, grandi protagoniste del bull market (la prima) e del bear market (la seconda).
A conti fatti, eccovi un banalissimo grafico, banale quanto efficace.

Grafico SP500 YTD


Il grafico dello Spoore di un anno. Lo avrete visto quante volte? Bene, alzi la mano chi avrebbe scommesso su un +16,42% in versione total return, visto anche il tremendo mese di ? Credo in pochi. Ma soprattutto… chi avrebbe immaginato che con questi risultati trimestrali, la borsa avrebbe continuato la sua corsa? Eccovi la splendida sintesi di Reuters Refinitiv.

TABELLA UTILI III Trimestre 2019 SP500


Siamo agli sgoccioli, mancano solo 34 società (e state pur certi che l’influenza dell’andamento dei peers sicuramente ne ha già delineato la tendenza) e quindi possiamo tirare giù i conti.
Alla fine gli utili sono stati NEGATIVI come crescita.
E i ricavi di poco positivi.
Che dire, un mondo perfetto, o forse perfettamente orbo.
Bolla ? Si certo, ma attenzione, non fermiamoci alla sola bolla della liquidità.
Perchè (sarò noioso ma chissenefrega) il grande problema potrebbe essere quello che non si potrà più gestire. E sto parlando del DEBITO.

Convenant e convenant lite
La combinazione di una politica molto accomodante delle banche centrali e una maggiore regolamentazione del sistema bancario ha amplificato il rischio di credito nel sistema bancario ombra (shadow banking).
Questo nell’ultimo decennio ha quindi portato a una crescita notevole nei mercati del credito statunitensi in aree con minore trasparenza: emissioni private con informative finanziarie limitate e covenant sul debito ridimensionati.



Forse voi non lo sapete, ma il mercato societario statunitense HIGH YIELD è costituito attualmente da collocamenti privati, in rialzo di circa il 17% rispetto all’era del quantitative easing.
In aggiunta, il mercato dei prestiti accordati a persone o società già fortemente indebitate ha superato per dimensioni quello delle obbligazioni ad alto rendimento, con circa l’80% dei titoli negoziati senza covenant o covenant-lite e nessuna informativa finanziaria pubblica (quindi ZERO tutele per gli obbligazionisti)
Questo è solo uno dei tanti effetti collaterali legati a questo mercato artefatto. E chissà, potrebbe creare condizioni favorevoli per una possibile futura crisi di liquidità. Si fa per dire, eh? Ma si sa, il mercato ha sempre ragione, anche quanto poi magari presenta il conto.
MA fino ad allora…felice rialzo a tutti!

STAY TUNED!

 
Di nuovo Hindenburg Omen a Wall Street

Ulteriori tagli dei tassi interverranno non prima di assistere ad una chiara frenata dell’economia americana. Allo stato attuale il punto non è se si stia manifestando una ripresa, ma che tipo di sviluppo essa manifesterà: “a V”? “a U”? “a L”?

Fanno notizia gli Stati Uniti: lo S&P500 ha inanellato due sedute negative di fila. Non accadeva dal 7-8 ottobre scorsi, sebbene dobbiamo riconoscere che l’entità del declino delle ultime 48 ore, sia ben poca cosa rispetto al precedente citato.
Ma è tutto ciò che i ribassisti hanno potuto raccogliere, al termine di una sessione che pure ha visto elementi esogeni di un certo spessore. Tornano le schermaglie fra Cina e Stati Uniti: l’amministrazione Trump esige maggiore impegno da Pechino, che reclama a gran voce la cancellazione dei dazi finora approvati e operativi. La prospettiva di un incontro fra i due leader entro fine anno, appare sempre più improbabile, al pari dell’avvio della “Fase 1” messa nero su bianco poche settimane fa.
Nel frattempo il rilascio delle minute della riunione del FOMC di fine ottobre, evidenzia un tono fattosi nuovamente rigido da parte dei membri del direttorio della Federal Reserve. Confermato il completamento dell’aggiustamento monetario: ulteriori tagli dei tassi interverranno non prima di assistere ad una chiara frenata dell’economia americana. Allo stato attuale il punto non è se si stia manifestando una ripresa, ma che tipo di sviluppo essa manifesterà: “a V”? “a U”? “a L”?
Staremo a vedere. Nel frattempo la pausa dei listini azionari, tutto sommato attesa nella parte centrale di novembre, si manifesta senza deterioramenti strutturali degni di nota: la maggior parte degli indici permanendo sopra i rispettivi supporti. Le debolezze, casomai, manifestandosi in modo non del tutto visibile: a livello di struttura di mercato.
Secondo i nostri calcoli, nelle ultime sette sedute, ben 6 volte sul NYSE è stato registrato un Hindenburg Omen. La ricorrenza incomincia a diventare fastidiosa.
Dal 2007 una simile sequenza è stata sperimentata altre sei volte.
 
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La scommessa (smentita) di Bridgewater sul crollo dei listini
Il famoso hedge fund ha investito 1,5 miliardi di dollari in opzioni put su un sottostante che ne vale circa 100 miliardi. Per il Wsj una puntata ribassista. Il fondo ribatte che è solo una strategia di copertura del portafoglio
di Alessandro Graziani
https://www.ilsole24ore.com/art/la-scommessa-smentita-bridgewater-crollo-listini-ACZnQy0
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Reuters
1' di lettura

Un investimento da 1,5 miliardi in opzioni put (diritto a vendere) con sottostante i principali indici delle Borse mondiali. L’investimento, con scadenza a marzo, è del più noto hedge fund al mondo: Bridgewater che fa capo al miliardario americano Ray Dalio.

È una scommessa su un prossimo crollo delle Borse mondiali? La posizione, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, è stata costruita nelle scorse settimane con controparti le maggiori banche americane, da Goldman Sachs a Morgan Stanley. Nella serata di venerdì' 22, Dalio ha smentito che si tratti di una puntata sul crollo delle Borse e ha accusato la stampa di puntare al “sensazionalismo”.

Ne ha fatto seguito una polemica sui social network globali, con lo stesso Dalio iperattivo («credete a me o al Wsj?», ha scritto su LinkedIn dove ha oltre 1,3 milioni di followers) in cui molti investitori si sono schierati dalla parte di Bridgewater facendo presente che per un fondo che ha asset in gestione per 150 miliardi, investire l’1,5% in opzioni put fa parte della normale di hedging (copertura) del portafoglio.



A parte la polemica tra Dalio e Wsj, l’episodio denota l’ansia con cui gli investitori si avviano verso l’ultimo mese dell’anno (memori del dicembre 2018). Wall Street viaggia sui massimi e i fondi puntano a difendere le performance. Ma vari segnali di “bolla azionaria” stanno emergendo e basta una notizia male interpretata, come lo “short” di Bridgewater, per creare apprensione sui mercati. Lunedì 25 le Borse riaprono, si vedrà se il caso Dalio-Wsj avrà avuto strascichi sull’azionario.
 

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