Calenda &C. si Umiliano davanti all'AVARO tedesco

tontolina

Forumer storico
COME UMILIARSI ED OFFENDERE PER UN BENEAMATO NULLA. La patetica lettera di Calenda ai tedeschi


Quella che vedete sopra è la lettera che il buon Carlo Calenda, ha fatto pubblicare sul quotidiano FAZ, nella speranza, o meglio nell’illusione, di far cambiare idea ai tedeschi. La lettera è co-firmata da un gruppo di sindaci ed amministratori locali che, evidentemente, non avevano ben chiaro nè il senso della lettera nè la sua finalità.

Prima di tutto la lettera è completamente fuori luogo: da un lato si implorano gli eurobond come se fossero l’unico strumento di finanziamento dell’Italia, senza il quale siamo alla fame.
MA DIAMO I NUMERI? L’Italia ha 2300 miliardi debito, ed anche 200 miliardi in più o in meno non cambiano nulla, anche senza gli eurobond. Quello che è più importante è, eventualmente, un ruolo attivo della BCE in tutta la vicenda, che controlli i tassi che non vadano oltre. Se poi volesse dare un senso alla propria esistenza sarebbe sufficiente cancellarli dopo l’acquisto, magari dopo qualche anno.

Ciò premesso quindi l’appello di Calenda è inutile, umiliante verso l’Italia e offensivo verso i tedeschi e gli olandesi. Perchè andare a parlare di unità europa rinfacciando agli olandesi di essere dei favoreggiatori degli evasori fiscali ed ai tedeschi di non aver pagato i debiti di guerra è, per lo meno, fuori luogo.

Non scriviamo più di queste lettere, grazie. Facciamo quello che dobbiamo, e se possiamo, facciamolo bene. Già questo è un’impresa impossibile per il PD ed i Pentastellati, non cerchiamo di dargli dei compiti europeisti che non gli spettano.
 
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mercoledì 1 aprile 2020
Ein deutsches Requiem

...è un crescendo, travolgente, per quanto non inatteso.

Hanno cominciato alcuni giornali, tirando fuori la storia, non del tutto inedita, del debito di guerra della Germania, una storia che si ripresenta con la tediosa inevitabilità di una stagione poco amata. E fino a qui, l'entusiasmo degli stolti per questo genere di argomenti era anche comprensibile.

Ha proseguito un noto (e bravo) attore, facendo un paio di giorni fa una simpatica sparatacontro l'atteggiamento della Germania al tavolo del negoziato di Bruxelles. E qui, forse, qualche dubbio sarebbe dovuto venire: perché se uno fa carriera nella televisione italiana, oltre al talento, che in Italia non si nega a quasi nessuno, è sicuro che dovrà aver manifestato un discreto allineamento al pensiero unico.

O no?

Ma la prova regina è arrivata oggi, quando non un solo attore, ma un'intera compagnia ha acquistato una pagina sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung per esortare i tedeschi a non seguire gli olandesi sulle loro posizioni egoistiche: l'Europa (?) era stata solidale con la Germania e quindi (?) adesso l'Olanda dovrebbe essere solidale (?) con l'Italia, invece (?) di sottrarle gettito con le sue pratiche fiscali aggressive (l'orazion picciola è qui per i diversamente europei).

Un'insalata dadaista di non sequitur sulla cui opportunità magari spenderemo un paio di parole.

Gli stupidi, e quel loro sottoinsieme che gestisce la rappresentazione del vostro mondo, sono andati in brodo di giuggiole, o si sono, di converso, indignati, per queste posizioni "sovraniste" (parola che, lo ribadisco, non vuol dire nulla, o meglio: mentre non dice nulla di quello che intende descrivere, dice tutto di chi la usa).

Noi, qui, spero invece che abbiamo in molti visto ripresentarsi with the tedious inevitability of an unloved season un fenomeno che tutto è tranne che una assoluta novità: il becero, provinciale, astioso antigermanesimo dei piddini.

Vi invito a rileggere le parole che scrissi l'8 novembre del 2013 scagliandomi contro "i pretesi "europeisti" che fomentano sentimenti antitedeschi giocando un gioco sporco e pericoloso"... e già allora, cioè sette anni fa, questa per chi c'era, per chi ha avuto la fortuna di partecipare a questo momento corale di presa di coscienza, al Dibattito, non era una novità (ne avevamo parlato qualche mese prima...). Sono parole di assoluta attualità, e credo quindi di non dover aggiungere molto per chi le avesse a suo tempo lette e capite.

Mi rivolgo quindi agli altri, pur consapevole della spietata ineluttabilità della prima legge della termodidattica: "Ci sono cose che, se potessero essere capite, non andrebbero spiegate" (Alberto Bagnai). E quindi sì, amico mio: se arrivato fin qui non hai ancora capito dove io voglia andare a parare, magari sarò riuscito a incuriosirti, e arriverai fino in fondo, ma difficilmente riuscirò a spiegarmi...

Sbarazzatici con questa affermazione degli ultimi due o tre lettori dall'epidermide sensibile, stabiliamo subito qual è il problema: non ha alcun senso accusare i tedeschi di attenersi alle regole cui ci siamo congiuntamente vincolati. Non sono cattivi i tedeschi a volerle applicare, sono stati stupidi certi italiani (qui genericamente individuati dal termine "piddini") a sottoscriverle senza capire che cosa stessero facendo. Quindi evocare fantasmi del passato, come il debito di guerra della Germania, o fantasmi del presente, come le pratiche fiscali sleali del paese che risolve a modo suo il problema della sostenibilità del welfare, è sommamente sciocco e pertanto controproducente. Diventa anche sommamente ridicolo quando ad adottare un simile atteggiamento recriminatorio da "asilo Mariuccia" sono politici o secredenti intellettuali "liberali". Questi, in quanto tali, dovrebbero sapere che non è certo dalla benevolenza del macellaio ecc. (e quindi, per chi abbia il parafrasometro inceppato: non è certo dalla benevolenza della Germania che ci aspettiamo di poter sovvenire ai bisogni del nostro popolo, ma dal fatto che la Germania ha cura del suo interesse - e l'interesse della Germania è che le sue banche non saltino...).

Astraendo quindi da questi fenomeni nostrani, i liberisti a geometria variabile, che passano con disinvoltura dalla critica all'intervento dello Stato nell'economia all'implorazione di sussidi per le testate da cui pontificano, o dall'elogio delle regole (quando si applicano ai piccoli) alla melassa dei buoni sentimenti "europeisti" (quando le regole rischiano di incidere sui loro conti in banca), astraendo da questa bella d'erbe (broccoli) famiglia e d'animali (capre), cui tutto sommato vogliamo bene perché ci estorce un sorriso in tempi tanto tristi, astraendo da chi è condannato all'irrilevanza dalla sua scarsa comprensione del reale, lasciandoci alle spalle il folklore paesano di casa nostra, incombe a noi, che possiamo permettercelo, perché abbiamo praticato e vissuto intensamente quello che di meglio la Germania ha da offrire, e quindi non la sua attuale classe dirigente, ma la sua cultura e la sua arte, incombe, dicevo, a noi portare in questo dibattito ordine e razionalità.

Converrà partire da un dato. La Germania, intesa come l'attuale establishment politico tedesco, non è nostra amica: non deve esserlo (nessun medico glielo prescrive), e non può esserlo. Guardate che cosa scrivevo a pagina 250 del Tramonto dell'euro:

Le dinamiche leghiste del gioco politico tedesco fanno disperare che un rinnovamento della classe politica tedesca alteri la situazione. È grossolanamente ingenuo (per essere gentili) chi si attende mirabilia da una svolta “a sinistra” della politica tedesca. Dopo decenni di disinformazione, speculare rispetto a quella che abbiamo subito noi, l’elettorato tedesco ha assimilato l’idea che la colpa della crisi sia di noi “porci” (Piigs) del Sud, che siamo noi a minacciare il loro stile di vita (e non la loro classe politica, che ha represso salari e consumi per aumentare i profitti dei capitalisti del centro). Ora, la teoria normativa della politica economica, ma anche il semplice buon senso, ci insegnano che ciò che un politico vuole è raggiungere il potere e mantenervisi. Se un qualsiasi politico tedesco, di qualsiasi colore, facesse una timida apertura verso politiche più cooperative, il politico del colore opposto, immediatamente, avrebbe buon gioco nel tagliargli l’erba sotto i piedi dicendo: “Vedete, elettori, il mio avversario è amico dei porci, vuole compromettere il vostro stile di vita”.Ovvio, no?

(...eh già, nel 2012 per me l'aggettivo "leghista" aveva una connotazione negativa...)

Quindi la Germania, intesa come classe dirigente tedesca at large, strutturalmente non può essere nostra amica: la conquista del consenso in Germania passa necessariamente attraverso lo scaricare la colpa dei propri squilibri interni sugli altri paesi membri dell'Unione. Quali siano questi squilibri qui lo abbiamo descritto in lungo e in largo quando gli imbecilli descrivevano quel paese, lacerato da profonde contraddizioni, come una sorta di Bengodi (che tale era, ma, purtroppo, per un numero sempre più piccolo di fortunati)...

Ma noi non dobbiamo essere nemici dei tedeschi, anzi! Non è con atteggiamenti aggressivi, con rampogne, e mettendola di fronte a un passato col quale non ha mai fatto bene i conti, che si può aiutare la Germania a ragionare su quale sia il suo interesse.

Simili atteggiamenti da amante tradita sono l'inevitabile sbocco di quei nani del pensiero che hanno pensato di utilizzare l'economia per condizionare la politica, e ora non sono in grado da politici di gestire l'economia (sì, sono gli stessi che si sciacquano la bocca col "primato della politica..."). L'idea che l'adozione della moneta unica avrebbe accelerato il percorso verso un compiuto "federalismo", oltre a trascurare il solito dettaglio (ovvero: alla maggioranza dei cittadini era stato chiesto se volessero raggiungere un simile obiettivo, se volessero gli Stati Uniti d'Europa?), palesa ormai la sua natura fallimentare, e lascia a tutti noi una pesantissima eredità da gestire: basta vedere quali problemi crea in questo momento dover dipendere da istituzioni altrui per la provvista di liquidità! Ma rinfacciare alla Germania i danni di guerra non ha alcun senso, tanto più se nel farlo si continua ad agire la politica secondo le categorie del sogno, della nobile aspirazione, anziché secondo le più faticose ma proficue categorie della lucidità e della competenza.

Ecco, parliamone, di competenza e di consapevolezza... Perché credo che dobbiate saperlo: i piddini si stavano costruendo (e probabilmente si stanno tuttora costruendo, in questo momento) un Letta moment, come quello immortalato dal tweet di Claudio che ho avuto il piacere di citare in aula (correva l'anno 2013 e Letta giulivo si vantava di aver sottoscritto le regole che causarono tanti lutti)! L'inconsapevolezza dei nostri beotarchi (felice conio di nonexpedit) stava attivando le stesse dinamiche: il MES, firmato da loro, sarebbe stato pagato politicamente da noi, esattamente come l'Unione Bancaria, firmata da Letta, era costata politicamente a Renzi (che quando spavaldo diceva: "Stai sereno!" non sapeva di essere già stato ferito a morte dal suo avversario, che - a sua volta senza saperlo - gli aveva praticamente fatto esplodere il sistema bancario sotto la poltrona). Solo che... ai meno stolti di loro ho fatto notare che una o due case e un conto in banca ce l'hanno anche loro: a che cosa sarebbe servito far entrare il Paese in un percorso al cui termine si trova la patrimoniale?

Qualcuno ha capito e il fronte interno, come avrete capito, si è sgretolato: il ministro è sempre più isolato nella sua cittadella, il MEF (uno Stato nello Stato), ma la sua linea pro-MES è smentita non solo dalla sua maggioranza, ma addirittura dal suo stesso partito!

Non è certo finita qui...

Io non credo che dietro a questa pantomima, pericolosa e dispendiosa in termini di tempo, che oggi ci sarebbe così prezioso, ci sia solo incapacità di pensiero laterale, sclerosi intellettuale, subalternità al dogma. Credo che ci sia anche, consapevole o meno, la storica necessità di far sponda su una potenza esterna a fini di politica interna. Che sia la Francia di Carlo VIII, l'Unione Sovietica, o l'Unione Europea, da (quasi) sempre gli italiani chiedono aiuto all'esterno quando si trovano parte soccombente, o comunque per consolidare le proprie posizioni. In effetti oggi l'unica speranza che i nostri amici "de sinistra" hanno di sopravvivere, di perpetuarsi, è quella di riuscire a farci ostruzionismo da Bruxelles, dagli uffici della Commissione, dove si sono incistati e da dove possono, dato l'attuale ordinamento, impedire a qualsiasi Governo democraticamente eletto di agire in conformità al mandato ricevuto dai propri elettori.

Noi, che siamo europei, e che non odiamo la Germania, abbiamo chiamato amici tedeschi a spiegarci come ci si debba comportare per aiutare i nostri fratelli europei. Ma possiamo aspettarci che riesca a essere giustamente incisivo chi solo da una prospettiva "europea" può garantire la sopravvivenza del suo partito che gli italiani ormai in maggioranza schifano, ritenendolo non a torto artefice di una delle scelte politiche più infelici nella storia millenaria del Paese?

Ovviamente no.

Inutile dirvi che "i competenti", che continuano a blaterare di un MES "a condizionalità attenuata", non sapevano che questo oggetto non esiste, per i motivi spiegati qui da Marco Dani (sintesi: perché ai sensi del two pack il "contratto" col quale il MES ti presta i soldi, detto memorandum, può essere rivisto in qualsiasi momento dal Consiglio Europeo con un voto a maggioranza, e quindi è del tutto ovvio che se Salvini diventasse premier immediatamente i termini dell'accordo verrebbero rivisti riattivando le regole fiscali e costringendo il Paese ad attuare austerità). Ci avrebbero venduti per 35 miliardi, e non è detto che non lo facciano, e questo perché accettare le condizioni dei nostri creditori è l'unica speranza che gli resta di avere manforte da loro per scalzarci dal governo qualora ci arrivassimo!

Altra spiegazione non c'è, o almeno la mia fede nella razionalità umana mi fa sperare che non ci sia...

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Oggi il mondo intero ha cercato di far capire a questi geni della lampada che il MES è diventato inutile, dopo l'annuncio del programma PEPP della Bce: qui Constancio (una persona che i miei lettori conoscono), qui Brooks. E se una cosa non serve a nulla, serve a qualcos'altro (come ci insegna il Pedante). Volendo allargare il discorso, ci sarebbe veramente da chiedersi, come alcuni hanno fatto, perché sia così restia ad indebitarsi a lungo termine ora che i tassi sono così bassi un'istituzione (il Tesoro) che tanto ha fatto per indebitarsi a lunga scadenza quando i tassi erano alti, fra l'altro investendo in costosi derivati per assicurarsi contro il rischio (del tutto infondato) di un loro ulteriore rialzo...

Eh, quante domande che un giorno avranno risposta...

Tuttavia, restiamo sul pezzo: inutile prendersela con i tedeschi se applicano le regole! Bisognava pensarci prima, quando quelli che oggi sono due Presidenti di Commissione, e allora erano privi di ruoli politici e forti solo delle loro idee e del loro coraggio, chiedevano a destra e sinistra di riflettere. Ora non è il tempo delle recriminazioni, deve essere il tempo della lucidità e della fermezza, ma soprattutto della dignità. Non ha alcun senso chiedersi piagnucolando perché tedeschi e olandesi siano così cattivi, scrivere lettere che provocano, come è facile immaginare, non un afflato di solidarietà, ma una meritata salva di pernacchie: qui, qui, qui e qui:



(per gli europeisti:

"A quanto ho capito, i Paesi Bassi non hanno mai detto di non voler dare alcun aiuto, ma solo sollevato il punto che questo deve essere accompagnato da (una qualche forma di) condizioni, altrimenti questo sostegno finanziario può essere invocato all'infinito. Mi sembra più che logico. Nei Paesi Bassi (tra gli altri) negli ultimi anni sono stati fatti tagli importanti allo scopo di ridurre il debito pubblico. Ciò non è stato fatto, o per lo meno non abbastanza, nei paesi del sud Europa.
Benissimo che l'Olanda si sia fatta sentire. Il sostegno finanziario arriverà sicuramente, ma è positivo che di una cosa come questa si stia parlando.
Comunque, non trovo per niente chic il rivolgersi alla Germania scrivendo "perché dopo la seconda guerra mondiale abbiamo cancellato il tuo debito". Fa un po' leva sul senso di colpa e - se proprio dobbiamo parlarne - quanto è stata "buona" la stessa Italia durante la guerra?")

Bisogna diventare adulti, e porre il problema nei termini in cui va posto: se le istituzioni europee non sono in grado di aiutare i paesi europei, allora il progetto europeo non ha alcun senso. Di istituzioni europee ce n'è una sola: la Bce, perché questo sono riusciti in tanti anni ad avere i "sognatori". E allora o la Bce fa quello che le altre banche centrali fanno altrove nel mondo, o occorrerà pensare a un'evoluzione del progetto. Quindi, invece di mettere all'asta i 100 miliardi che ci servono uno alla volta, si vada sul mercato, gli si dia un segnale, e si metta alla prova la Bce e la volontà dei paesi europei di mantenere in vita il progetto nell'unico modo sensato e possibile: non vagheggiando un Mes che non c'è, ma utilizzando una Bce che c'è e che già si è impegnata ad agire. Se non chiediamo 100 miliardi oggi, non ne basteranno 200 domani, questo va detto e va saputo. La storia della Grecia è molto istruttiva anche sotto quel profilo: per tirarla in lungo ci si sono spesi più miliardi di quanto un bail out immediato avrebbe richiesto. Detta in un altro modo: visto che tanto anche a bocce ferme arriveremo al 150% del rapporto debito/Pil, meglio evitare che questo aumento sia dovuto solo al collasso del Pil, e fare in modo che sia dovuto a un'accumulazione di debito che tenga però in piedi la nostra economia, cioè la capacità del Paese di onorare i propri impegni.

Dopo di che, resta il problema politico.

Io non ho certo ostilità per i tedeschi. Sono in costante contatto con amici e colleghi parlamentari tedeschi (che secondo me non hanno capito che cosa li aspetta fra una decina di giorni), e la Germania resta per me, come per qualsiasi musicista, un riferimento inevitabile. Certo, qui abbiamo stigmatizzato l'indifferenza che li portò a convivere con l'orrore, ma anche noi, come giustamente nota l'olandese qua sopra, di orrori ne abbiamo compiuti in giro per il mondo, e soprattutto gli occhi li stiamo aprendo solo ora che tocca a noi: quello che è successo in Grecia non ci è bastato ad aprirli. Su tutto prevale la compassione per un popolo dove gli sconfitti sono tanti e in crescita, il che, purtroppo, avvierà il Paese, per l'ennesima volta, su un percorso autodistruttivo.

Quale sarebbe l'interesse della Germania lo abbiamo analizzato razionalmente sulla base di lavori scientifici e ne abbiamo fatto anni addietro un manifesto, quando mai avrei pensato di diventare leghista, il cui messaggio poi è stato ripreso nel programma elettorale della Lega Salvini premier. Ma è difficile che in un contesto ormai definitivamente inquinato dall'ideologia e dalle recriminazioni si riesca ad affermare la razionalità. Lo scambio di accuse reciproche, fomentato da lettere come quella che abbiamo commentato, quella che, atteggiandosi a gesto europeo, denota solo ignoranza della cultura e delle sensibilità europee, un simile scambio di accuse approfondisce il solco che ci divide, solco tracciato dal desiderio insano di forzare le leggi del mercato per perseguire un progetto politico il cui senso, se mai c'è stato, si è perso per strada ed è oggi totalmente dileguato.

Non ha molto senso chiedersi ora chi sia stato avvantaggiato da questo percorso. La risposta è meno ovvia di quanto appaia agli ignoranti. Avrebbe invece senso chiedersi cosa fare per evitare che l'inevitabile si produca di nuovo. A me dispiace per qualche cretino che non ha capito il senso del mio tweet:



Massimiliano lo ha capito, e non è che ci volesse molto, per il semplice motivo che chiunque sia stato qui sa che l'antigermanesimo qui non abita, perché qui non abita il piddinismo. Non abbiamo "sognato" l'Europa, non abbiamo creduto che nessuno "dovesse" essere generoso, e conseguentemente non abbiamo nulla da rinfacciare e nulla da recriminare. Abbiamo un Paese da ricostruire, e per questo ci occorre una sola cosa: liquidità, esattamente come a chi viene estratto da un'auto dopo un incidente occorre un'unica cosa: sacche di sangue (e subito).

Anche questo credo che non sia stato capito da chi non capisce con che tipo di contratto sta legando il vostro destino.

E ora, prima di lasciarvi, contemplando con sconforto quanto poco la consapevolezza soggettiva (che ci sarà pur stata a quell'epoca) possa ostacolare le dinamiche oggettive della Storia, e quanto poco gli uomini siano disposti a leggere nel passato il loro futuro, anche perché la scrittura del passato è gestita dai signori del presente, cioè da quelli che si sentono al sicuro e dalla parte giusta (senza capire quello che oggi dovrebbe essere facile capire: una parte giusta non c'è, non c'è un posto sicuro per chi ritenendosi inattingibile si preclude l'esercizio della solidarietà), prima voglio dirvi un segreto:


Non omnes quidem dormiemus, sed omnes immutabimur, in momento, in ictu oculi, in novissima tuba; canet enim, et mortui suscitabuntur incorrupti, et nos immutabimur.

Dedichiamo ai nostri amici tedeschi il lor Requiem. La Wille zur Macht dei nostri fratelli tedeschi, il loro Hang zur Totale, li conduce invariabilmente al solito crocevia della Storia: quello dove, inseguendo chi è più debole di te, incontri chi è più forte di te. Sono due millenni che va così. Fa sorridere che qualcuno potesse illudersi che una moneta, istituzione fragile più di tante altre, avrebbe potuto imbrigliare queste tendenze millenarie. Impedire ai nostri fratelli tedeschi di essere quello che nel bene e nel male sono è impossibile. Rinfacciarglielo è da stolti. Non facciamo il loro storico errore: quello di dare ad altri (agli ebrei, ai Piigs) la colpa dei loro problemi. Dei nostri errori siamo responsabili noi, e, come vedete, stiamo facendo il possibile per trarre da essi un insegnamento. So che molti non vogliono capirlo, ma il semplice fatto che oggi ci sia un dibattito, e una maggioranza spaccata, sul MES, nel paese che accettò senza un plissé quel bail in da cui lo scongiuravamo di proteggersi, significa che qualche progresso è stato fatto: siamo cresciuti.

Dobbiamo solo resistere.




(...a differenza del Giacobbe di Mann, io posso facilmente concepire che avvenga quello che temo: sono più o meno dieci anni che va avanti così. Ma non ritengo che questo sia in buon motivo per arrendermi...)

(...domani iniziamo a discutere gli emendamenti al """"Cura Italia"""" in Commissione Bilancio. Capiremo presto le intenzioni del Governo...)

Pubblicato da Alberto Bagnai
 
attualita' Aprile 8, 2020 posted by Leoniero Dertona
REQUIEM AETERNAM CORONABOND.
SCHAEUBLE: “INCOSTITUZIONALE”.
SASSOLI CACCIATO.
ITALIA UMILIATA



Il governo italiano continua ad umiliarsi richiedendo quello che non sarà accettato, ciò che ottiene solo dei “NEIN” o “GEEN” (no in olandese..). tedesco e Alla fine anche Schaeuble, ex ministro delle finanze tedesco ed attuale presidente del Parlamento tedesco, ha detto la sua, in modo definitivo:
“Abbiamo dei trattati europei che mettono dei limiti molto precisi, e abbiamo una corte costituzionale che ha detto in modo molto chiaro cosa è possibile nella nostra costituzione e cosa no. Tutto ciò che è necessario adesso per la solidarietà possiamo raggiungerlo con gli strumenti che abbiamo. E perciò non dovremmo disperderci in litigi che vengono dal passato”

Peri tedeschi gli eurobond , o coronabond, sono INCOSTITUZIONALI, e loro considerano seriamente la loro costituzione, non come noi che abbiamo permesso fosse fatta a pezzi, soprattutto nelle parti sociali e fiscali. Quindi non se ne parla neanche, ed anche se fosse tema di discussione sarebbe poi bloccato dalla Corte Costituzionale tedesca.

Non solo, ma David Sassoli, piddino, forte sostenitore dei coronabond, viene ESCLUSO DAI COLLOQUI per la risoluzione della crisi, così come riportato da El Pais, per volere del primo ministro olandese Rutte e della signora Merkel.
Il Perchè?
Si teme che Sassoli possa prendere una posizione eccessivamente a favore degli eurobond. In questo modo l’Europa riesce ad escludere dalla discussione l’unico organo eletto a suffragio universale, in un momento in cui molti parlamenti non sono neanche riuniti.

L’insistenza sugli eurobond conduce l’Italia ad una umiliazione ed un isolamento storici.
Un’idea di europa viene rifiutata dalle fondamenta e si tratta dell’idea di Prodi, di Gualtieri, di Conte. Ricordiamo che quest’ultimo disse che “Avrebbe lottato sino alla sua ultima goccia di sudore per una soluzione europea”. Ora ha perso, ha condotto nel baratro con se l’Italia, e neppure ha un piano B.
 
Rompiamo la moneta e basta. UE solo una trappola. L'adozione degli eurobond con tutta probabilità renderebbe più difficile la fuga dall'euro.
 
Rompiamo la moneta e basta. UE solo una trappola. L'adozione degli eurobond con tutta probabilità renderebbe più difficile la fuga dall'euro.
ESATTO

il debito che l'Italia ha in questo momento verrà, in caso di uscita dall'€uro, ridenominato in lire
mentre con gli eurobond dovremmo restituire €uro


quello che tutti non vogliono vedere è che il debito in lire per l'Italia è molto sostenibile... non così in €uro con le nazioni del nord che fanno la guerra.......


sai che ti dico.... bastebbe l'introduzione dei certificati fiscali che non sono un debito in senso stretto e neppure moneta....
 

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