Chi ricorda le Lezioni d'Amore di ferrara e moglie ... ?

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Ferrara, il depravato della fede

2 gennaio 2011 - Giuliano Ferrara concorda con Benedetto XVI: signora mia, l’ educazione sessuale a scuola è una sconcezza asettica e obbrobriosa. Insieme a un travisamento dell’aneddoto di Maureen Dowd (il fratello è un conservatore, è normale che voti Bush anche senza preservativi da mettere nei cetrioli), l’ Elefantino ci spiega che il Papa ha ragione, anche se “come sempre lo criticano i portavoce istituzionali di una cultura i cui pilastri etici globali sono gli spermicidi, l` aborto moralmente indifferente, la pianificazione familiare coatta del sesso dei nascituri, la selezione eugenetica della vita e la sua riproduzione artificiale come mezzo a scopo di ricerca, fino all` eutanasia. E appunto, le lezioni di sesso ai bambini delle scuole elementari”.
E’ un peccato che il “leader dei Teocon italiani”, come lo chiama La Stampa nella didascalia, non ci spieghi meglio se degli insegnamenti sessuali moralmente giusti facesse parte anche il suo “Lezioni d’ Amore”, programma di “educazione sessuale” che andava in onda nel 1992

alle 20,30 (a quell’ora i bimbi non sono ancora a letto, e non ci andavano nemmeno vent’anni fa) e che lui conduceva insieme alla moglie Anselma Dall’Olio.
Forse “Lezioni d’Amore”, sospeso da Mediaset per scarsissimi ascolti (ma una leggenda metropolitana racconta di un intervento di non precisati onorevoli democristiani su Berlusconi in persona) sarebbe piaciuto al Papa, la cui teutonica moralità poteva essere scalfita dall’ ammicante Giuliano, ateo devoto ma – secondo i suoi canoni – anche depravato. L’ importante è non farlo vedere ai bambini. Sennò sai che spavento, Ferrara in tv: preferirebbero mille volte mettere preservativi ai cetrioli tutto il giorno, sicuro.
 
Sai che spavento ferrara ??? Infatti all'epoca ferrara per pubblicizzare un suo programma , usciva da un enorme bidone della spazzatura impestato completamente di immondizia.
 
Io ricordo il DC Remo Gaspari ed il (presunto?) collegamento tra la regione di provenienza sua e dei suoi elettori, e l'esplosione di impiegati abruzzesi presso le Poste.
 
io non lo sapevo nemmeno che avesse fatto un tal programma, ma nel 1992 non ero nemmeno maggiorenne e di Ferrara e sua moglie e di quel che predicavano non mi importava niente.
 
io non lo sapevo nemmeno che avesse fatto un tal programma, ma nel 1992 non ero nemmeno maggiorenne e di Ferrara e sua moglie e di quel che predicavano non mi importava niente.

Ciao Claire, giovanissima a quanto leggo :)

ti rinfresco io la memoria allora :


Ferrara, dalle “Lezioni d’amore” ai comizi vaticani

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di Ilaria Donatio


Qualcuno ricorderà la trasmissione “Lezioni d’amore”, condotta in tandem, su Italia Uno, dall’attuale direttore del Foglio, Giuliano Ferrara e dalla moglie Anselma Dell’Olio. La coppia, che aveva ideato il format, parlava di sesso in tv in modo esplicito, ispirandosi idealmente al film “Comizi d’amore” di Pier Paolo Pasolini. Nulla di scabroso naturalmente, forse un tantino comico, se proprio si fosse costretti a esprimere un giudizio. Ma, insomma, le “lezioni di intimità” ebbero vita breve: precisamente, fino a quando alcuni deputati democristiani, convinsero Silvio Berlusconi a intervenire (“Una trasmissione senza scrupoli”, la definirono pubblicamente). E infatti il presidente del Consiglio invitò subito il direttore di rete, Carlo Freccero, alla massima prudenza. Intervenne anche il Garante e, nel più “autentico” spirito italico, prima si provò a spostare le chiacchiere sul sesso in seconda serata (per non dare troppo scandalo), e poi si scelse la soluzione definitiva e… fine delle trasmissioni! Con buona pace dei coniugi Ferrara e del loro format.

Quasi vent’anni dopo, i democristiani hanno cambiato nome e sono deflagrati (ma non esiste partito che non ne abbia una piccola o grande rappresentanza), mentre Berlusconi ha – come allora – il controllo del governo (e delle reti Mediaset).
Chi ha sorprendentemente attraversato una sorta di mutazione genetica è stato Giuliano Ferrara che, svestiti i panni di alfiere della laicità e della libertà di informazione, ha indossato quelli dell’“ateo devoto”: dice di non essere cattolico ma di essere “filosoficamente su posizioni teiste”. Dunque? Crede in un Dio personale (il che, a papa Ratzinger, non dovrebbe proprio far piacere) ma, in compenso, la Chiesa cattolica e, in particolare, il Vaticano, hanno sempre ragione.

Ecco che l’ultimo outing del Papa contro il monopolio statale nell’educazione civica e sessuale, ha trovato un porto sicuro nelle parole del direttore del Foglio. Interpellato dal quotidiano torinese, La Stampa, Ferrara tuona: “Non ho alle spalle duemila anni di ragione, però era meglio ciò che accadeva in passato quando del sesso si parlava in famiglia attraverso le favole oppure in strada. E con un po’ di pratica in più”. Che strano! È vero che accadeva una vita fa, ma parlare di sesso in televisione non è esattamente come raccontare la favola dell’ape e del polline cara, forse, ai nostri nonni. Ma “dell’educazione dei figli” se ne devono occupare le famiglie, dice il papa e ripete Ferrara, a modo suo. E quale principio invoca Benedetto XVI? Quello della sussidiarietà: concetto inflazionato, di questi tempi e, spesso, citato a sproposito.

In effetti, la sussidiarietà sancisce la fine del monopolio statale nella “definizione e nell’attuazione dell’interesse generale”. E fa riferimento a un modello di governance (laico, innanzi tutto, e non confessionale) in cui istituzioni e cittadini collaborino nel governo della cosa pubblica. Ma questo significa ridistribuire diversamente poteri e risorse tra stato e cittadini, a vantaggio di questi ultimi. Non solo. Sancisce anche la fine di un altro monopolio: quello della rappresentanza di partiti e sindacati. Siamo certi che il Papa (e il Ferrara nella versione “familista”) stessero parlando di questa sussidiarietà? Perché la famiglia non è (solo) quella cattolica. Ma ha una particolarità, sempre. È costituita da cittadini. Che scelgono il tipo di formazione che vogliono ricevere, che esercitano poteri e responsabilità, che – addirittura – si auto-organizzano. Loro, a differenza dei cattolici, non sono una categoria alla ricerca di agevolazioni fiscali, finanziamenti pubblici e concessioni.
Sono cittadini. E tanto basta, nell’anno di grazia 2011.
 
Ciao Claire, giovanissima a quanto leggo :)

ti rinfresco io la memoria allora :


Ferrara, dalle “Lezioni d’amore” ai comizi vaticani

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Qualcuno ricorderà la trasmissione “Lezioni d’amore”, condotta in tandem, su Italia Uno, dall’attuale direttore del Foglio, Giuliano Ferrara e dalla moglie Anselma Dell’Olio. La coppia, che aveva ideato il format, parlava di sesso in tv in modo esplicito, ispirandosi idealmente al film “Comizi d’amore” di Pier Paolo Pasolini. Nulla di scabroso naturalmente, forse un tantino comico, se proprio si fosse costretti a esprimere un giudizio. Ma, insomma, le “lezioni di intimità” ebbero vita breve: precisamente, fino a quando alcuni deputati democristiani, convinsero Silvio Berlusconi a intervenire (“Una trasmissione senza scrupoli”, la definirono pubblicamente). E infatti il presidente del Consiglio invitò subito il direttore di rete, Carlo Freccero, alla massima prudenza. Intervenne anche il Garante e, nel più “autentico” spirito italico, prima si provò a spostare le chiacchiere sul sesso in seconda serata (per non dare troppo scandalo), e poi si scelse la soluzione definitiva e… fine delle trasmissioni! Con buona pace dei coniugi Ferrara e del loro format.

Quasi vent’anni dopo, i democristiani hanno cambiato nome e sono deflagrati (ma non esiste partito che non ne abbia una piccola o grande rappresentanza), mentre Berlusconi ha – come allora – il controllo del governo (e delle reti Mediaset).
Chi ha sorprendentemente attraversato una sorta di mutazione genetica è stato Giuliano Ferrara che, svestiti i panni di alfiere della laicità e della libertà di informazione, ha indossato quelli dell’“ateo devoto”: dice di non essere cattolico ma di essere “filosoficamente su posizioni teiste”. Dunque? Crede in un Dio personale (il che, a papa Ratzinger, non dovrebbe proprio far piacere) ma, in compenso, la Chiesa cattolica e, in particolare, il Vaticano, hanno sempre ragione.

Ecco che l’ultimo outing del Papa contro il monopolio statale nell’educazione civica e sessuale, ha trovato un porto sicuro nelle parole del direttore del Foglio. Interpellato dal quotidiano torinese, La Stampa, Ferrara tuona: “Non ho alle spalle duemila anni di ragione, però era meglio ciò che accadeva in passato quando del sesso si parlava in famiglia attraverso le favole oppure in strada. E con un po’ di pratica in più”. Che strano! È vero che accadeva una vita fa, ma parlare di sesso in televisione non è esattamente come raccontare la favola dell’ape e del polline cara, forse, ai nostri nonni. Ma “dell’educazione dei figli” se ne devono occupare le famiglie, dice il papa e ripete Ferrara, a modo suo. E quale principio invoca Benedetto XVI? Quello della sussidiarietà: concetto inflazionato, di questi tempi e, spesso, citato a sproposito.

In effetti, la sussidiarietà sancisce la fine del monopolio statale nella “definizione e nell’attuazione dell’interesse generale”. E fa riferimento a un modello di governance (laico, innanzi tutto, e non confessionale) in cui istituzioni e cittadini collaborino nel governo della cosa pubblica. Ma questo significa ridistribuire diversamente poteri e risorse tra stato e cittadini, a vantaggio di questi ultimi. Non solo. Sancisce anche la fine di un altro monopolio: quello della rappresentanza di partiti e sindacati. Siamo certi che il Papa (e il Ferrara nella versione “familista”) stessero parlando di questa sussidiarietà? Perché la famiglia non è (solo) quella cattolica. Ma ha una particolarità, sempre. È costituita da cittadini. Che scelgono il tipo di formazione che vogliono ricevere, che esercitano poteri e responsabilità, che – addirittura – si auto-organizzano. Loro, a differenza dei cattolici, non sono una categoria alla ricerca di agevolazioni fiscali, finanziamenti pubblici e concessioni.
Sono cittadini. E tanto basta, nell’anno di grazia 2011.

Sono laica e atea e sinceramente mi trovo sempre in imbarazzo quando noto come la chiesa cattolica si intrometta in modo pesante nella vita di chi cattolico non è, facendo pressioni su uno stato, come il nostro che è laico.
Per quello che riguarda l'educazione sessuale io penso che dovrebbe essere svolta in famiglia.
Ma non tutte le famiglie hanno gli "strumenti" adeguati per farlo. Allora toccherebbe alla scuola, ma depauperata com'è e con il precariato che la penalizza, anche la scuola non è sempre strutturata in modo adeguato.
Allora che male c'è nel lasciar fare alla TV?
Se per molti ragazzi la TV è l'unica fonte di formazione, una baby sitter onnipresente, almeno che sia una TV di qualità che possa sopperire alle mancanze di famiglie e scuola in modo sano ed ben fatto.
Ferrara che fa lezioni di sesso non mi ispira proprio.
Però qualche bravo professionista che possa parlare ai ragazzi in modo diversificato in base all'età c'è. Ne sono sicura.
Io, con i miei figli, parlo abbondantemente e dell'educazione sessuale in TV non usufruirei, credo, se non come conferma, sponda a quel che insegno io.
 
Sono laica e atea e sinceramente mi trovo sempre in imbarazzo quando noto come la chiesa cattolica si intrometta in modo pesante nella vita di chi cattolico non è, facendo pressioni su uno stato, come il nostro che è laico.
Per quello che riguarda l'educazione sessuale io penso che dovrebbe essere svolta in famiglia.
Ma non tutte le famiglie hanno gli "strumenti" adeguati per farlo. Allora toccherebbe alla scuola, ma depauperata com'è e con il precariato che la penalizza, anche la scuola non è sempre strutturata in modo adeguato.
Allora che male c'è nel lasciar fare alla TV?
Se per molti ragazzi la TV è l'unica fonte di formazione, una baby sitter onnipresente, almeno che sia una TV di qualità che possa sopperire alle mancanze di famiglie e scuola in modo sano ed ben fatto.
Ferrara che fa lezioni di sesso non mi ispira proprio.
Però qualche bravo professionista che possa parlare ai ragazzi in modo diversificato in base all'età c'è. Ne sono sicura.
Io, con i miei figli, parlo abbondantemente e dell'educazione sessuale in TV non usufruirei, credo, se non come conferma, sponda a quel che insegno io.



ehm, concordo in buona parte con te sul tema dell'educazione sessuale.

qui però il tema è ferara, ovvero la sua giravolta a 180° : da educatore sessuale in prima serata RAI a fustigatore dell'educazione sessuale nelle scuole.


vabbè....mi dirai che non fa notizia,e magari hai ragione :)
 
ehm, concordo in buona parte con te sul tema dell'educazione sessuale.

qui però il tema è ferara, ovvero la sua giravolta a 180° : da educatore sessuale in prima serata RAI a fustigatore dell'educazione sessuale nelle scuole.


vabbè....mi dirai che non fa notizia,e magari hai ragione :)

Io quelli li chiamo Leccaculo, però lo so che non è una parola molto raffinata
 

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