Nei siti web di finanza ci sono già troppi dottori (...e professori...), lasciamo a loro i convenevoli
Un aumento di capitale provoca varie strategie, che variano anche in base alle intenzioni future. Vediamo di scrivere con calma...certe cose sono più semplici a farsi che a spiegarsi.
La regola base è che se tramite il diritto si possono sottoscrivere le azioni ad un prezzo inferiore rispetto a quello che hanno sul mercato conviene comprare il diritto, aggiungerci i soldi dell'esercizio e contemporaneamente vendere le azioni che si posseggono. Se, invece, il diritto è a premio, conviene l'opposto.
Se il diritto è a sconto, ci si può anche far prestare le azioni, venderle allo scoperto e col ricavato comprare ed esercitare i diritti di opzione. Alla fine si ottengono le azioni nuove che si restituiscono a chi le ha prestate, incassando come guadagno la differenza tra vendita sul mercato delle azioni e costo di acquisto dei diritti più prezzo di esercizio. Ciò può accadere solo per i titoli disponibili per il prestito, ovviamente.
Altra idea possibile, quando i tramite i diritti si possono sottoscrivere le azioni nuove a sconto, è esercitarli per poi vendere le azioni sul mercato, una volta consegnate. In questi casi, si rischia che il prezzo delle azioni sia nel frattempo sceso.
Fin qui, le strategie classiche, diciamo.
Poi ci sono le intenzioni puramente speculative, e qui bisogna avere occhio non solo alle parità teoriche tra diritti ed azione ma anche a ciò che avviene sul mercato, considerando domanda ed offerta ma anche facendo previsioni sulle successive sedute, sia riguardo l'azione sia riguardo i diritti.
Si può, ad esempio, decidere di essere presenti sull'azione prima che si stacchino i diritti (lo abbiamo di recente fatto con Premuda, e sarebbe stato opportuno farlo con Richard Ginori) oppure attendere che i diritti si stacchino.
Vediamo se quanto scritto fino ad ora è comprensibile, ripeto che è più facile a farsi.