Come dare una mano ai fondi previdenziali

Arciof

Nuovo forumer
Inserto PLUS del Sole 24 Ore del 20 Novembre 2004, pag. 38, Marco Lo Conte firma un articolo dal titolo Previdenza integrativa/ Le proposte su misura.

Lo scopo dichiarato dell'articolo è rendere evidenti le necessità previdenziali complementari di una serie di profili-tipo di risparmiatori italiani.

Vi si riporta una tabella con tre esempi su quanto dovrebbe annualmente risparmiare, e quindi versare ad un fondo previdenziale privato, un lavoratore-tipo per assicurarsi una pensione integrativa che colmi il divario tra il Reddito lordo attuale e la pensione pubblica futura.

Prendo a caso l'esempio fatto per un pubblico dipendente (profilo C, ma il discorso con gli altri profili comunque non cambia), si tratta di un lavoratore di 48 anni che guadagna 26.354 euro lordi all'anno e che all'età di 65 anni godrà di una pensione lorda di 19.211 euro ovvero inferiore di 7.143 euro allo stipendio attuale.
Con competenti calcoli fatti con l'aiuto di una società di consulenza indipendente sui rendimenti attesi per ogni euro versato in un fondo complementare, si determina che il lavoratore-tipo in questione per mantenere in futuro il suo "abituale" reddito lordo anche da pensionato, dovrà da subito risparmiare qualcosa come 6.412 euro all'anno da elargire ovviamente a qualche fondo previdenziale privato.

In pratica l'articolo indica in quella somma di 6.412 euro la giusta entità di risparmio da devolvere alla previdenza complementare per dare la sicurezza al dipendente-tipo di poter mantenere il proprio tenore di vita, anche quando sarà in quiescenza, recuperando quel 27,10% di stipendio non coperto dalla pensione pubblica.

Ma se effettivamente si seguisse questo indiretto consiglio dell'articolo, il dipendente dell'esempio dovrebbe rinunciare ogni anno a spendere 6.412 euro di stipendio e vivere con i 19.942 euro lordi rimanenti (supponendo che tutti i 6.412 euro versati alla previdenza complementare possano essere dedotti dall'imponibile di 26.354).

In pratica per dirottare gran parte del suo reddito alla fiorente e da tutti sponsorizzata industria della previdenza integrativa questo dipendente-tipo (che a questo punto diventa un dipendente modello) dovrebbe abbassare per oltre 15 anni il proprio tenore di vita del 24,33% e vivere con meno di 20 mila euro lordi l'anno.

Tutto questo sacrificio si fa perchè all'età di 65 anni questo signore, sommando la pensione pubblica e quella privata, potrà finalmente riavere per sempre il suo reddito lordo di 26.354 di 15 anni prima del quale però forse non avrà più bisogno essendo riuscito a sopravvivere con molto meno per così a lungo!

Ma che senso ha avere un reddito effettivo così sacrificato per 15 anni per poi avere quando si è in pensione un reddito effettivo addirittura superiore a quello "abituale" ?
Ovvero, perchè impoverirsi per dare ai fondi integrativi più soldi del necessario? Ne hanno proprio così bisogno da pubblicare certe tabelle "indipendenti" ? Probabilmente SI.

Secondo me quella che ho letto non è una informazione che va esattamente nella direzione degli interessi del lavoratore-dipendente.

A voi cosa sembra?

Saluti Arciof
 
Il discorso affrontato nell'articolo è serissimo. La società indipendente effettua calcoli basati su formule matematiche, e non ha intenzione di spingere questo o quel prodotto.

Anzi, la stessa società stronca settimanalmente i prodotti strutturati, da qualunque emittente essi provengano, a dimostrazione che non è schierata contro gli investitori.

Le cifre impressionano perché la questione è molto seria. Le pensioni future, a parità di contributi, erogheranno poco più della metà di quanto garantito col vecchio metodo. La necessità di provvedere in proprio è, quindi, di primaria importanza. Nello specifico si possono poi muovere obiezioni al calcolo (es: stiamo certi che l'età pensionabile sarà spostata in avanti, quindi i conteggi da fare possono essere diversi).

Quando si vedono queste cifre ci si chiede come si possa ridurre il proprio tenore di vita, ed il punto è proprio qui: molti vivono, anche senza rendersene conto, una vita al di sopra delle loro possibilità.

La vera tragedia, come sempre, sta nel fatto che l'offerta di banche-sim-poste-assicurazioni è composta soprattutto da prodotti (polizze, FIP) che costano un sacco, e la strututra dei costi può arrivare addirittura a cancellare un terzo della futura rendita (es: 600 euro al mese anziché 900: tutto a causa dei costi pagati tramite il FIP).

I Fondi Pensione, seppur coi loro lati negativi, sono quasi sempre più economici, e quando si tratta di investimenti pluri-decennali i costi si capitalizzano per 20-30 anni e stroncano il rendimento finale.

Ora saranno certamente allargati i benefici fiscali destinati ai prodotti previdenziali ma la maggioranza delle persone li perderà sottoscrivendo FIP anziché fondi pensione.

Sui fondi pensione aperti ricordo l'ottimo lavoro di Paolo Venturini, da poco pubblicato: http://www.investireoggi.it/io/canali/Risparmio/index.php?pag_id=63&p_id=276315
 
La società in questione è sicuramente seria ma l'articolo citato è, forse involontariamente, ingannevole.

Proprio prendendo per buoni i calcoli esposti nella tabella dell'articolo ho evidenziato l'assurdità del suggerimento che viene dato ai risparmiatori-lavoratori.

Non so se dietro c'è effettivamente l'idea di pompare quanta più liquidità possibile verso l'industria dei fondi pensione ma mi sembra che l'articolo in questione con i suoi ragionamenti matematici cerca di convincere i risparmiatori - probabilmente consapevoli e preoccupati della loro pensione pubblica - di provvedere subito a versare ai fondi privati cifre che ad occhio e croce sono quasi pari al doppio di quelle necessarie.

Mi spiego meglio. Come ho già detto non mi sembra affatto logico abbassare il proprio tenore di vita, facendo ingrassare l'industria del risparmio, per oltre 15 anni con risparmi consistenti e poi godere dopo i 65 anni di età di un reddito lordo addirittura superiore a quello avuto nei 15 anni precedenti !

La giusta ricetta sta nel risparmiare di quel tanto che ti consente di MANTENERE il proprio tenore di vita anche dopo la pensione quando si sostituirà al costo annuale del risparmio previdenziale il provento della pensione privata.

Detto questo, se prendiamo l'articolo in esame ci accorgiamo che il lavoratore dovrà risparmiare una cifra che è all'incirca pari alla metà di quella consigliata!!! (ma probabilmente all'industria dei fondi pensione questo non basta e sapendo che non tutti faranno piani pensionistici integrativi cercano di far versare il doppio a quelli che invece li faranno).

Chiaro?

Saluti
Arciof
 

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