tontolina
Forumer storico
Come Scegliere una Banca Sicura in Italia (Difendersi dal Bail-In)
Di FunnyKing , il 11 dicembre 2015 77 Comment
Aggiorniamo i dati al terzo trimestre 2015, per giudicare la nostra banca “sicura” in Italia.
Commento preliminare: in generale nel terzo 2015 il sistema bancario ha visto un rafforzamento dei coefficienti di patrimonializzazione. Tuttavia tra Novembre e Dicembre 2015 abbiamo avuto un primo scassato assaggio del nuovo “normale” ovvero i salvataggi bancari attraverso il coinvolgimento non solo degli azionisti ma anche degli obbligazionisti fino eventualmente ad arrivare ai correntisti sopra i 100.000€.
Dal 1 Gennaio 2016, sarà proibito qualsiasi intervento pubblico per salvare le banche e le procedure di ricapitalizzazione saranno interamente a carico di tutti gli stakeholderes delle banche da salvare (azionisti, obbligazionisti subordinati e senior, correntisti) in primis, e poi a carico del sistema bancario nel suo complesso.
In questo nuovo normale è fondamentale conoscere per deliberare in quale banca tenere i propri soldi, oppure se è il caso investire in azioni e obbligazioni di una certa banca o meno.
In questo ultimo periodo del 2015 ci sono alcune vicende che meritano attenzione e precisazioni:
Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno requisiti patrimoniali pessimi, al limite dell’insolvenza e DEVONO ottenere capitali dal mercato. Un eventuale fallimento nell’ottenimento di capitali freschi determinerebbe in automatico la procedura di salvataggio bancario conosciuta come Bail-IN. E’ pertanto temerario mantenere in questa fase i propri risparmi e eventuali investimenti in queste due banche
Banca Monte dei Paschi (un evergreen) è stata attenzionata dalla Consob per altri eventuali probelmi sui bilancio 2012, la cosa ha rilevanza per eventuali rivalse di chi ha sottoscritto gli aumenti di capitale successivi (che si sono rivelati un bagno di sangue)
Infine c’è la questione delle 4 banche commissariate “salvate” con un decreto di urgenza del Governo e con l’azzeramento SENZA CORRISPETTIVO in azioni delle nuove entità delle obbligazioni subordinate in mano a 130.000 famiglie italiane., Banca delle Marche, Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara. Appena avremo i coefficienti di patrimonializzazione delle Nuove Banche oggetto di salvataggio ve li daremo.
Vorrei fare notare lo strano destino di Unicredit, la quale ha coefficienti di patrimonializzazione molto bassi, ma ha scelto di non fare aumenti di capitali e di ripatrimonializzarsi per linee interne con un aggressivo piano industriale di taglio dei costi (e dunque licenziamenti). La controllata Fineco viceversa si trova al top o quasi della classifica.
Buona lettura:
Come Scegliere una Banca Sicura in Italia
Non è più una economia per vecchi.
Fin dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così.
Dopo il caso Cipro, in cui i correntisti sono stati chiamati a ripianare i debiti di due grandi banche, dobbiamo prendere atto che il sistema di utilizzare anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre è diventato un sistema consolidato, legale e codificato dalle norme europee per i salvataggi bancari.
Ne consegue che diventa fondamentale attuare delle strategie per selezionare la propria banca, meglio se queste strategie sono semplici, comprensibili e in passato hanno dimostrato di funzionare.
In questo vi mostrerò 3 semplici modi per sapere se la vostra banca italiana è sicura e come fare a cercare una alternativa valida. E lo farò con dati reali e aggiornatissimi in modo da darvi già una traccia per prendere una decisione.
Passo 1: Il Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca ( definizione precisa ).
Recentemente il Core Tier 1 Ratio, è stato sostituito da un nuovo coefficiente redatto secondo i criteri di Basilea 3, Ovvero il CET1 Ratio Ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio (definizione precisa).
Le norme di Europee prevedono come “minimo” (sindacale) un CET1 Ratio del 10% , il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.
Dunque un primo criterio per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Cet1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:
Passo 2: Il Confronto delle Performance Relative in Borsa
Il prezzo di una azione in borsa è il risultato delle decisioni di acquisto e di vendita degli investitori. Gli investitori si comportano più o meno razionalmente sulla base delle informazioni in loro possesso.
C’è una speciale categoria di investitori che influenza in maniera determinante le quotazioni, ovvero gli investitori istituzionali. Ovvero quei soggetti che dispongono di grandi quantità di denaro da impiegare e che si muovono secondo logiche professionali.
Tra gli investitori istituzionali ci possono essere soggetti che hanno informazioni privilegiate e dunque si muovono di conseguenza.
Per questa ragione il Prezzo di una azione, se osservato in un arco temporale e con un semplice accorgimento non troppo breve contiene di per se una informazione importante: Come sta andando la società, la banca in questo caso, rispetto alla media del suo settore.
Diciamo che il prezzo dell’azione non può rappresentare in assoluto lo stato di salute di una banca, esso è troppo influenzato dal sentimento generale su un certo settore (quello bancario appunto), ma se confrontiamo il prezzo di una banca con il valore di una media dei prezzi dell’intero settore bancario di una nazione scopriamo cosa pensi il mercato, ed in particolare gli investitori istituzionali che spesso hanno informazioni privilegiate, su quella singola banca.
Ed in pratica nel 100% dei casi un fallimento bancario è stato sempre preceduto da un crollo dei valori azionari rispetto all’indice di riferimento, mesi se non anni prima dell’evento infausto.
In Italia esiste un indice chiamato FTSE Banche, facilmente confrontabile in termini percentuali con l’andamento dei prezzi dei singoli titoli delle banche quotate.
Vi faccio due esempi di banche agli opposti,
Banca Carige:
Banca Intesa San Paolo:
Le differenza sono evidenti, la sottoperformance di Banca Carige indica una sfiducia del mercato e dunque anche di eventuali insider sulla gestione e la patrimonializzazione dell’istituto di credito, al contrario il mercato sta premiando il Gruppo Intesa.
Forse avrete sentito parlare non troppo bene di Banca Carige negli ultimi tempi……
Ad ogni modo, purtroppo questo metodo non è utilizzabile se non con banche che hanno azioni quotate sul mercato ufficiale, ma se la vostra banca lo fosse, vi consiglio di confrontarne il prezzo con l’indice FTSE Banche.
E… tanto per fare un esempio celebre, guardate un pochino cosa accadde in borsa a Lehamn MESI anzi 2 ANNI prima del crac:
Passo 3: la lettura della cronaca giudiziaria (anche attraverso internet)
Paradossalmente questo terzo metodo, per quanto richieda un minimo di attenzione da parte del correntista è allo stesso tempo il più sicuro ed il più semplice. Il fatto è che non è mai esistito un singolo fallimento bancario che non sia stato preceduto da MESI se non da ANNI di articoli polemici e allarmanti in cronaca economica e giudiziaria.
Ne Lehaman, ne Man Financial, ne le nostre Banca Itallease, Banca Marche, Banca Spoleto, Banca Etruria sono veramente state fulmini a ciel sereno. Prima dell’evento c’è sempre e dico SEMPRE nel 100% dei casi un gigantesca storia di cronaca sui giornali mainstream.
Faccio qui un esempio:
Quello che vedete è solo un flusso di notizie apparse su varie testate su Bnaca Etruria in vari momenti del 2014, si parla di ispezioni della Banca d’Italia, sofferenze, necessità di ricapitalizzazione, appelli alla solidarietà.
Possiamo dire che lo scandalo di Banca Popolare Etruria e Lazio sia venuto fuori dal nulla?: no, non possiamo.
Le banche italiane per la maggior parte hanno una connotazione territoriale e vengono “raccontate” nei dettagli dagli organi di stampa locali, ad esempio le vicissitudini di Carige sono attualmente materia quotidiana di articoli, interviste e analisi del locale Secolo XIX, tutti a Genova sanno che Carige ha gravi problemi di bilancio e di crediti dati senza garanzie. Ove dovesse esserci un problema NESSUNO potrebbe dirsi innocenten per non avreci pensato prima.
In Sintesi: e’ dovere di ciascuno fare un minimo di controllo sulla propria banca, si tratta in fondo del luogo a cui affidiamo la gran parte dei nostri soldi.
Di FunnyKing , il 11 dicembre 2015 77 Comment
Aggiorniamo i dati al terzo trimestre 2015, per giudicare la nostra banca “sicura” in Italia.
Commento preliminare: in generale nel terzo 2015 il sistema bancario ha visto un rafforzamento dei coefficienti di patrimonializzazione. Tuttavia tra Novembre e Dicembre 2015 abbiamo avuto un primo scassato assaggio del nuovo “normale” ovvero i salvataggi bancari attraverso il coinvolgimento non solo degli azionisti ma anche degli obbligazionisti fino eventualmente ad arrivare ai correntisti sopra i 100.000€.
Dal 1 Gennaio 2016, sarà proibito qualsiasi intervento pubblico per salvare le banche e le procedure di ricapitalizzazione saranno interamente a carico di tutti gli stakeholderes delle banche da salvare (azionisti, obbligazionisti subordinati e senior, correntisti) in primis, e poi a carico del sistema bancario nel suo complesso.
In questo nuovo normale è fondamentale conoscere per deliberare in quale banca tenere i propri soldi, oppure se è il caso investire in azioni e obbligazioni di una certa banca o meno.
In questo ultimo periodo del 2015 ci sono alcune vicende che meritano attenzione e precisazioni:
Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno requisiti patrimoniali pessimi, al limite dell’insolvenza e DEVONO ottenere capitali dal mercato. Un eventuale fallimento nell’ottenimento di capitali freschi determinerebbe in automatico la procedura di salvataggio bancario conosciuta come Bail-IN. E’ pertanto temerario mantenere in questa fase i propri risparmi e eventuali investimenti in queste due banche
Banca Monte dei Paschi (un evergreen) è stata attenzionata dalla Consob per altri eventuali probelmi sui bilancio 2012, la cosa ha rilevanza per eventuali rivalse di chi ha sottoscritto gli aumenti di capitale successivi (che si sono rivelati un bagno di sangue)
Infine c’è la questione delle 4 banche commissariate “salvate” con un decreto di urgenza del Governo e con l’azzeramento SENZA CORRISPETTIVO in azioni delle nuove entità delle obbligazioni subordinate in mano a 130.000 famiglie italiane., Banca delle Marche, Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara. Appena avremo i coefficienti di patrimonializzazione delle Nuove Banche oggetto di salvataggio ve li daremo.
Vorrei fare notare lo strano destino di Unicredit, la quale ha coefficienti di patrimonializzazione molto bassi, ma ha scelto di non fare aumenti di capitali e di ripatrimonializzarsi per linee interne con un aggressivo piano industriale di taglio dei costi (e dunque licenziamenti). La controllata Fineco viceversa si trova al top o quasi della classifica.
Buona lettura:
Come Scegliere una Banca Sicura in Italia
Non è più una economia per vecchi.
Fin dalla culla siamo stati abituati a pensare che tutte le banche sono uguali, se ci pensate bene l’espressione “avere i soldi in banca” è neutra e ispira(va) sicurezza. Oggi non è più così.
Dopo il caso Cipro, in cui i correntisti sono stati chiamati a ripianare i debiti di due grandi banche, dobbiamo prendere atto che il sistema di utilizzare anche i soldi dei correntisti per tappare i buchi creati da gestioni bancarie allegre è diventato un sistema consolidato, legale e codificato dalle norme europee per i salvataggi bancari.
Ne consegue che diventa fondamentale attuare delle strategie per selezionare la propria banca, meglio se queste strategie sono semplici, comprensibili e in passato hanno dimostrato di funzionare.
In questo vi mostrerò 3 semplici modi per sapere se la vostra banca italiana è sicura e come fare a cercare una alternativa valida. E lo farò con dati reali e aggiornatissimi in modo da darvi già una traccia per prendere una decisione.
Passo 1: Il Controllo del Patrimonio di Vigilanza
Il criterio comunemente accettato che definisce il rischio bancario inteso come quantità di investimenti fatti da una banca rispetto al suo patrimonio è il CORE TIER 1 (RATIO), ovvero il rapporto fra investimenti bancari ponderati per il loro rischio e il capitale proprio della banca ( definizione precisa ).
Recentemente il Core Tier 1 Ratio, è stato sostituito da un nuovo coefficiente redatto secondo i criteri di Basilea 3, Ovvero il CET1 Ratio Ovvero il Core Equity Tier 1 Ratio (definizione precisa).
Le norme di Europee prevedono come “minimo” (sindacale) un CET1 Ratio del 10% , il che significa che una banca “regolamentare” può effettuare investimenti ponderati per il rischio superiori a 10 volte il suo capitale proprio. Il che non pare una garanzia di sicurezza “estrema”.
Dunque un primo criterio per scegliere la nostra banca italiana è quella di controllare il suo Cet1 Ratio, e siccome questo è Rischio Calcolato:

Passo 2: Il Confronto delle Performance Relative in Borsa
Il prezzo di una azione in borsa è il risultato delle decisioni di acquisto e di vendita degli investitori. Gli investitori si comportano più o meno razionalmente sulla base delle informazioni in loro possesso.
C’è una speciale categoria di investitori che influenza in maniera determinante le quotazioni, ovvero gli investitori istituzionali. Ovvero quei soggetti che dispongono di grandi quantità di denaro da impiegare e che si muovono secondo logiche professionali.
Tra gli investitori istituzionali ci possono essere soggetti che hanno informazioni privilegiate e dunque si muovono di conseguenza.
Per questa ragione il Prezzo di una azione, se osservato in un arco temporale e con un semplice accorgimento non troppo breve contiene di per se una informazione importante: Come sta andando la società, la banca in questo caso, rispetto alla media del suo settore.
Diciamo che il prezzo dell’azione non può rappresentare in assoluto lo stato di salute di una banca, esso è troppo influenzato dal sentimento generale su un certo settore (quello bancario appunto), ma se confrontiamo il prezzo di una banca con il valore di una media dei prezzi dell’intero settore bancario di una nazione scopriamo cosa pensi il mercato, ed in particolare gli investitori istituzionali che spesso hanno informazioni privilegiate, su quella singola banca.
Ed in pratica nel 100% dei casi un fallimento bancario è stato sempre preceduto da un crollo dei valori azionari rispetto all’indice di riferimento, mesi se non anni prima dell’evento infausto.
In Italia esiste un indice chiamato FTSE Banche, facilmente confrontabile in termini percentuali con l’andamento dei prezzi dei singoli titoli delle banche quotate.
Vi faccio due esempi di banche agli opposti,
Banca Carige:

Banca Intesa San Paolo:

Le differenza sono evidenti, la sottoperformance di Banca Carige indica una sfiducia del mercato e dunque anche di eventuali insider sulla gestione e la patrimonializzazione dell’istituto di credito, al contrario il mercato sta premiando il Gruppo Intesa.
Forse avrete sentito parlare non troppo bene di Banca Carige negli ultimi tempi……
Ad ogni modo, purtroppo questo metodo non è utilizzabile se non con banche che hanno azioni quotate sul mercato ufficiale, ma se la vostra banca lo fosse, vi consiglio di confrontarne il prezzo con l’indice FTSE Banche.
E… tanto per fare un esempio celebre, guardate un pochino cosa accadde in borsa a Lehamn MESI anzi 2 ANNI prima del crac:

Passo 3: la lettura della cronaca giudiziaria (anche attraverso internet)
Paradossalmente questo terzo metodo, per quanto richieda un minimo di attenzione da parte del correntista è allo stesso tempo il più sicuro ed il più semplice. Il fatto è che non è mai esistito un singolo fallimento bancario che non sia stato preceduto da MESI se non da ANNI di articoli polemici e allarmanti in cronaca economica e giudiziaria.
Ne Lehaman, ne Man Financial, ne le nostre Banca Itallease, Banca Marche, Banca Spoleto, Banca Etruria sono veramente state fulmini a ciel sereno. Prima dell’evento c’è sempre e dico SEMPRE nel 100% dei casi un gigantesca storia di cronaca sui giornali mainstream.
Faccio qui un esempio:

Quello che vedete è solo un flusso di notizie apparse su varie testate su Bnaca Etruria in vari momenti del 2014, si parla di ispezioni della Banca d’Italia, sofferenze, necessità di ricapitalizzazione, appelli alla solidarietà.
Possiamo dire che lo scandalo di Banca Popolare Etruria e Lazio sia venuto fuori dal nulla?: no, non possiamo.
Le banche italiane per la maggior parte hanno una connotazione territoriale e vengono “raccontate” nei dettagli dagli organi di stampa locali, ad esempio le vicissitudini di Carige sono attualmente materia quotidiana di articoli, interviste e analisi del locale Secolo XIX, tutti a Genova sanno che Carige ha gravi problemi di bilancio e di crediti dati senza garanzie. Ove dovesse esserci un problema NESSUNO potrebbe dirsi innocenten per non avreci pensato prima.
In Sintesi: e’ dovere di ciascuno fare un minimo di controllo sulla propria banca, si tratta in fondo del luogo a cui affidiamo la gran parte dei nostri soldi.