La Borsa Italiana, dimostrando di non difettare certo di iniziativa se si considerano - ad esempio - le recenti modifiche sui lotti minimi e l'introduzione del nuovo indice S&Pmib e dell’annesso contratto Future, ha “rivisto” anche i Tick minimi di negoziazione per le società quotate dal prossimo 31 gennaio, modificando sensibilmente il modello precedente come segue:
Inferiore o pari a 0.25000 - Tick minimo 0.0001
Da 0.2501 a 1.0000 - Tick minimo 0.0005
Da 1.0001 a 2.0000 - Tick minimo 0.0010
Da 2.0001 a 5.0000 - Tick minimo 0.0025
Da 5.0001 a 10.0000 - Tick minimo 0.0050
Superiore a 10.0000 - Tick minimo 0.0100
Specie per le azioni comprese nella fascia tra 2 e 5 euro, che sono ben 12 su 40 nel paniere principale e, soprattutto, tra le più “ricche” di volumi, questa modifica è sostanziale.
Ad esempio se oggi il titolo Intesa ha “step” di escursione quali 3.56-3.57-3.58-… dal 31 gennaio saranno previsti dei tick di negoziazione intermedi quindi le escursioni dei prezzi saranno 3.5600-3.5625-3.5650-3.5675-3.5700. Sarà quindi necessario un movimento ampio 4 tick con i nuovi parametri per ottenere un effetto percentuale pari alla variazione minima tuttora in vigore.
Questa novità va interpretata, a mio avviso, come un tentativo di evitare che i prezzi rimangano “ingessati” per buona parte della seduta. La speranza, comprensibilmente ovvia per chi gestisce il mercato degli scambi (Borsa Italia), è di stimolare non tanto un aumento di volatilità, che anzi a mio avviso rischia un ulteriore calo, quanto una maggior movimentazione in termini di tick con conseguente aumento del numero di contratti scambiati che rappresentano la vera fonte di guadagno della Borsa Italiana.
Ad avallare questa interpretazione concorre un dato statistico inequivocabile (fonte le statistiche pubblicate sul sito da BorsaItalia): anche in ragione della congiunturale diminuzione di volatilità sui mercati a livello globale, nel corso del 2004, sebbene a fronte di un aumento dei controvalori scambiati sul mercato, il numero dei contratti è calato fortemente, con punte anche vicine al 30% (ad esempio osservando giugno ’04 rispetto a marzo ’04). Era quindi inevitabile attendersi dei cambiamenti.
Una prima conseguenza è che se, sino ad oggi, il book con profondità di mercato a 5 livelli (utilizzando sempre come esempio il titolo Intesa) poteva offrirci un “quadro” corrispondente ad una escursione dei prezzi di 10 centesimi pari circa al 2.5-2.6 %, in futuro esso ci fornirà uno spaccato pari “solo” a circa lo 0.7%. Ci vorrebbe una profondità di mercato di 20 livelli per ottenere il medesimo spaccato percentuale rispetto a ciò che avviene oggi.
Diventerà quindi assai meno utile osservare i book? Quali effetti sortiranno da questo cambiamento e, soprattutto, se questi saranno benefici per il mercato, lo si potrà valutare solo nel tempo. Certo questa novità potrebbe modificare anche profondamente alcune strategie di trading intraday. Soprattutto gli “scalper” si troveranno alle prese con una novità la cui portata è tutta da verificare e che quindi suscita preoccupazione. Non è difficile nemmeno immaginare che, quantomeno inizialmente, si possa presentare qualche “occasione” legata alla necessità del mercato di riparametrarsi rispetto alla novità……E poi?
In realtà ho il fondato timore che a lungo andare questa operazione - che pare creata ad arte per aumentare il numero dei contratti scambiati sui titoli - possa avere un effetto boomerang molto forte, giacché difficilmente un titolo farà quattro tick ove prima ne faceva 1 e pochi vorranno correre i medesimi rischi di prima con l’obiettivo di raccogliere molto meno. Non è azzardato ipotizzare una forte “migrazione” degli “scalper” verso titoli con quotazioni superiori a 10 euro per azione, anche se cresce notevolmente il capitale necessario per l’operatività.
Per concludere, in considerazione di una volatilità del mercato che latita e che potrebbe essere definitivamente compromessa da questa novità, si potrebbe verificare un’ulteriore “migrazione” dei traders verso i contratti Futures che già vivono una fase di forte espansione nei volumi o addirittura verso il mercato USA.
Davide Biocchi
Inferiore o pari a 0.25000 - Tick minimo 0.0001
Da 0.2501 a 1.0000 - Tick minimo 0.0005
Da 1.0001 a 2.0000 - Tick minimo 0.0010
Da 2.0001 a 5.0000 - Tick minimo 0.0025
Da 5.0001 a 10.0000 - Tick minimo 0.0050
Superiore a 10.0000 - Tick minimo 0.0100
Specie per le azioni comprese nella fascia tra 2 e 5 euro, che sono ben 12 su 40 nel paniere principale e, soprattutto, tra le più “ricche” di volumi, questa modifica è sostanziale.
Ad esempio se oggi il titolo Intesa ha “step” di escursione quali 3.56-3.57-3.58-… dal 31 gennaio saranno previsti dei tick di negoziazione intermedi quindi le escursioni dei prezzi saranno 3.5600-3.5625-3.5650-3.5675-3.5700. Sarà quindi necessario un movimento ampio 4 tick con i nuovi parametri per ottenere un effetto percentuale pari alla variazione minima tuttora in vigore.
Questa novità va interpretata, a mio avviso, come un tentativo di evitare che i prezzi rimangano “ingessati” per buona parte della seduta. La speranza, comprensibilmente ovvia per chi gestisce il mercato degli scambi (Borsa Italia), è di stimolare non tanto un aumento di volatilità, che anzi a mio avviso rischia un ulteriore calo, quanto una maggior movimentazione in termini di tick con conseguente aumento del numero di contratti scambiati che rappresentano la vera fonte di guadagno della Borsa Italiana.
Ad avallare questa interpretazione concorre un dato statistico inequivocabile (fonte le statistiche pubblicate sul sito da BorsaItalia): anche in ragione della congiunturale diminuzione di volatilità sui mercati a livello globale, nel corso del 2004, sebbene a fronte di un aumento dei controvalori scambiati sul mercato, il numero dei contratti è calato fortemente, con punte anche vicine al 30% (ad esempio osservando giugno ’04 rispetto a marzo ’04). Era quindi inevitabile attendersi dei cambiamenti.
Una prima conseguenza è che se, sino ad oggi, il book con profondità di mercato a 5 livelli (utilizzando sempre come esempio il titolo Intesa) poteva offrirci un “quadro” corrispondente ad una escursione dei prezzi di 10 centesimi pari circa al 2.5-2.6 %, in futuro esso ci fornirà uno spaccato pari “solo” a circa lo 0.7%. Ci vorrebbe una profondità di mercato di 20 livelli per ottenere il medesimo spaccato percentuale rispetto a ciò che avviene oggi.
Diventerà quindi assai meno utile osservare i book? Quali effetti sortiranno da questo cambiamento e, soprattutto, se questi saranno benefici per il mercato, lo si potrà valutare solo nel tempo. Certo questa novità potrebbe modificare anche profondamente alcune strategie di trading intraday. Soprattutto gli “scalper” si troveranno alle prese con una novità la cui portata è tutta da verificare e che quindi suscita preoccupazione. Non è difficile nemmeno immaginare che, quantomeno inizialmente, si possa presentare qualche “occasione” legata alla necessità del mercato di riparametrarsi rispetto alla novità……E poi?
In realtà ho il fondato timore che a lungo andare questa operazione - che pare creata ad arte per aumentare il numero dei contratti scambiati sui titoli - possa avere un effetto boomerang molto forte, giacché difficilmente un titolo farà quattro tick ove prima ne faceva 1 e pochi vorranno correre i medesimi rischi di prima con l’obiettivo di raccogliere molto meno. Non è azzardato ipotizzare una forte “migrazione” degli “scalper” verso titoli con quotazioni superiori a 10 euro per azione, anche se cresce notevolmente il capitale necessario per l’operatività.
Per concludere, in considerazione di una volatilità del mercato che latita e che potrebbe essere definitivamente compromessa da questa novità, si potrebbe verificare un’ulteriore “migrazione” dei traders verso i contratti Futures che già vivono una fase di forte espansione nei volumi o addirittura verso il mercato USA.
Davide Biocchi