Considerazioni sul mercato azionario giapponese

UnTaleQuale

Nuovo forumer
:)
ciao a tutti questo è il mio primo intervento su questo forum.
:D
Vorrei fare assieme a voi alcune considerazioni sul mercato giapponese
Grazie se vorrete leggermi. :lol:

Nell’ultimo anno l’azionario giapponese è continuato ad essere consigliato dalle case di investimento come buona scelta. Guardando i risultati del 2004, anno in cui i consigli di acquisto erano già presenti, tali consigli di investimento sono risultati abbastanza errati. Penso che questo sia dovuto alla situazione economica del paese Giappone ove la deflazione permane, il pil stenta a crescere (almeno nel 2004 dopo un buon 2003) e la politica monetaria sembra non avere più frecce al suo arco in termini di azione sul tasso ufficiale di sconto.
La situazione sembra cambiare, almeno dal punto di vista economico. Nel primo trimestre il PIL giapponese è cresciuto inaspettatamente più delle previsioni a dispetto di una diminuzione delle esportazioni ma favorito dalla ripresa dei consumi interni. Infatti in questa ultima settimana la situazione congiunturale ha portato una buona crescita del marcato azionario giapponese.
Un aiuto è anche venuto dalle notizie positive sul fronte statunitense ove le spinte inflative sembrano attraversare un momento di consolidamento con il dato core rimasto invariato nell’ultima sua rilevazione, con le richieste di sussidi di disoccupazione migliori delle previsioni, e con un esito positivo della stagione delle trimestrali statunitensi che hanno visto mediamente un buon aumento degli utili aziendali. Da aggiungere che dopo mesi in cui si prospettava un graduale ma costante aumento del TUS statunitense, oggi si crede che forse, se le condizioni economiche continueranno ad essere positive, rallentamento delle spinte inflative e miglioramento dei debiti gemelli (gli effetti di maggiori rendimenti dei Treasury iniziano ad avere effetti positivi attirando capitali e generando uno spostamento da investimenti obbligazionari in paesi emergenti con uno spread sempre minore che sembra non giustificare nella misura precedente il maggiore rischio ), la Fed potrebbe anche rallentare la sua politica monetaria restrittiva e non alzare il TUS nel prossimo incontro.
Le migliori condizioni del mercato statunitense, forte importatore di beni giapponesi, aiuterebbe anche l’economia giapponese nel quale si verrebbe a creare un aumento delle esportazioni che dovrebbe essere accompagnato dalla conferma del miglioramento dei consumi interni.
Da tenere in considerazione la politica monetaria del Giappone. Potrebbe decidere di immettere meno liquidità nel sistema economico giapponese ma questo forse aspetterà a farlo quando ci sarà una conferma dei miglioramenti dell’economia giapponese.
Queste sono mie considerazioni in base a notizie apprese sui giornali e sul web che mi portano a credere che forse sia il momento buono per iniziare ad investire gradualmente sul mercato giapponese. In particolare avrei una preferenza per le Small Cap giapponesi.
Cosa ne dici Voltaire, è il momento di rischiare qualcosa su qualche fondo, magari scelto con un TER attorno al 1,00% - 1,50%?
Distinti saluti
 
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dal punto di vista valutario è ok
il nikkei a 11000 è buy

sembra
 
Un'ulteriore considerazione sulla politica monetaria giapponese.

Una decisione da parte della BoJ di attuare una politica meno espansiva potrebbe dare impulso agli investimenti. Questo perchè il costo del denaro in Giappone è talmente basso che non sembra remunerare a sufficienza il rischio di eventuali finanziamenti da parte delle banche. Infatti il problema è che le banche non vogliono prestare somme di denaro. Se il TUS del Giappone salisse almeno di 50 punti base, questo potrebbe , il condizionale è d'obbligo, dare impulso agli investimenti e quindi dare inizio ad un circolo virtuoso per l'economia. Da sottolineare che la deflazione ha diminuito gli stipendi nipponici ed un miglioramento sotto questo aspetto porterebbe sicuramente effetti positivi soto l'aspetto dei consumi interni. Altro fattore è che lo yen potrebbe trarre beneficio dalla cosiddetta rivalutazione della Yuan cinese a discapito dell'euro. Attualmente si crede che l'euro sia sopravvalutato almeno del 7% rispetto dollaro e yen.
Considerazioni queste che aggiunte alle precedenti mi hanno portato ad iniziare ad investire nello "Schroder japanese smaller cap B" in data odierna.
 
Ciao a tutti, volevo aggiungere una notizia in relazione al rapporto TANKAN della BoJ.

L'ultimo rapporto emesso il 1 aprile fa un quadro non troppo positivo della situazione economica giapponese almeno sino a giugno (ci siamo quasi). Secondo il rapporto le spinte deflative permangono ed il tasso di crescita del PIL si mantiene moderato. Un miglioramento, viene detto, avverrà da Giugno in poi.

Una ulteriore considerazione sul P/E (Price /Earning) che assume mediamente valori sotto la media a 10 anni per il Nikkey 225 (49 contro 301) e per il Topix (24 contro 47) valori che, se ci saranno segnali di ripresa, sono destinati a salire.

Una considerazione finale sulla rivalutazione dell Renmimbi. Se lo stato cinese decidesse di cambiare il rapporo Renmimbi/dollaro stabile a 8,777 dal 1997 (mi sembra o 1995) allargando la forchetta di oscillazione del 5% , il rapporto dollaro/yen sarebbe destinato a scendere a 102 con effetti benefici sulle esportazioni giapponesi. Un discorso a parte meriterebbe la situazione cinese e le decisioni economiche prese (aumento da parte del governo cinese delle tasse sulle esportazioni di un ventaglio di prodotti del 400%) e che verranno prese ( rivalutazione del renmimbi e politica protezionistica statunitense ( rialzo al 27,5% delle tasse di importazione su un ventaglio di prodotti ) ed europea).
 
Ciao a tutti,

volevo fare una precisazione sulle misure del governo cinese citate in un precedente intervento.
Il governo cinese, stamani, ha comunicato che non solo non intende alzare del 400% le tasse di esportazione su alcuni prodotti ma addirittura intende abbassare quelli già esistenti su una 80ina di prodotti.

Questo determinerà un inasprimento dei rapporti commerciali con Europa e Stati Uniti che, penso , adotteranno a breve misure restrittive contro i prodotti cinesi soprattutto in ambito manufattiero.

ciao
 
ciao a tutti,


vorrei aggiungere una precisazione sull'economia giapponese.

E' vero che il primo trimestre ha visto un andamento positivo e che le previsioni del Tankan della BoJ vedevano una situazione negativa sino a giugno. Tuttavia dobbiamo ricordarci che nel 2004 il primo trimestre è stato positivo per l'economia e che se la crescita reale è stata marcata nell'arco dell'anno lo si deve al primo trimestre mentre i seguenti hanno visto una diminuzione dei valori di crescita (secondo trimestre -0,2 e terzo trimestre -0,3).

All'occhio quindi da facili investimenti, la situazione non è florida come si potrebbe pensare ed il quadro dei precedenti interventi lo dimostra mettendo in evidenza ipotesi in atto che potrebbero verificarsi.

Ritengo quindi che l'entrata su questo mercato debbe essere graduale e non massiccia per evitare di rimanere scottati. Vedere per esempio chi fosse entrato a maggio del 2004!
 
benvenuto :)
io sono la morte, anche se si legge il nik, già già ...quindi avresti dedotto da solo :P

interessante il tuo intervento xò sono arrivato alla 4 riga , x il resto mi fai un sunto max 4 righe

grassie :-o
 
da Morningstar


Giappone, le small cap hanno una marcia in più
Sara Silano | 2005-05-31

I fondi specializzati in società nipponiche a medio-piccola capitalizzazione hanno sovraperformato quelli che investono in large cap. Ma maggiori rendimenti implicano un rischio superiore.

Da inizio anno, i fondi che investono in società a medio-piccola capitalizzazione giapponesi hanno reso l’8,5% (al 30 maggio) contro un rialzo di meno del 2% dei prodotti specializzati in blue chip. I primi hanno sovraperformato anche su un orizzonte temporale più lungo, tre anni, mettendo a segno un rialzo del 12% a fronte di un rosso quasi del 18% dei secondi.

“La ragione va ricercata nelle valutazioni”, dice Kenichi Ura, gestore di M&G Japan smaller companies. “Dopo oltre dieci anni di mercato debole, i titoli erano in una situazione di ipervenduto. Adesso, le valutazioni sono più alte nel complesso, ma esistono ancora interessanti opportunità. Oltre il 40% delle società small e mid cap quotano a meno di una volta il loro price/book ratio (indicatore del rapporto prezzo del titolo e il suo valore di bilancio)”.

I fondi distribuiti in Italia, che appartengono alla categoria degli Azionari Giappone small cap sono 54, tutti di case di investimento estere, meno della metà dei più comuni prodotti che investono in società nipponiche a larga capitalizzazione.

Maggiori rendimenti implicano, però un rischio più elevato: la deviazione standard dei fondi small cap è in media il 24,4 contro il 19,8% dei large cap e si spiega con il fatto che le società medio-piccole sono più volatili e meno liquide delle blue chip.

“Il mercato delle small cap giapponesi è inefficiente”, dice Ura, “e solo un approccio attivo, basato sulla selezione dei singoli titoli, può essere veramente efficace”. Un maggior “attivismo” che si paga in termini di commissioni di gestione mediamente più elevate, anche se la differenza rispetto ai fondi azionari Giappone large cap è di pochi punti base (0,15).

Estratto aggiornato dell'articolo apparso su "Il Mondo" il 13 maggio 2005.
 

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