Fondi_comuni Consulenza o vendita...un "aiutino" lessicale

Ho notato che banche, assicurazioni ed intermediari vari tendono a fare una gran confusione tra cos'è un venditore e chi è un consulente.
Cercherò in questo breve articolo di spiegare ai nostri intermediari qual è la differenza tra le due figure, in modo che nessuno possa più tacciarli di essere ignoranti in materia e di usare termini non corretti. Tengo molto alla reputazione dei i nostri intermediari e mai vorrei che un errore, chiaramente involontario, rovinasse la loro credibilità...

Iniziamo da un semplice esempio. Una società che produce fotocopiatrici manda nella vostra ditta un suo rappresentante. Il compito del rappresentante è semplicemente quello di vendervi delle fotocopiatrici. Questo è quello per cui viene pagato. Possiamo definirlo venditore o promotore o commerciale. Tutti ruoli che meritano il più grande rispetto. Ma di sicuro non è un consulente. Non lo è per vari motivi.
Primo: un consulente è pagato da voi per consigliarvi su una determinata materia, mentre il venditore è pagato da un altro soggetto in base a ciò che riesce a vendervi.
Secondo: il consulente non ha nessun interesse a farvi acquistare qualcosa, il promotore sì.
Terzo: il consulente viene contattato dai voi, il rappresentante, in genere vi contatta.
Quarto: il consulente non ha un conflitto di interesse, cioé non deve decidere se soddisfare le vostre esigenze oppure vendervi quello su cui lui e la società che lo ha assunto guadagnano maggiormente, il commerciale invece sì.
Quinto: il consulente può consigliarvi di non acquistare nulla, il venditore verrebbe licenziato se consigliasse ciò ai clienti.

Spiegato questo, potreste non capire come la vostra banca continua a far confusione presentando i propri venditori come consulenti (qualcuno di spinge a definirli "consulente globale" ). Ritengo che ciò sia dovuto ad una forma mentis ereditata dal passato, quando gli sportellisti potevano veramente dare consigli disinteressati.
Molti anni fa, l'impiegato di banca non aveva nessun budget da raggiungere, non aveva prodotti bancari (fondi, unit-linked, index-linked ecc.) da dover vendere. Quando si chiedeva un consiglio all’impiegato di banca, lui consigliava buoni del tesoro; altri consigliavano, in buona fede, qualche azione nella quale avevano investito. Questo era una forma di consulenza. Oggi, le banche hanno deciso che i propri impiegati, oltre a svolgere le classiche operazioni di sportello, devono vendere i prodotti sui quali la banca guadagna di più. Questo impedisce al buon bancario di dare consigli disinteressati e lo trasforma in un venditore. A quanto pare però, sempre in buona fede, le banche sono cadute nell'errore di chiamare ancora i loro venditori: consulenti.

Certo l'errore risulta più strano quando questo termine non è usato per gli impiegati, ma per i promotori che vanno a casa dei clienti nel tentativo palese di vendere prodotti bancari o assicurativi. Anche le assicurazioni, infatti, cadono in questo strano errore, denominando i commerciali che ci mandano a casa: consulenti assicurativi.
Pensiamo, ad esempio, se un rappresentate di una ditta di elettrodomestici si presentasse da noi auto definendosi "consulente per la giusta scelta dei prodotti domestici". Chiederemmo quant'è la parcella per questa consulenza. Lui ci risponderebbe nulla. Meraviglioso, penseremmo, a nessuno piace pagare quello che può avere gratis. Una volta entrato in casa, il consulente valuterebbe che ho un imminente necessità di un aspirapolvere... Ed avrebbe anche la soluzione migliore sul mercato, che è, per pura coincidenza, l'aspirapolvere della marca che vende. In questo caso avrei dei dubbi sulla sua qualifica di "consulente per la giusta scelta dei prodotti domestici" e gli domanderei se per caso è un commerciale della suddetta ditta.

L’esempio precedente rassomiglia molto a ciò che promotori finanziari ed agenti assicurativi fanno spesso. Si presentano come "consulenti per la giusta scelta di prodotti finanziari ed assicurativi". Una volta valutata la nostra situazione decidono che abbiamo assoluto bisogno di tal assicurazione e che, fortunata coincidenza, il miglior prodotto sul mercato è proprio quello per cui loro hanno mandato di vendita. Quando ciò accade cerco sempre di spiegare ai rappresentanti la differenza tra vendita e consulenza, in modo che non commettano più questo errore involontario.

Persone in mala fede potrebbero pensare che questo errore sia voluto. Che è utilizzato per confondere i risparmiatori. Io non lo penso: sono convinto che si tratti unicamente di ignoranza (intesa come non conoscenza) dei giusti termini. Che banche ed assicurazioni sbaglino in assoluta buona fede. Questo breve articolo, sono sicuro, aiuterà i nostri intermediari ad evitare continue brutte figure.
 
Bene Lorenzo,dici cose verissime ma alla fine nulla di nuovo sotto il sole.
Piuttosto tu che sei CONSULENTE INDIPENDENTE,potresti spiegarci come si svolge il tuo lavoro e come vengono remunerati i tuoi servizi?
Grazie :)
 
bè ritengo sia corretto per chi si affida a Lorenzo come a qualsiasi professionista (dall'avvocato all'idraulico) che la sua opera si svolga "senza trascurare il contenimento dei costi" ovvero massimizzando il rapporto benefici/costi.

:rolleyes:

cmq rimango convinto che l'opera di un promotore piuttosto che di un bancario,
piuttosto che di un consulente indipendente si componga di due fasi:
a) il decidere se investire in fondi azionari od obbligazionari, se su un mercato piuttosto che l'altro, se tramite un fondo piuttosto che un titolo....ovvero la "consulenza"....
b) poi si passa alla "vendita", ovvero del fondo, titolo, polizza che si deve vendere o che (nel caso del consulente) si sceglie di vendere.

certo...essere indipendenti permette sicuramente di fare consulenza e vendere (o meglio fare comperare) poi quello che si reputa il "top"....

purtroppo però le stesse persone in malafede di cui parla Lorenzo potrebbero pensare che la scelta del "top" sia condizionata da fattori non proprio derivanti da approfondite analisi bensì da simpatiche e frivoli chicche......io non lo penso. Ma chi la pensa così è davvero in malafede e si sbaglia....vi prego: ditemi che si sbaglia!

:ciao:
 
Lorenzo Gussoni ha scritto:
Ho notato che banche, assicurazioni ed intermediari vari tendono a fare una gran confusione tra cos'è un venditore e chi è un consulente.
Cercherò in questo breve articolo di spiegare ai nostri intermediari qual è la differenza tra le due figure, in modo che nessuno possa più tacciarli di essere ignoranti in materia e di usare termini non corretti. Tengo molto alla reputazione dei i nostri intermediari e mai vorrei che un errore, chiaramente involontario, rovinasse la loro credibilità...

Iniziamo da un semplice esempio. Una società che produce fotocopiatrici manda nella vostra ditta un suo rappresentante. Il compito del rappresentante è semplicemente quello di vendervi delle fotocopiatrici. Questo è quello per cui viene pagato. Possiamo definirlo venditore o promotore o commerciale. Tutti ruoli che meritano il più grande rispetto. Ma di sicuro non è un consulente. Non lo è per vari motivi.
Primo: un consulente è pagato da voi per consigliarvi su una determinata materia, mentre il venditore è pagato da un altro soggetto in base a ciò che riesce a vendervi.
Secondo: il consulente non ha nessun interesse a farvi acquistare qualcosa, il promotore sì.
Terzo: il consulente viene contattato dai voi, il rappresentante, in genere vi contatta.
Quarto: il consulente non ha un conflitto di interesse, cioé non deve decidere se soddisfare le vostre esigenze oppure vendervi quello su cui lui e la società che lo ha assunto guadagnano maggiormente, il commerciale invece sì.
Quinto: il consulente può consigliarvi di non acquistare nulla, il venditore verrebbe licenziato se consigliasse ciò ai clienti.

Spiegato questo, potreste non capire come la vostra banca continua a far confusione presentando i propri venditori come consulenti (qualcuno di spinge a definirli "consulente globale" ). Ritengo che ciò sia dovuto ad una forma mentis ereditata dal passato, quando gli sportellisti potevano veramente dare consigli disinteressati.
Molti anni fa, l'impiegato di banca non aveva nessun budget da raggiungere, non aveva prodotti bancari (fondi, unit-linked, index-linked ecc.) da dover vendere. Quando si chiedeva un consiglio all’impiegato di banca, lui consigliava buoni del tesoro; altri consigliavano, in buona fede, qualche azione nella quale avevano investito. Questo era una forma di consulenza. Oggi, le banche hanno deciso che i propri impiegati, oltre a svolgere le classiche operazioni di sportello, devono vendere i prodotti sui quali la banca guadagna di più. Questo impedisce al buon bancario di dare consigli disinteressati e lo trasforma in un venditore. A quanto pare però, sempre in buona fede, le banche sono cadute nell'errore di chiamare ancora i loro venditori: consulenti.

Certo l'errore risulta più strano quando questo termine non è usato per gli impiegati, ma per i promotori che vanno a casa dei clienti nel tentativo palese di vendere prodotti bancari o assicurativi. Anche le assicurazioni, infatti, cadono in questo strano errore, denominando i commerciali che ci mandano a casa: consulenti assicurativi.
Pensiamo, ad esempio, se un rappresentate di una ditta di elettrodomestici si presentasse da noi auto definendosi "consulente per la giusta scelta dei prodotti domestici". Chiederemmo quant'è la parcella per questa consulenza. Lui ci risponderebbe nulla. Meraviglioso, penseremmo, a nessuno piace pagare quello che può avere gratis. Una volta entrato in casa, il consulente valuterebbe che ho un imminente necessità di un aspirapolvere... Ed avrebbe anche la soluzione migliore sul mercato, che è, per pura coincidenza, l'aspirapolvere della marca che vende. In questo caso avrei dei dubbi sulla sua qualifica di "consulente per la giusta scelta dei prodotti domestici" e gli domanderei se per caso è un commerciale della suddetta ditta.

L’esempio precedente rassomiglia molto a ciò che promotori finanziari ed agenti assicurativi fanno spesso. Si presentano come "consulenti per la giusta scelta di prodotti finanziari ed assicurativi". Una volta valutata la nostra situazione decidono che abbiamo assoluto bisogno di tal assicurazione e che, fortunata coincidenza, il miglior prodotto sul mercato è proprio quello per cui loro hanno mandato di vendita. Quando ciò accade cerco sempre di spiegare ai rappresentanti la differenza tra vendita e consulenza, in modo che non commettano più questo errore involontario.

Persone in mala fede potrebbero pensare che questo errore sia voluto. Che è utilizzato per confondere i risparmiatori. Io non lo penso: sono convinto che si tratti unicamente di ignoranza (intesa come non conoscenza) dei giusti termini. Che banche ed assicurazioni sbaglino in assoluta buona fede. Questo breve articolo, sono sicuro, aiuterà i nostri intermediari ad evitare continue brutte figure.

Tutto fantastico se non sorgesse il dubbio, spontaneo, che l’autore dell’articolo sia un consulente indipendente che si fa pubblicità.
E quale miglior modo se non screditare, in massa, una categoria alla quale sottrarre clienti?

Perché, per onestà di cronaca, il piazzista incriminato non si porta dietro solo l’aspirapolvere di una marca, ma 10 o, forse 20.
Più 20 tipi di lampadine, di lavatrici, di frigoriferi….etc.
I migliori sul mercato.
Che comodità, direbbe qualcuno: posso scegliere tranquillamente a casa tra mille prodotti con una persona, a fianco che mi da consigli nel mio interesse.
Sbagliato(direbbe qualcuno), perché, come per ogni essere umano, nascerà, inevitabile, la tentazione di piazzare il prodotto più conveniente al piazzista.
Inevitabile?Dipende dalla intelligenza del venditore.
Se sono lungimirante e voglio tenermi il cliente che interesse avrei a fregarlo una volta sapendo che dalla sua soddisfazione dipenderà il mio futuro?

E’ una questione di qualità. Come nei PF così nei consulenti.
Per un Catullo(ma ce ne sono tanti altri) che si danna per cercare i FPA(invece dei ben più remunerati FIP) che la compagnia gli nega c’è un Giuseppe D’Orta(e immagino non sar il solo) che studia per trovare i titoli migliori per il cliente(invece di 4 ETF che consigliano molti suoi colleghi).Come sempre è la persona che fa la differenza.

Che poi dopo questo illuminante articolo compaia la pubblicità della peggior Società di promozione finanziaria ci fa capire che, fondamentalmente, siamo tutti uguali.

Al di là delle buone intenzioni l’importante è il ritorno finanziario immediato.

Capisco la difficoltà di negare una pubblicità ma, messa lì, sembra una presa in giro che, come scritto prima, potrebbe precludere un ritorno futuro.
 
consulenza

Ciao a tutti,
sono nuovo del forum, nonostante lo segua da tempo.
Mi ha spinto a scrivere questo argomento di estrema attualità, che tanto farà discutere in futuro. Ringrazio innanzitutto Lorenzo per l'ottimo spunto, che apre una bel confronto.

Concordo in gran parte con quanto affermato: i mondi della "consulenza" e del "private banking" stanno oggi pagando in Italia anni e anni di "soprusi" a danno dei risparmiatori, i cui portafogli sono stati letteralmente riempiti di prodotti inefficienti e costosi che solo in piccola parte (nonostante i luoghi comuni) hanno remunerato l'opera dei promotori finanziari mentre, in gran parte, sono riusciti a far quadrare il conto economico degli intermediari.

Molto sta cambiando, specialmente il grado di cultura finanziaria dei risparmiatori, e molto cambierà nei prossimi anni, anche a seguito del recepimento della direttiva MIFID. A mio parere è presto per capire che spazi effettivi ci saranno per la consulenza indipendente (ovvero quella libera da conflitti d'interesse), per la quale peraltro vedo qualche limite oggettivo.

Io per il momento sto percorrendo una strada differente, che credo possa avere più spazio. Mi spiego meglio. Sono il responsabile, per una piccola SIM partecipata da una banca specializzata nel wealth management (della quale non faccio il nome perchè è ben lungi da me in questa sede l'idea di fare pubblicità), di un gruppo di persone, giuridicamente promotori finanziari.
I miei promotori sono veri e propri consulenti per una serie di motivi molto semplici: hanno a disposizione un univero molto ampio di porodotti di risparmio gestito e, cosa ancora più importante, il servizio di negoziazione diretta sui Mercati obbligazionari, azionari e dei derivati. I miei promotori non hanno budget o "ordini di scuderia", possono consigliare al loro Cliente indifferentemente quote di fondi, azioni di Sicav, ETF, bond e azioni escusivamente in funzione dell'asset allocation e del profilo rischio/rendimento del cliente.

Per ora sono molto contento perchè diversi sono i promotori che stanno aderendo e ancora di più sono i Clienti che apprezzano questo approccio trasparente e scientifico alla gestione del proprio portafoglio.

Per ora solo un esperimento ... ma molto incoraggiante.

Ciao
 
Catullo ha scritto:
Che poi dopo questo illuminante articolo compaia la pubblicità della peggior Società di promozione finanziaria ci fa capire che, fondamentalmente, siamo tutti uguali.


Io ci clicco sempre sopra, per far spendere i soldi a Doris :D

Il sito perfetto è il sito senza pubblicità, è una discussione che spesso è stata fatta, ma un sito che offre tutto gratis non può mantenersi in altra maniera, ed il proprietario ha già mantenuto il sito per anni, in passato, sborsando danaro di tasca propria. Lui lo ha fatto sempre notare poco, quindi provvedo io.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto