Conte vuole il Lockdown per spartire il BOTTINO europeo tra i suoi

tontolina

Forumer storico
IL LOCK DOWN PRESTO VERRÀ PERCHÉ LO HANNO GIÀ DECISO.
E ora vi spiego perché.
Il governo e Conte fanno il gioco delle 3 carte.
Vogliono il lock down a ogni costo per salvare le loro poltrone da manifestazioni di piazza future con milioni di disoccupati, altro che quelle scaramucce di ieri e oggi, ed evitare pericolose votazioni al senato. In questa camera alta erano già in minoranza, e quindi il governo sarebbe caduto se Berlusconi non interveniva a salvarlo in extremis. Ma Berkusca non pettina le bambole e ha detto a Conte che se voleva essere aiutato ancora voleva entrare al governo e voleva un po’ di ministri. Altrimenti pedalare.
Conte non potendo gestire i 5 stelle che avrebbero rifiutato e fatto cadere il governo in ogni caso quindi si gioca la solita carta del lock down e dello stato di emergenza che durerà tutta la legislatura
perchè è l’unico modo che conosce per non governare e rimanere in sella!

Conte giura e strepita che lui non vuole chiudere tutto, dissimulando amore per i poveri italiani, mentre ha già deciso di chiudere tutto. Solo che non vuole passare per il crudele tiranno e oppressore del popolo, che è in tutto e per tutto, perché altrimenti potrebbe essere pesantemente contestato.
E quindi comincia la sceneggiata napoletana dove dichiara: “io non chiederò la chiusura totale e il lock down. Mi sono opposto con tutte le mie forze agli esponenti politici del mio governoche volevano subito il Lockdown. Ma se i contagi dovessero aumentare e i reparti di terapia intensiva dovessero riempirsi, e questo Virus ferocissimo attentasse alla vita di 50 milioni di italiani, allora sarei costretto a dichiarare la chiusura totale e il lock down”.
Un mio carissimo amico fa il primario in un ospedale molto grande a Roma.
E mi racconta che da quando hanno tagliato posti letto e personale medico dal 2012 a questa parte ogni anno c’è stata un’emergenza di ricoveri in terapia intensiva dovuta a complicazioni da virus influenzali e relative complicazioni respiratorie anche quando il covid non c’era.
Questo Conte lo sa benissimo e quindi gioca sporco annunciando che chiuderà tutto se i reparti di terapia intensiva si riempiranno, perché accadevavogni anno in autunno inverno anche senza Covid.
Conte e quelli dietro di lui, giocano su un’ovvietà.
Giocano Su un fatto che accadrà al 100%, cioè la saturazione dei reparti di terapia intensiva che non sono stati volutamente ampliati dopo l’emergenza di febbraio, che però attribuiranno all’espandersi del Covid, anche se l’emergenza Covid non c’entra niente perché la stessa cosa accadeva ogni anno prima del Covid.
Ma il popolo non conosce i fatti e le vicende tecniche dei tagli alla Sanità imposti dai governi del PD, e quindi si beve quello che dice Conte in modo acritico, perché non sa valutare in modo critico e indipendente.
E così eccovi serviti: Conte vi ha preso per il culo per l’ennesima volta.
E quando uscirete da questo Lockdown sarete certamente più poveri.
Milioni di italiani perderanno il posto e altri milioni di italiani nel 2021 perderanno la casa perché non avranno più un lavoro con cui pagare il mutuo.
E altri milioni di italiani ancora non avranno neanche i soldi per pagare le bollette e andare al supermercato a fare la spesa e comprare il cibo.
Questo è lo straordinario programma del governo Conte per salvare gli italiani da morte certa e dal contagio del covid, perché lock down totale è l’unico modo per salvarsi la poltrona, e non gliene frega un emerito cazzo del destino degli italiani.
 
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Autunno storico Grande Reset Nuovo ordine mondiale Trump
Il Grande Reset: l’ultimo passo verso il Nuovo Ordine Mondiale
29 Ottobre 2020 Cesare Sacchetti 43 commenti
di Cesare Sacchetti

Lo chiamano il grande reset del debito mondiale. E’ il termine che ultimamente viene utilizzato piuttosto frequentemente negli ambienti che contano del mondialismo per descrivere il futuro prossimo che le élite hanno in mente per l’umanità intera.
Recentemente è apparsa proprio su questo tema una email sul sito Reddit dove si riporta quanto fatto trapelare da un politico apparentemente membro del partito liberale canadese che racconta di un incontro avvenuto nel partito stesso, durante il quale sostanzialmente si sono annunciati i piani disegnati in questo senso dal Nuovo Ordine Mondiale per il Canada e il resto del mondo.
Se si confronta il contenuto di questa missiva con quanto sta già accadendo, quanto riportato dal politico canadese sembra avere una certa credibilità.
La talpa sostanzialmente annuncia che sono state già decise delle chiusure nelle grandi città del Canada e degli altri Paesi del mondo che sarà applicato entro il mese di novembre.
Questa rivelazione sembra coincidere perfettamente con quanto stanno già facendo alcuni governi europei.
La Germania ha infatti annunciato delle chiusure parziali, in particolare di palestre e bar, per il mese di novembre.

La Francia invece adotterà delle chiusure più severe simile a quelle della scorsa primavera, ma tutto sembra dare molta credibilità a quanto scritto nella email dell’anonimo politico liberale del Canada.
Allo stesso tempo, in questa fase di nuove chiusure i governi mondiali starebbero già preparando la costruzione di centri di detenzione dove i positivi sarebbero anche deportati, contro quindi la loro volontà.
Questa informazione trova perfetta corrispondenza con quanto rivelato ufficialmente da un deputato canadese dell’Ontario, Randy Hillier, che ha domandato come il governo del Canada abbia approvato un piano per costruire nel Paese delle strutture non molto dissimili da moderni campi di concentramento sanitari.
A questo punto, arriva il passaggio successivo. L’informatore canadese scrive che i casi di Covid aumenteranno esponenzialmente.
La ragione di questo continuo aumento sta nel fatto che i governi faranno a test a tappeto con un tampone che, come è stato già dimostrato da numerose evidenze scientifiche, produce fino al 90% di falsi positivi.
Il tampone è dunque lo strumento per rilevare una epidemia che nei fatti non esiste.

E’ il test stesso che crea dei casi che non ci sono ed è per questo che i governi continuano ostinatamente ad utilizzarlo.

Se si smettono di fare i tamponi, muore istantaneamente la diffusione artificiale del virus.

Questo aumento crescente dei casi servirà comunque per arrivare al secondo passaggio dell’operazione Covid.

A dicembre ci saranno delle chiusure totali, molto più severe e rigide di quelle del mese precedente.

La terza fase dell’operazione coronavirus: il crollo dell’economia mondiale

Nel 2021, la talpa del partito liberale canadese scrive che le élite passeranno a quella che si può definire come la terza fase dell’operazione coronavirus.

Verrà annunciata una mutazione molto più letale e contagiosa del Covid-19, ovvero il Covid-21.

In questa terza fase che si svolge per tutto il trimestre del 2021, aumenteranno a dismisura i ricoveri ospedalieri e il sistema sanitario andrà verso il collasso.

Ci saranno restrizioni per gli spostamenti tra i Paesi ancora più rigide di quelle della primavera del 2020.

Arriveranno ancora altre chiusure e ci sarà un’ondata di fallimenti senza precedenti.

Il blocco della produzione e la disoccupazione di massa porteranno ad una probabile carestia.

Disordini e rivolte scoppieranno nel mondo, e qui, secondo il piano delle élite, dovranno entrare in scena i militari.

La legge marziale sarà l’unico modo per tenere in piedi le dittature sanitarie che verranno perseguite in ogni angolo del globo.

A questo punto, il sistema metterà le masse davanti all’opzione del reddito universale di base.

Il fattore lavoro, per come lo si è conosciuto nella società capitalistica, sostanzialmente sparirà.

Le serrate generali determineranno inevitabilmente un crollo della economia mondiale e daranno vita a quella che senza dubbio sarà la più grave crisi economica della storia dell’umanità.

Questa enorme depressione ha una funzione precisa, ovvero quella di deindustrializzare completamente l’Europa e tutto l’Occidente e creare una società a due classi, composta da una ristrettissima élite e da una moltitudine di poveri, nella quale la classe media sparirà definitivamente così come la piccola e media impresa che seguiranno la stessa sorte.

Saranno le grandi corporation ad avere in mano la totalità del mercato.

E’ esattamente l’obbiettivo designato dal club di Roma, uno dei gruppi mondialisti più influenti fondato e finanziato da David Rockefeller, in una delle sue pubblicazioni nel lontano 1972.

Tolto di mezzo il lavoro, le masse non avranno altra alternativa che accettare l’elemosina di governo per poter sopravvivere.

In Italia a farsi portavoce di questo piano è stato, non a caso, il M5S creatura della finanza anglosassone e del deep state di Washington, che fin dalle sue origini ha proposto l’applicazione di questa formula.

Lo stesso fondatore del Movimento, Beppe Grillo, ha annunciato che nel futuro non ci sarà posto per il lavoro.

Il reddito di base non sarà dato comunque a tutti.
Il piano prevede che i diversi Paesi del mondo accettino un piano di prestiti erogato dal Fondo Monetario Internazionale, l’FMI.

Il presidente della Bielorussia, Lukashenko, aveva denunciato proprio i tentativi di corruzione del Fondo nei confronti del suo governo offrendogli l’enorme cifra di 940 milioni di dollari in cambio della chiusura del Paese.

Stavolta il Fondo dovrebbe dare vita ad un massiccio piano di prestiti ai vari Paesi del mondo che con ogni probabilità porterà all’esproprio e al controllo di tutte le risorse strategiche delle nazioni in questione.

John Perkins, già speculatore al soldo delle grandi corporation, ha spiegato come l’obbiettivo del FMI sia proprio questo.

Sommergere i Paesi di debiti che non potranno essere ripagati per poi poter consentire così ai grandi gruppi privati di avere il controllo totale delle economie nazionali.

L’operazione coronavirus servirà dunque a dare vita ad una privatizzazione mondiale dei vari Paesi nel mondo.

Le grandi multinazionali avranno il dominio assoluto. A questo punto, una volta che i vari Paesi accetteranno il cappio dei prestiti del FMI, e dell’UE o del MES nel caso dell’Europa, sarà proposto il “grande reset dei debiti privati”.

I governi diranno ai cittadini che se vogliono avere diritto al reddito di base e alla cancellazione di ogni debito, dai prestiti ai mutui, dovranno praticamente rinunciare ad ogni bene personale.
Il mondialismo, in altre parole, vuole la fine della proprietà privata.


Quanto prospetta l’informatore canadese trova perfetta corrispondenza con quanto già previsto dal forum di Davos che ha dato vita ad un programma intitolato proprio “il grande reset” nel quale si parla appunto di un prossimo futuro nel quale le persone non avranno più beni personali.

Lo stesso Bergoglio, ormai assurto a ruolo di falso profeta del Nuovo Ordine Mondiale, ha chiaramente annunciato nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti” che nella società aperta non ci sarà più posto per la proprietà privata.

Chi rifiuterà il vaccino sarà detenuto nei campi di concetramento

La “pandemia” dunque, secondo le informazioni contenute nella email, non finirà prima di giugno 2021.

A quel punto, verrà distribuito il vaccino, approvato con ogni probabilità dall’OMS e dalla fondazione di Bill Gates, che sarà il solo modo per poter tornare a spostarsi liberamente.

Il politico canadese racconta che nella riunione a porte chiuse del partito diversi membri hanno chiesto cosa accadrà se qualcuno non accetterà di partecipare al reset del debito o di sottoporsi al vaccino.

La risposta, giunta apparentemente per voce dei rappresentanti dei club globalisti presenti alla riunione, è stata inequivocabile.

“Quelli che hanno rifiutano di partecipare saranno considerati un rischio per la sicurezza pubblica e saranno portati in strutture di isolamento.

Chi non accetterà di partecipare al programma sarà considerato dunque una minaccia dalla autorità, e deportato a tempo indeterminato dal regime globalista in campi di concentramento nei quali la sua detenzione durerà fino a quando non accetterà di prendere il vaccino o di rinunciare alla proprietà privata.

E’ l’assalto finale del Nuovo Ordine Mondiale. Il mondialismo si prepara a mostrare il suo vero volto.

Sotto la maschera del falso umanitarismo buonista, si nasconde la ferocia inaudita del più pericoloso totalitarismo della storia.

Anche la rivista Time ha dedicato la sua prossima copertina al “grande reset” nel quale si vede chiaramente come il riordino della società mondiale parta proprio dall’Europa e dall’Italia.

In uno degli articoli che riguardano questo tema, Time annuncia chiaramente come l’impronta assistenzialista dei governi sarà predominante nella nuova società post – Covid.

Con Trump alla Casa Bianca il Nuovo Ordine Mondiale sarà irrealizzabile

Nell’articolo però si pone come condizione essenziale della realizzazione della società mondialista la vittoria di Joe Biden alle prossime elezioni presidenziali.

Il globalismo considera indispensabile per l’avanzamento del Nuovo Ordine Mondiale la ricomposizione dello storico blocco euro – atlantico.

Si parla apertamente di una “stabilizzazione dell’euro” che condurrà ad un “nuovo rinascimento europeo” in una descrizione di quelli che assomigliano molto ai futuri Stati Uniti d’Europa.

Il superstato europeo non potrà nascere però senza il contributo indispensabile degli Stati Uniti.

Per decenni, l’America è stata il garante del progetto di integrazione della falsa Europa.

Dunque il mondialismo non può permettersi una vittoria di Trump e non considera minimamente questa possibilità.

Se Trump resta alla Casa Bianca, l’operazione coronavirus annunciata dall’infiltrato canadese e confermata da Davos e dall’apparato mediatico internazionale, non potrà probabilmente andare a buon fine.

Il contributo della prima potenza economica e militare è semplicemente essenziale per dare vita al supergoverno mondiale e alla società disegnata dal mondialismo.

Le élite dunque stanno dando una accelerazione fortissima a questo piano.

Sembrano perfettamente consapevoli che Trump ha altissime probabilità di vittoria e questa eventualità manderebbe in fumo del tutto i loro piani.

Faranno di tutto infatti per delegittimare una più che probabile vittoria di Trump.

I sondaggi vistosamente manipolati a favore di Biden saranno il pretesto usato dai democratici per accusare Trump di aver truccato il voto.

I dem non riconosceranno la vittoria del presidente uscente. A quel punto, entreranno in azione le cellule terroristiche finanziate dall’establishment liberale americano, Soros su tutti, di Black Lives Matter e Antifa che avranno il compito di scatenare disordini e violenze senza precedenti tali da trascinare l’America verso la guerra civile.


Trump però sta già preparando la sua controffensiva.

L’ultimo scandalo che riguarda il figlio del suo avversario democratico, Hunter Biden, potrebbe essere la punta di un iceberg che riguarda un enorme giro di pedofilia internazionale nel quale sarebbero coinvolti personaggi di primo piano di Washington.

Su Twitter stanno già girando immagini di Hunter Biden impegnato in atti sessuali con delle minorenni.

Rudy Giuliani, avvocato e già consigliere di Trump, ha visto il contenuto del portatile personale del figlio di Joe Biden.

Su quel computer, secondo Giuliani, ci sono immagini e video ancora più sconvolgenti.

Secondo l’ex sindaco di New York sul portatile ci sono delle prove di abusi sessuali e torture che riguarderebbero Biden e altre persone.

La storia del computer di Hunter Biden è stata completamente censurata dai media italiani e internazionali.

Sono state già mostrate dal New York Post le prove di un enorme conflitto d’interessi del padre di Hunter, all’epoca del suo mandato alla Casa Bianca sotto la amministrazione Obama, con la società ucraina, Burisma, per la quale lavorava lo stesso Hunter.

Nelle ultime settimane sta emergendo anche come Hunter Biden sia legato a doppio filo con il partito comunista cinese così come suo padre.

Le stesse fonti che hanno pubblicato i video scabrosi di Hunter Biden hanno rivelato come la famiglia Biden da anni sia stata ricattata e corrotta dalla Cina comunista.

La Cina sarebbe in possesso di immagini ancora più sconvolgenti delle quali si serve da tempo per ricattare i Biden e altri democratici passati per la Casa Bianca.

Lo stesso regime comunista avrebbe corrotto Joe Biden ai tempi del suo mandato da vicepresidente in cambio di concessioni sul mare cinese meridionale, al centro di aspre dispute tra la Cina e l’attuale amministrazione Trump.

Se Biden vince, la Cina vince e avrà il controllo degli USA.
Il Nuovo Ordine Mondiale non avrà più ostacoli.

Questa eventualità tuttavia, al netto di sondaggi clamorosamente manipolati, appare molto poco probabile.

Trump continua a fare bagni di folla nei suoi comizi, mentre Biden raduna poche decine di persone.

Trump dunque se vincerà potrà accelerare per fare luce sul malaffare della famiglia Biden, ma c’è anche un altro grosso scandalo sul quale il presidente vuole andare fino in fondo: lo spygate.

Il presidente americano è stato chiaro con il suo procuratore generale, Barr. Se Barr non rinvierà a giudizio Obama e Biden e l’establishment del partito democratico, Hillary Clinton compresa, per lo spionaggio illegale nei suoi confronti, sarà un altro procuratore a farlo.

Trump non ha alternative. Deve colpire il sistema prima che il sistema colpisca lui.

Il presidente in un recente comizio ha anche annunciato che dal 4 novembre in poi non si sentirà più parlare di Covid.

Gli Stati Uniti usciranno quindi definitivamente da questa operazione terroristica e saranno in aperta contrapposizione al piano del mondialismo.

Trump dunque partirà con la controffensiva definitiva contro il Nuovo Ordine Mondiale.

Dopo il mese di novembre, partirà uno scontro durissimo tra i piani alti delle élite e della massoneria internazionale e la presidenza Trump che potrà contare anche sull’aiuto della Russia di Putin.

Sarà l’esito di questa durissima battaglia che deciderà le sorti dell’umanità e del mondo.

Il globalismo è pronto a tutto, ma la sua disperata fretta potrebbe essere proprio indicativa che forse a questo giro non ce la faranno.

I giorni di questo autunno storico continuano a trascorrere velocemente e si avvicina inesorabilmente il momento dello scontro finale tra le forze delle tenebre e quelle della luce.


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Dal 20 ottobre l'Austria si trova in parziale lockdown, e in solo una settimana i contagi sono scesi di oltre 500 casi.



Fanno tutti parte di un complotto, anche i governi di Austria e Regno Unito? O hanno attuato forme di lockdown per restare attaccati alle poltrone? ( Mi pare abbiano maggioranze solide nei rispettivi parlamenti).
Se mai, dato che covid-19 si trasmette tramite contatti sociali tra esseri umani, se i contagi e l'utilizzo dei reparti di terapia intensiva superano un certo livello percentuale, per evitare che successivamente malati di covid-19 non trovino posto negli ospedali, si rende necessaria qualche forma di lockdown o clausura.
 
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Tutte le bugie del governo: dal Recovery Fund al vaccino passando per i trasporti sicuri
Giuseppi


Promesse, impegni presi, giustificazioni per spiegare agli italiani il motivo di questo o quel problema irrisolto. Un vortice ingannevole che, alla lunga, sta perdendo completamente la sua carica, trasformandosi in un venticello piuttosto facile da decifrare. E così, alla fine, gli italiani hanno capito il bluff del governo giallorosso, non a caso in netto calo negli indici di gradimento. E iniziato a sottolineare, sui social, ogni bugia alla quale hanno smesso di credere. A partire dal vaccino: il premier Giuseppe Conte aveva parlato addirittura di dicembre come possibile data da segnare in rosso sul calendario, gli esperti lo hanno puntualmente smentito spiegando che la previsione è decisamente troppo ottimistica. Ma la lista è lunga, lunghissima.
I frequentatori assidui dell’etere italiano si sono dati alla caccia di panzane raccontate in questi mesi da Pd, Italia Viva e Cinque Stelle. Decisi a non perdonare più nessuno scivolone.

Il Recovery Fund? Festeggiato, celebrato come il segnale di un cambiamento definitivo dell’Unione Europea, ora magnanima e generosa. Con tanto di elenchi già pronti di come i soldi in arrivo da Bruxelles sarebbero stati spesi. Salvo poi scoprire, con sommo dispiacere, che prima del 2021 non si sarebbe visto un centesimo. Addirittura, è probabile che gli aiuti arriveranno soltanto dopo l’estate, sempre che il Parlamento europeo riesca in qualche modo ad approvare la proposta. Altrimenti, quei soldi c’è il rischio di non vederli mai.

E ancora: un programma, Italia Veloce, dal costo complessivo di 200 miliardi di euro, centesimo più centesimo meno, di cui 130 già a disposizione per la realizzazione di opere infrastrutturali. Un bottino niente male, con il quale sarebbe possibile realizzare numerosi e incisivi interventi. Peccato che poi i giornali hanno iniziato a pubblicare cifre ben meno imponenti: 6 i miliardi a disposizione per il triennio 2020-2022. Per il momento, questo passa il convento.
I trasporti? Era stato garantito che, al momento di far ripartire scuole e attività produttive, avrebbero garantito il massimo della sicurezza a chi sarebbe salito a bordo, con distanziamenti rigidi e regole per la tutela di tutti. Neanche il tempo di arrivare a ottobre ed ecco il patatrac: resse ovunque a bordo e virologi allarmati per l’alto rischio di contagio sui mezzi pubblici. Bella figura.

Non mancano, poi, singole dispute per le quali il governo aveva già annunciato la vittoria, salvo poi far calare un pietoso velo di silenzio sul reale esito delle trattative. I Benetton estromessi da Autostrade per l’Italia senza indennizzi milionari? Meglio non commentare.
Per non parlare di Arcelor Mittal: si era detto che il colosso indiano avesse pagato tutte le imprese dell’indotto siderurgico di Taranto e che l’ingresso di Invitalia nella società era ormai solo questione di tempo. La realtà è che, invece, il gruppo non ha chiuso ancora alcun accordo, ha chiesto la cassa integrazione speciale per altre 13 settimane e i pagamenti alle aziende locali proseguono a singhiozzi, con tempi di attesa superiori ai 150 giorni.
Tante, troppe bugie tutte insieme. A giudicare dai sondaggi, che vedono in calo tanto la popolarità del governo quanto quella di Conte (secondo l’ultima rilevazione di Atlante Politico, raggiunto da Zaia in cima ai leader più amati), qualcuno ha iniziato però ad accorgersene.
 
e se il papa Imbroglio tifa per Bidet ... c'è qualcuno che ......

Il nuovo appello del Monsignor Viganò a Trump contro il Grande Reset del Nuovo Ordine Mondiale:”preghiamo per lei, Presidente, le forze della luce prevarranno.”


Dopo l’appello dello scorso giugno nel quale monsignor Viganò metteva in guardia il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sui piani della massoneria e dei figli delle tenebre di trascinare il mondo verso il totalitarismo del Nuovo Ordine Mondiale, arriva una nuova potente missiva dell’ex nunzio apostolico contro il Grande Reset, l’assalto finale del mondialismo.

Sono ore decisive per le sorti dell’umanità e del mondo. Viganò spiega perfettamente come Trump in questo momento rappresenti l’ultimo bastione politico contro l’avvento definitivo della dittatura mondiale fondata su una neo-religione esoterica e anti-cristiana.

Ancora una volta si sta rafforzando e consolidando

 
Conte e Arcuri hanno mentito sugli ospedali

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Sullo stesso argomento:
Scatta il coprifuoco alle 21, il resto a caso
Gli ospedali ormai sono in tilt ma Conte perde tempo


Francesco Storace 04 novembre 2020

C’è qualcosa di peggio del Dpcm di Conte che doveva entrare in vigore oggi e che solo ieri sera è stato spostato dal premier a domani. È la storia dei drammatici ritardi riguardanti i lavori per mettere a norma gli ospedali da attrezzare contro il Covid. Altro che terapie intensive. Giuseppe Conte, premier fanfarone, e Domenico Arcuri, commissario accentratore e sbrigativo, hanno provocato solo guai per gli ospedali. L’emergenza Covid la combattiamo con i perditempo e se va bene le strutture sanitarie saranno pronte dopo i festeggiamenti di Capodanno (che quindi non ci faranno fare con i lockdown a regioni alterne e le proroghe a cui ci hanno abituato).
È una storia di allucinante burocrazia quella che ruota attorno a un miliardo e trecento milioni di euro che arrivano per un’intesa – anch’essa ricca di complicazioni – con la Banca europea degli investimenti. E siccome si perde tempo – come testimonia la telenovela dell’ultimo Dpcm che doveva entrare in vigore stamane e invece slitta a domani... - arrivano le gole profonde a raccontare dettagli incredibili per i quali basta chiedere conferma ai governatori, che cominciano ad essere stufi di vedersi scaricare, in maniera vergognosa, le responsabilità da parte del governo. Altro che la leale collaborazione invocata da Conte e compagnia. Sono giorni che dalla maggioranza di Palazzo Chigi arrivano bordate sulle Regioni, approfittando del fatto che la gran parte di esse sono a guida centrodestra. E quindi giù botte. Ma i mesi sono passati invano, tra prima e seconda ondata Covid, proprio per colpa della smania di potere dei signori che governano l’Italia. A partire dal bottino. Le gare le hanno gestite lassù, mica hanno delegato le Regioni.



Tutto è cominciato quando il governo – con le migliaia di morti che contavamo a grappoli – si è deciso ad assumere le prime iniziative. Le date sono importanti, successivamente alla proclamazione dello stato di emergenza del 31 gennaio a cui seguì oltre un mese di dolce far niente. La marcia è stata innestata dando vita ad una spirale burocratica infinita. Tutti parlavano già di una seconda ondata autunnale, ma si perdeva tempo per decidere se delegare o no i territori, soprattutto laddove il Covid non aveva ancora fatto il suo massiccio ingresso. Da una parte l’emergenza continua, prorogata con altre due delibere del Consiglio dei ministri a fine luglio e il 7 ottobre.
Il 17 marzo arriva il cosiddetto decreto cura Italia. Una marea legislativa con centinaia di articoli e commi. Al numero 122 arriva quello decisivo per gli ospedali. Si istituisce la figura del commissario straordinario per l’emergenza, che 24 ore dopo assume le sembianze del dottor Domenico Arcuri. Ma ci vogliono ben due mesi ancora per parlare di ospedali.
È il decreto rilancio quello che varano il 19 maggio. Una incredibile discussione deve aver preceduto la decisione di affidare ad Arcuri persino la realizzazione di reparti e strutture per la lotta al Covid. Anziché affidare i poteri commissariali direttamente ai governatori, li accentrano a Roma e comincia la nuova odissea: gli eletti dal popolo devono rispondere – e pure di corsa – al signore nominato dal premier nominato. Infatti, nel dl rilancio c’è scritto che Arcuri può nominare come suoi delegati presidenti di regione o di province autonome. Le nomine, mentre lui si riserva le gare, arriveranno però ad ottobre. Nel frattempo, le Regioni sono costrette ad un’estenuante trafila burocratica che si conclude a fine agosto con i piani regionali da far approvare prima dal ministero della salute e poi immancabilmente dalla Corte dei Conti. Ad agosto finalmente il sigillo.
Durante tutto questo tempo arriva finalmente settembre con l’accordo maturato con la Banca Europea degli investimenti. E si scopre che non possono essere utilizzate neppure le procedure previste da un nuovo decreto, quello che inneggia alla semplificazione. Altro tempo perso. Poi si arriva ad ottobre e Arcuri delega a procedere con i lavori i presidenti di alcune regioni, in altre direttamente i direttori delle Asl, che così devono rispondere al commissario e contemporaneamente al loro presidente di regione. L’ultima ordinanza – riguardante il Veneto – del 14 ottobre. Per festeggiare i sette mesi passati invano dalla nomina del commissario straordinario.
 
e se il papa Imbroglio tifa per Bidet ... c'è qualcuno che ......

Il nuovo appello del Monsignor Viganò a Trump contro il Grande Reset del Nuovo Ordine Mondiale:”preghiamo per lei, Presidente, le forze della luce prevarranno.”


Dopo l’appello dello scorso giugno nel quale monsignor Viganò metteva in guardia il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sui piani della massoneria e dei figli delle tenebre di trascinare il mondo verso il totalitarismo del Nuovo Ordine Mondiale, arriva una nuova potente missiva dell’ex nunzio apostolico contro il Grande Reset, l’assalto finale del mondialismo.

Sono ore decisive per le sorti dell’umanità e del mondo. Viganò spiega perfettamente come Trump in questo momento rappresenti l’ultimo bastione politico contro l’avvento definitivo della dittatura mondiale fondata su una neo-religione esoterica e anti-cristiana.

Ancora una volta si sta rafforzando e consolidando


Viganò: “Il Papa dice che non l’ho informato su McCarrick? Falso”
Maurizio Blondet 13 Novembre 2020
(Le furbizie di Francesco sono sempre le stesse…)
INTERVISTA DI RAYMOND ARROYO, EWTN
Giovedì 12 Novembre 2020
Eccellenza, il rapporto afferma che lei «non si è fatto avanti» per presentare prove per questa inchiesta vaticana: Le è stato chiesto di fornire informazioni? Qualcuno L’ha contattata?
Scopro con sorpresa che un dossier nel quale vengo menzionato ben 306 volte mi accusa di non essermi presentato a testimoniare in questa inchiesta su Theodore McCarrick. Ma la convocazione dei testi, a norma del diritto, spetta a chi istruisce il processo, sulla base delle prove raccolte nella fase di indagine.
Il mio primo intervento su McCarrick, come Delegato per le Rappresentanze Pontificie in Segreteria di Stato, rimonta al 6 Dicembre 2006, a seguito di un rapporto dell’allora Nunzio negli Stati Uniti mons. Pietro Sambi. Successivamente, nel 2008, presentai un secondo Appunto che riportava fatti di tale gravità e talmente circostanziati da portarmi a raccomandare la deposizione da Cardinale di McCarrick e la sua riduzione allo stato laicale. È nota a tutti la mia Testimonianza dell’Agosto del 2018 e le mie successive dichiarazioni.
È del tutto incomprensibile ed anomalo che non si sia considerato opportuno convocarmi per testimoniare, ma ancor più sconcertante che questa deliberata omissione sia stata poi usata contro di me. E non mi si dica che mi ero reso irreperibile: la mia email personale è in possesso della Segreteria di Stato e tuttora attiva.
D’altra parte, come non sono stato interpellato per la redazione del Rapporto McCarrick, così nel 2012, i tre Cardinali designati da Benedetto XVI non mi convocarono per le indagini di Vatileaks 1, che pure mi vedevano coinvolto in prima persona. Solo a seguito di una mia esplicita richiesta, il card. Julian Herranz, che presiedeva la Commissione, mi consentì di deporre, con queste parole: «Se proprio vuoi…! ».
D’altra parte, mi pare significativo che anche James Grein, unica vittima delle molestie sessuali di McCarrick che abbia avuto il coraggio di denunciarlo pubblicamente, non compaia nel dossier e che non vi sia traccia della sua testimonianza, nella quale egli dovrebbe aver riferito anche del viaggio compiuto con McCarrick a San Gallo, alla fine degli anni Cinquanta.
Dalle dichiarazioni pubbliche di James Grein si evince che l’inizio dell’ascesa di McCarrick – allora novello sacerdote – coincise con quella visita in Svizzera, in un monastero che poi fu sede degli incontri dei congiurati della cosiddetta «mafia di San Gallo». Secondo le dichiarazioni del defunto card. Godfried Danneels, quel gruppo di Prelati avrebbe deciso di favorire l’elezione di Bergoglio sia dopo la morte di Giovanni Paolo II sia durante il Conclave che seguì la controversa rinuncia di Benedetto XVI.
Ricordo che durante una conferenza alla Villanova University, l’11 Ottobre 2013, l’allora card. McCarrick ammise d’aver favorito l’elezione del card. Bergoglio all’inizio delle Congregazioni Generali del Conclave tenutesi pochi mesi prima.
Mi chiedo quale attendibilità possa avere un organo giudicante in palese conflitto di interessi per i suoi passati rapporti con l’imputato. Come possono Bergoglio e la Segreteria di Stato che da lui dipende, pretendere di apparire imparziali, quando McCarrick si recava con un’anomala frequenza in Vaticano; quando nel giugno 2013 veniva incaricato di un viaggio diplomatico in Cina? E come possono pensare che i loro reiterati tentativi di insabbiamento e di negazione delle loro responsabilità non sia la causa del sistematico tentativo di screditarmi come testimone, per non portare alla luce le complicità e le connivenze tra loro e lo stesso McCarrick?
Il Papa, secondo il rapporto, sostiene di non essere stato informato da Lei delle attività o delle restrizioni di McCarrick nel Giugno 2013. La sua risposta?

Questa affermazione è assolutamente falsa. Anzitutto, fu proprio Bergoglio, il 23 Giugno 2013, a chiedermi espressamente la mia opinione su McCarrick. Come testimoniai nel mio memoriale del 2018,
«gli risposi a con tutta franchezza…: “Santo Padre, non so se lei conosce il cardinale McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti, e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi a una vita di preghiera e di penitenza.” Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il cardinale McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no».
Si noti che dallo stesso McCarrick appresi che Bergoglio lo aveva ricevuto quattro giorni prima della mia udienza, e che lo aveva autorizzato ad andare in Cina. A che scopo chiedermi un parere, quando Bergoglio dimostrava di nutrire la massima stima per McCarrick?
McCarrick intanto veniva tranquillamente a Roma, riceveva incarichi dal Vaticano, anche ufficiali, e portava avanti le sue attività come se niente fosse. Nel Maggio 2014, appresi dal Washington Times di un viaggio di McCarrick nella Repubblica Centrafricana per conto del Dipartimento di Stato (il Segretario di Stato era allora John Kerry); se ne fa menzione anche nel Rapporto. Stiamo parlando del 2014; eppure Benedetto XVI, fin dal 2008, aveva ordinato al Cardinale americano di ritirarsi a vita privata, non celebrare o intervenire ad eventi pubblici, non fare viaggi.
Per questo motivo, visto il modo in cui era trattato McCarrick, chiesi al card. Parolin se le sanzioni contro di lui fossero ancora da ritenersi valide. Ma non ottenni risposta. A quel punto, avendo riferito di persona al Papa, non avendo ricevuto risposta dal Segretario di Stato, cosa potevo ancora fare? A chi appellarmi?
Dal Rapporto apprendo che i continui incarichi e viaggi di McCarrick all’estero erano considerati, dall’Arcivescovo Wuerl e persino dal Nunzio Sambi (deceduto nel 2011) come una «forma sufficiente di allontanamento» (cfr. nota 1013 del Rapporto). E rimango sinceramente allibito nell’apprendere che «le indicazioni non erano “sanzioni”; non sono state imposte da Papa Benedetto XVI; a McCarrick non fu mai proibito di celebrare la Messa in pubblico; a McCarrick non era proibito tenere conferenze. Il Card. Re non ha imposto a McCarrick l’“obbligo” di dedicarsi a una vita di preghiera e penitenza; e McCarrick rimase libero di condurre attività, compresi i viaggi, con il permesso della Santa Sede, compreso il Nunzio» (cfr. nota 1006, ibidem). Se così è, significa che nonostante la condotta riprovevole del Cardinale, la Santa Sede non ha ritenuto opportuno prendere provvedimenti disciplinari contro McCarrick, il che conferma la mia denuncia sulla corruzione della Curia.
Il rapporto fa di tutto per tentare di dipingerLa come inadempiente nell’indagare sulle affermazioni del Prete 3. (Accenna appena al fatto che sia stato Lei a portare queste preoccupazioni alla Santa Sede in primo luogo). Ha evitato di mettersi «nella posizione di accertare la credibilità del Prete 3»?
È evidente quale sia stato il mio ruolo nel portare alla luce gli scandali di McCarrick, e che ho sempre provveduto a riferire alla Santa Sede ogni informazione venuta in mio possesso. Ricordo che stiamo parlando del 2012, quando ero stato nominato da poco Nunzio negli Stati Uniti.
Nel Rapporto mi si accusa di non avere dato seguito alla richiesta di informazione a proposito delle accuse mosse dal «Prete 3» contro McCarrick. Cosa assolutamente falsa! Sono gli stessi estensori del Rapporto a fornire le prove dell’inganno che hanno ordito per colpirmi e discreditarmi. Infatti, in un altro punto del Rapporto si afferma che il 13 giugno 2013 io scrissi al card. Ouellet, trasmettendogli sia la lettera che il vescovo Bootkoski mi aveva indirizzato, sia quella indirizzata al «Prete 3». Lo informai che la denuncia civile del «Prete 3» era stata archiviata senza possibilità di appello. Il vescovo Bootkoski qualificava le accuse del «Prete 3» come false e calunniose.
Vorrei enfatizzare un aspetto in particolare. Chi mi accusa di non avere provveduto a inviare una comunicazione scritta a mons. Bootkoski, Ordinario del «Prete 3» e Vescovo di Metuchen, sa bene che questo dipende dalle indicazioni precise della Segreteria di Stato. E sa altrettanto bene – come conferma il Rapporto – che vi era stata una comunicazione telefonica tra me e il vescovo Bootkoski, di cui a mia volta avevo informato il Cardinale Ouellet.
Non si dimentichi che in quegli anni vi erano avvocati che non si accontentavano di chiamare in giudizio le Diocesi per crimini compiuti dai sacerdoti, ma volevano dimostrare che la stessa Santa Sede – come l’headquarter di una multinazionale – aveva la responsabilità ultima nei risarcimenti per molestie. Ne sa qualche cosa l’Avvocato Lena, che riuscì, in due distinti processi, ad evitare che la responsabilità della copertura degli abusi ricadesse su Papa Benedetto XVI.
E che cosa pensa del fatto che il Rapporto attribuisca a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI la maggior parte della colpa di aver promosso e confermato McCarrick nella Chiesa?
Gli intenti di chi ha redatto il Rapporto sono evidenti: scaricare le responsabilità delle promozioni di McCarrick sui Predecessori, uno defunto e canonizzato (Giovanni Paolo II), l’altro anziano e debole (Benedetto XVI). Il primo non può difendersi dalla tomba, il secondo è troppo mite per sconfessare platealmente il suo successore, dandogli del mentitore e screditando con lui anche la funzione che costui ricopre. La cosa sconcertante è che all’interno dello stesso Rapporto – evidentemente messo insieme a più mani – vi siano numerose contraddizioni, tali da rendere poco credibili le argomentazioni addotte.
Mi chiedo allora: chi ha convinto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI a non tener conto delle gravi accuse su McCarrick? Chi aveva interesse a far sì che McCarrick venisse promosso, in modo da trarne un vantaggio in termini di potere e di denaro?
Probabilmente qualcuno ha fatto credere a Giovanni Paolo II che le accuse contro McCarrick fossero state montate ad arte, sul modello delle operazioni di discredito che la Polonia comunista aveva già compiuto contro buoni Vescovi o sacerdoti che si opponevano al regime.
Nel caso di Giovanni Paolo II, il principale interessato alla promozione di McCarrick era certamente il cardinale Sodano. Egli è stato Segretario di Stato fino al settembre 2006: ogni informazione perveniva a lui. Nel novembre 2000 il nunzio Montalvo inviò a lui il suo rapporto e le denunce di gravi abusi commessi da McCarrick.
Non dimentichiamo che in quel periodo scoppiò lo scandalo di padre Maciel, che Sodano cercò di insabbiare giungendo a falsificare un comunicato di Benedetto XVI nel quale si diceva che il Papa considerava chiuso il caso. Benedetto XVI convocò una plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede e il Card. Arinze riuscì a far condannare Maciel nonostante le opposizioni del Segretario di Stato.
Il nome del card. Sodano apparve coinvolto anche in una scandalosa speculazione immobiliare. Nel 2003, il nipote del Porporato, l’ingegnere Andrea Sodano, con lettere di raccomandazione dello zio Segretario di Stato e nella sua veste di consulente dell’immobiliare Follieri (in alcuni atti ufficiali è indicato anche come Vicepresidente del gruppo), acquistò a prezzi stracciati beni delle Diocesi americane condannate a risarcire i danni delle cause civili per molestie sessuali, ricavandone per sé un vantaggio economico enorme ai danni della Chiesa. Raffaello Follieri, patron della holding, fu condannato per frode e riciclaggio di denaro, proprio per operazioni spericolate nella compravendita di questi immobili. Inutile dire che Follieri era in stretti rapporti con la Clinton Global Initiative e con la famiglia Clinton, nonché con i Dem: «L’ex presidente e la senatrice Hillary sono nostri amici», si è vantato Follieri.
Si ripresentano gli stessi legami, le stesse complicità, le stesse frequentazioni. McCarrick, Clinton, Biden, i Democratici, i Modernisti. Con un corteo di omosessuali e molestatori seriali non indifferente.
Per quanto riguarda Benedetto XVI, chi aveva un accesso quotidiano e diretto al Papa, erano il Segretario di Stato Bertone e il Sostituto Sandri, i quali erano in grado di controllare e di filtrare le informazioni su McCarrick, e di esercitare pressioni su di lui.
Anche in questo caso, il Rapporto parla da sé. A presentare la questione direttamente a Papa Benedetto XVI fu il card. Bertone, il quale contrariamente a quanto io avevo ripetutamente proposto – che cioè le accuse gravissime e circostanziate contro McCarrick esigevano un procedimento canonico esemplare fino alla sua rimozione dal Collegio Cardinalizio e alla sua riduzione allo stato laicale – indusse Papa Benedetto a decidere che non venisse istruito un processo né prescritte sanzioni canoniche, ma che si facesse semplicemente appello «alla coscienza e allo spirito ecclesiale» di McCarrick.
E qui appare evidente un’ulteriore flagrante contraddizione: come si concilia un semplice appello alla coscienza con le istruzioni formali che furono date al Nunzio Sambi e a me, secondo le quali McCarrick non poteva risiedere nel Seminario in cui alloggiava, non poteva partecipare ad attività pubbliche, non poteva viaggiare, e doveva condurre una vita ritirata di preghiera e di penitenza?
La corruzione dei vertici del Vaticano è talmente evidente da consentire di considerare questo Rapporto come un indegno tentativo di far apparire Bergoglio assolutamente estraneo ai maneggi della Curia, anzi come una sorta di implacabile persecutore dei corrotti, mentre l’evidenza dei fatti dimostra il contrario. Direi che Bergoglio sta alla deep church come Biden sta al deep state
Mi permetto di notare che il fatto di addossare a Giovanni Paolo II la colpa della nomina di McCarrick nonostante il parere negativo della Congregazione dei Vescovi e del suo Prefetto Card. Re potrebbe applicarsi anche allo stesso Jorge Mario Bergoglio, sul quale il Generale dei Gesuiti aveva espresso forti riserve. Se ha sbagliato Wojtyla con McCarrick e per questo lo si considera implicitamente responsabile degli scandali verificatisi, cosa impedisce di estendere questo giudizio anche alla promozione di Bergoglio come Arcivescovo di Buenos Aires e poi come Cardinale? Ricordo che in quel Concistoro del 2001 oltre a McCarrick e a Bergoglio, ricevettero la berretta esponenti di spicco della Mafia di San Gallo…
C’è qualcos’altro che dovremmo coprire?
In conclusione vorrei citare un recente articolo di Riccardo Cascioli, facendo mio il suo lucido giudizio: «Malgrado dal Rapporto emerga la figura di un McCarrick predatore seriale, la grande reazione scatta soltanto quando nel 2017 arriva la prima denuncia di abusi su un minorenne. […] In pratica ci viene detto che i «comportamenti immorali con adulti» non sono certamente cosa buona, però alla fin fine si tollerano. L’allarme vero, quello che prevede sanzioni anche pesanti scatta solo con la minore età dell’abusato. Come se le decine e decine di futuri preti che hanno condiviso il letto con McCarrick, e perciò in gran parte condannati a una vita sacerdotale come minimo squilibrata, non contassero granché. Come se la devastazione morale e di fede provocata da un vescovo predatore – vocazioni perdute, sacerdoti che a loro volta ripeteranno gli abusi, nomine episcopali falsate da legami morbosi – fossero un problema minore.
[…] Si è volutamente ignorato che ciò che ha permesso l’irresistibile ascesa di McCarrick è un sistema di potere altrimenti denominato lobby gay, che favorisce la nomina e la carriera di vescovi con determinate caratteristiche. […]
No, non c’è davvero un segnale che dalla vicenda McCarrick la Chiesa abbia imparato, c’è piuttosto la sensazione che si faccia pagare uno per poter continuare tranquillamente con gli altri. E nel frattempo fare avanzare l’idea che per un prete avere tendenze omosessuali non sia un problema
».
In questa grottesca farsa, oggi ammantata di una posticcia apparenza di legalismo, non si esita a trascinare nel fango l’intera Chiesa, il suo prestigio dinanzi al mondo, la sua autorità nei confronti dei fedeli, pur di salvare l’immagine ormai compromessa di Prelati corrotti, indegni e viziosi. Mi limito ad osservare che tuttora, in Vaticano, Bergoglio si circonda di omosessuali notori e di personaggi dalla reputazione gravemente compromessa. Questa è la più palese sconfessione della presunta opera moralizzatrice di Bergoglio.

 
come già sappiamo Conte blocca le pensioni dei poveri
ma
crea un fondo per i parlamentari di 1,2 miliardi
insomma toglie ai poveri per dare ai ricchi
naturalmente i 5stAlle ci stanno .... sono davvero vomitevoli!
Conte crea un "fondo" per i parlamentari: 1,2 miliardi. Non e' uno scherzo, tutto vero.
 

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