Conti correnti sequestrati per ridurre il debito pubblico, ecco perché se ne parla

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  1. Riforma Fondo salva-stati, “il pacchetto” di Conte è una menzogna ai danni dell’Italia
Conti correnti sequestrati per ridurre il debito pubblico, ecco perché se ne parla
Prelievo forzoso dai conti correnti per cercare di abbattere il debito pubblico italiano. Ecco perché, malgrado le smentite, l'ipotesi resta in auge nel dibattito politico, non solo italiano.

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di Giuseppe Timpone , pubblicato il 28 Novembre 2019 alle ore 15:35
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Il governo Conte smentisce e taccia di propaganda insensata le ricostruzioni che arrivano dalle opposizioni e, in particolare, dalla Lega sulla natura della riforma del Fondo salva-stati e sul rischio che i risparmiatori italiani correrebbero di subire un secondo prelievo forzoso dai loro conti correnti dopo quello del luglio 1992.

La stessa Europa rassicura sulla non automatica previsione di una previa ristrutturazione del debito pubblico per il caso di richiesta di assistenza finanziaria al MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un’ipotesi che in Italia ha agitato gli animi persino del governatore Ignazio Visco e di economisti indubbiamente europeisti come Carlo Cottarelli, in quanto spalancherebbe la porta della speculazione finanziaria ai danni dei BTp.

Cosa c’entrano in questa storia i conti correnti? Formalmente, nulla. Nessuno a Bruxelles ha mai parlato ufficialmente di mettere le mani sui risparmi depositati presso le banche, se non a proposito del “bail-in” e limitatamente ai casi in cui si rendesse necessario il salvataggio statale di un istituto e le perdite minime dell’8% rispetto alla massa passiva non dovessero essere coperte da azioni e obbligazioni (subordinate e senior). In quei casi, verrebbero intaccate, almeno in teoria, le giacenze sopra i 100.000 euro.

Il “bail-in” con il prelievo forzoso non ci azzeccherebbe nulla, se non fosse che il secondo rischia di divenire la logica conseguenza di un criterio – il coinvolgimento nelle perdite degli “stakeholders” – entrato in vigore dal 2016 con la nuova disciplina sui salvataggi bancari in Europa. La Germania nota da molti anni come l’Italia sia un paese molto indebitato sul piano pubblico, ma al contempo molto ricco nel privato. La ricchezza delle famiglie si aggira sui 10.000 miliardi di euro, circa 5,5 volte il pil, mentre quella tedesca non va oltre le 2,5 volte il pil. Da qui, l’automatismo delineato da alcuni suoi economisti di punta, nonché consiglieri del governo federale: abbattere il debito pubblico italiano imponendo un taglio orizzontale alla ricchezza privata.

Prelievo forzoso dai conti correnti?
Ora, poiché operativamente sarebbe molto complicato procedere all’espropriazione di immobili e assets illiquidi o non facilmente negoziabili e monetizzabili, la massa di ricchezza realmente aggredibile sarebbe quella liquida, cioè non investita in titoli o beni fisici.

I conti correnti e deposito farebbero al caso. In Italia, su di essi risultano accreditati oltre 1.500 miliardi di euro, qualcosa come oltre il 60% del debito pubblico. Ovviamente, non si tratterebbe di azzerarne i saldi, quanto di prelevarne una porzione per accelerare l’abbattimento dello stock passivo, magari affiancando l’intervento a una ristrutturazione dei titoli di stato, vale a dire allungandone le scadenze, tagliandone il valore nominale e le cedole o un mix di tutto ciò.

Sembra fanta-finanza, anche perché un’operazione simile avrebbe effetti catastrofici sulla fiducia dei mercati verso il nostro sistema impositivo, il quale diverrebbe retroattivo.
Tuttavia, il precedente di 27 anni fa esiste e ci ricorda che quello che crediamo essere impensabile non lo è affatto, almeno non alle alte sfere delle istituzioni, dove non si ragiona granché per il sottile e si guarda con preoccupazione crescente alla percezione negativa riscossa dall’Italia all’estero per il suo alto debito pubblico. La riforma del MES in corso di discussione non è altro che la dimostrazione palese di come i tedeschi e i loro alleati intendano affrontare ciò che per loro resta il nodo dei nodi nell’Eurozona: trasferire ricchezza dai privati allo stato in Italia, prima che il suo governo si trovi costretto a chiedere aiuto ai partner dell’area o a destabilizzarla per la crisi di fiducia che dovesse riesplodere ai danni dei BTp.

Nessun governo, di qualsiasi natura ideologica e appartenenza partitica, se la sentirebbe mai di attuare un provvedimento del genere, visto che il prelievo forzoso nel ’92 segnò nei fatti la fine della Prima Repubblica e dei partiti che la ressero per mezzo secolo. E per questo che a Bruxelles si guarda con favore a un eventuale, ennesimo governo tecnico, sganciato dal consenso popolare e sotto sotto sostenuto da una maggioranza parlamentare alla quale non verrebbero prospettate alternative praticabili indolori.

I nostri conti correnti non sono a rischio imminente, ma se qualcosa andasse storto, lo diverrebbero nel corso di una notte, come quella terribile estate di 27 anni fa.
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Conti correnti pignorati dai sindaci per tasse e multe non pagate
Conti bancari sotto 100.000 euro davvero sicuri da un prelievo forzoso?

 
Mes, per Salvini è “Un attentato al popolo italiano”. Aumenta lo spread

By Liliana Farello

28 nov 2019


La riforma del Meccanismo europeo di stabilità ha scatenato le rimostranze della Lega, che ora chiede l'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Continua lo scontro tra la Lega e il governo Conte sul Meccanismo europeo di stabilità. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si è appellato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Chiederemo al garante della Costituzione di farla valere. Questo è un attentato alla sovranità nazionale”.

Il leader lamenta infatti la mancata parlamentarizzazione della riforma proposta a Bruxelles, che dunque sarebbe stata approvata senza ascoltare le opposizioni. “Chiediamo un incontro al presidente Mattarella per evitare la firma su un trattato che sarebbe mortale per l'economia italiana”.

Quando è stato approvato il salva-stati?

In realtà, l’approvazione della modifica del fondo non è certo una doccia fredda. Il 19 giugno infatti la Camera dei Deputati ha votato una risoluzione, la numero 192, in cui si faceva menzione del Mes. A intervenire sul salva stati furono il leghista Riccardo Molina e, in risposta alle critiche da questi avanzate, e Lia Quartapelle Procopio, del Partito democratico. “Si torna in Parlamento. Sospendiamo tutto. Fermi, ci spiegate in Parlamento cosa state facendo e poi semmai si va avanti. Occorre un altro atto parlamentare”, ha dichiarato il leader della Lega.

Il nodo della discordia risiederebbe nell’effettivo passaggio sotto silenzio dell’approvazione della riforma. Secondo la Lega, il tutto sarebbe avvenuto sotto silenzio, mentre invece il Pd tira fuori proprio la seduta di giugno e ricorda che, al tempo, al governo c’era proprio la Lega – che invece ora chiede le dimissioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Cosa prevede la riforma del Mes?

Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri (Pd) è stato ascoltato ieri dalla Commissione finanza al Senato. La possibilità di una valutazione sulla sostenibilità del debito, introdotta proprio con la riforma, per l’opposizione sarebbe una discriminante con il fine di definire “due categorie di Paesi attenti alla stabilità finanziaria dell’Italia”. “Lo trovo comico”, ribatte Gualtieri, che ricorda come piuttosto sia il caso di parlare di vittoria in sede di negoziati europei, proprio a proposito dell’introduzione della possibilità di una valutazione preventiva proprio per decidere se sia il caso di procedere a una ristrutturazione o meno del debito.

Gualtieri al Senato ha parlato di “backstop”, in grado di rifinanziare il fondo qualora non bastassero le risorse predisposte. “Io ho dei dubbi che un clamoroso stop del governo per riaprire i termini di un negoziato chiuso possa giovare dal punto di vista degli interessi nazionali” ha aggiunto Gualtieri, “ma il Parlamento valuterà sovranamente come sempre”.

Oggi in conferenza stampa la Lega ha infatti annunciato che il testo tornerà in parlamento la settimana prossima – e che, ovviamente, la Lega esprimerà un parere contrario alla riforma.

I 5 stelle, dal canto loro, lottano per serrare i ranghi. Il leader del Movimento, Luigi Di Maio, ieri ha incontrato il premier Conte per valutare un eventuale rinvio della ratifica del Mes. Oggi pomeriggio invece è stata la volta di un incontro a tre, insieme anche al ministro Gualtieri.

Cosa succede sui mercati?

In settimana dunque il testo tornerà alla Camera. Lo scontro tra governo e opposizione tuttavia ha già provocato ricadute sulle banche italiane, dopo aver provocato conseguenze sul mercato obbligazionario. Lo spread Btp/Bund si assesta su 170,9 punti, in rialzo del 2,89% rispetto alla chiusura precedente. Performance abbastanza deludente anche delle aste btp a 5 e 10 anni con rendimenti in crescita e bid to cover ratio in calo.


By Liliana Farello

28 nov 2019
 
Le banche italiane le abbiamo salvate NOI con il bail-in,
Francia e Germania invece non vogliono sottostare alle regole che ci hanno imposto e vogliono che siano ancora i gonzi italiani a salvare le loro banche: Fanno SCHIFO....

noi il 2011-2012 l'abbiamo subito e non ci siamo ancora ripresi dalle regole del MES che e adesso vogliono darci il colpo di grazia

NO al Mes nè nella prima versione e neppure nella seconda ... DEVE essere abolito perchè privilegia alcuni Stati e ne penalizzi altri... il MES è un atto di disuguglianza istituzionalizzata europea.
 
noi italiano SIAMO “IL POLLO” da spennare D’EUROPA
Maurizio Blondet 25 Novembre 2019 53 commenti



Ascoltare Claudio Borghi:
A cosa serve DAVVERO il MES? Claudio Borghi A. @borghi_claudio
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) November 25, 2019

Giovanni ZIbordi conferma:
“Questo Fondo “Salvastati” o MES richiede circa 300 miliardi di soldi di tasse degli europei per salvare banche o comprare debito pubblico 300 miliardi di tasse;
ma LA BCE HA CREATO DAL NIENTE 3,000 MILIARDI per fare le stesse cose…
Perché non ne fanno creare altri 300 mld alla BCE.
Non solo la BCE ha già creato ex nihilo
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Mes, cambio di regime: fine dell’Italia, banchieri al governo
Scritto il 30/11/19 • nella Categoria: segnalazioni



Il Mes è peggio di un capestro, è la sostituzione della Troika: con, al posto del Fondo Monetario Internazionale, una specie di Fondo Monetario Europeo, che però sarà svincolato dalla Commissione Europea.
Il Mes diventa una specie di super-Commissione, che dovrebbe decidere qual è il livello di sicurezza dei debiti degli Stati, valutando la loro situazione finanziaria, in modo tale da consentire a questi Stati di avere accesso al credito internazionale sulla base del giudizio che viene formulato da un gruppo di tecnocrati, non eletti da nessuno. In altre parole, una specie di “super-governo delle banche”........


Mes, cambio di regime: fine dell’Italia, banchieri al governo | LIBRE
 

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