Amleto
Forumer attivo
Le osservazioni sono chiare e comprensibili. Partendo dall'assunto che nella struttura repubblicana di uno stato le forme di governo storiche sono diverse e che esse dipendono dalle contingenze così come dall'animus dei consociati, una soluzione perfetta per la convivenza non esiste in re ipsa. Si tratta di rendere il più efficiente possibile un sistema di poteri che deve porsi 'al servizio'. Questo, a mio modesto avviso, lo si potrebbe meglio perseguire attraverso questa via: un parlamento eletto proporzionalmente che si occupi di legiferare e di controllare - attraverso commissioni di inchiesta - ed un esecutivo eletto direttamente. E' chiaro: i candidati saranno spesso coloro che dispongono di maggiori risorse, e pertanto, di visibilità. La medesima situazione (elezione del più influente)si verifica anche attraverso un'elezione mediata, cioè a seguito della scelta di un gruppo, organizzato o meno che sia (quale un partito, un caucus or son on..). Pertanto sotto il profilo della 'forza' del candidato non ci sono grandi disparità. E il sogno di parità di condizioni rimane una chimera, attorno alla quale è possibile discutere sine die.
Pertanto muovendo dal reale, quale alternativa ai rischi paventati da Mappets di un dominio del candidato eletto che sia di pregiudizio alla colettività? Al di là di distinguere il tipo di pregiudizio, e in secondo luogo, al di là di verificare da quanta parte della cittadinaza un qualsiasi fenomeno sia avvertito come pregiudizio (esempio: la possibilità che lo stato intervenga con aiuti, finanziamenti, deduzioni fiscali - grants, aids, and so forth - a favore di scuole non istituite nè gestite da un ente pubblico: alcuni cittadini potrebbero avvertirlo come un atto positivo, altri come un pregiudizio), lo strumento per 'sollevare' dalla funzione un soggetto che eletto non corrisponda alle attese e agli impegni assunti in campagna elettorale è un referendum di revoca, intrapreso da cittadini elettori che raggiungano una maggioranza predefinita (30,40, 50% ...), da svolgersi durante il mandato. E in ipotsi di esito favorevole alla revoca si procede all'elezione di un ulteriore candidato.
Non si tratta di fantascienza nè di metafisica: è storia. Prescindendo dall'osservazione che ogni giorno costruiamo storia, con un occhio rivolto ai modelli del passato e del presente ed un altro alla libera capacità di innovare che possediamo.
Saluti
Saluti
Pertanto muovendo dal reale, quale alternativa ai rischi paventati da Mappets di un dominio del candidato eletto che sia di pregiudizio alla colettività? Al di là di distinguere il tipo di pregiudizio, e in secondo luogo, al di là di verificare da quanta parte della cittadinaza un qualsiasi fenomeno sia avvertito come pregiudizio (esempio: la possibilità che lo stato intervenga con aiuti, finanziamenti, deduzioni fiscali - grants, aids, and so forth - a favore di scuole non istituite nè gestite da un ente pubblico: alcuni cittadini potrebbero avvertirlo come un atto positivo, altri come un pregiudizio), lo strumento per 'sollevare' dalla funzione un soggetto che eletto non corrisponda alle attese e agli impegni assunti in campagna elettorale è un referendum di revoca, intrapreso da cittadini elettori che raggiungano una maggioranza predefinita (30,40, 50% ...), da svolgersi durante il mandato. E in ipotsi di esito favorevole alla revoca si procede all'elezione di un ulteriore candidato.
Non si tratta di fantascienza nè di metafisica: è storia. Prescindendo dall'osservazione che ogni giorno costruiamo storia, con un occhio rivolto ai modelli del passato e del presente ed un altro alla libera capacità di innovare che possediamo.
Saluti
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