Sen
ευαiσθητος
"Schettino in panico, l'equipaggio inerme. Cosi' la Concordia e' piombata nel caos"
Giovedì, 19 gennaio 2012 - 08:49:00
Di Maria Carla Rota
"La nave si avvicinava al Giglio per l'inchino, ma ha virato troppo tardi e la prua ha sbattuto sugli scogli: si indaghi su quel ritardo nella manovra". Enzo Guasti, docente di esercitazioni nautiche all'Istituto tecnico nautico di Porto Santo Stefano, analizza per Affaritaliani la dinamica dell'incidente all'Isola del Giglio. E spiega: "Incagliare e' quanto di peggio possa capitare a un comandante: Schettino in quel momento ha perso la nave, anche moralmente. E gli ufficiali non hanno saputo reagire".
Professore, che idea si e' fatto dell'incidente alla Costa Crociere?
Credo che la causa principale sia stata la sfortuna del comandante e del corpo ufficiali, che da tempo percorrevano quella rotta. Passare vicino alla costra in sicurezza per dare spettacolo ormai era una routine per loro. Sfortuna unita a sicurezza in se stessi e a disattenzione: quando si e' abituati a fare qualcosa, anche in tanti gesti quotidiani come guidare un auto, spesso si abbassa il livello di guardia.
Qual e' la distanza di sicurezza a cui passare rispetto alla costa?
La distanza e' una cosa soggettiva, non c'e' un numero minimo di metri a cui attenersi. oggi il Comandante traccia la rotta e si prende la responsabilita'.
Com'e' stata la manovra che ha portato all'incidente?
"Da quello che ho protuto ricostruire attraverso i mezzi di informazione, la nave procedeva troppo a dritta, ovvero a destra, verso l'Argentario. Allora chi era al comando ha cercato di rimendiare andando a sinistra, per lambire il Giglio, e poi e' tornato nuovamente a dritta. C'e' stato un movimento a zeta, diciamo. Ma per l'ultima manovra ho l'impressione che si sia aspettato troppo tempo. Va ricercata la causa di questo ritardo. Ma non credo vada imputata alla non competenza di Schettino o degli ufficiali, che non metto in dubbio".
Chi c'e' di solito nella plancia comandi della nave?
"Su chi fosse nella sala comandi della Concordia c'e' ancora molta confusione. Normalmente dopo le 20 e' di turno il terzo ufficiale, a cui viene fatto il passaggio di consegne dal primo ufficiale sulla rotta stabilita invece dal comandante. In tutti i passaggi difficili, pero', come l'ingresso o l'uscita dai porti o dalla foci dei fiumi, e cosi' come per gli "inchini" alla costa, il comandante dovrebbe essere anche lui nella plancia, per prendere ufficialmente la guida della nave oppure per accompagnare quello che stanno facendo gli ufficiali".
La rotta non viene controllata con le apparecchiature elettroniche? Come mai non hanno segnalato il pericolo che correva la Concordia?
"Normalmente in vicinanza della costa e' piu' facile la navigazione a vista, perche' l'ecoradar sul monitor da' riflessi non veritieri, per cui si preferisce spegnerlo. E' sempre acceso, invece, l'ecoscandaglio, che monitora la profondita' del fondale".
Come possono navi di cosi' grandi dimensioni passare in fondali bassi come quelli vicini alla costa?
"Teniamo conto che comunque una nave da crociera come quella ha un pescaggio di soli 8 metri. Il problema della Costa non era la profondita' del mare, ma il fatto che la nave avrebbe dovuto scorrere parallelamente all'isola. E poi lo scoglio delle Scole arriva un po' all'improvviso. La Concordia ci ha sbattuto col fianco, mentre stava manovrando per riportarsi in linea. E quando una nave vira, ha bisogno di tempo e espazio per farlo, soprattutto la poppa compie un arco piu' esteso".
Che cosa si poteva fare in quella situazione?
"Avendo i nervi saldissimi e rendendosi conto dell'emergenza, si poteva cercare di girare totalmente dalla parte opposta. Ma, come dicono gli uomini di mare, chi e' a casa giudica e chi e' a bordo manovra".
E la famosa manovra salva-vite di Schettino?
"Una volta che la poppa ha urtato, la Concordia ha proseguito riducendo drasticamente la velocita' iniziale di 15 nodi. Gettando le ancore e virando tutto a sinistra, la poppa si e' mossa verso l'esterno, e' stato accompagnato e rafforzato un movimento naturale dell'imbarcazione. E' stata una bellissima manovra, fondamentale".
Come vede la reazione del Comandante in quei momenti?
"A Schettino e' successo quaalcosa di davvero particolare: incagliarsi per un uomo di mare e' quanto di peggio possa capitare, peggio che perdere la moglie. Il comandante non e' un dipendente, ma il rappresentante dell'armatore a bordo, puo' persino celebrare matrimoni. La nave e' sua. Schettino ha perso la nave anche moralmente e credo sia entrato in panico, sentendo la voce della telefonata con la Capitaneria".
Perche' non ha dato subito l'allarme e l'ordine di evacuare la nave?
"Io credo che volesse anche evitare che scoppiasse subito il panico, per quello non ha detto subito la verita'. Il pancio e' contagioso, e' la peggior cosa che possa capitare in queste situazioni di folla. Si rischia la ressa per salire sulle scialuppe, come quando ci si accalca negli stadi per uscire. Pero' certo, poi se n'e' andato, ha lasciato la nave... in quel caso si prenda le sue responsabilita'".
Supponiamo che il Comandante, a partire dalla manovra sbagliata, non fosse piu' pienamente padrone della situazione. Ma perche' il corpo ufficiali non ha preso in mano il comando?
"Sicuramente l'equipaggio ha agito con poco spirito di iniziativa, essendosi trovato senza piu' una guida autorevole. Pero' e' anche vero che nella marina la gerarchia e' molto forte e contraddire il comandante puo' comportare conseguenze gravissime. Ci vuole molto coraggio".
Giovedì, 19 gennaio 2012 - 08:49:00
Di Maria Carla Rota
"La nave si avvicinava al Giglio per l'inchino, ma ha virato troppo tardi e la prua ha sbattuto sugli scogli: si indaghi su quel ritardo nella manovra". Enzo Guasti, docente di esercitazioni nautiche all'Istituto tecnico nautico di Porto Santo Stefano, analizza per Affaritaliani la dinamica dell'incidente all'Isola del Giglio. E spiega: "Incagliare e' quanto di peggio possa capitare a un comandante: Schettino in quel momento ha perso la nave, anche moralmente. E gli ufficiali non hanno saputo reagire".
Professore, che idea si e' fatto dell'incidente alla Costa Crociere?
Credo che la causa principale sia stata la sfortuna del comandante e del corpo ufficiali, che da tempo percorrevano quella rotta. Passare vicino alla costra in sicurezza per dare spettacolo ormai era una routine per loro. Sfortuna unita a sicurezza in se stessi e a disattenzione: quando si e' abituati a fare qualcosa, anche in tanti gesti quotidiani come guidare un auto, spesso si abbassa il livello di guardia.
Qual e' la distanza di sicurezza a cui passare rispetto alla costa?
La distanza e' una cosa soggettiva, non c'e' un numero minimo di metri a cui attenersi. oggi il Comandante traccia la rotta e si prende la responsabilita'.
Com'e' stata la manovra che ha portato all'incidente?
"Da quello che ho protuto ricostruire attraverso i mezzi di informazione, la nave procedeva troppo a dritta, ovvero a destra, verso l'Argentario. Allora chi era al comando ha cercato di rimendiare andando a sinistra, per lambire il Giglio, e poi e' tornato nuovamente a dritta. C'e' stato un movimento a zeta, diciamo. Ma per l'ultima manovra ho l'impressione che si sia aspettato troppo tempo. Va ricercata la causa di questo ritardo. Ma non credo vada imputata alla non competenza di Schettino o degli ufficiali, che non metto in dubbio".
Chi c'e' di solito nella plancia comandi della nave?
"Su chi fosse nella sala comandi della Concordia c'e' ancora molta confusione. Normalmente dopo le 20 e' di turno il terzo ufficiale, a cui viene fatto il passaggio di consegne dal primo ufficiale sulla rotta stabilita invece dal comandante. In tutti i passaggi difficili, pero', come l'ingresso o l'uscita dai porti o dalla foci dei fiumi, e cosi' come per gli "inchini" alla costa, il comandante dovrebbe essere anche lui nella plancia, per prendere ufficialmente la guida della nave oppure per accompagnare quello che stanno facendo gli ufficiali".
La rotta non viene controllata con le apparecchiature elettroniche? Come mai non hanno segnalato il pericolo che correva la Concordia?
"Normalmente in vicinanza della costa e' piu' facile la navigazione a vista, perche' l'ecoradar sul monitor da' riflessi non veritieri, per cui si preferisce spegnerlo. E' sempre acceso, invece, l'ecoscandaglio, che monitora la profondita' del fondale".
Come possono navi di cosi' grandi dimensioni passare in fondali bassi come quelli vicini alla costa?
"Teniamo conto che comunque una nave da crociera come quella ha un pescaggio di soli 8 metri. Il problema della Costa non era la profondita' del mare, ma il fatto che la nave avrebbe dovuto scorrere parallelamente all'isola. E poi lo scoglio delle Scole arriva un po' all'improvviso. La Concordia ci ha sbattuto col fianco, mentre stava manovrando per riportarsi in linea. E quando una nave vira, ha bisogno di tempo e espazio per farlo, soprattutto la poppa compie un arco piu' esteso".
Che cosa si poteva fare in quella situazione?
"Avendo i nervi saldissimi e rendendosi conto dell'emergenza, si poteva cercare di girare totalmente dalla parte opposta. Ma, come dicono gli uomini di mare, chi e' a casa giudica e chi e' a bordo manovra".
E la famosa manovra salva-vite di Schettino?
"Una volta che la poppa ha urtato, la Concordia ha proseguito riducendo drasticamente la velocita' iniziale di 15 nodi. Gettando le ancore e virando tutto a sinistra, la poppa si e' mossa verso l'esterno, e' stato accompagnato e rafforzato un movimento naturale dell'imbarcazione. E' stata una bellissima manovra, fondamentale".
Come vede la reazione del Comandante in quei momenti?
"A Schettino e' successo quaalcosa di davvero particolare: incagliarsi per un uomo di mare e' quanto di peggio possa capitare, peggio che perdere la moglie. Il comandante non e' un dipendente, ma il rappresentante dell'armatore a bordo, puo' persino celebrare matrimoni. La nave e' sua. Schettino ha perso la nave anche moralmente e credo sia entrato in panico, sentendo la voce della telefonata con la Capitaneria".
Perche' non ha dato subito l'allarme e l'ordine di evacuare la nave?
"Io credo che volesse anche evitare che scoppiasse subito il panico, per quello non ha detto subito la verita'. Il pancio e' contagioso, e' la peggior cosa che possa capitare in queste situazioni di folla. Si rischia la ressa per salire sulle scialuppe, come quando ci si accalca negli stadi per uscire. Pero' certo, poi se n'e' andato, ha lasciato la nave... in quel caso si prenda le sue responsabilita'".
Supponiamo che il Comandante, a partire dalla manovra sbagliata, non fosse piu' pienamente padrone della situazione. Ma perche' il corpo ufficiali non ha preso in mano il comando?
"Sicuramente l'equipaggio ha agito con poco spirito di iniziativa, essendosi trovato senza piu' una guida autorevole. Pero' e' anche vero che nella marina la gerarchia e' molto forte e contraddire il comandante puo' comportare conseguenze gravissime. Ci vuole molto coraggio".