Credit Suisse - Basta poco per giocarsi la fiducia

Sharnin 2

Forumer storico
Affare Credit Suisse
Basta poco per giocarsi la fiducia
Mario Tettamanti*

«Hanno probabilmente sbagliato a fare i calcoli» è stato questo il laconico e ironico commento di molti non addetti ai lavori sul pasticciaccio occorso nei giorni scorsi al Credit Suisse. «Fare i calcoli» in questi casi, non deve essere stato effettivamente molto facile nemmeno per gli specialisti della grande banca svizzera, per diversi motivi: al centro dell’attenzione (e dell’errore) vi sono infatti prodotti complessi e pericolosi perché esposti al mercato americano dei mutui subprime. In causa, per ammissione della banca stessa, vi sono inoltre strumenti particolarmente elaborati, frutto della fervida fantasia di matematici travestiti da banchieri, il cui valore è stato stimato (male) in mancanza di un vero e proprio prezzo di mercato, ragion per cui è stato necessario procedere a rettifiche di valore dell’ultima ora. Non è chiaro neppure in che proporzione (il che la dice lunga sulla trasparenza della comunicazione), i due «incidenti di percorso» abbiano portato a una svalutazione di quasi 3 miliardi di dollari americani. Lascia pure perplessi la dichiarazione secondo la quale in tutto quanto successo siano coinvolti alcuni trader dell’istituto.
Fatto sta che, come commentava ieri (troppo severamente) la seria Neue Zürcher Zeitung, il Credit Suisse, nello spazio di un mattino, ha distrutto l’illusione di aver saputo evitare la crisi immobiliare americana, nella quale è invece miseramente caduta la concorrente UBS. Il Credit Suisse, sempre secondo la NZZ, ha pure cancellato la fiducia che era è stato in grado di costruirsi con perizia e abnegazione nel corso degli ultimi cinque anni nei quali era finalmente riuscito a liberarsi dell’immagine di banca perennemente in ristrutturazione, senza chiare strategie di sviluppo e particolarmente attratta da pericolose scommesse imprenditoriali.
Più che le cifre in ballo, alle quali ci stiamo ormai abituando (miliardi come noccioline), o al fatto che il Credit Suisse si sia giocato molto della sua credibilità tanto faticosamente conquistata nel recente passato, in tutto quanto successo nei giorni scorsi fa specie la poca trasparenza nella comunicazione, tanto che nemmeno i giornali (e giornalisti) finanziari internazionali specializzati sono stati in grado di capire cosa abbia realmente causato il nuovo «buco» da 3 miliardi di dollari della banca zurighese. Ancora più grave, nella comunicazione non si accenna minimamente al fatto che questa sarà l’ultima svalutazione alla quale la banca dovrà procedere. Dal comunicato dell’istituto traspare purtroppo la spiacevole impressione che i suoi dirigenti non abbiano ancora la situazione pienamente sotto controllo. A questo punto rimane aperta l’ipotesi che la crisi dei subprime, in particolare se gli Stati Uniti non riusciranno a evitare la recessione, ci riserverà in futuro altre brutte sorprese che in gergo bancario abbiamo ormai imparato a chiamare con l’elegante espressione di svalutazioni.

20/02/2008 23:40
CdT

* Fratello del finanziere Tito Tettamanti
 

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