superbaffone
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MILANO – Quanto si consuma per cucinare? Moltissimo: tra scarti di cibi, uso del gas o peggio della piastra elettrica e forno acceso, la carbon footprint, l’«impronta» che misura il valore di CO2 prodotto dalle nostre azioni, va alle stelle. E poi, che dire dell’acqua usata per lavare i piatti? C’è chi questo problema se lo è posto e ha studiato delle tecniche per ridurre al minimo l’impatto ambientale del proprio modo di cucinare. Lei si chiama Lisa Casali e la tecnica è quanto meno innovativa: cucina in lavastoviglie. «Comprendo i pregiudizi della gente», afferma, «e d’altronde ci vuole un po’ prima che le idee nuove vengano accettate».
ALTA CUCINA - Lisa, che di professione fa l’assicuratrice ambientale e per passione è blogger di cucina, ha scoperto questa tecnica oltre un anno fa grazie a un’amica spagnola: «Lei ne aveva sentito parlare in rete e così ho provato a informarmi». Internet offriva spunti, ma non un metodo: «Ho fatto moltissime sperimentazioni, ma alla fine ho trovato la soluzione. E l’ho pubblicata in un libro». Il ricettario di Lisa va dal rollè di tacchino con prosciutto e spinaci al cuscus con zucchine, piselli e menta, senza dimenticare le composte e i filetti di pesce: «In lavastoviglie si può cucinare un’intera cena», consiglia. «Con numerosi vantaggi: è un metodo facile, si ha molto più tempo libero, il cibo non crea odori, si cuoce a bassa temperatura (e quindi il sapore dei cibi viene preservato) e soprattutto si risparmia».
SOTTOVUOTO - La tecnica è questa: si preparano i cibi, li si condiscono e li si inseriscono o in un vasetto a tenuta, oppure in un sacchetto sottovuoto. Poi li si colloca in lavastoviglie insieme ai piatti sporchi e si attende la fine del ciclo di lavaggio. Lisa assicura un ottimo risultato: «La comodità di questo tipo di cottura è che i cibi si mantengono teneri anche se non consumati immediatamente, quindi possono essere conservati in frigo per qualche giorno». E per il rischio contanimazione? «Ho sottoposto ad analisi diversi campioni sia in vasetto che sottovuoto. I cibi erano stati cotti in lavastoviglie con un ciclo di lavaggio che impiegava un detersivo particolarmente aggressivo. I dati hanno dimostrato che non c’era alcun tipo di pericolo. C’è tutto uno studio dietro a questo metodo, non è un divertimento».
RISPARMIO IN BOLLETTA - E per dimostrare che fa sul serio, la blogger presenta una tabella che conferma la sua tesi: «Cuocere sfruttando il vapore del lavaggio significa azzerare l’energia consumata, la produzione di CO2 che deriva dalla cottura e quindi la nostra impronta ecologica». Facendo un paragone: «Per bollire un cibo si consumano circa 3,5 megajoule, con un impatto ambientale di 420 grammi di anidride carbonica equivalente e un’impronta ecologica (la porzione di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate dall'attività umana ndr) pari a 5 metri quadrati. Questi valori poi aumentano nettamente se si parla di frittura o, peggio, di grigliatura». Quindi un calcolo del risparmio: «Se consideriamo una famiglia che prepara almeno un pasto al giorno in casa utilizzando una di queste tecniche e le sostituiamo con la cottura in lavastoviglie, usandola mentre si lavano i piatti, si può risparmiare dal 9-14% (se impiegata una sola volta alla settimana) fino al 52–57% se la si usa quatro volte a settimana».
OCCHIO ALL’IGIENE – «È un’idea un po’ “strana”, che dal punto di vista nutrizionale non mi trova particolarmente d’accordo», sostiene Andrea Ghiselli, nutrizionista dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran). L’esperto, in particolare, contesta la tecnica a bassa temperatura: «Niente da dire riguardo al sapore, ma dal punto di vista dei valori nutritivi non cambia assolutamente nulla, mentre cucinare con quel metodo ha le sue controindicazioni: soprattutto se si tratta di cibi di natura animale come carni e pesci, c’è il rischio di un’intossicazione alimentare». L’igiene prima di tutto, quindi: lavare bene le verdure, utilizzare prodotti freschi e fidati, disporre di utensili e contenitori ben puliti, così come i piani d’appoggio e i panni per asciugarsi le mani.
Maddalena Montecucco
ALTA CUCINA - Lisa, che di professione fa l’assicuratrice ambientale e per passione è blogger di cucina, ha scoperto questa tecnica oltre un anno fa grazie a un’amica spagnola: «Lei ne aveva sentito parlare in rete e così ho provato a informarmi». Internet offriva spunti, ma non un metodo: «Ho fatto moltissime sperimentazioni, ma alla fine ho trovato la soluzione. E l’ho pubblicata in un libro». Il ricettario di Lisa va dal rollè di tacchino con prosciutto e spinaci al cuscus con zucchine, piselli e menta, senza dimenticare le composte e i filetti di pesce: «In lavastoviglie si può cucinare un’intera cena», consiglia. «Con numerosi vantaggi: è un metodo facile, si ha molto più tempo libero, il cibo non crea odori, si cuoce a bassa temperatura (e quindi il sapore dei cibi viene preservato) e soprattutto si risparmia».
SOTTOVUOTO - La tecnica è questa: si preparano i cibi, li si condiscono e li si inseriscono o in un vasetto a tenuta, oppure in un sacchetto sottovuoto. Poi li si colloca in lavastoviglie insieme ai piatti sporchi e si attende la fine del ciclo di lavaggio. Lisa assicura un ottimo risultato: «La comodità di questo tipo di cottura è che i cibi si mantengono teneri anche se non consumati immediatamente, quindi possono essere conservati in frigo per qualche giorno». E per il rischio contanimazione? «Ho sottoposto ad analisi diversi campioni sia in vasetto che sottovuoto. I cibi erano stati cotti in lavastoviglie con un ciclo di lavaggio che impiegava un detersivo particolarmente aggressivo. I dati hanno dimostrato che non c’era alcun tipo di pericolo. C’è tutto uno studio dietro a questo metodo, non è un divertimento».
RISPARMIO IN BOLLETTA - E per dimostrare che fa sul serio, la blogger presenta una tabella che conferma la sua tesi: «Cuocere sfruttando il vapore del lavaggio significa azzerare l’energia consumata, la produzione di CO2 che deriva dalla cottura e quindi la nostra impronta ecologica». Facendo un paragone: «Per bollire un cibo si consumano circa 3,5 megajoule, con un impatto ambientale di 420 grammi di anidride carbonica equivalente e un’impronta ecologica (la porzione di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate dall'attività umana ndr) pari a 5 metri quadrati. Questi valori poi aumentano nettamente se si parla di frittura o, peggio, di grigliatura». Quindi un calcolo del risparmio: «Se consideriamo una famiglia che prepara almeno un pasto al giorno in casa utilizzando una di queste tecniche e le sostituiamo con la cottura in lavastoviglie, usandola mentre si lavano i piatti, si può risparmiare dal 9-14% (se impiegata una sola volta alla settimana) fino al 52–57% se la si usa quatro volte a settimana».
OCCHIO ALL’IGIENE – «È un’idea un po’ “strana”, che dal punto di vista nutrizionale non mi trova particolarmente d’accordo», sostiene Andrea Ghiselli, nutrizionista dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran). L’esperto, in particolare, contesta la tecnica a bassa temperatura: «Niente da dire riguardo al sapore, ma dal punto di vista dei valori nutritivi non cambia assolutamente nulla, mentre cucinare con quel metodo ha le sue controindicazioni: soprattutto se si tratta di cibi di natura animale come carni e pesci, c’è il rischio di un’intossicazione alimentare». L’igiene prima di tutto, quindi: lavare bene le verdure, utilizzare prodotti freschi e fidati, disporre di utensili e contenitori ben puliti, così come i piani d’appoggio e i panni per asciugarsi le mani.
Maddalena Montecucco