Default italiano come Lehman?

tontolina

Forumer storico
DEFAULT Italiano FORTUNA per generazioni future
Postato il Sabato 17 Gennaio 2009 (19:00) di davide

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5481


DI URIEL
Quando si dice “default”, immediatamente agli italiani vengono in mente le scene viste nel caso argentino, dando la scorretta impressione che in caso di default succeda automaticamente quanto avvenuto nel paese sudamericano. Pochi sanno, per esempio, che il default dei conti pubblici è già avvenuto diverse volte in Europa, per esempio in Spagna. E non si sono viste quelle scene.
In realtà un default ha effetti devastanti solo in precise condizioni valutarie, come quelle che l’ Argentina ha ottenuto seguendo le politiche assurde dell’ FMI. Senza tali condizioni, il default produce semplicemente l’impossibilità del governo di pagare tutte le spese correnti, nonchè tutti i titoli di stato, che vengono normalmente pagati solo in piccole percentuali e solo delazionati nel tempo. Di conseguenza, un default italiano (i cui prodromi fanno capolino in questo periodo sul mercato dei titoli) non sarebbe necessariamente un disastro di tipo argentino, ma potrebbe essere il miglior regalo fatto alle giovani generazioni. Vediamo perché.
Il primo concetto da capire è che agli attuali tassi di interesse e di crescita l’ Italia non ha NESSUNA possibilià di pagare il proprio debito. E neanche di ridurlo. MAI. Può rientrare nei parametri di Maastrich riguardo alla sua crescita, ma solo per pochi anni , dopodichè l’esigenza di investimenti lo renderà impossibile.
La grande menzogna, sostenuta da tutti i governi di ottuagenari signori della rendita, è che con una buona gestione si potrà tenere il debito almeno “sotto controllo”. Ma un oggetto che cresce mentre non puoi investire in innovazione su vasta scala, prima o poi andrà fuori controllo. E’ una palla l’idea che un governo qualsiasi, per quanto virtuoso, possa pagare il debito o sperare di ridurlo fino ai livelli europei. O anche sperare di ridurlo e basta.
E’ ora di dire basta a questo mito della buona gestione: nessuno può pagare o recuperare o “controllare” quel debito nel medio e lungo termine.
Ed è ora di dire chiaramente che più questi tentativi di fare l’impossibile si ripetono nel tempo, più il debito divora pezzi di Italia impedendo gli investimenti. E’ ora di smettere di procrastinare l’inevitabile, nella speranza che siano tutti cazzi dei posteri.
Chiarito che non sia possibile liberarsi di questa maledizione biblica pagando i debiti, (gli interessi sono superiori all’aumento annuo del PIL) è chiaro che il default è tra le opzioni praticabili. Anzi, l’unica. Il motivo per cui non si fa è che una classe dirigente di ottuagenari non permetterà mai che i vecchi paghino di tasca propria il debito, senza invece continuare a spassarsela per poi accollarlo alle generazioni future.
Vorrei chiarire tre cose.

  1. Un eventuale default italiano può inficiare il valore dell’ Euro, al massimo, dell’entità complessiva della partecipazione italiana alla BCE, ovvero il 14%. Non può avvenire quindi un effetto Argentina.
  2. Nel caso di uscita dall’ eurozona, l’ Italia potrebbe reagire al default svalutando la moneta per rendere conveniente l’export. Non avendo più debiti per via del default, è persino possibile una svalutazione del 50%. Il che è un incubo per tutti i concorrenti europei, che NON permetteranno MAI, neanche in caso di default, che l’ Italia possa usare strumenti simili. Disponendo di imprese in grande quantità, una svalutazione del 50% di un’eventuale nuova lira produrrebbe la distruzione del manufatturiero di tutti i paesi mediterranei , Spagna, Francia e Turchia incluse, a favore dell’ Italia. Con questo rischio, nessuno ci farà mai uscire dall’eurozona, non vi preoccupate.
  3. Il 50% del debito pubblico è in mani straniere, il che significa che immediatamente i governi inizierebbero a trattare per avere una restituzione anche parziale del credito. Poiché esso viene usato principalmente ai fini pensionistici, diversi governi sono disposti a fare di tutto perchè almeno il 30% del debito sia pagato, come nel caso argentino. Le cifre sono troppo alte. E quando dico “a fare di tutto” intendo proprio “di tutto”.
  4. In Italia, i titoli di stato sono in mano a quell’economia della rendita che è fatta di altrettanti ottuagenari e dei signori della rendita che si basano su di essi. Andare in default significa di fatto dare fiato alle nuove generazioni togliendo loro l’incubo di un debito ormai impossibile da pagare, a spese delle generazioni che tale debito lo hanno creato.
La cosa che bisogna capire è che quando Amato dice “l’ Euro ci ha salvati, negli anni ‘90, non riuscivo più a vendere i Bot”, sta infatti omettendo di specificare DA CHE COSA l’ Euro ci abbia salvati. E quando andiamo a vedere il curriculum vitae di Amato, scopriamo che il buon socialista era in quei governi CAF che il debito lo hanno creato: Amato dice che l’ Euro ci ha salvato dalle conseguenze del SUO STESSO operato, in pratica Amato ci dice che l’ Euro ci ha salvati da Amato.
E lo stesso dicasi per Ciampi, che ci ha ricordato come l’ Euro ci abbia “salvati” dal disastro, senza menzionare chi ci fosse a dirigere la banca nazionale mentre quel disastro veniva prodotto: come Amato, anche l’ex presidente Ciampi ha perfettamente ragione. Come nel caso di Amato, Ciampi ci informa che l’ Euro ci ha salvati da Ciampi.
Potrei anche menzionare i governi “tecnici” appoggiati dal centrosinistra, la cui disastrosa gestione dei conti pubblici (sacrificare la crescita economica e il risparmio delle famiglie al bilancio non e’ mai un bene, al bilancio si sacrificano gli sprechi) ha contribuito anch’essa al disastro corrente: persino a Prodi, inteso come capo delle forze uliviste, potrebbe essere rinfacciato il fatto che l’ Euro, da lui voluto, ci ha salvati da lui medesimo.
In definitiva, credo che l’opzione Default andrebbe valutata. In primis perchè libererebbe il paese di un fardello che, e’ inutile nasconderlo, e’ impossibile da pagare o da rimpicciolire. Si potrà scendere fino al 100% o al 99% del PIL. E poi? In pochi mesi gli interessi lo riporterebbero al punto di prima.
Bisogna rassegnarsi al fatto che senza provvedimenti drastici, come il Default, ai nostri figli lasceremo un debito che non potranno pagare, ed al quale dovranno sacrificare l’intero futuro. E lo stesso dicasi per i nipoti.
Il secondo concetto, ed e’ il motivo per il quale la classe di ottuagenari che abbiamo al potere sostiene la leggenda del “deficit che può rientrare”, e’ che il default finirebbe per colpire quasi esclusivamente i baroni dello stato, i grandi professionisti dello stato, i superconsulenti dello stato, e l’economia della rendita gerontocratica.
Dichiarare un default sarebbe un brutto colpo per 5-10 anni. Ovviamente il fabbisogno pubblico dovrebbe calare enormemente, con un taglio gigantesco della pubblica amministrazione, un taglio come Brunetta non immagina neppure. Non sarebbe più possibile finanziare nulla se non entro il 45% di pressione fiscale nazionale: no other assets.
Ma nell’arco di 20 anni, un paese liberato dal debito avrebbe la possibilità di crescere con un’economia che non ingoia interessi al ritmo del 4% del PIL annuo, (contro una crescita dell’ 1-2%), non avrebbe il fardello di 7/8 dei soldi del paese che dormono congelati in cartacce di titoli di stato, e specialmente potrebbe parlare ai propri figli e nipoti con la coscienza pulita.
Il motivo per il quale si resisterà a questa idea di dichiarare default, che ormai ci viene consigliata persino da autorevoli economisti di tutto il mondo, è che questo processo sarebbe tutto a vantaggio delle nuove generazioni e del futuro, mentre andrebbe a venir pagato quasi esclusivamente dalle generazioni che hanno creato il buco.
E questa e’ la ragione per la quale vi raccontano che un default in Italia otterrebbe i risultati dell’ Argentina, che invece furono causati da altri malcostumi economici.
Per quanto mi riguarda, il governo italiano dovrebbe iniziare a valutare con la BCE un eventuale default ufficiale, in modo da limitare gli effetti sull’economia europea, e a fottere chi ha comprato 800 miliardi di merda. Se lo fanno quelli di Lehman, possiamo farlo anche noi.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc/
Link: http://www.wolfstep.cc/312/default/
12.01.2009
 
per i CDS Non siamo un paese a rischio

Questa è l'ultima classifica aggiornata del rischio dei diversi paesi basato sui Credit Default Swap famosi (100 punti del costo di un CDS vuole dire devi spendere 100punti*1000$=100 mila dollari in cinque anni per assicurare 10 milioni di debito)

La soglia di rischio reale di default inizia sui 400 punti (dalle Filippine circa); significa che dopo 5 anni hai speso 400*1000*5 = 2000000$ (cioè 2 milioni per assicurarne 10 milioni), se ci pensi è molto caro, paghi cifre del genere se proprio c'è rischio. Chi si avvicina ai 1.000 punti dovrebbe essere spacciato perchè vuole dire che per assicurare 10 milioni di debito per cinque anni ne devi spendere 5 milioni

L'Italia in realtà ha almeno 40 paesi prima di lei di cui preoccuparsi tra cui la Corea il cui debito costa il doppio del nostro da assicurare e non è molto distante dall'Austria (siamo a 184 punti contro 151 degli austro). Inoltre noi abbiamo un deficit estero pari al 105% del PIL e la Spagna solo al 60% del PIL però come rischio è considerata uguale a noi perchè la sua economia è molto peggio.

La Russia è di nuovo in testa assieme a Sudafrica e Turchia tra i paesi importanti e se c'è una depressione o recessione grave sono i paesi che salteranno per primi. Chavez in Venezuela è spacciato o meglio il Venezuela con Chavez lo è, è un paese "morto che cammina". Sull'Argentina che dopo 6 anni dal default è ancora il paese più disastrato finanziariamente al mondo (fuori dall'Africa che non entra in classifica) non si sa cosa dire, preoccupa solo che la popolazione sia per un terzo siano di origine italiana

Da questo punto di vista la differenza attuale tra Btp e Bund sui 150 o 160 punti è assurda dovrebbe restringersi

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http://cobraf.wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=5744&reply_id=137515
 
oggi come oggi ci troviamo in una fortunata situazione nella quale possiamo dichiarare il default senza temere troppi casini, se non un lustro di forti scossoni (che è comunque meglio di un eterno declino).

Punto primo: è falso che in caso di default non si potrebbero pagare pensioni e compagnia bella. Il debito pubblico in titoli NON partecipa ai pagamenti delle pensioni, nè in Italia esistono titoli pensionistici non contributivi. Le pensioni di questo mese si pagano con i contributi versati questo mese, in quanto il sistema è retributivo; anzi, un lento declino economico, con il lento calo di occupazione stabile, è di gran lunga una minaccia superiore per il sistema pensionistico.

Di base, i conti attuali del sistema pensionistico italiano sono apparentemente buoni. Non nel senso che durerà tutto bene per anni, ma nel senso che con i tassi attuali di occupazione regolare possiamo ancora farcela. Se liberassimo risorse per investimenti, liberandoci del deficit, probabilmente le cose migliorerebbero.

 
Lo stesso dicasi dell'idea secondo cui lo stato non potrebbe più pagare stipendi: la qualità del bilancio attuale è accettabile entro i parametri di Maastricht, e per legge ogni spesa deve avere copertura a bilancio PRIMA di venire approvata, altrimenti il presidente non la firma. Il che significa, in parole povere, che con il 45% di pressione fiscale riusciamo a mandare avanti gli enti pubblici, a meno di quel 3% che Maastricht ci condona. Tradotto in soldoni, se smettiamo di fare debito pubblico dobbiamo "tagliare" solo del 3%.

Questa ottima qualità dei bilanci pubblici è la differenza che c'è tra l' Argentina (che non aveva soldi per nulla) e l' Italia, ed è il motivo per il quale non succederebbe quasi nulla, se non un semplice calo del 3% dei soldi per la macchina statale.

Quindi in caso di default, le pensioni continuerebbero a venir pagate E gli stipendi per gli statali anche.

 
MA allora, direte voi, perchè facciamo debiti?

Ma noi non stiamo facendo debiti. Questi debiti SONO STATI fatti, in parte dai governi del CAF (Craxi Andreotti Forlani) e in parte dai governi "tecnici" che hanno inaugurato la seconda repubblica. Ma oggi non è' che qualcuno ci presti i soldi per vivere.

"Il debito pubblico funziona per titoli,che funzionano per rinnovo: tu mi presti 10, e io ti darò 1 ogni anno. Quando smetti di rinnovare, io ti ridarò i 10. Se continui a rinnovare, devo darti solo 1.

Quando si parla di debito pubblico si parla di soldi che sono stati incassati trent'anni fa, sono stati sprecati trent'anni fa, sono finiti chissà dove, e che non c'è più verso di trovare. Oggi quello che facciamo è continuare a pagare 1 nella speranza che nessuno, smettendo di sottoscrivere, rivoglia indietro i suoi 10.

Insomma, quello che voglio far capire è che come Italia non stiamo avendo nessun vantaggio dal debito, e che con quei soldi non ci stiamo facendo niente, è solo un debito puro che ci trasciniamo. Nessuno ci dà niente: semplicemente rinunciano a chiedere indietro l'intera somma (prestataci trent'anni fa) se gli paghiamo degli interessi.

Quindi dichiarare default non avrebbe impatti sui conti pubblici, a differenza degli argentini che avevano bisogno di continui prestiti anche per l'ordinaria amministrazione (per via di una pressione fiscale peroniana, etc).
 
Altri dicono che se dichiarassimo default, immediatamente verremmo sbattuti fuori dall' EURO. Onestamente mi piacerebbe, ma e' assai improbabile. Tutto ciò che l' Euro ha da temere da un default italiano è che si svalutino i titoli che compongono il 14% del monte della BCE. Ma questo al massimo produrrebbe una svalutazione del 14% dell' indice M0 dell' Euro.

Se invece l'Italia venisse espulsa, si verificherebbe l'incubo di tutti i paesi euromediterranei, poichè l'Italia dispone ancora di un manufatturiero temibile, se svalutasse la moneta potrebbe letteralmente invadere sia il resto d'europa che il mondo di generi a basso prezzo. E c'è poco da fare: l'infrastruttura c'è ancora e appena gli togli la zavorra quella parte.

Significherebbe avere un complesso produttivo come quello italiano che improvvisamente si mette a fare i prezzi che oggi ci aspettiamo da Cina e Turchia;
quanto manufatturiero europeo resisterebbe in queste condizioni?


 
DEFAULT Italiano FORTUNA per generazioni future
Postato il Sabato 17 Gennaio 2009 (19:00) di davide

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5481


DI URIEL
Quando si dice “default”, immediatamente agli italiani vengono in mente le scene viste nel caso argentino, dando la scorretta impressione che in caso di default succeda automaticamente quanto avvenuto nel paese sudamericano. Pochi sanno, per esempio, che il default dei conti pubblici è già avvenuto diverse volte in Europa, per esempio in Spagna. E non si sono viste quelle scene.
In realtà un default ha effetti devastanti solo in precise condizioni valutarie, come quelle che l’ Argentina ha ottenuto seguendo le politiche assurde dell’ FMI. Senza tali condizioni, il default produce semplicemente l’impossibilità del governo di pagare tutte le spese correnti, nonchè tutti i titoli di stato, che vengono normalmente pagati solo in piccole percentuali e solo delazionati nel tempo. Di conseguenza, un default italiano (i cui prodromi fanno capolino in questo periodo sul mercato dei titoli) non sarebbe necessariamente un disastro di tipo argentino, ma potrebbe essere il miglior regalo fatto alle giovani generazioni. Vediamo perché.
Il primo concetto da capire è che agli attuali tassi di interesse e di crescita l’ Italia non ha NESSUNA possibilià di pagare il proprio debito. E neanche di ridurlo. MAI. Può rientrare nei parametri di Maastrich riguardo alla sua crescita, ma solo per pochi anni , dopodichè l’esigenza di investimenti lo renderà impossibile.
La grande menzogna, sostenuta da tutti i governi di ottuagenari signori della rendita, è che con una buona gestione si potrà tenere il debito almeno “sotto controllo”. Ma un oggetto che cresce mentre non puoi investire in innovazione su vasta scala, prima o poi andrà fuori controllo. E’ una palla l’idea che un governo qualsiasi, per quanto virtuoso, possa pagare il debito o sperare di ridurlo fino ai livelli europei. O anche sperare di ridurlo e basta.
E’ ora di dire basta a questo mito della buona gestione: nessuno può pagare o recuperare o “controllare” quel debito nel medio e lungo termine.
Ed è ora di dire chiaramente che più questi tentativi di fare l’impossibile si ripetono nel tempo, più il debito divora pezzi di Italia impedendo gli investimenti. E’ ora di smettere di procrastinare l’inevitabile, nella speranza che siano tutti cazzi dei posteri.
Chiarito che non sia possibile liberarsi di questa maledizione biblica pagando i debiti, (gli interessi sono superiori all’aumento annuo del PIL) è chiaro che il default è tra le opzioni praticabili. Anzi, l’unica. Il motivo per cui non si fa è che una classe dirigente di ottuagenari non permetterà mai che i vecchi paghino di tasca propria il debito, senza invece continuare a spassarsela per poi accollarlo alle generazioni future.
Vorrei chiarire tre cose.

  1. Un eventuale default italiano può inficiare il valore dell’ Euro, al massimo, dell’entità complessiva della partecipazione italiana alla BCE, ovvero il 14%. Non può avvenire quindi un effetto Argentina.
  2. Nel caso di uscita dall’ eurozona, l’ Italia potrebbe reagire al default svalutando la moneta per rendere conveniente l’export. Non avendo più debiti per via del default, è persino possibile una svalutazione del 50%. Il che è un incubo per tutti i concorrenti europei, che NON permetteranno MAI, neanche in caso di default, che l’ Italia possa usare strumenti simili. Disponendo di imprese in grande quantità, una svalutazione del 50% di un’eventuale nuova lira produrrebbe la distruzione del manufatturiero di tutti i paesi mediterranei , Spagna, Francia e Turchia incluse, a favore dell’ Italia. Con questo rischio, nessuno ci farà mai uscire dall’eurozona, non vi preoccupate.
  3. Il 50% del debito pubblico è in mani straniere, il che significa che immediatamente i governi inizierebbero a trattare per avere una restituzione anche parziale del credito. Poiché esso viene usato principalmente ai fini pensionistici, diversi governi sono disposti a fare di tutto perchè almeno il 30% del debito sia pagato, come nel caso argentino. Le cifre sono troppo alte. E quando dico “a fare di tutto” intendo proprio “di tutto”.
  4. In Italia, i titoli di stato sono in mano a quell’economia della rendita che è fatta di altrettanti ottuagenari e dei signori della rendita che si basano su di essi. Andare in default significa di fatto dare fiato alle nuove generazioni togliendo loro l’incubo di un debito ormai impossibile da pagare, a spese delle generazioni che tale debito lo hanno creato.
La cosa che bisogna capire è che quando Amato dice “l’ Euro ci ha salvati, negli anni ‘90, non riuscivo più a vendere i Bot”, sta infatti omettendo di specificare DA CHE COSA l’ Euro ci abbia salvati. E quando andiamo a vedere il curriculum vitae di Amato, scopriamo che il buon socialista era in quei governi CAF che il debito lo hanno creato: Amato dice che l’ Euro ci ha salvato dalle conseguenze del SUO STESSO operato, in pratica Amato ci dice che l’ Euro ci ha salvati da Amato.
E lo stesso dicasi per Ciampi, che ci ha ricordato come l’ Euro ci abbia “salvati” dal disastro, senza menzionare chi ci fosse a dirigere la banca nazionale mentre quel disastro veniva prodotto: come Amato, anche l’ex presidente Ciampi ha perfettamente ragione. Come nel caso di Amato, Ciampi ci informa che l’ Euro ci ha salvati da Ciampi.
Potrei anche menzionare i governi “tecnici” appoggiati dal centrosinistra, la cui disastrosa gestione dei conti pubblici (sacrificare la crescita economica e il risparmio delle famiglie al bilancio non e’ mai un bene, al bilancio si sacrificano gli sprechi) ha contribuito anch’essa al disastro corrente: persino a Prodi, inteso come capo delle forze uliviste, potrebbe essere rinfacciato il fatto che l’ Euro, da lui voluto, ci ha salvati da lui medesimo.
In definitiva, credo che l’opzione Default andrebbe valutata. In primis perchè libererebbe il paese di un fardello che, e’ inutile nasconderlo, e’ impossibile da pagare o da rimpicciolire. Si potrà scendere fino al 100% o al 99% del PIL. E poi? In pochi mesi gli interessi lo riporterebbero al punto di prima.
Bisogna rassegnarsi al fatto che senza provvedimenti drastici, come il Default, ai nostri figli lasceremo un debito che non potranno pagare, ed al quale dovranno sacrificare l’intero futuro. E lo stesso dicasi per i nipoti.
Il secondo concetto, ed e’ il motivo per il quale la classe di ottuagenari che abbiamo al potere sostiene la leggenda del “deficit che può rientrare”, e’ che il default finirebbe per colpire quasi esclusivamente i baroni dello stato, i grandi professionisti dello stato, i superconsulenti dello stato, e l’economia della rendita gerontocratica.
Dichiarare un default sarebbe un brutto colpo per 5-10 anni. Ovviamente il fabbisogno pubblico dovrebbe calare enormemente, con un taglio gigantesco della pubblica amministrazione, un taglio come Brunetta non immagina neppure. Non sarebbe più possibile finanziare nulla se non entro il 45% di pressione fiscale nazionale: no other assets.
Ma nell’arco di 20 anni, un paese liberato dal debito avrebbe la possibilità di crescere con un’economia che non ingoia interessi al ritmo del 4% del PIL annuo, (contro una crescita dell’ 1-2%), non avrebbe il fardello di 7/8 dei soldi del paese che dormono congelati in cartacce di titoli di stato, e specialmente potrebbe parlare ai propri figli e nipoti con la coscienza pulita.
Il motivo per il quale si resisterà a questa idea di dichiarare default, che ormai ci viene consigliata persino da autorevoli economisti di tutto il mondo, è che questo processo sarebbe tutto a vantaggio delle nuove generazioni e del futuro, mentre andrebbe a venir pagato quasi esclusivamente dalle generazioni che hanno creato il buco.
E questa e’ la ragione per la quale vi raccontano che un default in Italia otterrebbe i risultati dell’ Argentina, che invece furono causati da altri malcostumi economici.
Per quanto mi riguarda, il governo italiano dovrebbe iniziare a valutare con la BCE un eventuale default ufficiale, in modo da limitare gli effetti sull’economia europea, e a fottere chi ha comprato 800 miliardi di merda. Se lo fanno quelli di Lehman, possiamo farlo anche noi.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc/
Link: http://www.wolfstep.cc/312/default/
12.01.2009

Che il debito non sia, in prospettiva, restituibile, sono d'accordo; che il debito si mangì, di fatto, tutti gli incrementi di PIL, e dunque non permetta la crescita economica reale del paese, sono d'accordo.

Che il problema sia rapporto tra 'ottogenuari' e non, sono in disaccordo. La proprietà del debito, intendo quella nella quota dei cittadini italiani, non può essere caratterizzata per fasce generazionali.

Gli interessi sul debito non sostengono solo i 'vecchi', ma persone di tutte le età. Sarebbe più fondato dividere chi partecipa al debito ricavandone un interesse annuo, e chi no: dividere un certo tipo di benestanti (ma non è neppure detto che siano tutti benestanti), e chi non ha risparmio.

Poi quanti istituzionali hanno in mano quote di debito pubblico con ricadute generalizzate, su tutti, ricchi e poveri, se il debito pubblico saltasse?
Il problema che il debito si manga le risorse dello sviluppo c'è, ma il default non è la soluzione. Ce ne sono altre? Forse sì, forse no.
Dico solo che il discorso non mi convince.
 
Altri dicono che se dichiarassimo default, immediatamente verremmo sbattuti fuori dall' EURO. Onestamente mi piacerebbe, ma e' assai improbabile. Tutto ciò che l' Euro ha da temere da un default italiano è che si svalutino i titoli che compongono il 14% del monte della BCE. Ma questo al massimo produrrebbe una svalutazione del 14% dell' indice M0 dell' Euro.

Se invece l'Italia venisse espulsa, si verificherebbe l'incubo di tutti i paesi euromediterranei, poichè l'Italia dispone ancora di un manufatturiero temibile, se svalutasse la moneta potrebbe letteralmente invadere sia il resto d'europa che il mondo di generi a basso prezzo. E c'è poco da fare: l'infrastruttura c'è ancora e appena gli togli la zavorra quella parte.

Significherebbe avere un complesso produttivo come quello italiano che improvvisamente si mette a fare i prezzi che oggi ci aspettiamo da Cina e Turchia;
quanto manufatturiero europeo resisterebbe in queste condizioni?


:ciao: scusate

L’ ITALIA E’ ORMAI MALATA

In Italia ci sono pensionati che portano a casa,andando con la manina in posta 5.000 – 10.000 – 20.000 – 40.000 – 60.000 – 80.000 euro al mese di pensione (e' solo questione di tempo). Lavoratori d’intere piccole medie imprese di 10-20-30-40-60-80 lavoratori, devono lavorare a 1000 euro il mese e le altre mille darle allo stato perchè pagano la pensione ad ognuna di queste persone ogni mese. Poi ci sono le bebi pensioni che ci aiutano a naufragare, gente che ha pagato 4 anni di contributi e sono 35-40 anni che vanno in posta a ritirare lo stipendio quanti sono? L’I.N.P.S però non ha mai dato questi dati. Questa penso sia la maggiore truffa organizzata dalla democrazia italiana, poi ci sono stipendi da capogiro ai manager statali comunali e privati. O il governo sistema queste cose o ci penserà questa crisi e allora saranno ca..... anche più amari per tutti




Poi la sanità telefoni e senti, fra 6 mesi oppure a pagamento domani, perché se vai a pagamento il medico si mette in saccoccia i soldi. Se un tecnico di una azienda fa 10 riparazioni al giorno, 8 riparazioni se le mette in saccoccia, e solo 2 riparazioni vanno alla ditta può quella ditta funzionare? grazie. Ormai il sistema truffaldino solo funziona in Italia. Questa è la sanità italiana.







Poi c'è la politica, quelli vanno a casa con le valigie piene.







Dopo aver creato il terzo debito del pianeta li mandano a casa ogni mese con valigie piene di soldi. Una persona sana di mente non pensa, quanta gente deve pagare perchè io porti a casa tutti questi soldi? ricordo che quando qualsiasi persona riceve 70.000 € il mese dallo stato, ci deve essere una media impresa di 70 persone che lavora solamente per dare i soldi a quel signore ogni mese, quanti sono questi? non è dato sapere perchè c'è la privacy tutte queste persone che fino a oggi sono riusciti a creare il terzo debito pubblico del pianeta con la loro immoralità e malvagità adesso diamo queste cifre di pensione, se non ci fossero tutte queste cose pagheremmo il 20% in meno di tasse allora le pagherebbero tutti + volentieri , non ci sarebbero queste discussioni studiate solo per mettere malumore tra noi.


Per fortuna, per questa gente ci sono anche i vari Madoff che fanno giustizia

http://www.signoraggio.com/index_ilproblema.htmlLA GRANDE TRUFFA
http://it.youtube.com/watch?v=IvJZUjnH9mU
http://www.youtube.com/watch?v=oWwT2P2wrFU
http://www.disinformazione.it/riprendersi_anima.htm dai babilonesi
http://it.youtube.com/watch?v=IvJZUjnH9mU BANCA


PREDIZIONI PER IL 2009 da valutare
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5412


Questa gentaglia che ha tradito e rapito il futuro ai giovani italiani, si rivelano per quello che sono: comuni delinquenti dotati anche di scarsa intelligenza visto che le loro mosse sono prevedibili e sempre le stesse da migliaia di anni. Vogliono dare un futuro agli immigrati per poter rovinare anche l’oro, allora l’Italia sarà in ginocchio, al collasso. A quel punto quelli che hanno rubato valigie di soldi, comanderanno ancora di più. la paura può sfociare in rabbia e queste due emozioni sono un mix esplosivo che non agevola la costruzione del nuovo e non agevola il cambiamento, ma permette al sistema di reagire violentemente e di affermare il proprio potere con la forza.. più avanti va questo sfascio e più il gioco diventa facile per loro. adesso dovrebbero pagare. Però se gli italiani non capiranno che sono stati e sono nelle mani di gente senza scrupoli e senza morale, e non avranno un momento di orgoglio è la fine


















PENSIONI http://blog.menostato.it/2006/10/resoconto_del_m.html
http://wallstreetrack.wordpress.com/2007/01/16/spesa-per-le-pensioni-analisi-e-dati/

http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/politica/verso-elezioni-11/polemica-fini-veltronui/polemica-fini-veltronui.html


Dati del 2006 perché gli anni successivi non ci sono
In tasca agli statali oltre metà del
bilancio italiano

http://www.anpisa.it/ConsultaEticoReligiosa/economia/Documenti/SpesaStatali.pdf statali



http://miaeconomia.leonardo.it/economia/fisco/fisco_news/corte_dei_conti_frenare_gli_stipendi_statali

Secondo la Corte, occorre potenziare i sistemi di controllo dell’andamento di spesa, in particolare per quanto riguarda i rinnovi contrattuali, attualmente spesso svincolati dalla produttività. Venendo ai numeri, la spesa per i dipendenti pubblici è cresciuta del 12,8% dal 2001 al 2005, anno in cui ha raggiunto quota 101.722,5 milioni: una cifra che però non comprende, tranne che per pochi comparti, i rinnovi dei contratti per il biennio 2004-2005, sottoscritti nel 2006.
Inoltre il costo del lavoro sostenuto dalla pubblica amministrazione inerente al personale complessivamente impiegato (che include, oltre agli stipendi, altre voci come indennità di missione, formazione etc.) è passato dai 130 miliardi di euro del 2001 ai 148,7 miliardi di euro del 2005 (+14,4%).












Altro che artigiani e commercianti. nessuno parla mai di questa gente che non fa un ca…… e porta a casa valigie di soldi.


Altro che autonomi! Io mi meraviglio ancora come queste persone possano lavorare e pagare il 65-70% di tasse, sono gli autonomi assieme agli operai che lavorano nel settore privato che mantengono tutta Italia + tutte queste persone


I lavoratori è come avessero una zavorra da 100 kg nelle spalle da portare continuamente,non esiste che può funzionare cosi o si cambia o questo sistema crollerà, questo credo sia chiaro a tutte le persone, chi non lo capisce non si puo’ chiamare persona perché è solo un animale. Questa crisi non è finita e metterà a posto tante cose da sola.



Un mercato e una democrazia che funzioni correttamente remunera adeguatamente chi merita, e nel contempo sanziona altrettanto adeguatamente coloro che clamorosamente falliscono, invece qui si mandano avanti lecchini raccomandati e buoni a nulla questo e’ la vera malattia dell’Italia

in Italia e in giro per il mondo sembra invece che si sia aperto un gigantesco paracadute sociale per la difesa del privilegiato, del più forte. Fanno sempre correzioni e tolgono sempre ai più poveri




http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e
%20Tributi/2009/01/pensioni-inps-circolare.shtml







I Fatti
Spesa per pensioni e rendite (in miliardi di euro)
1995 128
2001 164
2004 196
In 9 anni + 68 miliardi ( circa 131.000 miliardi di lire), + 53%
In 3 anni + 32 miliardi ( circa 61.900 miliardi di lire), +19,5%
Contributi INPS a carico dell’aziende e del lavoratore
Azienda 33%
Lavoratore 9,2%
Totale 42,2%
Netto in busta paga in % sul costo del lavoro
Italia 54% (in Irlanda 75%, Inghilterra 70%, Stati Uniti 70%, Spagna 62%)
Spesa pubblica in % sul PIL
Italia 48,5 (in Irlanda 34%, Spagna 40%, Inghilterra 43,6%
Spesa per pensioni e rendite in % sul totale spesa pubblica
30%
Trasferimenti dello Stato all’INPS
55 miliardi l’anno
Numero di pensioni erogate dall’INPS
18 milioni, di cui 4.000.000 a persone con meno di 65 anni
 
Ultima modifica:
DEFAULT Italiano FORTUNA per generazioni future
Postato il Sabato 17 Gennaio 2009 (19:00) di davide

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5481


DI URIEL
Quando si dice “default”, immediatamente agli italiani vengono in mente le scene viste nel caso argentino, dando la scorretta impressione che in caso di default succeda automaticamente quanto avvenuto nel paese sudamericano. Pochi sanno, per esempio, che il default dei conti pubblici è già avvenuto diverse volte in Europa, per esempio in Spagna. E non si sono viste quelle scene.
In realtà un default ha effetti devastanti solo in precise condizioni valutarie, come quelle che l’ Argentina ha ottenuto seguendo le politiche assurde dell’ FMI. Senza tali condizioni, il default produce semplicemente l’impossibilità del governo di pagare tutte le spese correnti, nonchè tutti i titoli di stato, che vengono normalmente pagati solo in piccole percentuali e solo delazionati nel tempo. Di conseguenza, un default italiano (i cui prodromi fanno capolino in questo periodo sul mercato dei titoli) non sarebbe necessariamente un disastro di tipo argentino, ma potrebbe essere il miglior regalo fatto alle giovani generazioni. Vediamo perché.
Il primo concetto da capire è che agli attuali tassi di interesse e di crescita l’ Italia non ha NESSUNA possibilià di pagare il proprio debito. E neanche di ridurlo. MAI. Può rientrare nei parametri di Maastrich riguardo alla sua crescita, ma solo per pochi anni , dopodichè l’esigenza di investimenti lo renderà impossibile.
La grande menzogna, sostenuta da tutti i governi di ottuagenari signori della rendita, è che con una buona gestione si potrà tenere il debito almeno “sotto controllo”. Ma un oggetto che cresce mentre non puoi investire in innovazione su vasta scala, prima o poi andrà fuori controllo. E’ una palla l’idea che un governo qualsiasi, per quanto virtuoso, possa pagare il debito o sperare di ridurlo fino ai livelli europei. O anche sperare di ridurlo e basta.
E’ ora di dire basta a questo mito della buona gestione: nessuno può pagare o recuperare o “controllare” quel debito nel medio e lungo termine.
Ed è ora di dire chiaramente che più questi tentativi di fare l’impossibile si ripetono nel tempo, più il debito divora pezzi di Italia impedendo gli investimenti. E’ ora di smettere di procrastinare l’inevitabile, nella speranza che siano tutti cazzi dei posteri.
Chiarito che non sia possibile liberarsi di questa maledizione biblica pagando i debiti, (gli interessi sono superiori all’aumento annuo del PIL) è chiaro che il default è tra le opzioni praticabili. Anzi, l’unica. Il motivo per cui non si fa è che una classe dirigente di ottuagenari non permetterà mai che i vecchi paghino di tasca propria il debito, senza invece continuare a spassarsela per poi accollarlo alle generazioni future.
Vorrei chiarire tre cose.

  1. Un eventuale default italiano può inficiare il valore dell’ Euro, al massimo, dell’entità complessiva della partecipazione italiana alla BCE, ovvero il 14%. Non può avvenire quindi un effetto Argentina.
  2. Nel caso di uscita dall’ eurozona, l’ Italia potrebbe reagire al default svalutando la moneta per rendere conveniente l’export. Non avendo più debiti per via del default, è persino possibile una svalutazione del 50%. Il che è un incubo per tutti i concorrenti europei, che NON permetteranno MAI, neanche in caso di default, che l’ Italia possa usare strumenti simili. Disponendo di imprese in grande quantità, una svalutazione del 50% di un’eventuale nuova lira produrrebbe la distruzione del manufatturiero di tutti i paesi mediterranei , Spagna, Francia e Turchia incluse, a favore dell’ Italia. Con questo rischio, nessuno ci farà mai uscire dall’eurozona, non vi preoccupate.
  3. Il 50% del debito pubblico è in mani straniere, il che significa che immediatamente i governi inizierebbero a trattare per avere una restituzione anche parziale del credito. Poiché esso viene usato principalmente ai fini pensionistici, diversi governi sono disposti a fare di tutto perchè almeno il 30% del debito sia pagato, come nel caso argentino. Le cifre sono troppo alte. E quando dico “a fare di tutto” intendo proprio “di tutto”.
  4. In Italia, i titoli di stato sono in mano a quell’economia della rendita che è fatta di altrettanti ottuagenari e dei signori della rendita che si basano su di essi. Andare in default significa di fatto dare fiato alle nuove generazioni togliendo loro l’incubo di un debito ormai impossibile da pagare, a spese delle generazioni che tale debito lo hanno creato.
La cosa che bisogna capire è che quando Amato dice “l’ Euro ci ha salvati, negli anni ‘90, non riuscivo più a vendere i Bot”, sta infatti omettendo di specificare DA CHE COSA l’ Euro ci abbia salvati. E quando andiamo a vedere il curriculum vitae di Amato, scopriamo che il buon socialista era in quei governi CAF che il debito lo hanno creato: Amato dice che l’ Euro ci ha salvato dalle conseguenze del SUO STESSO operato, in pratica Amato ci dice che l’ Euro ci ha salvati da Amato.
E lo stesso dicasi per Ciampi, che ci ha ricordato come l’ Euro ci abbia “salvati” dal disastro, senza menzionare chi ci fosse a dirigere la banca nazionale mentre quel disastro veniva prodotto: come Amato, anche l’ex presidente Ciampi ha perfettamente ragione. Come nel caso di Amato, Ciampi ci informa che l’ Euro ci ha salvati da Ciampi.
Potrei anche menzionare i governi “tecnici” appoggiati dal centrosinistra, la cui disastrosa gestione dei conti pubblici (sacrificare la crescita economica e il risparmio delle famiglie al bilancio non e’ mai un bene, al bilancio si sacrificano gli sprechi) ha contribuito anch’essa al disastro corrente: persino a Prodi, inteso come capo delle forze uliviste, potrebbe essere rinfacciato il fatto che l’ Euro, da lui voluto, ci ha salvati da lui medesimo.
In definitiva, credo che l’opzione Default andrebbe valutata. In primis perchè libererebbe il paese di un fardello che, e’ inutile nasconderlo, e’ impossibile da pagare o da rimpicciolire. Si potrà scendere fino al 100% o al 99% del PIL. E poi? In pochi mesi gli interessi lo riporterebbero al punto di prima.
Bisogna rassegnarsi al fatto che senza provvedimenti drastici, come il Default, ai nostri figli lasceremo un debito che non potranno pagare, ed al quale dovranno sacrificare l’intero futuro. E lo stesso dicasi per i nipoti.
Il secondo concetto, ed e’ il motivo per il quale la classe di ottuagenari che abbiamo al potere sostiene la leggenda del “deficit che può rientrare”, e’ che il default finirebbe per colpire quasi esclusivamente i baroni dello stato, i grandi professionisti dello stato, i superconsulenti dello stato, e l’economia della rendita gerontocratica.
Dichiarare un default sarebbe un brutto colpo per 5-10 anni. Ovviamente il fabbisogno pubblico dovrebbe calare enormemente, con un taglio gigantesco della pubblica amministrazione, un taglio come Brunetta non immagina neppure. Non sarebbe più possibile finanziare nulla se non entro il 45% di pressione fiscale nazionale: no other assets.
Ma nell’arco di 20 anni, un paese liberato dal debito avrebbe la possibilità di crescere con un’economia che non ingoia interessi al ritmo del 4% del PIL annuo, (contro una crescita dell’ 1-2%), non avrebbe il fardello di 7/8 dei soldi del paese che dormono congelati in cartacce di titoli di stato, e specialmente potrebbe parlare ai propri figli e nipoti con la coscienza pulita.
Il motivo per il quale si resisterà a questa idea di dichiarare default, che ormai ci viene consigliata persino da autorevoli economisti di tutto il mondo, è che questo processo sarebbe tutto a vantaggio delle nuove generazioni e del futuro, mentre andrebbe a venir pagato quasi esclusivamente dalle generazioni che hanno creato il buco.
E questa e’ la ragione per la quale vi raccontano che un default in Italia otterrebbe i risultati dell’ Argentina, che invece furono causati da altri malcostumi economici.
Per quanto mi riguarda, il governo italiano dovrebbe iniziare a valutare con la BCE un eventuale default ufficiale, in modo da limitare gli effetti sull’economia europea, e a fottere chi ha comprato 800 miliardi di merda. Se lo fanno quelli di Lehman, possiamo farlo anche noi.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc/
Link: http://www.wolfstep.cc/312/default/
12.01.2009


Articolo molto interessante... una sola domanda, se dovesse accadere questo "Default", che fine fanno i soldi depositati in Bot, Btp e Cct?

Grazie

:)
 
Che il debito non sia, in prospettiva, restituibile, sono d'accordo; che il debito si mangì, di fatto, tutti gli incrementi di PIL, e dunque non permetta la crescita economica reale del paese, sono d'accordo.
ma perchè fate errori da scuola media ? :sad:
gli incrementi del PIL sono al NETTO dell'inflazione. Gli interessi sul debito no.

http://www.investireoggi.it/forum/p...ault-statali-vt37726.html?p=740759#post740759

Credete a tutte le stronzate che leggete su internet, mi raccomando :wall:
 

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