tontolina
Forumer storico
DEFAULT Italiano FORTUNA per generazioni future
Postato il Sabato 17 Gennaio 2009 (19:00) di davide
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5481
DI URIEL
Quando si dice “default”, immediatamente agli italiani vengono in mente le scene viste nel caso argentino, dando la scorretta impressione che in caso di default succeda automaticamente quanto avvenuto nel paese sudamericano. Pochi sanno, per esempio, che il default dei conti pubblici è già avvenuto diverse volte in Europa, per esempio in Spagna. E non si sono viste quelle scene.
In realtà un default ha effetti devastanti solo in precise condizioni valutarie, come quelle che l’ Argentina ha ottenuto seguendo le politiche assurde dell’ FMI. Senza tali condizioni, il default produce semplicemente l’impossibilità del governo di pagare tutte le spese correnti, nonchè tutti i titoli di stato, che vengono normalmente pagati solo in piccole percentuali e solo delazionati nel tempo. Di conseguenza, un default italiano (i cui prodromi fanno capolino in questo periodo sul mercato dei titoli) non sarebbe necessariamente un disastro di tipo argentino, ma potrebbe essere il miglior regalo fatto alle giovani generazioni. Vediamo perché.
Il primo concetto da capire è che agli attuali tassi di interesse e di crescita l’ Italia non ha NESSUNA possibilià di pagare il proprio debito. E neanche di ridurlo. MAI. Può rientrare nei parametri di Maastrich riguardo alla sua crescita, ma solo per pochi anni , dopodichè l’esigenza di investimenti lo renderà impossibile.
La grande menzogna, sostenuta da tutti i governi di ottuagenari signori della rendita, è che con una buona gestione si potrà tenere il debito almeno “sotto controllo”. Ma un oggetto che cresce mentre non puoi investire in innovazione su vasta scala, prima o poi andrà fuori controllo. E’ una palla l’idea che un governo qualsiasi, per quanto virtuoso, possa pagare il debito o sperare di ridurlo fino ai livelli europei. O anche sperare di ridurlo e basta.
E’ ora di dire basta a questo mito della buona gestione: nessuno può pagare o recuperare o “controllare” quel debito nel medio e lungo termine.
Ed è ora di dire chiaramente che più questi tentativi di fare l’impossibile si ripetono nel tempo, più il debito divora pezzi di Italia impedendo gli investimenti. E’ ora di smettere di procrastinare l’inevitabile, nella speranza che siano tutti cazzi dei posteri.
Chiarito che non sia possibile liberarsi di questa maledizione biblica pagando i debiti, (gli interessi sono superiori all’aumento annuo del PIL) è chiaro che il default è tra le opzioni praticabili. Anzi, l’unica. Il motivo per cui non si fa è che una classe dirigente di ottuagenari non permetterà mai che i vecchi paghino di tasca propria il debito, senza invece continuare a spassarsela per poi accollarlo alle generazioni future.
Vorrei chiarire tre cose.
E lo stesso dicasi per Ciampi, che ci ha ricordato come l’ Euro ci abbia “salvati” dal disastro, senza menzionare chi ci fosse a dirigere la banca nazionale mentre quel disastro veniva prodotto: come Amato, anche l’ex presidente Ciampi ha perfettamente ragione. Come nel caso di Amato, Ciampi ci informa che l’ Euro ci ha salvati da Ciampi.
Potrei anche menzionare i governi “tecnici” appoggiati dal centrosinistra, la cui disastrosa gestione dei conti pubblici (sacrificare la crescita economica e il risparmio delle famiglie al bilancio non e’ mai un bene, al bilancio si sacrificano gli sprechi) ha contribuito anch’essa al disastro corrente: persino a Prodi, inteso come capo delle forze uliviste, potrebbe essere rinfacciato il fatto che l’ Euro, da lui voluto, ci ha salvati da lui medesimo.
In definitiva, credo che l’opzione Default andrebbe valutata. In primis perchè libererebbe il paese di un fardello che, e’ inutile nasconderlo, e’ impossibile da pagare o da rimpicciolire. Si potrà scendere fino al 100% o al 99% del PIL. E poi? In pochi mesi gli interessi lo riporterebbero al punto di prima.
Bisogna rassegnarsi al fatto che senza provvedimenti drastici, come il Default, ai nostri figli lasceremo un debito che non potranno pagare, ed al quale dovranno sacrificare l’intero futuro. E lo stesso dicasi per i nipoti.
Il secondo concetto, ed e’ il motivo per il quale la classe di ottuagenari che abbiamo al potere sostiene la leggenda del “deficit che può rientrare”, e’ che il default finirebbe per colpire quasi esclusivamente i baroni dello stato, i grandi professionisti dello stato, i superconsulenti dello stato, e l’economia della rendita gerontocratica.
Dichiarare un default sarebbe un brutto colpo per 5-10 anni. Ovviamente il fabbisogno pubblico dovrebbe calare enormemente, con un taglio gigantesco della pubblica amministrazione, un taglio come Brunetta non immagina neppure. Non sarebbe più possibile finanziare nulla se non entro il 45% di pressione fiscale nazionale: no other assets.
Ma nell’arco di 20 anni, un paese liberato dal debito avrebbe la possibilità di crescere con un’economia che non ingoia interessi al ritmo del 4% del PIL annuo, (contro una crescita dell’ 1-2%), non avrebbe il fardello di 7/8 dei soldi del paese che dormono congelati in cartacce di titoli di stato, e specialmente potrebbe parlare ai propri figli e nipoti con la coscienza pulita.
Il motivo per il quale si resisterà a questa idea di dichiarare default, che ormai ci viene consigliata persino da autorevoli economisti di tutto il mondo, è che questo processo sarebbe tutto a vantaggio delle nuove generazioni e del futuro, mentre andrebbe a venir pagato quasi esclusivamente dalle generazioni che hanno creato il buco.
E questa e’ la ragione per la quale vi raccontano che un default in Italia otterrebbe i risultati dell’ Argentina, che invece furono causati da altri malcostumi economici.
Per quanto mi riguarda, il governo italiano dovrebbe iniziare a valutare con la BCE un eventuale default ufficiale, in modo da limitare gli effetti sull’economia europea, e a fottere chi ha comprato 800 miliardi di merda. Se lo fanno quelli di Lehman, possiamo farlo anche noi.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc/
Link: http://www.wolfstep.cc/312/default/
12.01.2009
Postato il Sabato 17 Gennaio 2009 (19:00) di davide
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5481
DI URIEL
Quando si dice “default”, immediatamente agli italiani vengono in mente le scene viste nel caso argentino, dando la scorretta impressione che in caso di default succeda automaticamente quanto avvenuto nel paese sudamericano. Pochi sanno, per esempio, che il default dei conti pubblici è già avvenuto diverse volte in Europa, per esempio in Spagna. E non si sono viste quelle scene.
In realtà un default ha effetti devastanti solo in precise condizioni valutarie, come quelle che l’ Argentina ha ottenuto seguendo le politiche assurde dell’ FMI. Senza tali condizioni, il default produce semplicemente l’impossibilità del governo di pagare tutte le spese correnti, nonchè tutti i titoli di stato, che vengono normalmente pagati solo in piccole percentuali e solo delazionati nel tempo. Di conseguenza, un default italiano (i cui prodromi fanno capolino in questo periodo sul mercato dei titoli) non sarebbe necessariamente un disastro di tipo argentino, ma potrebbe essere il miglior regalo fatto alle giovani generazioni. Vediamo perché.
Il primo concetto da capire è che agli attuali tassi di interesse e di crescita l’ Italia non ha NESSUNA possibilià di pagare il proprio debito. E neanche di ridurlo. MAI. Può rientrare nei parametri di Maastrich riguardo alla sua crescita, ma solo per pochi anni , dopodichè l’esigenza di investimenti lo renderà impossibile.
La grande menzogna, sostenuta da tutti i governi di ottuagenari signori della rendita, è che con una buona gestione si potrà tenere il debito almeno “sotto controllo”. Ma un oggetto che cresce mentre non puoi investire in innovazione su vasta scala, prima o poi andrà fuori controllo. E’ una palla l’idea che un governo qualsiasi, per quanto virtuoso, possa pagare il debito o sperare di ridurlo fino ai livelli europei. O anche sperare di ridurlo e basta.
E’ ora di dire basta a questo mito della buona gestione: nessuno può pagare o recuperare o “controllare” quel debito nel medio e lungo termine.
Ed è ora di dire chiaramente che più questi tentativi di fare l’impossibile si ripetono nel tempo, più il debito divora pezzi di Italia impedendo gli investimenti. E’ ora di smettere di procrastinare l’inevitabile, nella speranza che siano tutti cazzi dei posteri.
Chiarito che non sia possibile liberarsi di questa maledizione biblica pagando i debiti, (gli interessi sono superiori all’aumento annuo del PIL) è chiaro che il default è tra le opzioni praticabili. Anzi, l’unica. Il motivo per cui non si fa è che una classe dirigente di ottuagenari non permetterà mai che i vecchi paghino di tasca propria il debito, senza invece continuare a spassarsela per poi accollarlo alle generazioni future.
Vorrei chiarire tre cose.
- Un eventuale default italiano può inficiare il valore dell’ Euro, al massimo, dell’entità complessiva della partecipazione italiana alla BCE, ovvero il 14%. Non può avvenire quindi un effetto Argentina.
- Nel caso di uscita dall’ eurozona, l’ Italia potrebbe reagire al default svalutando la moneta per rendere conveniente l’export. Non avendo più debiti per via del default, è persino possibile una svalutazione del 50%. Il che è un incubo per tutti i concorrenti europei, che NON permetteranno MAI, neanche in caso di default, che l’ Italia possa usare strumenti simili. Disponendo di imprese in grande quantità, una svalutazione del 50% di un’eventuale nuova lira produrrebbe la distruzione del manufatturiero di tutti i paesi mediterranei , Spagna, Francia e Turchia incluse, a favore dell’ Italia. Con questo rischio, nessuno ci farà mai uscire dall’eurozona, non vi preoccupate.
- Il 50% del debito pubblico è in mani straniere, il che significa che immediatamente i governi inizierebbero a trattare per avere una restituzione anche parziale del credito. Poiché esso viene usato principalmente ai fini pensionistici, diversi governi sono disposti a fare di tutto perchè almeno il 30% del debito sia pagato, come nel caso argentino. Le cifre sono troppo alte. E quando dico “a fare di tutto” intendo proprio “di tutto”.
- In Italia, i titoli di stato sono in mano a quell’economia della rendita che è fatta di altrettanti ottuagenari e dei signori della rendita che si basano su di essi. Andare in default significa di fatto dare fiato alle nuove generazioni togliendo loro l’incubo di un debito ormai impossibile da pagare, a spese delle generazioni che tale debito lo hanno creato.
E lo stesso dicasi per Ciampi, che ci ha ricordato come l’ Euro ci abbia “salvati” dal disastro, senza menzionare chi ci fosse a dirigere la banca nazionale mentre quel disastro veniva prodotto: come Amato, anche l’ex presidente Ciampi ha perfettamente ragione. Come nel caso di Amato, Ciampi ci informa che l’ Euro ci ha salvati da Ciampi.
Potrei anche menzionare i governi “tecnici” appoggiati dal centrosinistra, la cui disastrosa gestione dei conti pubblici (sacrificare la crescita economica e il risparmio delle famiglie al bilancio non e’ mai un bene, al bilancio si sacrificano gli sprechi) ha contribuito anch’essa al disastro corrente: persino a Prodi, inteso come capo delle forze uliviste, potrebbe essere rinfacciato il fatto che l’ Euro, da lui voluto, ci ha salvati da lui medesimo.
In definitiva, credo che l’opzione Default andrebbe valutata. In primis perchè libererebbe il paese di un fardello che, e’ inutile nasconderlo, e’ impossibile da pagare o da rimpicciolire. Si potrà scendere fino al 100% o al 99% del PIL. E poi? In pochi mesi gli interessi lo riporterebbero al punto di prima.
Bisogna rassegnarsi al fatto che senza provvedimenti drastici, come il Default, ai nostri figli lasceremo un debito che non potranno pagare, ed al quale dovranno sacrificare l’intero futuro. E lo stesso dicasi per i nipoti.
Il secondo concetto, ed e’ il motivo per il quale la classe di ottuagenari che abbiamo al potere sostiene la leggenda del “deficit che può rientrare”, e’ che il default finirebbe per colpire quasi esclusivamente i baroni dello stato, i grandi professionisti dello stato, i superconsulenti dello stato, e l’economia della rendita gerontocratica.
Dichiarare un default sarebbe un brutto colpo per 5-10 anni. Ovviamente il fabbisogno pubblico dovrebbe calare enormemente, con un taglio gigantesco della pubblica amministrazione, un taglio come Brunetta non immagina neppure. Non sarebbe più possibile finanziare nulla se non entro il 45% di pressione fiscale nazionale: no other assets.
Ma nell’arco di 20 anni, un paese liberato dal debito avrebbe la possibilità di crescere con un’economia che non ingoia interessi al ritmo del 4% del PIL annuo, (contro una crescita dell’ 1-2%), non avrebbe il fardello di 7/8 dei soldi del paese che dormono congelati in cartacce di titoli di stato, e specialmente potrebbe parlare ai propri figli e nipoti con la coscienza pulita.
Il motivo per il quale si resisterà a questa idea di dichiarare default, che ormai ci viene consigliata persino da autorevoli economisti di tutto il mondo, è che questo processo sarebbe tutto a vantaggio delle nuove generazioni e del futuro, mentre andrebbe a venir pagato quasi esclusivamente dalle generazioni che hanno creato il buco.
E questa e’ la ragione per la quale vi raccontano che un default in Italia otterrebbe i risultati dell’ Argentina, che invece furono causati da altri malcostumi economici.
Per quanto mi riguarda, il governo italiano dovrebbe iniziare a valutare con la BCE un eventuale default ufficiale, in modo da limitare gli effetti sull’economia europea, e a fottere chi ha comprato 800 miliardi di merda. Se lo fanno quelli di Lehman, possiamo farlo anche noi.
Uriel
Fonte: www.wolfstep.cc/
Link: http://www.wolfstep.cc/312/default/
12.01.2009