Della Bolkestein non parla MAI nessuno

Sharnin 2

Forumer storico
Lavoro europeo
Una Corte, zitta zitta, promuove la Bolkestein
ALBERTO D'ARGENZIO
Bruxelles

I lavoratori distaccati - quelli inviati da un'impresa all'estero - possono guadagnare meno dei loro colleghi contrattualizzati da una società del posto. Cose che succedono, nella pratica; ma da ieri questa discriminazione è diventata legale, avvalorata da una sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo. I giudici comunitari hanno infatti stabilito che alla direttiva europea sui lavoratori distaccati non deve necessariamente venire applicato il salario minimo del paese in cui un'impresa manda i propri dipendenti a lavorare. In pratica che il principio della libera prestazione dei servizi, sancito dall'articolo 49 dei Trattati, primeggia sulla non discriminazione salariale. Di fatto: si promuove il dumping sociale.
La Commissione europea ha reagito indirettamente alla sentenza - che riguarda un contenzioso tra il land tedesco della Bassa Sassonia e l'impresa Object und Bauregie, vincitrice di un appalto di edilizia pubblica - invocando, per bocca del commissario al lavoro Vladimir Spidla, «una maggiore cooperazione amministrativa tra gli Stati membri», per facilitare l'impiego dei lavoratori distaccati, circa un milione in Europa. Lo stesso Spidla ha poi aggiunto di volersi «battere contro ogni forma di dumping sociale», ma all'interno del quadro della direttiva. Il problema è che è proprio questa, almeno per come viene letta dalla Corte del Lussemburgo, a generare dumping sociale; il problema, insomma, è a monte.
Ed è un problema grosso, sostiene Francio Wurtz, capogruppo del Gue (comunisti e verdi scandinavi) al Parlamento europeo: «questa è la terza sentenza di fila - dopo il caso Laval-Vaxholm e quello Viking - che in poche settimane arriva a legittimare il dumping sociale». Il tutto, insiste Wurtz, «sulla base dell'art. 49 sulla libera prestazione dei servizi». L'approvazione della famosa direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi nella Ue implicava una revisione della norma sui lavoratori distaccati, in modo da aumentare le garanzie e le tutele ed evitare il dumping sociale. Le cose sono però andate diversamente: nessuna revisione e la Corte, di recente, legifera costantemente in senso contrario.
Quest'ultima volta il contenzioso è nato intorno all'appalto per la costruzione del penitenziario di Gottingen-Rosdorf, vinto dalla Object und Bauregie. Secondo la legge della Bassa Sassonia tutte le imprese, comprese quelle subcontrattate, devono applicare almeno il salario minimo previsto dal contratto collettivo vigente, pena una penale dell'1% del valore dell'appalto. Un'impresa polacca subappaltatrice ha invece versato ai suoi 53 dipendenti impegnati nel cantiere il 46,57% del salario minimo e per questo il governo regionale ha chiesto 85.000 euro di penale alla Object und Bauregie per violazione dell'obbligo sulle retribuzioni. Ieri la Corte di Giustizia ha invece detto che le disposizioni regionali sul salario minimo non sono compatibili con la direttiva sui lavoratori distaccati, in pratica che la penale non va pagata. E i salari, quindi, possono essere differenziati.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/06-Aprile-2008/art30.html
 
La Bolkenstein é una boiata immensa... ed i cittadini e contribuenti italiani sono sempre più disoccupati a favore, di rumeni ed albanesi...
 
Molto molto grave. Non comprendo come mai la corte lussemburghese abbia dato il suo avvallo.
Questa vicenda è più grande di quanto pensiamo, eppure passa nell'ombra, dietro ai dementi che si insultano in tv.
 
mah..
non sono pienamente d'accordo

perche'
1 i contratti di lavoro vengono stabiliti nel paese di origine e di assunzione , cosi come le tasse
2 se un lavoratore va a lavorare all'estero , decide lui quanto prendere.. non ci va in rimessa, cambia lavoro piuttosto..

altro discorso sarebbe se i lavoratori sono assunti sul posto , cittadini di quel paese e prendono uno stipendio relativo ad un altro.. ma anche qui ci si licenzia.....
 
Albatros ha scritto:
mah..
non sono pienamente d'accordo

perche'
1 i contratti di lavoro vengono stabiliti nel paese di origine e di assunzione , cosi come le tasse
2 se un lavoratore va a lavorare all'estero , decide lui quanto prendere.. non ci va in rimessa, cambia lavoro piuttosto..

altro discorso sarebbe se i lavoratori sono assunti sul posto , cittadini di quel paese e prendono uno stipendio relativo ad un altro.. ma anche qui ci si licenzia.....

altro piccolo particolare che forse ignori, anche gli imprenditori italani che operano in Italia e lo si vede molto bene nell'edilizia hanno tutto l'interese ad assumere in loco per es. Romania, un tot di lavoratori per es. rumeni e farli lavorare in Italia, sapendo che li può pagare legalmente assai meno e licenziare quando vuole, dato che certamente in Romania non esiste una tutela dei diritti dei lavoratori come abbiamo in italia.. e grazie alla Bolkenstein applica ai lavoratori rumeni i contratti rumeni..

Non mi sembra molto difficile trarre delle conclusioni... ovvero che va a scapito dei lavoratori italiani e ci saranno sempre più disoccupati italiani, dato che anche all'imprenditore italiano conviene assumere ad esempio rumeni o polacchi o cechi... servendosi dei loro contratti nazionali e statuto dei lavoratori quando c'é...

Ma a parte questo, perché mai un lavoratore rumeno che lavora in italia a parità di mansione deve prendere meno di un lavoratore italiano e non godere dello stesso statuto dei lavoratori che tutela invece quello italiano... e ne va anche della sicurezza

Mi pare si chiami schiavismo... più che Bolkenstein
 
x cippona
no guarda stai facendo al solito un po' di casino... :D
su quel campo penso di poterti insegnare.

1 le imprese di costruzioni italiane ( lasciamo stare le due o tre multinazionali , impregilo , cogefar..ecc.)
assumono dipendenti specializzati se possibile, e qualche manovale se occorre.

tutto il resto viene affidato in subappalto ad artigiani. Il 90% di un appalto normalmente viene affdato ad artigiani

gli artigiani, ormai sono almeno il 40% extracomunitari o rumeni o albanesi.

i dipendenti eventualmente assunti da una ditta italiana tipo rumeni , sono per il 90% delle attivita' per lavori difficoltosi ( montaggio ponteggi) e comunque con contratto regolare italiano , con contributi italiani, con buste paga italiane.

non c'e bisogno di prenderli la... sono gia' qua..
 

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