ConteRosso
mod sanguinario
RoMA - «Dio non voglia che questi, un giorno, raggiungano il loro scopo: uccidere uno di noi. Come gli ultrà hanno fatto con Raciti. Perché allora non so proprio come andrebbe a finire. I politici, gli onorevoli come li chiamo io, devono capire che bisogna cambiare strada. Subito». «Drago» è una montagna. Lo è nell'aspetto, ma anche dentro. Due lauree brevi, una famiglia da mantenere. Gianluca Salvatori («Ma se non dite Luca Drago nessuno mi riconosce», ci tiene a sottolineare) ha 43 anni, è un assistente capo della polizia. E un punto di riferimento per gli agenti del Reparto mobile di Roma. Un celerino, insomma. Di quelli che martedì scorso si sono ritrovati a fronteggiare centinaia di teppisti scatenati.
«Da soli, in 25, abbiamo respinto 5 mila energumeni armati di "male e peggio", picconi, accette: ma quando ci daranno qualcosa di meglio di uno scudo e un manganello? Dove sono gli idranti e i "capsulum" (un potente lancia-peperoncino)?», chiede «Drago», che a piazza del Popolo ha preso colpi al petto e a una spalla, ed è finito in ospedale.
«Da soli, in 25, abbiamo respinto 5 mila energumeni armati di "male e peggio", picconi, accette: ma quando ci daranno qualcosa di meglio di uno scudo e un manganello? Dove sono gli idranti e i "capsulum" (un potente lancia-peperoncino)?», chiede «Drago», che a piazza del Popolo ha preso colpi al petto e a una spalla, ed è finito in ospedale.