Disarmante e chiarissimo

Paperino

Forumer attivo
Perdonatemi se mi limito ogni tanto a riportare opinioni altrui, per giunta di altri siti. Ma questo articolo su WSI è di una limpidezza estrema. Una cristallina descrizione del tessuto economico e finanziario italiano: una massa di ipocriti, buffoni e ladri consapevoli, rispettati ed intoccabili. Vi chiedete perchè la mafia o la camorra non si possono sconfiggere? Ma è ovvio: sono ai vertici del nostro sistema economico, politico, giuridico e dirigenziale! Potrebbero mai fare leggi contro se stessi?!?

http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?ART_ID=322141
 
Lo ripetiamo, in pratica, tutti i giorni, e tutti i giorni diciamo che dobbiamo essere solo noi a darci da fare senza attendere che simili personaggi facciano davvero qualcosa per noi.

Ed invece gli acquisti di prodotti finanziari proseguono massicci, come i collocamenti di robaccia di ogni genere spacciata per geniali soluzioni di investimento ed avallata dagli "organi di informazione specializzata".

L'altro giorno, nel rispondere ad un quesito, ho scritto "se la banca telefona per proporre un investimento, è meglio cambiare numero di telefono".
 
Alessandro Penati è stato uno dei migliori prof che ho avuto all'università.
Obiettivo, mai schierato preconcettamente, curioso.
Un vero homo oeconomicus!!
:)
 
grazie giuseppe! :)




PS per lo staff tecnico: TOGLIETE QUELLA PUBBLICITA' DI SAN PAOLO CHE E' INSOPPORTABILE E NEMMENO SI CHIUDE!! :evil: :evil: :-x :-x :-x :-x
 
ricpast ha scritto:
TOGLIETE QUELLA PUBBLICITA' DI SAN PAOLO CHE E' INSOPPORTABILE E NEMMENO SI CHIUDE!! :evil: :evil: :-x :-x :-x :-x

L'avevamo già notata, purtroppo fa parte del pacchetto e non si può togliere. Anche usare mezzucci come la falsa casella "chiudi" la dice lunga sulla serietà delle grandi istituzioni con cui ci troviamo a che fare.
 
Paperino ha scritto:
REFCO, UNA LEZIONE ANCHE
PER PIAZZA AFFARI

di Alessandro Penati
Continua la serie di scandali in Borsa. Puniti negli Usa, impuniti in un'Italia stile Argentina. Intanto, si allunga l'impressionante scia di dissesti poco trasparenti: Bpi, Cirio, Bipop, Parmalat, Fin.Part, Finmatica, Giacomelli, Impregilo...


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21 Ottobre 2005 10:15 MILANO

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Da star di Wall Street alla bancarotta in due mesi: la vicenda di Refco non ci tocca da vicino, ma è illuminante per capire perché Piazza Affari resta un mercato asfittico, dove si calpestano i diritti degli investitori. Fondata nel 1969 per intermediare futures a Chicago, Refco rimane controllata dalla famiglia dei fondatori fino al 1998, quando al vertice arriva Phillip Bennet, che la guida fino alla quotazione a Wall Street, lo scorso 11 agosto.


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Primo giorno di scambi: + 25%. I collocatori sono nomi prestigiosi: Goldman Sachs, Credit Suisse e Bank of America. Bennet, col 34%, mantiene il controllo, assieme a un fondo di private equity (38%).

Il titolo continua a salire. Venerdì 7 ottobre, Refco vale 3,7 miliardi di dollari. Il lunedì seguente ne vale 2 di meno: un controllo interno rivela un prestito a un fondo hedge, girato a una società di Bennet, che lui non aveva dichiarato. Il consiglio di amministrazione lo rimuove. Il prestito viene rimborsato (con gli interessi), ma importa poco: Bennet, ha nascosto un´operazione con parti correlate; ha mentito al mercato, tradendo il rapporto fiduciario che lega azionisti e amministratori (anche se, come Bennet, sono azionisti di controllo). Venuta meno la fiducia, i clienti Refco ritirano i soldi e il titolo crolla. Bennet è arrestato per false comunicazioni sociali. Gli scambi in borsa vengono bloccati e si mettono all´asta le attività: un fondo di private equity rileva subito l´attività sui futures; e si chiede la protezione del giudice fallimentare per permettere una cessione ordinata delle altre attività. Partono le azioni di risarcimento contro i revisori, le banche collocatrici nel recente Ipo e, pare, lo studio legale che ha stilato il contratto di prestito incriminato. Lunedì 17: Refco non esiste più. Tutto per una bugia.

Questa vicenda ci insegna che la severità delle pene, la rigida applicazione delle norme e le condanne esemplari del dopo Enron non eliminano i comportamenti scorretti. La legge non basta. Gli investitori devono essere determinati a far valere i propri diritti, e avere risorse e strumenti per farlo. È stato il consiglio di amministrazione, non la SEC o un giudice, a denunciare e rimuovere Bennet: nonostante fosse l´azionista di controllo; e benché fosse contro l´interesse dei consiglieri che, come azionisti, hanno perso tre quarti del loro investimento. Se non l´avessero fatto, sarebbero diventati loro passibili di azione giudiziaria, cause di risarcimento e danni di reputazione enormi. Proprio come in Italia. Ve lo immaginate da noi un amministratore-azionista di controllo rimosso dal consiglio per una questione di trasparenza?

Trasparenza e fiducia sono beni comuni fondamentali da tutelare. Senza la conoscenza di patti parasociali, clausole negoziali, accordi di voto, interessi collegati, chi investe in Borsa gioca con le carte truccate. Pensate a chi, in questi mesi, ha comprato Antonveneta, Bnl, Bpi, Fiat, Rcs, o Gemina. Ma trasparenza e fiducia, da noi, non hanno quasi mai rilievo penale; quindi, non contano. C´è un´azione di concerto? Si fa un´Opa riparatrice, e finisce lì. Il prospetto non riporta una clausola contrattuale, un accordo parasociale o è lacunoso? Se Consob se ne accorge, lo si emenda.

Non si dichiara un´operazione con parti correlate? Basta integrare l´informativa; sempre che Consob se ne accorga. Nonostante i casi clamorosi di Bipop e Popolare Italiana, dove le operazioni con parti correlate erano la norma, non si impone alle banche di rendere note le singole operazioni in essere con azionisti rilevanti. Le sanzioni pecunarie inflitte da Consob sono spesso irrisorie. E poi si ricorre al Tar. Le azioni di responsabilità sono inesistenti; quelle di risarcimento costose e difficili, perché necessariamente individuali.

Per esempio, chi paga per il prospetto farcito di bugie con cui Bpi ha offerto a 8 euro nuove azioni che, per ora, ne valgono 6? Probabilmente nessuno. Se fossimo in America, anche le banche che hanno stipulato le operazioni di compravendita fittizie con Bpi, i consulenti che hanno avallato i piani di Fiorani presso gli investitori, e i legali che hanno stipulato i contratti necessari alla scalata occulta ad Antonveneta probabilmente dovrebbero rispondere di eventuali danni. Senza il loro appoggio consapevole (e ben remunerato) l´operazione non sarebbe stata possibile.

Quanto alla reputazione, sembra sia un inutile orpello. Molti consiglieri di Bpi rimangono al loro posto, nonostante abbiano avallato per anni le scorribande di Fiorani. La condanna per insider trading non ha nuociuto a Gnutti negli affari; nè quella per l´azione di concerto occulta nella scalata a Fondiaria ha danneggiato l´immagine di Ligresti. E intanto, si allunga l´impressionante scia (specie in rapporto al numero di società quotate) dei dissesti poco trasparenti: Bpi, Cirio, Bipop, Parmalat, Fin.Part, Finmatica, Giacomelli, Impregilo...

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in italia però c'è un altro fenomento molto casereccio
il CDM si è occupato della trasmissione di Celentano chnon è stata benigna con la CDL

prevedo censura in arrivo
 
CdM: "caso Celentano" tema dominante della riunione -2-

Il Governo, spiegano le fonti, non ha apprezzato le critiche rivolte al primo ministro per il cosiddetto "editto di Sofia" dopo il quale furono allontanati dalla Rai i giornalisti Enzo Biagi e Michele Santoro, e il comico Daniele Luttazzi, rei di aver utilizzato in modo "criminoso" il mezzo televisivo. Non e' piaciuta neanche la critica alla scarsa liberta' di stampa in Italia e la presenza in studio dello stesso Michele Santoro, che ha ricordato come in Italia sia stata violata "l'unica regola delle regole, la liberta' di espressione: nessuno puo' impedire a un altro di esprimersi". Non e' stata apprezzata dai ministri soprattutto la parodia del comico Maurizio Crozza, nelle vesti del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, con manifeste critiche nei confronti degli Usa e della loro politica estera. Celentano non ha risparmiato nessuno nella trasmissione: ha criticato tutti, dal centrosinistra ai sindaci - in particolare criticato e' stato il primo cittadino di Milano, Gabriele Albertini - dai sindacati agli immobiliaristi. E nel gioco del mondo diviso in "rock" e "lento" nella prima rientrano i fiori, Zdenek Zeman, Antonio Cassano, Adriano, Valentino Rossi, Paperino, il Papa Ratzinger e il sesso; nella seconda Luciano Moggi, Porto Cervo, Topolino e il silicone. ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. October 21, 2005 10:37 ET (14:37 GMT)
 
CdM: "caso Celentano" tema dominante della riunione -3-

Al termine del CdM, in conferenza stampa a Palazzo Chigi il ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi ha voluto ribadire quanto espresso a caldo, parlando di "rock-ciofeca" e di "trasmissione inguardabile, che ci fa capire come la sinistra intenda occupare la tv". Una sintesi delle posizioni molto critiche espresse nel Consiglio dei Ministri. Tra gli altri ministri, solo Rocco Buttiglione e' intervenuto per smorzare i toni e sminuire l'importanza delle parole di Celentano, dal momento che in qualita' di "uomo di spettacolo - ha affermato il ministro dei Beni Culturali - ha il diritto di dire quello che vuole. Ma a questo diritto corrisponde anche il dovere a non prenderlo sul serio". La trasmissione di Adriano Celentano rischia di avere gravi ripercussioni anche sulla Rai. Immediate le richieste di dimissioni da parte di frange della maggioranza rivolte al d.g. Alfredo Meocci, che ieri sera ha assistito in prima fila allo spettacolo e ha interagito e scherzato con il conduttore. Meocci ha rinviato ogni commento, "ne parleremo in commissione Vigilanza", ma ha anche sottolineato di non essere "disponibile a rinunciare alla mia liberta', dignita' e coerenza". Positivo il commento del presidente della commissione di Vigilanza Rai, Paolo Gentiloni, che ha parlato di "bel programma, di qualita', di professionalita'". Di certo i numeri sono dalla parte di Celentano: gli ascolti record offrono uno scudo contro le proteste e le reazioni del mondo politico. Il programma fa discutere, ma e' una miniera d'oro per l'Azienda. In termini di ascolti e di eco mediatica, Celentano e' sicuramente "rock". ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2005 MF-Dow Jones News Srl. October 21, 2005 10:51 ET (14:51 GMT)
 
qui urge un taglio


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